Ogni civiltà musicale ha sviluppato e adottato, diversi sistemi di aggregazione nella formazione di impasti sonori chiamati, genericamente, “accordi”.
Per accordo s’intende l’esecuzione di più suoni contemporaneamente. Ad esempio: Ogni civiltà musicale ha sviluppato e adottato, diversi sistemi di aggregazione nella formazione di impasti sonori chiamati, genericamente, “accordi”. Nel nostro sistema musicale qualsiasi aggregazione sonora è classificata secondo una regola che prevede, data una nota di base, la successione delle altre note per intervalli (vedi Gli Intervalli) di terza (maggiori e minori). Si creano, così: – accordi formati da tre note, chiamati triadi; – accordi formato da quattro note, chiamati quadriadi, o accordi di 7° (tra la nota fondamentale e la quarta nota c’è un intervallo di 7°); – accordi formato da cinque note, chiamati quintiadi, o accordi di 9° (tra la nota fondamentale e la quinta nota c’è un intervallo di 9°); – accordi formato da sei note chiamati accordi di 11° (tra la nota fondamentale e la sesta nota c’è un intervallo di 11°); – accordi formato da sette note chiamati accordi di 13° (tra la nota fondamentale e la settima nota c’è un intervallo di 13)°. Se, ad esempio, consideriamo la nota Do come nota base, detta fondamentale, potremo costruire i seguenti accordi: Esempio musicale: Nella classificazione degli accordi la ripetizione di note, facenti parte di quell’accordo, a diversa altezza non altera la natura dell’accordo. Se immaginiamo, ad esempio, una grande orchestra eseguire l’accordo Do-Mi-Sol, la ripetizione di queste note sarà distribuita in modo molto vario fra i diversi strumenti (un Do ai contrabbassi, un altro Do ai violoncelli, un Sol ai violini secondi, un Do all’oboe, un Mi alle trombe, ecc.) noi percepiamo sempre Do-Mi-Sol, anche se lo spettro sonoro è enormemente ampliato. Esempio musicale: ascolto dell’accordo di Do Maggiore eseguito dal pianoforte e dello stesso accordo eseguito dall’orchestra. * * * ApprofondimentiNel repertorio musicale del periodo classico si può affermare, schematicamente, che gli accordi più usati sono le triadi, gli accordi di 7° e sovente gli accordi di 9°. Se volessimo, a titolo d’esercizio, classificare un accordo, astraendolo però dal suo contesto musicale (la classificazione di un accordo in una composizione musicale deve essere fatta tenendo conto dell’accordo precedente e di quello seguente) dovremo considerare ogni nota data come una possibile nota fondamentale e disporre le altre note per intervalli di terza, sottintendendo le note mancanti. Consideriamo, ad esempio, il seguente accordo, Fa-Sol-Si: Considerando come fondamentale il Fa e, successivamente il Sol e il Si avremo i seguenti accordi: 1. Fa-(La-Do-Mi)-Sol–Si = accordo di 11° 2. Sol–Si-(Re)-Fa = accordo di 7° 3. Si-(Re)-Fa-(La-Do-Mi)-Sol = accordo di 13° Senza entrare in analisi tecniche, che esulano da queste informazioni di carattere generale, è importante sottolineare la differenza percettiva fra due triadi: l’accordo Maggiore e l’accordo minore. I due accordi, infatti, sono percepiti per loro costituzione e quindi senza nessun intervento o intenzione compositiva, a livello espressivo, il primo come sereno, allegro e il secondo melanconico, triste. La differenza tra i due accordi è nello spostamento di un semitono (vedi La scala musicale: il tono e il semitono), del più piccolo intervallo del nostro sistema musicale, la nota intermedia. Per esempio, facendo, per comodità, riferimento alla nota Do, avremo: Do-Mi-Sol: accordo Maggiore Do-Mib-Sol: accordo minore Esempio musicale: ascolto dell’accordo Maggiore e dell’accordo minore. Gli accordi, a seconda del tipo di intervallo di terza fra le diverse note, prendono diversi nomi. Non si prende in esame questa analisi che esula dagli scopi informativi generali di questi appunti. |