Sul Buddhismo

Agni YogaMahayana e Hinayana – Maytreya e il Kalki Avatara – Del Buddha vivente

Qualche tempo fa mi chiesero ragguagli sulle due principali scuole di Buddhismo. Ti scrivo la mia risposta assieme a pochi commenti aggiuntivi.
Mahayana e Hinayana sono le due fondamentali scuole di Buddhismo.

Estratti dalle «Lettere di Helena Roerich»

Traduzione di Renato Siderati
A cura di Adriano Nardi

Sul Buddhismo

Mahayana e HinayanaMaytreya e il Kalki AvataraDel Buddha vivente

Avalokiteshvara

Le due scuole del Buddhismo: Mahayana e Hinayana

Nella mia ultima lettera ho scritto che il Lamaismo è per lo più nella medesima relazione col vero Buddhismo, come la nostra chiesa cristiana lo è con l’Insegnamento del Cristo. Qualche tempo fa mi chiesero ragguagli sulle due principali scuole di Buddhismo. Ti scrivo la mia risposta assieme a pochi commenti aggiuntivi.

Nagarjuna-the_Conqueror_of_the_Serpent_1925

Mahayana e Hinayana sono le due fondamentali scuole di Buddhismo. La loro traduzione letterale è “Grande Veicolo” e “Piccolo Veicolo”. Il Mahayana, o “Grande Veicolo”, è diffuso in tutto il settentrione – in Tibet, in Mongolia, fra i calmucchi e i buriati. Seguaci di questa scuola si trovano anche in Cina e in Giappone. L’Hinayana è presente soprattutto nel sud – a Ceylon, in Indocina, e qualche gruppo si trova in Cina e Giappone.
Il Mahayana è nato nel sud-ovest dell’India nel II secolo a.C. Il suo fondatore fu il grande Maestro Nagarjuna. Quasi nel contempo, forse anche poco prima, questo Insegnamento fu introdotto da Asvaghosha nel nord-ovest dell’India. Asvaghosha fu un drammaturgo e un padre della letteratura sanscrita.

La principale differenza fra Mahayana e Hinayana è che il primo, oltre a Gautama Buddha, riconosce anche la Gerarchia di Luce, guidata dai molti Bodhisattva e dalle Tara. Fra questi Bodhisattva, a parte Maitreya, è specialmente popolare il Bodhisattva Chenresi, il tibetano Avalokiteshvara (Protettore del Tibet) e il Bodhisattva Manjusri (Protettore del Buddhismo). Naturalmente ce ne sono molti altri. Fra le Tara (Divinità femminili), Dukkar dai molti-occhi e dalle molte-braccia è ritenuta la suprema. È legata alla Madre del Mondo (Lakshmi e Kali dell’India), e talvolta alla Tara Bianca. Parimenti adorate sono la Tara Gialla e la Tara Verde, così chiamate per il colore dei loro raggi.
La seconda differenza fra le due Scuole è che mentre l’Arhat dell’Hinayana aspira alla liberazione individuale e personale, il Bodhisattva del Mahayana ha come obiettivo la salvezza del mondo, per cui fa il voto di non entrare nel Nirvana finché non ha raggiunto questo scopo. L’Insegnamento delle Paramita, o la conquista delle supreme Virtù, è una particolare caratteristica del Mahayana.
I seguaci dell’Hinayana non riconoscono nessuna Gerarchia tranne che il Buddha Gautama e il suo successore, il Bodhisattva Maitreya. È ovvio che essi non accettano l’autorità né del Dalai Lama né del Tashi Lama. Ci sono poi altre differenze minori, ma non essenziali. È anche vero che l’Hinayana è una scuola exoterica, mentre il Mahayana è una Dottrina esoterica. Il Mahayana del Tibet è diviso in due sette piuttosto complesse al loro interno; una, quella dei Berretti Gialli, o Gelugpa, è la più famosa in Tibet e in Mongolia, e fu fondata dal grande riformatore Tsong-Kha-pa nel XIV secolo. L’altra – più antica – è la setta dei Berretti Rossi, o Nyingmapa; i Dugpa sono una sua diramazione, e sono diffusi in tutto il Sikkim e nel Piccolo Tibet; il suo fondatore era un indù, il Maestro Padma Sambhava. Sia il Dalai Lama che il Tashi Lama, e tutto il governo tibetano, appartengono alla setta dei Gelugpa.
In Tibet, oltre a queste due sette, c’è una religione locale molto più antica e vitale, conosciuta col nome di Bön. Fino ad oggi questo antico credo religioso ha attinto molto dal Buddhismo. Comunque i lama Bön e anche la maggioranza dei lama della setta Rossa, sono molto legati alla magia, e alle pratiche più rozze di negromanzia e tantrismo.

