Alchimie della mediocrità

Letture d'EsoterismoA parte casi storicamente davvero eccezionali, e perciò fuori discussione, la proliferazione di Ordini e ordinicchi, fazioni, frazioni e compartimenti per così dire, iniziatici (!), è dovuta, è mio convincimento, da due elementi principali.

Alchimie della mediocrità

di Athos A. Altomonte

A parte casi storicamente davvero eccezionali, e perciò fuori discussione, la proliferazione di Ordini e ordinicchi, fazioni, frazioni e compartimenti per così dire, iniziatici (!), è dovuta, è mio convincimento, da due elementi principali.

Il primo, e più consueto, è che i Capi, sui propri associati ci campano, ed anche bene. I mestieranti dell’iniziazione, ti danno un mantello, un sigillo, una patente e si pigliano, somme significative di denaro per toccarti un momento con la punta della spada: poi il nulla. Se non il vanto di potersi dire “diverso”, magari attaccandosi al muro di casa un diploma dal titolo roboante.

Il secondo, più sofisticato, è la strumentalizzazione che di questa proliferazione può essere fatta. L’Ordine Templare in Italia, ad esempio, pur campando su una forma di templarismo senza origine, godeva di protezione vescovile (e gesuita), da me personalmente constatata che, se l’ordine fosse vero, si compirebbe un paradosso, visto che la Bolla di scomunica del vero Ordine Templare è tuttora vigente. È davvero un classico della politica gesuita, quella di fomentare “imitazioni” per confondere l’originale. Tanto, da renderlo indistinguibile dalla patacca che loro stessi hanno costruito: e questo è il cardine della controinformazione!

Esistono imitazioni (patacche) di ogni forma e misura, perché un grosso “mestierante”, come ad esempio un piccolo Gran Maestro, può arrivare a disporre di migliaia di euro annui, per non parlare dei gettoni di partecipazione a conferenze, viaggi, inviti e poi dei regali di cui è fatto oggetto. In questi Capi di Bottega, però, c’è sempre una cosa che non va. Perché, pur potendo contare su una capacità dialettica da vero “incantatore”, non sono mai saggi. Ovvero, non posseggono mai vere “alchimie” iniziatiche, anche se tentano in ogni modo d’imitarne i contenuti, che però non conoscono e, allora, come si suol dire: “qui casca l’asino”. Quindi, politici sì, dialettici pure, furbi sempre, intelligenti mai.

Allora come fidarsi? Come può un aspirante, un giovane non-iniziato distinguere un mediocre iniziato? Come distinguere la furba dialettica dalla “semplicità” della vera saggezza? Difficile, anzi, difficilissimo. Sopratutto se il mediocre iniziato dispone di una corte di seguaci che gli fanno bordone. Eppure un mezzo c’è. Ed è quello di cercare una “moneta” che i mediocri non conoscono né usano: la moneta dell’altruismo e della pratica disinteressata. Allora, basta puntare il soggetto ed osservare di quanta carica d’altruismo dispone e quanta generosità disinteressata infonde attorno a sé.

Osservando e cercando i segni di questa pratica in ogni sua azione, possiamo usarli come cartina di tornasole, stornando poi le chiacchiere e conteggiando i fatti, uscirà fuori se il Re è nudo. E se quel “re” fosse davvero nudo, non combatterlo ma limitarsi ad ignorarlo. Perché c’è sempre qualcosa di meglio da fare che occuparsi dei saccenti e dei pataccari.

Va detto infine che la morale è sempre la stessa: per ogni venditore c’è sempre un acquirente e questo vuol dire che venditore ed acquirente si meritano a vicenda, perché sono sulla stessa frequenza. Bertrand Russel diceva: è da stolti tentare di aiutare gli stolti. Perché, in fondo, ognuno è arbitro dei propri destini, anche dei peggiori.

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