Storia Iniziatica della Massoneria

Massoneria«L’autore ci conduce attraverso un viaggio che dalla Muratoria operativa, attraversa i significati esoterici di Ars Muratoria, Ars Regia ed Ars Pontificia.
Ma dalla lettura di antichi manoscritti maturano anche altre considerazioni. Di natura, diremmo, più pragmatica. Come quella che, non sempre nella storia le cause coincidono con gli avvenimenti. Così che, cause e fatti spesso risultano contraddittori. Come sembra accadere anche per la Massoneria. Dove molte consuetudini, date per certe, risultano infondate.
Rileggendo gli antichi capisaldi (o landmarks) della Libera Muratoria, la cosiddetta primitiva, s’incontrano le regole che codificavano la vita del Libero Muratore. Nei suoi rapporti professionali, iniziatici e famigliari. In altre parole, le regole che rapportavano figli e mogli del maestro massone alla Confraternita dei Liberi muratori.
Nella regola tra famiglia e Libera Muratoria appare un aspetto dimenticato. Quello che possiamo definire la considerazione iniziatica della donna.
Riconosciuta negli antichi manoscritti, l’iniziazione femminile è ancora fonte di contraddizioni, patrimonio di una misoginia religiosa che contraddice le origini della Massoneria. Sul cui valore il massone potrà trarre il proprio giudizio.»

Storia Iniziatica della Massoneria

di Athos A. Altomonte

Nella Massoneria primitiva, l’iniziazione dei Liberi Muratori era basata su vari fattori, tra cui l’idoneità al lavoro fisico e manuale e l’attitudine alle abilità professionali. Doti queste indispensabili per dare qualità alle prestazioni operative.

Solo più tardi, con l’avvento della Massoneria speculativa, vennero richieste altre virtù, etiche e squisitamente intellettuali. Così, i dogmi operativi non furono più prioritari e man mano persero di significato.

Nella Massoneria speculativa vennero infatti a confluire le tradizioni di un antico passato, non dimentico degli insegnamenti delle Scuole dei Misteri, tra cui in particolare le scuole iniziatiche del bacino del Mediterraneo. Con l’innesto delle tradizioni sottili, la Massoneria speculativa assimilò quei principi iniziatici, tra cui ad esempio quelli gnostici, che s’identificavano con l’evoluzione interiore e spirituale.

Assimilando le tradizioni passate, il Corpus Massonicum speculativo non limitò la propria competenza all’Ars Muratoria con la simbologia degli strumenti muratori, ma ampliò il proprio orizzonte cognitivo sino ad erigere una Piramide rituale che comprende l’Ars Regia e l’Ars Pontificia. Tracciando, così, un complesso percorso iniziatico che rispondesse alle caratteristiche delle diverse qualità dell’uomo: la coscienza fisica, mentale e spirituale.

Volersi sottoporre ad un processo iniziatico, implica sempre una volontà istintiva di evoluzione personale, la cui scelta è solitamente condizionata dalla maggiore concentrazione del postulante sulle caratteristiche della coscienza fisica, oppure, mentale, o spirituale. Da cui dipendono gran parte delle scelte culturali, di educazione e genere d’istruzione.

Nell’Era moderna, a prescindere dal ceto d’appartenenza, e dalla natura della propria identità, si possono ancora raggiungere iniziazioni superiori.

Un traguardo ch’è solo condizionato dalla capacità mentale del postulante, e dalla sua volontà di assimilare i canoni delle massime iniziazioni. Partendo da quelle che derivano dai simboli architettonici, ermetici, dal ravvedere la geometricità degli spazi, cioè, i suoi volumi che generano numeri e suoni. A queste, sono collegate le iniziazioni di carattere scientifico-intellettuale che si estendono fino alle iniziazioni misteriosofiche dell’Ars Regia (potere mentale); al cui apice troviamo l’iniziazione spirituale o Ars Pontificia, che completa l’Opera iniziatica.

Ma la Piramide rituale massonica si fonda sulle qualificazioni operative della Libera Muratoria. Una memoria che ritroviamo nei documenti più antichi come la Carta di Bologna, il Poema Regius ed il Manoscritto Cooke.

Secondo i canoni della Carta di Bologna, nessun maestro d’arte poteva assumere un apprendista se questi non avesse avuto almeno dodici anni, perché solo a questa età, poteva aver raggiunto le caratteristiche psico-fisiche necessarie a dare inizio alla sua educazione professionale. Il “contratto” di apprendistato doveva durare non meno di 4 anni, ma prima di essere “accettato” quale membro effettivo della Confraternita dei Liberi ed Accettati Muratori, occorreva aver compiuto due anni di apprendistato.

