6. L’inchiesta. — 7. Il marchese di Puységur e il sonnambulismo artificiale. — 8. L’abate Faria e il sonno lucido. — 9. Il rapporto Husson e la nuova scomunica accademica.
Nel 1784 Luigi XVI da incarico ai membri della Facoltà di Medicina e dell’Accademia delle Scienze di costituire due commissioni di inchiesta con il compito di indagare sulla validità scientifica del magnetismo animale. La Società Royale de Medicine costituì una terza commissione che avrebbe dovuto valutare l’utilità del trattamento magnetico nella cura di alcune malattie.
Ipnosi / La Storia, la Teoria ed il Metodo
di Guglielmo Gullotta
Capitolo I / Storia dell’ipnosi
In collaborazione con Francesca Ortu
Sommario: 1. Introduzione. — 2. Dal «magnetismo» al «magnetismo animale»: la teoria fluidica. — 3. Mesmer e la fluidità animale. — 4. Il periodo viennese e il magnetismo. — 5. Il periodo parigino. — 6. L’inchiesta. — 7. Il marchese di Puységur e il sonnambulismo artificiale. — 8. L’abate Faria e il sonno lucido. — 9. Il rapporto Husson e la nuova scomunica accademica. — 10. James Braid e la nascita dell’ipnosi. — 11. L’età d’oro dell’ipnosi. — 12. La scuola della Salpétrière. — 13. Il problema criminologico-legale. — 14. Liébeault, Bernheim e la scuola di Nancy. — 15. Freud e l’ipnosi nel periodo prepsicoanalitico.
6 – L’inchiesta
Nel 1784 Luigi XVI da incarico ai membri della Facoltà di Medicina e dell’Accademia delle Scienze di costituire due commissioni di inchiesta con il compito di indagare sulla validità scientifica del magnetismo animale. La Società Royale de Medicine costituì una terza commissione che avrebbe dovuto valutare l’utilità del trattamento magnetico nella cura di alcune malattie.
La «Grande Commissione», costituita dagli studiosi più importanti dell’epoca, era presieduta da Beniamino Franklin, chiamato a questo compito per le sue conoscenze nel campo dell’elettricità e del magnetismo. Franklin era personalmente piuttosto scettico sulla realtà del magnetismo ed attribuiva le guarigioni «magnetiche» «all’immaginazione del malato immaginario» (21).
Anche gli altri membri della commissione, escluso forse Baillye, erano piuttosto scettici in materia: in particolare Lavoisier opponeva al linguaggio metaforico di Mesmer la rigorosità del linguaggio scientifico (22).
La commissione, prendendo in esame una ad una le 27 proposizioni della Memoire, concluse sulla non validità scientifica della teoria di Mesmer. In particolare sembrava inaccettabile l’ipotesi di un influsso mutuo tra gli astri e gli esseri umani, la teoria dei flussi e della crisi, costruita per analogia alla teoria della bipolarità del corpo umano. Dall’esame clinico del paziente che si sottoponeva alle esperienze di magnetizzazione, dal diverso comportamento dei pazienti di classe elevata e di estrazione popolare, dalla refrattarietà alla magnetizzazione degli alienati, i commissari dedussero l’esistenza di una stretta correlazione tra immaginazione e suscettibilità ai fenomeni magnetici.
Si dimostrò così sulla prova dei fatti che «le magnetisme sans imagination ne produit rien, l’imagination sans magnetisme produit des crises».
La verifica sperimentale di questa ipotesi portò i commissari – «dato che… il fluido animale non può essere percepito da nessuno dei nostri sensi, non ha su di essi, né sui malati, alcun effetto, dato che l’immaginazione senza magnetismo provoca le convulsioni mentre il magnetismo senza l’immaginazione non provoca nulla – a concludere unanimemente sulla questione dell’esistenza e dell’utilità del magnetismo, che nulla prova l’esistenza del fluido magnetico animale; che questo fluido senza esistenza è di conseguenza privo di utilità, che i violenti effetti che si osservano nei trattamento pubblico derivano dai toccamenti, dall’immaginazione e dall’imitazione».
Al tempo stesso si sentirono obbligati ad aggiungere come osservazioni importanti che i toccamenti, (i cosiddetti «passi») e l’azione ripetuta dell’immaginazione possono essere dannosi; che lo spettacolo delle crisi è anch’esso dannoso a causa dell’imitazione, che sembra essere una legge naturale, e che di conseguenza ogni trattamento pubblico in cui si ricorra al magnetismo a lungo andare non può che essere dannoso (23).
Compaiono già molti argomenti che costituiranno un leit-motiv nella diffidenza con cui la medicina ufficiale considererà per lungo tempo i fenomeni ipnotici: base scientifica non dimostrata o non dimostrabile, suggestionabilità e ruolo dell’immaginazione, pericoli morali e fisici a cui il magnetizzato può essere soggetto.
Il rapporto steso dalla Societé Royale de Médecine si limitava a ridurre i fenomeni magnetici a tre cause : «l’immaginazione, l’imitazione, il toccamento».
Oltre queste relazioni ufficiali la Grand Commission stese un rapporto riservato il famoso «Rapport Secret» in cui veniva sottolineata la pericolosità morale insita nei procedimenti magnetici.
«I commissari hanno accertato che la crisi dipende soprattutto da tre fattori: il contatto, l’immaginazione e l’imitazione. Hanno osservato che la crisi si verifica con maggior frequenza nelle donne che negli uomini… le donne hanno una maggior mobilità nervosa, la loro immaginazione è più vivace e più facilmente eccitabile; …questa maggiore mobilità nervosa le rende più suscettibili alle impressioni del tatto…»
La descrizione della crisi, attribuita alla vicinanza fisica tra magnetizzatore e magnetizzato, le modificazioni psico-fisiologiche notate non lasciano dubbi circa il tipo di «pericolosità morale» della magnetizzazione. Lo stesso Deslon, del resto non aveva esitato ad ammettere il «pericolo morale» delle pratiche magnetiche.
