Quattro sono le qualità del lavoro: lavoro compiuto con disgusto, che genera putrefazione; lavoro inconscio, che non stimola lo spirito; lavoro amorevole e devoto, che da buoni frutti; ed infine lavoro non solo spontaneo ma anche consacrato alla Luce della Gerarchia.
L’approccio stesso al Mondo del Fuoco esige d’interpretare il lavoro terreno come il passo più immediato. Pochi sanno riconoscere la qualità del loro lavoro, ma se aderissero con forza alla Gerarchia salirebbero immediatamente di un grado. La capacità di tener stabile quel sacro Ordine nel proprio cuore è anch’essa un atto di concentrazione interiore, ma vi si riesce con la fatica del lavoro. Senza bisogno di sciupar tempo a considerare se stesso, è possibile collegarsi alla Gerarchia nel bel mezzo dell’attività. Che il Signore viva nel cuore. Ch’Egli vi sia inalienabile come il cuore stesso. Che ogni respiro ne inali ed esali il Nome. Che il ritmo d’ogni lavoro ne risuoni. Così deve comportarsi chiunque pensa al Mondo del Fuoco. “Potrei mentire al Suo cospetto? Potrei nascondergli qualcosa? Potrei meditare il tradimento, sotto il Suo sguardo?”. Tali riflessioni infondono forza e salvano dal male della paura e dai pensieri tenebrosi. da Mondo del Fuoco II |