L’importanza di una nascita legittima, che sottolinea il Poema Regius, è un chiaro retaggio delle classi sociali che si determinavano per via ereditaria, secondo cui le nascite avvenute al di fuori degli schemi istituzionali, contribuivano a determinare confusione nell’ordine sociale.

Per accedere alle Gilde operaie era richiesta l’assenza di qualsiasi malformazione fisica. Ed i motivi del divieto vanno cercati nelle severe necessità del lavoro manuale, e non è da porre in relazione all’uso di energie mascoline e femminine, come avviene in tradizioni orientali come, ad esempio, nelle iniziazioni tantriche.

L’accettazione era preceduta da una cerimonia di iniziazione, da cui erano esentati solo i figli dei maestri d’arte, per i quali era sufficiente l’iniziazione paterna. Perché, il padre-maestro, poteva trasmettere il collegamento iniziatico con la Confraternita muratoria. Collegamento che era considerato parziale nei figli di apprendisti e compagni, perché, i loro padri erano veicoli iniziatici ancora imperfetti. Per questo motivo, ai compagni d’arte ed agli apprendisti introdotti, era loro interdetta la prerogativa di trasmettere iniziazioni operative.

L’apprendista veniva istruito solo se dava assicurazione di restare un congruo numero di anni presso un maestro d’arte (falegname, fabbro, fonditore di metalli, carpentiere, muratore o quant’altro). In caso contrario, se si mostrava disponibile solo per assunzioni momentanee, o se mostrava di avere altri propositi per il suo futuro, allora si riteneva inutile iniziarlo ad una Gilda di mestiere e svelargli, così, i segreti dell’arte professionale.

Altrettanto inutile era giudicato l’iniziare all’arte del mestiere il postulante di passaggio, che non poteva completare l’educazione presso il proprio maestro artigiano. A meno che, nel luogo dove aveva stabile dimora, non lo si potesse poi affidare alle cure di un altro maestro di riconosciuta capacità. E questo serviva a garantire l’integrità operativa delle Gilde artigiane.

L’apprendista non poteva essere un servo, perché, come si legge nel Poema Regius: «…il signore che possiede il servo, può venire a richiederlo in ogni momento…»

Servo era chi doveva sottomettersi alla volontà altrui. Svolgendo un lavoro per cui poteva essere comandato ovunque o richiesto in qualunque momento. E se un servo avesse partecipato ai lavori a cui sovrintendeva un mastro d’arte, la sua indisponibilità avrebbe disturbato l’attività dei compagni di Loggia. Mentre poteva essere iniziato il modesto operaio, che terminato il proprio lavoro era libero da obblighi ed impegni, e poteva dedicarsi ad approfondire i “segreti dell’arte”.

Bisogna aggiungere che erano assimilati ai servi anche i galeotti, perché anch’essi privi di libertà. E la Carta di Bologna prescriveva come nemmeno la moglie di un maestro potesse essere serva. Non tanto per motivi di ordine sociale, ma in quanto, per diritto, mogli e figli dei maestri d’arte facevano parte della Loggia e quindi anche della Confraternita.

In tempi recenti, molti studiosi hanno affermato che l’unica forma iniziatica rimasta in Occidente è quella massonica. E se tanto assolutismo può non essere del tutto condivisibile, resta il fatto che gli elementi iniziatici conservati nella simbologia massonica, contengono molteplici elementi provenienti dagli Antichi Misteri, rimasti velati nelle ritualità esoteriche e cerimoniali, individuali e collettive.

Tra queste spicca la forza della Chorda Fratres (la Catena iniziatica universale), presente fin dai primi gradi della Piramide iniziatica.

Le iniziazioni della Massoneria Azzurra (1°, 2° e 3° grado) non vengono trasmesse autonomamente da un solo maestro, ma occorre un Triangolo rituale di tre Maestri: il Maestro venerabile, il M. 1° Sorvegliante ed il M. 2° Sorvegliante. Al Triangolo rituale si aggiunge «l’aiuto» (energetico) di tutti i componenti la Loggia, in ogni grado e qualità.

Attualmente, l’iniziazione al grado Maestro Libero Muratore non ha ovviamente più carattere operativo ma solo speculativo: in particolare, il cardine dell’iniziazione al 3° grado consiste nel mito di Hiram e della Parola Perduta.