Il Rapport Secret confermava uno dei pregiudizi più diffusi dell’epoca, quello del magnetizzatore immorale e perverso pronto ad «approfittare della sospensione della coscienza morale della paziente per soddisfare i suoi bassi istinti», anche se la posizione dei commissari era più raffinata: essi vedevano nella pratica magnetica un attacco indiretto alla moralità della paziente, attacco morale consistente nel risvegliare il desiderio erotico nascosto, ma sempre presente e nello spingere così la donna a soddisfare questo desiderio ormai risvegliato: è una seduzione sessuale indiretta quella di cui il magnetizzatore e le pratiche magnetiche sono considerate responsabili. L’esito dell’inchiesta nega quindi al magnetismo qualsiasi validità scientifica, ma non toglie a Mesmer la certezza della sua scoperta fondamentale.
Mesmer osserva: «Mi vanto di aver gettato nuova luce sulla teoria dei sensi e dell’istinto. Mediante questa teoria ho cercato di spiegare più perfettamente i fenomeni diversi e impressionanti dello stato chiamato sonnambulismo, che altro non è che uno sviluppo critico di alcune malattie.
La storia della medicina ne riferisce un così gran numero di esempi che non possiamo dubitare che questi fenomeni siano sempre parsi come interessante oggetto di osservazione per gli artisti, io stesso posso affermare che tutte le sfumature di alienazione della mente appartengono a questa crisi straordinaria.
È lei a produrre apparizioni meravigliose, estasi, visioni inesplicabili, fonte di tanti errori ed assurde opinioni. Si sente come la stessa oscurità che copriva tali fenomeni, legata all’ignoranza della moltitudine, ha dovuto favorire lo stabilirsi dei pregiudizi religiosi e politici di tutti i popoli.» (24).
Concludendo, possiamo osservare che l’ipotesi di un flusso concettualizzato in analogia con il flusso elettrico, l’adozione di una terminologia scientifica razionalista, l’accettazione del principio di causalità fisica, costituiscono per Mesmer altrettanti ostacoli epistemologici.
Mesmer, per rispondere alle critiche dei suoi oppositori è costretto ad usare il linguaggio della scienza ufficiale: trattando il fluido come una corrente elettrica finisce per sottolineare le analogie tra magnetismo fisico e magnetismo animale e per mettere in ombra i fenomeni soggettivi, di carattere affettivo costituenti la specificità dei «fenomeni magnetici». Così il fluidismo diventa una vasta razionalizzazione priva di contatto con i problemi reali della cura.
Questa posizione, come notano Postel e Dhote, è particolarmente evidente nelle «Memoires…» in cui, dopo aver affermato che il magnetismo animale deve in primo luogo trasmettersi mediante il sentimento e che solo il sentimento può rendere la teoria intelleggibile, Mesmer cerca di spiegare i fenomeni in questione ricorrendo all’apparato concettuale e alla terminologia della fisica dell’epoca.
Per questa via Mesmer finisce per perdere di vista i fatti che lo avrebbero dovuto condurre ad identificare nei fenomeni affettivi l’essenza della sua scoperta e per costruire «una teoria magnetica del tutto priva di base, chiusa in un sistema del tutto rispondente alle concezioni accademiche dell’epoca… In ciò senza dubbio si trova la ragione profonda del fallimento di Mesmer che non ha potuto liberarsi dalla rete sociologica dei legami epistemologici e metodologici che hanno portato la sua scoperta nell’impasse del fluidismo» (25).
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(21) «Vi sono moltissime malattie che guariscono da sole, nell’uomo vi è una forte disposizione ad ingannare se stesso o gli altri in questo campo; ho potuto vedere nel corso della mia vita tanti di quei rimedi che avevano la pretesa di guarire le malattie e che ben presto si rivelavano inutili, che non posso non pensare che questo nuovo metodo (il magnetismo) da cui si aspettano mari e monti non si riveli alla fine un’illusione…» FRANKLIN B., Corrispondence, Hachette, Paris, 1870, lettera del 9 marzo 1784, in RAUSKY F., op. cit., 126. (torna al testo)
(22) Lavoisier aveva formulato, nel 1783, il principio di parsimonia, come principio metodologico fondamentale nella formulazione dei postulati scientifici: «se tutto si spiega attraverso la chimica in modo sufficiente, senza ricorrere al flogisto, allora è molto probabile che il principio del flogisto non esista». Riteneva inoltre che una teoria scientifica dovesse far uso di un linguaggio scientifico: «la impossibilità di isolare la nomenclatura dalla scienza e la scienza dalla nomenclatura, deriva dal fatto che ogni scienza è necessariamente costituita da: la serie dei fatti, le idee che ad essi fanno riferimento, le parole che li esprimono. La parola deve far nascere l’idea; l’idea deve afferrare il fatto… ne deriva che non si può perfezionare il linguaggio senza perfezionare la scienza, né la scienza senza perfezionare il linguaggio». (Citato da Rausky, 126). Come nota RAUSKY, op. cit., 147, la pretesa di Deslon di identificare fluido e flogisto ha contribuito senz’altro all’atteggiamento negativo di Lavoisier nei confronti del magnetismo animale. (torna al testo)
(23) MESMER F. A., Le Magnétisme Animai, cit, 277. (torna al testo)
(24) MESMER F. A., Memoire…, in Le Magnétisme Animai, cit., 291-292. (torna al testo)
(25) POSTEL J., DHOTE A., Les Déboires Transférentiels d’un Psychothérapeute à la Fin de la Révolution Francaise: une Cure Magnetique en 1797, in Bull. de Psychologie, 1977/78, 106. (torna al testo)
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7 – Il marchese di Puységur e il sonnambulismo artificiale
Al marchese di Puységur (26) va il merito della scoperta casuale del sonnambulismo artificiale. Allievo e seguace di Mesmer, membro della Societé de L’Harmonie, iniziò a Besancy a praticare il magnetismo animale. La tecnica adottata era simile a quella di Mesmer, salvo per il fatto che cercava di ridurre il più possibile la comparsa delle crisi e che adottava, come sostituto del baquet, un albero magnetizzato. Da un punto di vista teorico riteneva, contrariamente a Mesmer, che il fluido potesse essere ricondotto ad un fenomeno di tipo elettrico.
