Scienza del SuonoOgni civiltà musicale ha sviluppato e adottato, diversi sistemi di aggregazione nella formazione di impasti sonori chiamati, genericamente, “accordi”.

Gli Accordi

di Roberto Musto

Per accordo s’intende l’esecuzione di più suoni contemporaneamente.

Ad esempio:

Ogni civiltà musicale ha sviluppato e adottato, diversi sistemi di aggregazione nella formazione di impasti sonori chiamati, genericamente, “accordi”.

Nel nostro sistema musicale qualsiasi aggregazione sonora è classificata secondo una regola che prevede, data una nota di base, la successione delle altre note per intervalli (vedi Gli Intervalli) di terza (maggiori e minori).

Si creano, così:

– accordi formati da tre note, chiamati triadi;

– accordi formato da quattro note, chiamati quadriadi, o accordi di 7° (tra la nota fondamentale e la quarta nota c’è un intervallo di 7°);

– accordi formato da cinque note, chiamati quintiadi, o accordi di 9° (tra la nota fondamentale e la quinta nota c’è un intervallo di 9°);

– accordi formato da sei note chiamati accordi di 11° (tra la nota fondamentale e la sesta nota c’è un intervallo di 11°);

– accordi formato da sette note chiamati accordi di 13° (tra la nota fondamentale e la settima nota c’è un intervallo di 13)°.

Se, ad esempio, consideriamo la nota Do come nota base, detta fondamentale, potremo costruire i seguenti accordi:

Esempio musicale:

ascolto dei diversi accordi

Nella classificazione degli accordi la ripetizione di note, facenti parte di quell’accordo, a diversa altezza non altera la natura dell’accordo.

Se immaginiamo, ad esempio, una grande orchestra eseguire l’accordo Do-Mi-Sol, la ripetizione di queste note sarà distribuita in modo molto vario fra i diversi strumenti (un Do ai contrabbassi, un altro Do ai violoncelli, un Sol ai violini secondi, un Do all’oboe, un Mi alle trombe, ecc.)  noi percepiamo sempre Do-Mi-Sol, anche se lo spettro sonoro è enormemente ampliato.

Esempio musicale:

ascolto dell’accordo di Do Maggiore eseguito dal pianoforte e dello stesso accordo eseguito dall’orchestra.

* * *

Approfondimenti

Nel repertorio musicale del periodo classico si può affermare, schematicamente, che gli accordi più usati sono le triadi, gli accordi di 7° e sovente gli accordi di 9°.

Se volessimo, a titolo d’esercizio, classificare un accordo, astraendolo però dal suo contesto musicale (la classificazione di un accordo in una composizione musicale deve essere fatta tenendo conto dell’accordo precedente e di quello seguente) dovremo considerare ogni nota data come una possibile nota fondamentale e disporre le altre note per intervalli di terza, sottintendendo le note mancanti.

Consideriamo, ad esempio, il seguente accordo, Fa-Sol-Si:

Considerando come fondamentale il Fa e, successivamente il Sol e il Si avremo i seguenti accordi:

1. Fa-(La-Do-Mi)-SolSi         = accordo di 11°

2. SolSi-(Re)-Fa                    = accordo di 7°

3. Si-(Re)-Fa-(La-Do-Mi)-Sol = accordo di 13°

Senza entrare in analisi tecniche, che esulano da queste informazioni di carattere generale, è importante sottolineare la differenza percettiva fra due triadi: l’accordo Maggiore e l’accordo minore. I due accordi, infatti, sono percepiti per loro costituzione e quindi senza nessun intervento o intenzione compositiva, a livello espressivo, il primo come sereno, allegro e il secondo melanconico, triste.

La differenza tra i due accordi è nello spostamento di un semitono (vedi La scala musicale: il tono e il semitono), del più piccolo intervallo del nostro sistema musicale, la nota intermedia.

Per esempio, facendo, per comodità, riferimento alla nota Do, avremo:

Do-Mi-Sol:   accordo Maggiore

Do-Mib-Sol: accordo minore

Esempio musicale:

ascolto dell’accordo Maggiore e dell’accordo minore.

Gli accordi, a seconda del tipo di intervallo di terza fra le diverse note, prendono diversi nomi. Non si prende in esame questa analisi che esula dagli scopi informativi generali di questi appunti.

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