Il “Maestro Hiram” (icona dello spirito iniziatico), si racconta, fu affrontato da “Tre Cattivi Compagni” che pretendevano, senza merito né titolo, che confidasse loro la Parola di Passo in grado di maestro.

Al suo rifiuto, i 3 cattivi Compagni uccisero il Maestro Hiram, colpendolo al capo (sede dell’intelligenza), alla gola (sede della creatività) ed al petto (sede dell’amore altruistico). Ed anche se gli assassini furono puniti, la Parola era ormai perduta.

La leggenda è la metafora dei pericoli che corre l’Istituzione iniziatica ed i suoi Adepti (v. la Gerusalemme celeste) a causa degli impulsi contro-iniziatici (vanità, ignoranza, arrivismo) che serpeggiano tra gli iniziati minori (i Compagni).

La tensione dell’iniziazione al 3° grado, quella di maestro massone, si sprigiona dalla rinascita mistica del Maestro interiore. Seguendo l’antico precetto per cui la Parola perduta (la voce interiore) rinasce nell’iniziato. In altre parole: quando il Discepolo è pronto appare il Maestro.

È questo il ricordo di quanto viene rappresentato nella cerimonia di elevazione del maestro massone. Il ricordo che l’iniziazione da inseguire è quella della propria resurrezione interiore. E questo, anche se in modo exoterico, ci porta alla diffusa religiosità che permea ogni azione massonica.

L’atteggiamento religioso delle Confraternite muratorie si identificava con un teismo cristiano. Nelle Costituzioni dei Liberi Muratori del 1723, si legge infatti: «Concernente Dio e la religione: Un muratore è tenuto per la sua condizione a obbedire alla legge morale; e se intende rettamente l’Arte non sarà mai uno stupido ateo né un libertino irreligioso.»

La Massoneria richiede al massone di essere “Uomo libero e di Buoni costumi”, perciò, non obbliga il Libero Muratore a seguire nessuna religione particolare, ma lo invita a seguire il proprio senso religioso, secondo i canoni del libero convincimento . Avendo cura di osservare la massima tolleranza nei confronti dei Confratelli che avessero convincimenti diversi. Per saggezza e sentimento di tolleranza verso la diversità di opinioni, i rituali massonici recitano che in Loggia non si discute “né di politica né di religione”. Così, la Libera Muratoria si propone come Centro di Unione e strumento conciliare di sincera amicizia anche per persone culturalmente diverse. Peccato, però, che resti vincolata ai modelli di una religiosità separativa, exoterica e popolare. Niente a che vedere con il modello di Religione universale.

Un discorso a parte è quello dell’ateismo , che nega ogni forma d’esistenza prima e dopo la nascita fisica. Non ha, infatti, nessun senso iniziare un ateo a precetti gnostici o spirituali. Meglio indirizzarlo su ideali concreti di socialità e di giustizia, dove potrà esprimere le sue “buone intenzioni” ad armonizzare le contraddizioni culturali e sociali della collettività (v. Bene Comune).

La Massoneria speculativa nacque dalla prassi di accettare ed iniziare anche chi, appartenendo a ceti intellettuali e più agiati, non esercitava nessuna arte o mestiere manuale.

Tale prassi trova ragione nei principi generali, per cui una iniziazione operativa era accessibile ai membri di classi superiori, purché in possesso delle qualità morali necessarie, e disposti ad accettarne il significato simbolico-operativo.

Da notare come nei manoscritti, l’appartenenza al sesso maschile non viene indicata come indispensabile all’ingresso alle Confraternite d’arte e mestieri. E nel Poema Regius si trovano frasi che fanno riferimento a fratelli e sorelle:

“… in nome di questo grande maestro era Euclide e la sua fama si diffuse ovunque. Ordinò che quello che era più dotato doveva istruire quello che lo era meno per migliorarlo in questa onesta arte; così dovevano istruirsi l’un l’altro e dovevano amarsi tutti come fratelli e sorelle.”

“Articolo decimo – Nell’arte, un maestro non ne deve escluderne mai un altro, essi devono vivere insieme come fratelli e sorelle, perché la nostra arte è esigente.”

“Nono punto: Se l’attendente della nostra grande sala e te vi trovate insieme in camera, servitevi l’un l’altro, con gioia. I nobili compagni saranno, a turno, tutti attendenti; settimana dopo settimana saranno tutti sorveglianti, e dovranno aiutarsi gli uni con gli altri con amore come conviene a fratelli e sorelle.”