Durante una seduta di magnetizzazione osservò in un suo giovane contadino, Victor Race, uno stato particolare (27), uno stato di sonno apparente accompagnato da una attenzione più vigile e da un’intelligenza più brillante di quella della veglia.
Questa osservazione di Puysegur ha tutti i caratteri di quella che Kuhn chiama «la scoperta»: la sua attenzione è infatti attratta da un’anomalia,da un fenomeno che in certo modo viola le aspettative suscitate dal paradigma [elaborato da Mesmer] e che lo spinge a riadattare la teoria in modo tale da farle comprendere anche il fatto anomalo» (28).
Questo stato simile al sonno e agli stati di sonnambulismo naturale e spontaneo venne chiamato «sonnambulismo artificiale» per sottolinearne il carattere indotto.
Il diffondersi del nuovo fenomeno, provocò una serie di reazioni negli allievi di Mesmer che contestavano a Puysegur la paternità e la originalità della sua scoperta.
Senza addentrarci nella polemica ci limiteremo ad osservare che anche se prima di Puysegur altri allievi di Mesmer (29) avevano osservato il manifestarsi di casi di sonnambulismo, nessuno ne aveva intuito il valore terapeutico.
Secondo Rausky all’atteggiamento di Puységur, tendente a privilegiare la comunicazione verbale rispetto a quella non verbale, ai «passi», deve essere ricondotta la scoperta del nuovo metodo terapeutico, metodo in cui la parola del magnetizzatore occupa una posizione centrale.
Possiamo identificare allora, secondo Rausky, nel diverso modo di usare la parola la differenza fondamentale tra Mesmer e Puységur, per quest’ultimo il rapporto si stabilisce attraverso la parola ed è sostenuto dalla parola (30).
I seguaci di Puységur cominciano ad organizzarsi in una scuola caratterizzata, oltre che dalla posizione centrale riservata al sonnambulismo, da un regolamento interno fondato su una ideologia antimedica radicale (iniziazione anche di non medici) e su un atteggiamento pedagogico didattico, nettamente in contrasto quest’ultimo con la neutralità etica sostenuta da Mesmer.
«Il magnetizzatore, sostiene un allievo di Puységur, il conte di Reder, ha un notevole influsso sulle idee del paziente. Il primo dovere del magnetizzatore è di conseguenza quello di preservarlo da qualsiasi influenza che non sia salutare per l’allievo. Se il sonnambulo è capriccioso, irragionevole, incline alla menzogna, alla vanagloria, alle passioni, ad atteggiamenti viziosi deve essere di continuo ricondotto alla verità, alle idee morali» (31).
Gli studi compiuti da Puységur ed allievi, misero in evidenza alcune caratteristiche psicologiche specifiche dello stato sonnambolico riconducibili ad una impermnesia, una amnesia post-sonnambulica ed un comportamento infantile: il sonnambulo si comporta spesso, infatti, come se fosse tornato indietro negli anni.
1) L’ipermnesia. Nello stato di sonnambulismo lucido compaiono nel campo di memoria fatti fino allora sconosciuti al soggetto: ad esempio i sonnambuli possono esprimersi in lingue sconosciute la glossolalia, sono in grado di utilizzare un vocabolario clinico ignorato nello stato di veglia. Rispetto alla glossolalia, indice per la chiesa della possessione demoniaca, Deleuze, allievo di Puységur, avanza l’ipotesi che non si tratti della manifestazione di un sapere immediato e nuovo, ma piuttosto del passaggio da una conoscenza passiva ad una conoscenza attiva: sensazioni passate, l’ascolto di una lingua straniera ad esempio, lasciano nel cervello tracce persistenti risvegliate nello stato sonnambolico. La stessa interpretazione viene avanzata per spiegare l’uso di termini clinici e la formulazione di diagnosi.
2) L’amnesìa post-sonnambulìca: il malato al risveglio sembra non ricordarsi nulla di ciò che aveva detto o fatto in stato di trance; il fenomeno non spiegabile in base alle conoscenze veniva abitualmente attribuito alla simulazione; proprio la sua specificità lo rendeva del resto inaccettabile per il pensiero razionalista scientifico che non poteva avanzare senza mettere in crisi le sue basi teoriche, alcuna ipotesi in grado di spiegare l’esistenza di diversi gradi di coscienza.
3) La regressione d’età: anche il comportamento «infantile» del sonnambulo, viene in genere attribuito alla simulazione, alla «affettazione maliziosa» del paziente o meglio della paziente.
Puységur stesso tende a passare sotto silenzio il fenomeno che andava a scapito del prestigio scientifico del nuovo metodo terapeutico: non era infatti ammissibile che il ritorno all’infanzia, ad uno stato cioè di incompletezza per la mentalità dell’epoca, potesse essere salutare, tanto più che l’orientamento morale della terapia sosteneva la necessità di portare il paziente ad una modalità di pensiero adulta.
