Esotericamente l’essere umano è composto da sostanza-minerale; sostanza-animale; sostanza-psichica e sostanza-spirituale.
Il cibo di cui si nutre il corpo fisico contiene caratteristiche e radiazioni della terra d’origine che, una volta assorbite, si stabilizzano nelle cellule determinandone alcune caratteristiche organico-emotive.
Esotericamente l’essere umano è composto da sostanza-minerale; sostanza-animale; sostanza-psichica e sostanza-spirituale. Il cibo di cui si nutre il corpo fisico contiene caratteristiche e radiazioni della terra d’origine che, una volta assorbite, si stabilizzano nelle cellule determinandone alcune caratteristiche organico-emotive. Il cibo influenza le cellule del corpo fisico i cui principi finiscono per suggestionarne le attività, e le sue radiazioni lo “magnetizzeranno” al territorio (la nostalgia della propria terra è anche questa) dove egli ha tratto per lungo tempo le proprie sostanze vitali. Una sorta d’intossicazione energetica che determina dipendenza dal territorio d’origine. Alla dipendenza chimico-energetica degli alimenti si aggiunge l’abitudine al gusto, ovvero, l’assuefazione ai costumi culinari del popolo che traggono origine dalla tipologia del territorio. Ma se il cibo influenza corpo e mente fisica, l’Iniziato viene educato ad influenzare la propria alimentazione affinché anche questa diventi uno strumento di servizio, con cui determinare sul fisico e sulle emozioni (il corpo astrale) tutti gli effetti che lui ha deciso d’apportarvi. L’alimentazione, allora, diventa un occulto veicolo d’emancipazione. Un prezioso alleato per ottemperare la metamorfosi dell’elemento terra-acqua, che contribuisce solidamente alla trasmutazione che i devozionali chiamano: purificazione. Sommando due antiche regole, vediamo che: «mentre il corpo diventa ciò che mangia, l’essere senziente diventa ciò che pensa». Evidentemente in certi punti le due regole possono convergere, ma assurgere una prassi alimentare a filosofia o ad articolo di fede, sembra eccessivo. La prassi alimentare si basa su alcuni fattori, tutti concreti e necessari. Tra questi, va considerato l’uso e l’abuso fisico-energetico richiesto dall’attività corporea. È improbabile, infatti, che il corpo di un taglialegna possa sopportare lo sforzo quotidiano seguendo la stessa prassi alimentare, ad esempio, di un filosofo. Ma se questo elemento può sembrare opinabile, il secondo lo sarà di meno. La prassi alimentare è sottoposta ad imprinting di diversa natura. Tra i maggiori, in superficie troviamo l’imprinting culturale, mentre in profondità troviamo quello genetico. L’imprinting culturale confluisce nelle abitudini alimentari dell’individuo attraverso i condizionamenti che lo circuiscono durante tutta la sua vita (cultura famigliare, religiosa, nazionale ecc). Il secondo fattore di condizionamento è il più importante ed al contempo tra quelli meno considerati. L’imprinting genetico è, in parole povere, la memoria delle abitudini e delle necessità fisiologiche, acquisite e trasmesse all’individuo attraverso tutte le generazioni che lo hanno preceduto e trasmessogli attraverso il DNA. Ma da ciò possiamo anche trarre lo spunto per un esempio “esoterico”. Nelle Scuole iniziatiche viene insegnato che l’obesità e l’avarizia sono fattori psicosomatici che discendono dalla stessa causa: il pericolo delle grandi carestie che costrinsero remoti popoli a strazianti migrazioni di massa costituendo, così, una feroce selezione naturale. Da coloro, che furono i più colpiti (impressionati = imprinting), si trasmise la necessità e la capacità di “trattenere” quanto fosse utile e necessario alla propria sopravvivenza. Ma non vorrei annoiare i lettori divagando troppo. L’imprinting genetico proveniente, dunque, da necessità assai remote, può essere modificato. Ma per farlo senza danno deve essere prima riconosciuto in forma ed essenza. E questo fa parte della domanda esoterica: “chi sono io?“, a cui ogni candidato deve prima o poi rispondere. La modificazione di un imprinting, deve essere sottoposto ad una lenta ed intelligente azione di de-condizionamento, sino al raggiungimento della forma “moderna” più desiderabile. A tale proposito ricordo un insegnamento tratto dai testi sull’Agni Yoga: «… se essere vegetariani fosse la condizione fondamentale per raggiungere l’Iniziazione, gli elefanti sarebbero tutti degli iniziati.» Vorrei allora, consigliare di porre grande attenzione sull’argomento dell’alimentazione individuale, che metterei in questi termini: “come vorrei il mio veicolo fisico, e per farne cosa?“. Certo, non vorrei un’utilitaria per fare del fuori-strada estremo, tantomeno vorrei un fuori-strada estremo per andare a fare la spesa al supermercato del paese! Di certo sull’argomento eviterei ogni posizione estremistica, che in nessun caso si dimostrerà utile e conclusiva. L’esoterista segue ogni suo tema compostamente e con senno etico, evitando ogni dietrologia che ne faccia degli articoli di fede o un esasperante vessillo di guerra. E soprattutto dai vessilli di guerra l’adepto si dovrebbe discostare. Lasciando all’esaltazione di menti puerili il protrarsi ancora in guerre sante che sanno di zolfo. |