Nella storia delle Gilde artigiane si trovano numerose tracce dell’ammissione di donne con parità di diritti e doveri. In Francia, nel “Livre des Métiers” (Libro dei mestieri) di Etienne Boileau (1268), viene descritto l’accesso delle donne nelle Corporazioni artigiane, e la loro elevazione al grado di Maestro, anche in ambiti tradizionalmente maschili.

Gli Statuti della Gilda dei Carpentieri di Norwich (1375) sono indirizzati “ai Fratelli ed alle Sorelle”.

La tradizionale ammissione femminile continua fino all’albeggiare della Massoneria speculativa. Lo Statuto della Loggia di York (1693) riporta che: «Colui o Colei che deve esser fatto Massone pone le mani sul Libro (la Bibbia o il Libro delle Costituzioni) ed allora le istruzioni vengono date». L’accettazione di membri femminili, quindi, può essere considerata una prassi comune della Massoneria.

Non partecipando direttamente ai lavori muratorii, le donne della Massoneria speculativa erano riconosciute alla stessa stregua dei membri “accettati” di sesso maschile. Ma la questione della loro “accettazione” resta controversa, e suscita ancora sentimenti contrastanti.

In realtà il problema potrebbe essere giudicato analizzando quali aspetti entrano in gioco all’atto dell’iniziazione.

1) I riti iniziatici sono legati alla struttura sottile dell’uomo. La cosiddetta struttura occulta dell’Uomo è quella energetica, composta di vitalità mascolina-femminina. In altre parole di energia eterica, emotiva o astrale, mentale (dal piano del pensiero concreto a quello dell’intuitività permanente) e spirituale (la Ragion Pura).

La molteplicità vitale dell’umanità trova riscontro anche nelle due Colonne del Tempio massonico. Le due Colonne exoteriche denominate J e B, che prendono forma dall’Albero Sephirotico, raffigurano il binomio di mascolino-femminino, ovvero, positivo-negativo, che caratterizzano la struttura energetica (sottile) di Uomo e Donna.

Binomio che possiamo tradurre in Volontà e Potere il polo estrovertito detto mascolino, ed in Amore e Saggezza il polo introvertito detto femminino.

L’apparente conflittualità di questo binomio si risolve nella terza Colonna , quella invisibile, che percorre l’asse longitudinale del Tempio, e raffigura l’attività dei plessi energetici posti lungo la colonna vertebrale dell’essere umano (v. Caduceo ermetico).

Seguendo questo antico postulato è auspicabile che entrambe le polarità energetiche (più e meno) vengano usate per iniziare Uomini e Donne. Enfatizzando nell’Uomo l’aspetto comprensione (amore) intellettuale e nella Donna l’aspetto complementare, cioè, la volitività mentale. Che dovranno, poi, essere riuniti e resi complementari dal lavoro individuale di ognuno di loro.

2) I riti iniziatici sono legati alla polarità mascolina. In questo caso, pochi accorgimenti li rendono adattati alla polarità femminina. Piccole modifiche, quindi, permettono d’iniziare anche la Donna alla corrente misteriosofica, separandosi dalla via del “potere distruttivo” ch’è prerogativa della componente inferiore mascolina.

Ma è pur vero il contrario. I riti mistici si fondano sull’aspetto femminino. Caratterizzato dall’Amore non egoistico e impersonale (v. Dio impersonale). Sotto questo aspetto anche gli Uomini sono stati iniziati alla via del misticismo, abbandonando la via “ sensuale ” ch’è prerogativa della componente inferiore femminina.

3) I riti esteriori dipendono dalla struttura fisico-animale dell’uomo (genitali ed energia sessuale), pertanto non sono adatti alla struttura femminile.

Ma basandosi, come avviene, sulla differenza dell’energia sessuale, nei cerimoniali iniziatici si introduce, magari inconsapevolmente, un virus maligno eticamente aberrante legato agli antichi canoni della Magia Nera. Quello di congiungere la ritualità alla forza dei centri inferiori, che sono l’espressione diretta della natura animale.

Questo problema costituisce una vera minaccia per l’Istituzione massonica. Ed impone una scelta che segnerà l’evoluzione o la dissoluzione della futura Massoneria come strumento iniziatico. Come quella di estromettere dalle regole cerimoniali antichi criteri legati al basso magismo.

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