Oltre alle caratteristiche appena ricordate i seguaci di Puységur notarono che l’approfondimento della trance era caratterizzato dall’aumentata restrizione sensoriale, da fenomeni di chiaroveggenza e di attenzione paradossale.
Per usare le parole di Deleuze: «Allorché il magnetismo produce il sonnambulismo, l’essere che si trova in tale stato acquista una estensione prodigiosa nelle facoltà dei sensi, molti dei suoi organi esterni, ordinariamente quelli della vista e dell’udito, sono assopiti, e tutte le sensazioni che ne dipendono avvengono interiormente. In questo stato vi è un numero infinito di gradazioni e varietà; ma per giudicare bene, bisogna esaminarlo a molta distanza dallo stato di veglia… il sonnambulo ha gli occhi fissi e dagli occhi non vede, non ode dalle orecchie, ma vede ed ode meglio dell’uomo sveglio; egli non vede e non ode che quelli coi quali egli è in rapporto. Vede solo quello che guarda e ordinariamente guarda soltanto gli oggetti sui quali si richiama la sua attenzione. È sottoposto alla volontà del suo magnetizzatore. Sente la volontà del suo magnetizzatore. Percepisce il fluido magnetico. Vede, o meglio sente, l’interno del suo corpo e quello degli altri; ma, ordinariamente ne rimarca solo quelle parti che non sono allo stato normale o ne turbano l’ordine. Ritrova nella sua memoria il ricordo delle cose che aveva dimenticato durante la veglia» (32).
Puységur continua però a richiamarsi al pensiero di Mesmer, anche se sposta l’accento dall’agente fisico, il fluido, al rapporto tra magnetizzatore e paziente, se sostiene che il fluido viene mobilitato dalla volontà di guarigione. Ritiene inoltre che lo stato sonnambolico debba essere considerato uno stato simile al sonno : per questa via si giungerà a Braid e all’ipnotismo.
Mesmer stesso sembra aderire a questa integrazione dello stato sonnambolico, lo definisce infatti uno stato intermedio tra sonno e veglia, opponendosi quindi agli alienisti che lo consideravano un fenomeno psicopatologico. Per Mesmer anzi «è la follia ad essere una forma di sonnambulismo». Secondo Mesmer resoconti attendibili sullo stato sonnambolico possono essere ottenuti solo da soggetti in trance profonda: e cioè in molti casi, secondo Mesmer, la coscienza «ostacola la conoscenza del mondo»: «Se l’impressione delle stelle non è sensibile alla nostra vista durante il giorno come lo è durante la notte, è perché viene cancellata dalla impressione superiore della presenza del sole» (33).
Il sonnambulismo andò incontro ad una serie di resistenze forse maggiori di quelle con cui il magnetismo si era scontrato; la giovane scienza della psichiatria che si proponeva di compiere la stessa rivoluzione compiuta da Cabanis per la medicina, passare cioè dallo stadio della superstizione a quello della ragione non poteva accettare un tipo di cura regressiva come quella che gli stati sonnambolici proponevano. Per gli alienisti il sonnambulo è un soggetto disturbato, lo stato di sonnambulismo contribuisce a gettare il paziente in uno stato morboso cronico.
Gli stati sonnambolici finiscono così per essere considerati indici di uno stato psicopatico del sistema nervoso, secondo una linea di pensiero che giungerà fino a Charcot (34).
Il mondo scientifico non poteva inoltre accettare l’ipotesi della diagnosi in stato sonnambolico. Ancora una volta la facoltà di Medicina si trovava costretta a difendere la prerogativa della formazione del medico e del controllo della professione. Dal punto di vista morale pervennero però le obiezioni più forti: lo stato di trance, con il forte contenuto erotico di cui sembrava imbevuto, provocò una levata di scudi a «difesa del pudore e della decenza istintiva messi a repentaglio della pratiche magnetiche e sonnambuliche».
Il danno «morale» non proviene solo dall’ipnotizzatore: chiunque potrebbe abusare di una donna in stato sonnambolico.
Tutta una serie di romanzi, pamphlet satirici, pièces teatrali sottolineavano la pericolosità morale del magnetismo animale dipingendo il magnetizzatore come un satiro, che ricorre al potere magnetico per abusare tranquillamente dei suoi pazienti da un punto di vista erotico, sociale e giuridico.
Motivi scientifici, morali e legali finirono per decretare così la messa al bando delle pratiche ipnotiche.
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(26) Armand-Marie-Jaques de Chastenet, marchese di Puységur (1751-1825) ufficiale di artiglieria. Interessato a studi di fisica, in particolare di elettricità, iniziò ad occuparsi di mesmerismo e a praticare trattamenti individuali e collettivi. (torna al testo)
(27) «Il caso ha fatto in modo che il malato del quale sto per parlare cadesse tra le mie braccia in capo a cinque minuti, nello stato di sonnambulismo perfetto tale, quale io aveva visto giammai. …Qual fu la mia sorpresa nel vedere quest’uomo, nel termine di un quarto d’ora, addormentarsi tranquillamente tra le mie braccia senza convulsioni né dolori! Io forzai la crisi… parlava ad alta voce dei suoi affari. Io gli favorivo queste idee, e a quest’uopo lo forzava a muoversi molto sopra la sedia, come per danzare al suono di un motivo che canticchiando, mentalmente, gli faceva ripetere ad alta voce; con questo mezzo, dopo quel giorno, provocai nell’ammalato un sudore abbondante. Dopo un’ora di crisi lo calmai ed uscii dalla camera».
