Caro Athos, sto studiando i tuoi scritti con vero piacere e interesse. Indubbiamente mi richiamano testi esoterici che lessi molto tempo fa.
D: Caro Athos, sto studiando i tuoi scritti con vero piacere e interesse. Indubbiamente mi richiamano testi esoterici che lessi molto tempo fa. L. R: Caro Amico, è inverosimile per un esoterista “rispettoso ed ortodosso”, non ricalcare, comunque, Sentieri già tracciati e di comprovata sostanza. Quando non si tratti d’evoluzione tecnica o scientifica, sono a priori diffidente delle “invenzioni” di nuovi maestri e guru. Soprattutto in campo iniziatico è cosa saggia restare «al centro del Sentiero» evitando d’addentrarsi nella boscaglia delle ideologie profane, soprattutto, di quelle che appaiono di coloritura iniziatica. Questo si potrà fare in seguito, raggiunta una certa maturità (iniziatica) e solo per Servizio: ovvero su richiesta specifica d’un Superiore diretto. Solo questi, infatti, avrà la capacità di giudizio per indicare il giusto lavoro adatto alle reali capacità della giusta persona. In campo iniziatico il “fai da tè” ha ucciso ed uccide ancora (metaforicamente) un numero enorme di aspiranti. Nell’attuale specifico, sono da considerare, semmai, altri elementi. E, se mi permetti, ne vorrei elencare alcuni. Raggiungere la visione d’insieme sul tema desiderato, attraverso l’analogia e la capacità di correlare i tanti elementi che confluiscono e refluiscono nella vastità del sistema iniziatico, è la dote essenziale del ricercatore. E questo vale ancor più per l’esoterista che abbia aspirazioni iniziatiche. Mentre, coloro che vagano di tema in tema, di dettaglio in dettaglio, spinti dalla curiosità e dall’impressione di: «questo mi piace di più e quello mi piace di meno» – con quale criterio, poi, e capacità di giudizio è difficile capire – finiscono per diventare, più che ricercatori, degli eso-turisti, ovvero, dei turisti dell’esoterismo. E non tutti vogliono limitarsi a fare di sé un turista con istamatic a seguito per fotografare, frammento dopo frammento, un mosaico che non vedranno mai. Per evitare ciò, occorre applicare un metodo che permetta al ricercatore, al di là delle simpatie ed antipatie personali (legge d’attrazione-repulsione, che potremmo paragonare, in psicanalisi, alla fase orale) di riconoscere una via d’avanzamento e d’espansione per raggiungere lo Scopo: che deve essere già dall’inizio ben chiaro nella mente del ricercatore. Il metodo permette d’introdursi nel “Labirinto” della Conoscenza. Là dove si può raggiungere il centro “dove ci attende l’ascesa verticale”. Dove, però, ci si può anche perdere, e vagare così per tutto il tempo fisico messoci a disposizione. E morirvi senza aver raggiunto “lo Scopo” dell’incarnazione (un giorno di scuola per l’anima). A noi sta la scelta ma, come ripeto spesso, l’uomo senza l’ausilio della Conoscenza, che gli può pervenire solo dal proprio Ego (la parte attiva dell’anima), è in realtà ancora privo del vero Libero Arbitrio. È limitato, allora, alla sola “libertà di scelta” che, in realtà, si conclude in una sorta di “gratta e vinci” dove, di solito, si perde perchè si procede “bendati”. E questa è la sintesi dell’errore che si traduce in Karma. Il metodo d’ingresso nel, per così dire, Labirinto della Conoscenza (solo empirica e non didattica), non ha importanza. L’importante è “cominciare”. L’importanza del metodo appare, invece, nell’avanzare evitando di “girare in tondo sul proprio baricentro (egocentrismo)” o di “correre restando fermi sul posto”. Il metodo, gli ammaestramenti e la visione d’insieme si ottengono, con garanzia di successo, calcando cum grano salis, sentieri già tracciati (e sperimentati) da altri Iniziati. Che ci indicheranno non solo tutto il bene possibile ma, anche gli errori trascorsi. Dare valore agli errori di quanti ci hanno preceduto è moralmente encomiabile. Infatti, assumendo ad insegnamento le cadute occorse agli altri fratelli (esploratori) che ci hanno preceduto, e facendolo senza senso di critica, ma con una sorta di compassione-comprensione-amore, quegli stessi errori si rivestiranno della sacralità