…però ero in fiduciosa attesa che tutto questo cambiasse nei gradi più alti. Ora se uno stimato Maestro mi dice che gli attori conoscono la parte come i bambini le poesie …rimango senza parole!
D: …però ero in fiduciosa attesa che tutto questo cambiasse nei gradi più alti. Ora se uno stimato Maestro mi dice che gli attori conoscono la parte come i bambini le poesie …rimango senza parole! R: Immagino che ci si aspetti che un vertice sia davvero tale in tutti i suoi aspetti. Ma non è quasi mai così, perché il “talento” politico dei carrieristi è sempre lo stesso, in ogni ambito. Ambizione e arrivismo, sono gli aspetti più evidenti del carrierismo che, al contempo, accomuna ed oppone “gli uomini” della politica, della religione e delle corporazioni. E la Massoneria, nel suo aspetto exoterico, è una corporazione. Però, oltre la critica (doverosa io credo) c’è altro da fare. Per esempio, il singolo, pur nella sua singolarità, potrebbe evitare di commettere quegli errori che, generalmente vengono sottaciuti dai vertici dell’Istituzione massonica. Evitando di ricalcarne l’esempio per seguire modelli intellettuali, etici e filosofici alternativi a quelli prodotti dalle piccole burocrazie di Palazzo. Questo atteggiamento che parrebbe innovativo, in realtà è solo un “tornare a come si dovrebbe”. Abbandonando l’attuale conformismo che ha appiattito il significato dell’Iniziazione, sino a renderla una rappresentazione formale priva di significati reali. Questi atteggiamenti trovano la loro giustificazione nel fatto che nonostante ogni pretesa, l’uomo resta un’entità caratterialmente assai mobile e relativa, perché emotivamente instabile e fluttuante. Ne consegue, che come nessun credente potrà mai dirsi il rappresentante dell’assoluto religioso, così nessun massone potrà immaginare di essere il vero rappresentante della Massoneria. La verità è che ogni rappresentante può solo rappresentare se stesso e quanti gli hanno concesso una delega. Quindi, a meno di non considerare la possibilità di un miracolo, di cui però non si è mai visto segno, un rappresentante è solo il vertice della base su cui poggia, ma non può rappresentare nessun principio che esuli dalla relatività delle proprie capacità umane. Perciò solo l’ideale può rappresentare sé stesso, la purezza dell’insegnamento che lo “riflette” resta l’unico termine di paragone che può coniugare l’aspetto astratto dell’idea alla mente fisica dell’adepto. Ecco perché non possono esistere intermediari tra l’Idea e l’uomo, ma solo guide capaci. Ecco l’uso corretto della Massoneria. Come faro che può guidare il viandante nella nebbia della profanità verso la meta di “ri-trovare se stessi”. Ecco che si può riconoscere la Massoneria per quello che veramente è. Un contenitore di antichi insegnamenti simbolici velati nella metafora. E l’utilizzo spesso impreciso dei suoi “messaggi” non dipende dalla rettitudine degli insegnamenti, ma dalla cecità di «cattivi allievi». Ma anche i cattivi allievi possono essere utili alla verità. Infatti, basta capovolgere (principio di diamagnetismo mentale) tutti gli aspetti profani del loro massonismo per ritrovarvi l’esatta configurazione di quelli iniziatici. Questo capovolgimento configura il senso esoterico di Bianco e di Nero che “celano le simmetrie” del Pavimento del Tempio. Nero e bianco, ombra e luce sono gli aspetti fenomenici di una stessa Causa che, però, non è né Luce né Ombra. Chi vuole conoscere la “causa prima” che genera luce ed ombra, deve oltrepassare l’aspetto “materiale” e proiettarsi nel versante metafisico. Un versante che anche la Massoneria indica e conserva accuratamente velato nelle proprie metafore. Allegorie che i comuni massoni credono vere, senza capire che non penetrandone i significati, delle rappresentazioni simboliche e delle metafore diventano solo apparenze ingannevoli. Questo spiega il detto: «chi si nutre d’apparenza finisce per diventare apparenza lui stesso». Per penetrare l’apparenza delle forme e raggiungere, così, l’idea che vi è conservata è utile l’indagine esoterica. Ma prima di sviluppare questo approccio bisogna maturare una scelta. Decidere se restare protetti dall’ombra della cultura apparente ed exoterica, o se varcare il confine della “promiscuità”. Ma se si decide di restare “abbrancati” nell’incoerenza della moltitudine, solo come tali si può essere “riconosciuti” e perciò elusi dai più progrediti. E questo non per spiacevole orgoglio ma per una semplice necessità operativa. La necessità alla riservatezza nasce dalla regola: «riconoscendo sarai riconosciuto». Ma tralasciando ogni ovvia interpretazione, su questa Regola c’è “qualcosa di esoterico” d’aggiungere. Tutto ciò che si riconosce e si sceglie perché piace o interessa, accendendo la mente o il desiderio diverrà il segno distintivo della persona. Un segno che diventa il nome occulto di chi ha riconosciuto e deciso. Ecco come virtù, ma anche passioni o vizi, diventano il segno distintivo ed il nome occulto di ogni individuo. Bisogna dire, se non appare chiaro, che il nome occulto è la metafora del significato che ognuno decide di dare alla propria vita. Ad ogni modo, credo che oltrepassare la linea d’ombra del conformismo sia possibile, oltre che auspicabile e doveroso per un serio aspirante. E l’esperienza insegna che una volta lasciatasi alle spalle la linea d’ombra, tutto appaia più chiaro ed il cammino più facile. Fraternamente |