PUYSEGUR, Armand-Marie-Jacques de Chastenet de, Mémoires pour Servir à l’Histoire et à l’Etablissement du Magnétisme Animai, Cellot, Parigi, 1784 citato da GILLES DE LA TOURETTE, op. cit. (torna al testo)
(28) KHUN T., op. cit., 76. (torna al testo)
(29) Aubry ad esempio riferisce il caso di Marguerite, sonnambula, dotata di poteri di chiaroveggenza, per dimostrare che il fenomeno, di cui Puysegur si attribuiva la paternità, era già stato valutato dagli allievi di Mesmer (citato da RAUSKY F., Mesmer on la Révolution Thérapeutique, 171). (torna al testo)
(30) Riferimento a nota non riportata nel testo originale (n.d.r.) (torna al testo)
(31) Riferimento a nota non riportata nel testo originale (n.d.r.) (torna al testo)
(32) DELEUZE J. P., Histoire Critique du Magnétisme Animai, Schoell, Paris, 1810, 185, in GILLES DE LA TOURETTE, op. cìt., 15. (torna al testo)
(33) MESMER F. A., Memoire di F. A. Mesmer…, in Le Magnétisme Animal, eh., 315-316. (torna al testo)
(34) Ad esempio Dubois, che sostiene l’origine isterica della trance, scrive nel 1833: «Le donne, in qualche modo, rientrano in una categoria particolare. Il loro carattere, la tempra del loro animo, la tonalità delle loro idee bastano a volte a spiegare atti in apparenza bizzarri e straordinari. I magnetizzatori inoltre scelgono come soggetti non le donne colpite da polmonite, enterite… malattie per loro troppo ignobili, ma donne isteriche, melanconiche, con disturbi mestruali, con disturbi all’utero, e questa scelta è perfettamente motivata». BURDIN C, DUBOIS F., Histoire Académique du Magnitisme Animai, Baillière, Parigi, 1841. (torna al testo)
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8 – L’abate Faria e il sonno lucido
Nel 1813 l’abate Faria, un sacerdote portoghese che affermava di essere un brahmano indiano, aprì a Parigi una scuola di «sonno lucido», attirando così nuovamente l’attenzione sugli strani fenomeni del magnetismo e del sonnambulismo.
Faria riteneva che i diversi fenomeni sonnambolici, l’amnesia post-ipnotica, le modificazioni fisiologiche dei sonnambuli, non potevano in alcun modo essere attribuite all’azione di un fluido, o a un particolare rapporto tra magnetizzatore e magnetizzato, ma piuttosto a particolari caratteristiche dei soggetti che cadevano in stato di trance.
«Non si creano sonnambuli… tutte le volte che si vuole ma soltanto quando si trovano individui adatti, cioè che sono già sonnambuli naturali».
«Penso che ormai è cosa dimostrata supporre l’assurdità di un fluido magnetico… Nulla trovo che possa giustificare la denominazione di magnetismo animale… la parola magnetismo animale avrebbe potuto indicare più tecnicamente la tendenza che esiste fra i due sessi, come questa che si vuole esprimere troppo gratuitamente».(35).
Per l’abate Faria inoltre il sonno lucido, o sonnambulismo, non differisce in nulla dal sonno naturale (36). Ritiene inoltre che lo stato sonnambolico non nasca dal pensiero del magnetizzatore, ma dalla compiacenza che il soggetto dimostra nei suoi confronti.
Per indurre il sonno Faria sfrutta la compiacenza dei soggetti: nelle dimostrazioni pubbliche e di gruppo cerca di individuare «da segni esterni… quelli che hanno le disposizioni richieste per la concentrazione occasionale e ponendoli comodamente a sedere pronuncio con forza la parola dormite e mostro ad una certa distanza la mia mano aperta raccomandando di guardarla fissamente… Prima di formare nuovi sonnambuli prendo sempre la precauzione di addormentare, nelle mie sedute, sonnambuli già abituati al sonno. Lo scopo di questa misura non tende ad altro che ad incoraggiare coloro che, possedendo le disposizioni, desiderano farne la prova…».
La burla di un attore, che fingendosi un buon soggetto sonnambolico aveva sottolineato la facilità della simulazione, costringe Faria ad abbandonare Parigi e la scuola di «sonno lucido».
Perry (37) illustra quali sono, a suo giudizio, i contributi più importanti dati da Faria:
1) in primo luogo l’uso di una nuova terminologia che enfatizzava i processi psicologici interni: Faria parla infatti dell’ipnosi come di un sonno lucido e del magnetismo come concentrazione;
2) fu inoltre il primo a concettualizzare le differenze tra gli individui nella capacità di entrare in stato ipnotico. Già Mesmer aveva notato differenze nelle risposte degli individui, ma Faria ne fece un punto importante della sua teoria e cercò anche di documentare alcune delle differenze, arrivando ad affermare che «il sonno lucido, che varia secondo la temperatura, il clima e la qualità dei cibi, è in Francia nella misura di una su cinque persone» ;
3) altra importante innovazione è quella della adozione di procedure di induzione semplici; egli infatti non usava tutti i rituali allora così in auge.
Possiamo a questo punto osservare con Postel e Dhote che non è forse casuale il fatto che solo con Puységur e Faria, discepoli non medici di Mesmer, il magnetismo inizierà a trasformarsi in una vera e propria psicoterapia. Sia Puységur che Faria non sono in effetti gravati dagli stereotipi medici dell’epoca.
La loro percezione dei fatti, le loro osservazioni, le loro riflessioni si collegano senza pregiudizi ai fenomeni stessi della cura. Possono anche toccarne l’essenziale, vedere che qualsiasi azione terapeutica si situa nella relazione affettiva e non puramente fisica. Giungono a identificare il vero ambito della ricerca sul magnetismo animale: il rapporto personale tra terapeuta e paziente (38).