del sacrifizio fatto, anche se inconsciamente, per il progresso di quanti seguiranno. Allora, se vorrai restare ancora in contatto con me, preparati ad avere nuovamente la sensazione di stare udendo “cose a te note”. D’altronde, vista anche da un altro punto di vista, questa sensazione m’induce a pensare che tu abbia già “imboccato” e da solo, il Sentiero che mena alla Vetta della Montagna. Toccando, come altre volte ho già scritto, argomenti che si riferiscono alle potenzialità della mente (i siddhi in oiente) ed alla costruzione dei ponti (coscenziali), sarà difficile non riconoscere gli insegnamenti del Raja e dell’Agni Yoga, come della Psicosintesi di Roberto Assagioli. E parlando d’interpretazione dei sogni, delle libere associazioni, delle emozioni, degli istinti e pulsioni e così via, sarà ancora difficile non ritrovarvi gli elementi della psicologia meccanicistica freudiana, della picanalisi junghiana ed adleriana, della filosofia hegleriana e del ding an Sich (la cosa in sé) della realtività oggettiva (in contrapposizione alla visione soggettiva e parziale dell’egocentrismo concettuale) di Kant. E poi, parlando di simboli, ritualità e cerimoniale, come non ravvisare i precetti delle Scuole mistiche (religioni) e di quelle misteriosofiche (Ordini massonici, Camere superiori di Perfezione, Aeropaghi, Concistori e Supremi Consigli). Caro Amico, tutto è stato già detto ma non da tutti è stato già ascoltato. Non vi è più nulla da “scoprire” ma vi sono immensi tesori iniziatici da riconquistare. E, attraverso quale linguaggio (sentiero intellettuale) si comincia il percorso nel “proprio” Labirinto, non importa. Puoi scegliere il linguaggio devozionale, quello artistico, lo scientifico, o la via eroica del sacrifizio, o quella distruttiva di thanatos, per distruggere e disintegrare le forme illusorie che sono «dentro e fuori». Non importa, perchè, ed è questa la migliore delle notizie, ogni sentiero, se giusto, porta ad un Centro Sintetico, dove tutti, i Fratelli e le Sorelle, si riconoscono perchè comunicano con lo stesso linguaggio. Che non è più solo quello del cuore, ma quello della mente illuminata. Che il cuore irradia con la propria capacità di entrare in sintonia con “ogni essere vivente” (nephesc della cultura ebraica). Da questo connubio tra cuore e mente sorge la Saggezza iniziatica. D: Ammetto però che questo straordinario mezzo (internet) in qualche modo pur essendo strumento di grande divulgazione… anche di argomenti spirituali… non si presta alla divulgazione di testi di studio così impegnativi. Ovviamente questa è solo un’impressione e sicuramente può essere vero il contrario. Un fraterno saluto L. R: Forse c’è del vero in quanto dici, e forse no. Chi può saperlo. Ma, per toglierci la curiosità, sarà meglio continuare e… “vedere di nascosto l’effetto che fa”. Ti posso solo dire che la mia attività “esplorativa e sperimentale” non si limita all’immersione elettronica. Infatti, la mia attività “nel mondo” non conosce sofà su cui “meditare” sull’astratto metafisico. La mia meditazione è l’azione, che s’impernia su di una concentrazione di rapporti “fisici”, personali e di gruppo, molto intensi, complessi e variegati. In altre parole, quello di cui discutiamo, tento di viverlo quotidianamente ed intensamente: emotivamente, intellettualmente, fisicamente e, forse, anche epidermicamente. Quindi, il mio esoterismo può essere considerato un Laboratorio Alchemico, un Athanor, un Tempio, un Centro sperimentale ed un Aula d’Apprendimento. Puoi scegliere la formula che più ti piace e s’adatta al tuo temperamento. Ma puoi anche prenderle tutte assieme e sarebbe altrettanto vero. Questo esperimento da virtuale vorrebbe sfociare in un contesto reale ed operativo. Chi vorrà risollevarsi dal sofà potrà, forse, sperimentare realmente i tanti concetti teorici di cui, in genere, tanto si discute. Ricorda poi, di non ringraziarmi più. Perchè, dice la regola: se il prossimo ha bisogno di “operai”, anche gli operai hanno bisogno del prossimo per esprimere la propria operosità. Sperando che questa diventi un giorno, maestria. Fraternamente |