Critica alle prassi exoteriche della Massoneria virtuale

MassoneriaCredo che sia tempo di ammettere che anche le cosiddette «Alte iniziazioni» (31°, 32° e 33° i tre Gradi amministrativi della Massoneria) al pari dei precedenti, sono il ricordo approssimativo e piuttosto folcloristico di antichi fasti. I cui significati restano oscuri anche ai “pontefici” della Libera Muratoria.

Critica alle prassi exoteriche della Massoneria virtuale

di Athos A. Altomonte

Credo che sia tempo di ammettere che anche le cosiddette «Alte iniziazioni» (31°, 32° e 33° i tre Gradi amministrativi della Massoneria) al pari dei precedenti, sono il ricordo approssimativo e piuttosto folcloristico di antichi fasti. I cui significati restano oscuri anche ai “pontefici” della Libera Muratoria.

Ma se il versante iniziatico della Massoneria è piuttosto nebuloso, nemmeno quello profano gli è da meno. Sarebbe un errore, quindi, ritenere la Massoneria una fucina d’affari e di potere. Questa è solo un’altra leggenda fomentata ad arte e per diversi motivi, da chi cerca di demonizzarla e da chi, invece, vuole renderla fascinosa.

Fa sorridere sentire parlare oggi di “Massoneria degli affari”. Che era “leggenda” già prima che le indagini dell’astioso e poco illuminato Procuratore Cordova, coinvolgessero la Massoneria nel “Gran Flop” giudiziario che tutti conoscono. Piuttosto, molti segni indicano come il versante exoterico della Massoneria si stia avviando a diventare un parcheggio di pensionati in cerca di cornici in similoro per dare lustro ai loro ampi spazi d’ozio.

Quindi escluderei che, oggi, la Massoneria possa essere un veicolo utile per concludere affari o per ottenere privilegi. Allora, “per chi cerca” meglio guardare verso altre associazioni a scopo “filantropico” come i Cav. di S. Maurizio (monarchici), i Cav. di Malta (Vaticano) o, più semplicemente, il Rotary e Lyons. Tra i cui associati, si possono ritrovare molti massoni maggiorenti, fuggiti dalla Massoneria dei pensionati.

Non nego che, come in ogni altra realtà misterica e spirituale, accanto alla parte “pesante”, ne esista un’altra più “leggera”. Dunque, anche in Massoneria esiste un lato iniziatico, poco propenso a condividere le attività “conviviali” della controparte exoterica.

Ecco apparire due generi di coscienza che formano la dualità massonica (e non solo sua), ovvero: I due volti della Massoneria.

Ed ecco, per finire, alcune considerazioni sulle “doppie vite” degli organismi iniziatici. Mi sembra che gli appartenenti alle due “classi di vita” sappiano riconoscersi. Anche se entrambi, per motivi facilmente immaginabili, preferiscano ignorarsi.

Gli uni perché preferiscono vivere un massonismo mitico, conviviale ed exoterico. Per cui non è richiesto nessuno sforzo per “cambiare” e dove è legittimo restare per sempre sé stessi. Per cui ci si pregia di ostentare le “professionalità” mondane del vivere profano.

L’ambiguità dei para-inizati non è gradita ai “puristi”, che preferiscono non mescolarsi tra loro. Ma questo atteggiamento “aristocratico” non paga. Perché ha finito per “rimettere” gran parte della realtà iniziatica nella stentata visione di rincorrere il piacere d’indossare una sciarpa o una decorazione, sempre diversa e migliore di quella precedente, dando vita ad una sorta di piccola fiera delle vanità.

Allora, non credo affatto che la coscienza exoterica della Massoneria sia più quella degli “affaristi” ma, bensì, quella assai più modesta degli “sciarpisti”

A “conforto in tanto sconforto” bisogna però, riconoscere un altro fatto. Che, mentre le parti “volgari” (il Piombo) di ogni organizzazione exoterica, ivi inclusa la Chiesa, sono “realtà localizzate”, cioè sistemi chiusi che si combattono e si disconoscono reciprocamente, le parti che tendono al “metallo fino” sono invece “realtà diffuse”, ovvero sistemi aperti, che si ri-conoscono comunicando tra loro pur nei “propri linguaggi”; non tralasciando di assistersi in una nuova tipologia di lavoro: quella del proselitismo di un sistema iniziatico indifferenziato.

Un’idea che seppur avanza in maniera frammentata, è parte di un progetto comune. Ecco un aspetto della Catena silente di cui ho già parlato.

I suoi componenti possono essere facilmente riconosciuti da un segno caratteristico. Sono tutti studiosi, ma non della “regolarità formale” dell’Ordine a cui appartengono. Piuttosto cercano la fonte della regolarità iniziatica che non si trova, certo, tra le carte o le patenti degli archivi. I più progrediti diventano «Custodi del Tempio». Coloro che possono aprire agli occhi del Nobile Viaggiatore, la “Porta invisibile” che conduce al sentiero iniziatico; una via interiore fatta di sacrificio, di lavoro su sé e di cambiamento.

La via della metamorfosi o, se si preferisce, un ritorno a quel che si è.

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