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(35) DE FARIA J. C. A., De la Cause du Sommai Lucide au Étude de la Nature de l’Homme, Henry Jouve, Parigi, 1906, 41. (torna al testo)
(36) «Io non posso concepire come la specie umana fosse tanto bizzarra da cercare la causa di questo fenomeno in una volontà esterna, in un fluido magnetico, in un calore animale… mentre questa specie di sonno è comune a tutta la natura umana per mezzo dei sogni, ed a tutti gli individui che stanno in piedi, camminano, parlano, dormono», in DE FARIA J. C. A., op. cit., 42. (torna al testo)
(37) PERRY C, The Abbé Faria: A Neglected Figure in thè History of Hypnosis, in FRANKEL F. H., ZAMANSKY H. S., Hypnosis at its Bicentennal, Plenum Press, New York, 1978, 37. (torna al testo)
(38) POSTEL L, DHOTE A., op. cit. (torna al testo)
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9 – Il rapporto Husson e la nuova scomunica accademica
La partenza di Faria non pose fine agli studi sul magnetismo; Du Potet e Bertrand Foissac continuarono l’attività clinica cercando di dare al «magnetismo» un aspetto più scientifico e più medico.
Nel 1825 Foissac sollecita il mondo accademico a rivedere il giudizio del 1784, dichiarandosi disposto a provare la realtà dei «fenomeni magnetici».
La relazione preliminare, stesa da Husson (39), si dimostrò favorevole e diede l’avvio ad un’inchiesta trascinatasi per cinque anni.
Nel 1831 Husson presenta all’Accademia un dettagliato resoconto finale, volto a sottolineare da un lato la realtà dei fenomeni di magnetizzazione e la loro applicazione clinica e dall’altro la necessità di un intervento dell’Accademia per garantire l’impiego esclusivamente medico della magnetizzazione.
Il rapporto Husson sosteneva inoltre che:
a) è possibile identificare un certo numero di tecniche atte a produrre lo «stato magnetico» ;
b) non tutti i soggetti rispondono allo stesso modo ai fenomeni magnetici;
c) nelle procedure di magnetizzazione si verificano effetti specifici, dipendenti cioè dalle manovre di magnetizzazione e fenomeni specifici (paura, prevenzione, aspettative, noia, influsso dell’immaginazione) attribuibili alla situazione in cui avveniva la magnetizzazione e spiegabili senza dover invocare l’intervento di un agente particolare;
d) i fenomeni magnetici possono svilupparsi anche in assenza di sonno;
e) il magnetismo è responsabile di tutta una serie di effetti reali, sia fisiologici che psicologici, che si presentano con caratteristiche varianti da soggetto a soggetto, di modo che diventa difficile distinguere tra fenomeni autentici e fenomeni simulati;
f) è possibile indurre uno stato magnetico anche senza la collaborazione del soggetto (magnetizzazione a distanza);
g) nello stato sonnambolico si osserva la modificazione di alcune facoltà quali la memoria, l’attenzione, la sensibilità al dolore, il controllo della motilità; si verifica inoltre una modificazione della forza muscolare e del tono muscolare;
h) nei sonnambuli possono svilupparsi facoltà psicologiche particolari (chiaroveggenza, intuizioni, previsioni);
i) il magnetismo ha effetti terapeutici.
Il resoconto finale nonostante le pressioni di Husson non venne discusso dall’Accademia che si trincerò su posizioni di chiusura, opponendosi alla pubblicazione del rapporto.
I membri dell’Accademia sostenevano infatti che «se la maggior parte dei fatti enunciati erano reali, essi distruggevano la metà delle cognizioni fisiologiche e che quindi era pericoloso difendere questi fatti per mezzo della stampa» (40).
Il rapporto Husson restò così lettera morta. Nel 1840 l’Accademia prese nuovamente in considerazione il problema dei fenomeni magnetici, per decretare l’«opinabilità» scientifica del sonnambulismo provocato e per rifiutare decisamente invece i fenomeni di chiaroveggenza, previsione, ecc, che, i fatti di chiaroveggenza, di trasposizione dei sensi, di intuizioni e previsione sono e saranno sempre al di là dei limiti imposti dalla potenza creatrice alla natura umana.
Questa è la nostra conclusione, banale se si vuole, e tale che le persone più semplici la formulano ogni giorno; perché chi non sa che è impossibile vedere attraverso i corpi opachi? chi non sa che è impossibile vedere senza il soccorso degli occhi…
Ma era necessario dire e ripetere tutto questo giacché si è quasi giunti a trattare da insensati coloro i quali pretendono che i sonnambuli non più degli altri, saprebbero varcare questi limiti definiti…
Dunque è semplicemente la causa del buon senso che noi qui abbiamo voluto difendere…» (41).
Ancora una volta quindi il mondo accademico si pronunciò in modo nettamente ostile nei confronti dei magnetisti; il verdetto del 1840 si presentava inoltre come definitivo: l’Accademia considerava chiuso «l’affare magnetismo» e dichiarava che in avvenire non avrebbe più risposto alle domande dei magnetisti, né avrebbe più affrontato discussioni pubbliche sull’argomento.
Il magnetismo veniva così ufficialmente radiato dal mondo accademico francese: le ricerche sul magnetismo proseguirono in segreto.