Maytreya e il Kalki Avatara

In Oriente ci sono religioni e comunità che accettano l’Insegnamento sull’avvento di Maitreya? Il Bodhisattva Maitreya fu annunciato al mondo come il prossimo Buddha dallo stesso Gautama. Ecco perché anche l’Hinayana riconosce solo questo Bodhisattva.

Maitreya corrisponde al Kalki Avatara dell’Induismo (“l’Avatara dal Cavallo Bianco” — vedi l’Apocalisse di Giovanni) e ai Messia di tutti i popoli. Tutti i Messia sono necessariamente Avatara di Vishnu; pertanto appartengono tutti a un Unico Ego. Nelle leggende popolari la differenza fra Maitreya e il Kalki Avatara è che, mentre quest’ultimo apparirà alla fine dell’attuale Kali Yuga per la distruzione finale del maligno, per il rinnovo dell’umanità e “il ritorno della purezza”, Maitreya lo si attende prima.

Kalki_Avatar-1932

All’inizio della nostra era cristiana, in India e in Tibet furono erette statue in onore del Bodhisattva Maitreya, e oggi non c’è un solo tempio Buddhista in cui non sia presente l’Immagine di questo Bodhisattva, raffigurato su tankas, o rappresentato come una figura colossale, che talvolta è alta come tre piani di un tempio. Naturalmente tutti i buddhisti credono che Maitreya apparirà a Shamballa, e i più illuminati fra loro sanno che Maitreya e l’attuale Signore di Shamballa sono un’unica e stessa Individualità.

Maitreya_the_conqueror_1926

Ti cito un interessante passaggio della Dottrina Segreta tratto dai Purana.

«Così come il Satya Yuga è sempre il primo della serie delle Quattro Epoche o Yuga, il Kali Yuga è sempre l’ultimo. Il Kali Yuga adesso regna sovrano in India, e sembra coincidere con quello dell’era occidentale. In ogni modo è curioso vedere fino a che punto l’autore del Vishnu Purana fosse profetico nel predire… alcune tenebrose influenze ed alcuni peccati di questo Kali Yuga. Poiché, dopo aver detto che i “barbari” sarebbero stati i padroni delle sponde dell’Indo, di Chandrabaga e del Kashmir, egli aggiunge:
“Vi saranno dei monarchi contemporanei che regneranno sulla Terra – monarchi dallo spirito rozzo e dal carattere violento, sempre portati alla falsità e alla malvagità. Essi uccideranno donne, bambini e vacche; s’impossesseranno dei beni dei loro sudditi e desidereranno la donna altrui; essi avranno un potere limitato… le loro vite saranno brevi, i loro desideri insaziabili… Popoli di paesi diversi, mescolandosi con quelli, seguiranno il loro esempio; e i barbari, saranno potenti (nell’India) sotto la protezione dei prìncipi, mentre le tribù pure saranno trascurate, le popolazioni periranno. La ricchezza e la pietà diminuiranno ogni giorno, fino a che il mondo non sarà completamente depravato… Soltanto il possesso di beni conferirà il rango; le ricchezze saranno la sola sorgente di devozione; la passione sarà il solo legame fra i sessi, la falsità il solo mezzo di successo nelle controversie; e le donne saranno considerate semplici oggetti per appagare i sensi… I caratteri esterni saranno la sola distinzione dei diversi ordini della vita:… un uomo, se ricco, sarà reputato puro; la disonestà… sarà il mezzo universale di sussistenza; la debolezza la causa della dipendenza; la minaccia e la presunzione sostituiranno l’apprendimento di conoscenza; la liberalità sarà devozione; un uomo se ricco sarà considerato puro; il mutuo consenso sostituirà il matrimonio; i begli abiti prenderanno il posto della dignità… Colui che sarà più forte regnerà… il popolo, incapace di sopportare i pesanti fardelli (khara-bhara, il peso delle imposte), cercherà rifugio nelle vallate… Così, nell’Età Kali, la decadenza proseguirà incessantemente, fino a che la razza umana si avvicinerà al suo annientamento (pralaya). Quando… la fine dell’Età Kali sarà prossima, una parte di quell’Essere Divino che esiste perla propria natura spirituale (Kalki Avatara) … discenderà sulla Terra… dotato delle otto facoltà superumane… Egli ristabilirà la giustizia sulla Terra; e la mente di coloro che vivranno alla fine del Kali Yuga sarà risvegliata e resa trasparente come un cristallo. Gli uomini così trasformati… saranno il seme di esseri umani e daranno origine a una razza che seguirà le leggi dell’Età Krita (o Età della Purezza). Poiché è detto: ‘Quando il Sole e la Luna, la costellazione lunare Tishya e il pianeta Giove saranno in una medesima casa, l’Età Krita (o Satya) ritornerà’”.
«… Due persone, Devapi, della razza di Kuru, e Maru (Moru), della famiglia di Ikshvaku, continueranno a vivere attraverso le Quattro Età, dimorando a Kalâpa [Shamballa]. Essi ritorneranno qui al principio dell’Età Krita… Maru [Morya] il figlio di Shighra, per mezzo del potere dello (Yoga) vive tuttora… e sarà colui che ristabilirà la razza degli Kshatriya della Dinastia Solare. Sia vera o errata quest’ultima profezia, le “benedizioni” del Kali Yuga sono ben descritte e si adattano meravigliosamente anche a quanto possiamo vedere in Europa, e in altri paesi civilizzati e cristiani, in pieno XIX secolo e all’alba del XX secolo della nostra grande “Era di Illuminazione”».