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(39) Husson nega la realtà del fluido magnetico e sottolinea invece la realtà dei diversi fenomeni sonnambolici, lanciandosi in una difesa della «moralità delle pratiche magnetiche che nulla hanno che possa ferire la decenza giacché si fanno sopra gli abiti»; collega altresì lo stato sonnambolico a modificazioni della sensibilità. (torna al testo)
Sollecita inoltre l’Accademia di Medicina ad occuparsi dei fenomeni magnetici ricorrendo a «considerazioni basate sull’amor proprio nazionale e … potremmo dire di categoria. Non ne va forse della medicina francese rimanere indietro ai medici tedeschi nello studio dei fenomeni che i partigiani rispettabili ed imparziali del magnetismo animale annunziano esser prodotti da questo nuovo agente?… e non è forse deplorevole che si eserciti, per così dire, sotto i nostri occhi da persone affatto profane della medicina, da praticoni che si trascinano per tutta Parigi… E non è forse giunto il momento nel quale… la medicina francese, liberandosi dalle strette alle quali sembravano averla condannata i giudizi dei nostri antecessori, debba infine camminare, giudicare da sé dei fatti attestati da persone alla cui moralità, veridicità, indipendenza ed ingegno tutti si inchinano?»
(40) GILLES DE LA TOURETTE, op. cit., pp. 30-33. Queste sono testualmente le conclusioni del rapporto HUSSON:
- 1) il contatto dei pollici e delle mani, le frizioni o certi gesti fatti a poca distanza dal corpo, chiamati passi, sono i mezzi impiegati per mettersi in rapporto o, in altri termini, per trasmettere l’azione del magnetizzatore al magnetizzato.
- 2) I mezzi sono esteriori e visibili, non sono sempre necessari giacché in molte occasioni la volontà, la fissità dello sguardo sono bastate a produrre i fenomeni magnetici anche ad insaputa dei magnetizzati.
- 3) Il magnetismo animale ha agito su persone di sesso ed età differenti.
- 4) Il tempo necessario per trasmettere e far provare l’azione magnetica ha variato da mezz’ora fino ad un minuto.
- 5) Il magnetismo non agisce in generale sulle persone robuste.
- 6) Non agisce su tutti gli ammalati.
- 7) Mentre si magnetizza, si presentano certi effetti insignificanti e fugaci, che noi non attribuiamo solo al magnetismo, come un po’ di oppressione, caldo o freddo, e altri fenomeni nervosi dei quali ci si può rendere conto senza l’intervento di un agente particolare, cioè: per la speranza o la paura, la prevenzione e l’attesa di una cosa nuova o sconosciuta; la noia prodotta dalla monotonia dei gesti, il silenzio ed il riposo che bisogna mantenere durante l’esperienza, e finalmente per l’immaginazione che esercita una così grande influenza su certi spiriti e su certe organizzazioni.
- 8) Un certo numero di effetti osservati a noi è sembrato che dipendessero solo dal magnetismo e senza di esso non si sono riprodotti. Per esempio: i fenomeni fisiologici e terapeutici, ben constatati.
- 9) Gli effetti reali prodotti dal magnetismo sono svariatissimi; agita gli uni, calma gli altri. D’ordinario produce accelerazione del respiro e del circolo, produce movimenti convulsivi fibrillari passeggeri, somiglianti a scosse elettriche, uno stordimento più o meno profondo, assopimento, sonnolenza e in un piccolo numero di casi ciò che i magnetizzatori chiamano sonnambulismo.
- 10) L’esistenza di un carattere unico, capace di far riconoscere in tutti i casi la realtà dello stato sonnambolico non è stata constatata.
- 11) Però si può concludere con certezza che questo stato esiste quando da luogo allo sviluppo di certe nuove facoltà, che sono state chiamate: chiaroveggenza, intuizione, previsione interna, ovvero quando produce grandi cambiamenti nello stato fisiologico come l’insensibilità, un accrescimento notevole ed istantaneo delle forze, e quando quest’effetto non si può riferire ad un’altra causa.
- 12) Come tra gli effetti attribuiti al sonnambulismo, ve ne possono essere di simulati, così qualche volta può essere simulato anche il sonnambulismo e fornire al ciarlatanismo i mezzi di ingannare. È per questo che nell’osservazione di questi fenomeni, i quali si presentano ancora come fatti isolati, non riferibili ad alcuna teoria, è solo con l’esame più scrupoloso e le più severe precauzioni e le prove più numerose e svariate che si può sfuggire all’inganno.
- 13) Il sonno provocato con maggiore o minore sollecitudine, e stabilito ad un grado più o meno profondo, è un effetto reale ma non costante del magnetismo.
- 14) Per noi è dimostrato che fu provocato in circostanze nelle quali i magnetizzati non avevano potuto vedere e ignoravano i mezzi adoperati per determinarlo.
- 15) Quando una persona si è fatta cadere una volta nel sonno magnetico, non si ha sempre bisogno di ricorrere al contatto e ai passi per magnetizzarla nuovamente. Lo sguardo del magnetizzatore, la sua volontà hanno su di lei la stessa influenza. In questo caso si può non solo agire sul magnetizzato, ma ridurlo completamente nello stato di vero sonnambulismo, e farvelo uscire a sua insaputa, lontano dai suoi occhi, a una certa distanza e attraverso le porte chiuse.
- 16) Negli individui che cadono in sonnambulismo per effetto del magnetismo, avvengono d’ordinario cangiamenti più o meno notevoli nelle percezioni e nelle facoltà: a) Alcuni in mezzo al rumore di conversazioni confuse sentono soltanto la voce del loro magnetizzatore, molti rispondono esattamente alle questioni che egli o altre persone con le quali sono state messe in rapporto, loro propongono; altri sostengono conversazioni con tutti quelli che li circondano. Però è raro che essi avvertano quello che accade intorno a loro. La maggior parte del tempo essi sono completamente estranei ad un rumore esterno fatto a portata delle loro orecchie, come, per esempio, al tintinnio prodotto dai vasi di rame urtati violentemente fra loro, alla caduta di un mobile, ecc; b) gli occhi sono chiusi, le palpebre cedono difficilmente agli sforzi che si fanno con la mano per aprirle; questa operazione abbastanza dolorosa, lascia vedere il globo dell’occhio stravolto, portato verso l’alto e talvolta verso la base dell’orbita; c) qualche volta l’odorato è come abolito. Si può far loro respirare l’acido cloridrico o l’ammoniaca senza disturbarli, senza che essi se ne accorgano. In certi casi avviene il contrario, e questi individui sono sensibilissimi agli odori; d) la maggior parte dei sonnambuli che noi abbiamo veduto erano completamente insensibili. Si è potuto solleticare loro i piedi, le narici e l’angolo palpebrale con una piuma, pizzicare la pelle in modo da produrre un’ecchimosi, schiacciarla con l’unghia, perforarla con le spille cacciate a grande profondità, senza essersene accorti. Finalmente uno ne abbiamo veduto che era insensibile alle operazioni chirurgiche più dolorose e che non ha mostrato la più leggera emozione, né sul volto, né ai polsi, né alla respirazione.
- 17) Il magnetismo ha la stessa intensità; è risentito con uguale prontezza ad una distanza di sei piedi, come di sei pollici, e i fenomeni cui da luogo nei due casi sono gli stessi.
- 18) L’azione a distanza pare si possa esercitare con successo soltanto sopra individui che furono già magnetizzati.
- 19) Non abbiamo mai veduto una persona la quale era magnetizzata per la prima volta, cadesse in un sonnambulismo. Qualche volta il sonnambulismo si è manifestato alla ottava o decima seduta.
- 20) Abbiamo visto costantemente che il sonno ordinario, il quale è riposo degli organi dei sensi, delle facoltà intellettuali e dei movimenti volontari, precede termina lo stato di sonnambulismo.
- 21) Mentre si trovano nello stato sonnambolico, i magnetizzati che abbiamo osservati conservano l’esercizio delle facoltà che hanno durante la veglia. Anche la loro memoria sembra più fedele e più vasta, giacché essi si ricordano ciò che è avvenuto durante tutto il tempo e tutte le volte che sono stati in sonnambulismo.
- 22) Al loro svegliarsi dicono di avere completamente dimenticato tutte le circostanze che hanno accompagnato lo stato di sonnambulismo e di non ricorda: sene mai. A questo proposito noi non possiamo avere altra garanzia che le loro dichiarazioni.
- 23) Le forze muscolari dei sonnambuli sono qualche volta intorpidite paralizzate. Altre volte i movimenti sono soltanto disturbati, ed i sonnambuli camminano barcollando come uomini ebbri, senza evitare, qualche volta anche evitando, gli ostacoli che incontrano nel loro passaggio. Vi sono sonnambuli che conservano intatto l’esercizio dei loro movimenti; se ne vedono anche di quelli che son più forti e agili che allo stato di veglia.
- 24) Abbiamo veduto due sonnambuli, con gli occhi chiusi, distinguere oggetti che si ponevano loro dinanzi; senza toccarli, essi hanno designato il colore/valore delle carte; hanno letto parole manoscritte o alcune linee di libri aperti a caso. Questo fenomeno ha avuto luogo anche quando le dita avevano chiuso esattamente le aperture palpebrali.
- 25) Noi abbiamo riconosciuta, nei sonnambuli, la facoltà di prevedere: atti dell’organismo più o meno lontani, più o meno complicati. Uno di essi annunziato, molti giorni, molti mesi prima, il giorno, l’ora il minuto dell’invasione e del ritorno di accessi epilettici; l’altro ha indicata l’epoca della sua guarigione. Le loro previsioni si sono realizzate con grande esattezza. A noi però è sembrato che esse non possano applicarsi che agli atti o lesioni del loro organismo.
- 26) Nonostante che noi abbiamo fatto ricerche sopra un gran numero, una sola sonnambula abbiamo veduta, la quale indicò i sintomi della malattia di tre persone con la quale era stata messa in rapporto.
- 27) Per stabilire, con qualche giustezza, i rapporti del magnetismo con la terapia, bisognerà averne osservati gli effetti sopra un gran numero di individui ed aver praticato, per molto tempo e tutti i giorni esperienze sugli stessi ammalati. Non avendo potuto far questo, la Commissione ha dovuto limitarsi a dire quello che ha veduto in un numero di casi troppo piccolo perché possa osare di pronunciarsi.
- 28) Alcuni tra gli ammalati magnetizzati non ne hanno risentito vantaggio. Altri hanno provato un sollievo più o meno grande come: uno, la sospensione di dolori abituali; un altro, il ritorno delle forze; un terzo un ritardo di molti mesi nell’apparizione degli accessi epilettici, ed un quarto, la guarigione completa di una paralisi grave ed antica.
- 29) Considerato come agente di fenomeni fisiologici, o come mezzo terapico, il magnetismo dovrà trovare il suo posto fra le conoscenze mediche e, per conseguenza, i medici soli dovranno adoperarlo e sorvegliarne l’uso come si fa nei paesi del nord.
- 30) La Commissione non ha potuto verificare, perché non le se ne è presentata l’occasione, altre facoltà annunziate nei sonnambuli dai magnetizzatori. Ma essa ha raccolti, e comunica, fatti assai importanti per cui pensa che l’Accademia dovrà incoraggiare le ricerche sul magnetismo, come una branca molto curiosa della fisiologia e della storia naturale. (torna al testo)
(41) BURDIN C, DUBOIS F., Histoire Académique du Magnetisme Animai, Bailliere, Parigi, 1841, in GILLES DE LA TOURETTE, op. cit., 37. (torna al testo)