…Nel Matsya Purana, cap. CCLXXII si parla di una dinastia di… Morya o Maureya. Nel medesimo capitolo, è detto che i Morya regneranno un giorno in India, dopo avere ristabilito la razza Kshatriya fra molte migliaia d’anni. Soltanto quel regno sarà puramente spirituale e “non di questo mondo”. Sarà il regno del prossimo Avatara.
Gli iniziati indù sanno molto dei loro Mahatma che vivono nella catena transhimalayana, e ben difendono dai curiosi questa sacra conoscenza. Quando, a suo tempo, H.P. Blavatsky divulgò i Loro venerabili nomi, molti si opposero. In India c’è ancora un profondo rispetto per il sacro, e in particolare per questi supremi Maestri dell’umanità. Non un solo indù pronuncerebbe il nome del suo Guru a un estraneo, tanto lo considera sacro.
Ora capirai con quanta sacralità il nome di Maitreya, o Kalki Avatara o Muntazar, risuona nei cuori dell’Oriente. Tutte le religioni ruotano attorno allo stesso concetto di Avatara e di futuro Messia. Questa fede, o piuttosto questa conoscenza-diretta, è quel fuoco che sostiene e nutre la vita spirituale del nostro pianeta. L’estinzione di un simile fuoco farebbe sprofondare il pianeta nelle tenebre della distruzione. In realtà, niente è più vitale, più potente e bello del concetto di Grande Avatara. Tutte le profezie, le visioni, e le più antiche e sacre leggende di ogni popolo, celano sotto differenti simboli e allegorie il grande Libro delle Vite del Sommo che lotta contro il serpente apocalittico.

Del Buddha vivente

Oggi, quando si sente parlare della “ricerca del Buddha vivente”, si può solo sorridere.
Certo soltanto l’ignorante crede davvero che ogni Dalai Lama sia un’incarnazione del Bodhisattva Avalokiteshvara, e ogni Tashi Lama, del Buddha. Tutto ciò deve essere inteso in senso metafisico. L’incarnazione dei grandi Spiriti in una specifica personalità va considerata come trasmissione di un raggio da parte di uno Spirito elevato a un successore prescelto. Infatti, quando nasce colui che è designato a compiere una certa missione, lo Spirito superiore che gli è più vicino per karma, gli invia il Suo raggio che lo accompagna per tutta la vita. Questo raggio raggiunge il bambino fin dalla nascita, esattamente come i raggi delle stelle sotto i quali è nato. Egli cresce sotto questo raggio, e nel suo graduale sviluppo lo assimila completamente nell’organismo. Ecco come avviene ciò che chiamiamo l’incarnazione del raggio, o la suprema ispirazione gerarchica.
Dovresti sapere che la materia o le energie di cui si rivestono gli Spiriti elevati sono indistruttibili, e in certi casi, secondo la legge di attrazione o di affinità, possono penetrare la sostanza del corpo sottile che si forma attorno a uno spirito evoluto, pronto per una nuova incarnazione. Naturalmente i Dalai Lama e i Tashi Lama della nostra epoca sono così lontani dalla nobile idea di guida spirituale che solo le masse incolte li credono incarnazioni di alto livello. Tuttavia la tradizione riguardante la reincarnazione di un unico e identico Ego in questi rappresentanti del potere spirituale è ancora molto resistente. Durante la ricerca di queste incarnazioni avvengono molte cose istruttive. Senza dubbio la gente incontra molto spesso i loro lama di nuovo reincarnati; ma in ciò non c’è nulla di sorprendente, perché quei lama furono sovente uomini normalissimi.
Viaggiando per il Tibet, abbiamo visto molte cose interessanti. Portavamo con noi lo scritto di un’antica profezia, e una volta lo mostrammo a un buriato molto colto, laureato all’Università di Pietrogrado. Dopo averla letta, l’uomo si agitò molto e ci disse che si trattava proprio della stessa profezia che una volta aveva udito dalle labbra di un bambino mongolo. Ci raccontò che in un piccolo villaggio non lontano da Urga, nacque un bambino il quale, non ancora compiuto un anno di età e in presenza di parecchie persone, pronunciò inaspettatamente questa stessa profezia. Naturalmente il bambino fu ritenuto la reincarnazione di qualcuno. Non sapemmo nient’altro del suo destino.

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