Ma cosa c’entra la …. “merenda” con il Lavoro nel Tempio?
«chiamare i Fratelli dal Lavoro alla Ricreazione e dalla Ricreazione al Lavoro» D: Ma cosa c’entra la …. “merenda” con il Lavoro nel Tempio? R: Caro Amico, anche se ti conosco da poco, conosco abbastanza il tuo acume per non credere alla seriosità della tua domanda. Piuttosto ci vedo dell’ironia, che apprezzo e condivido. Invero: che c’entrano le merende tra manovali con i Rituali massonici? In effetti proprio niente. Il termine ricreazione andrebbe letto Ri-creazione, perché, nel suo aspetto cosmogonico, il Lavoro (dell’anima) dell’iniziato è sottoposto a cicli di manifestazione (lavoro) e di scomparsa dal piano fisico (ri-creazione), per ri-generarsi, così da riprendere «con forza e vigore» il proprio lavoro nella Grande Opera. E che l’affermazione debba essere vista nella prospettiva cosmogonica, viene dal legame ideale che sussiste tra ogni “Operaio divino” ed il “Grande Architetto dell’Universo”, ovvero il Dio Creatore dei mistici. Dunque, il Lavoro di quell’Operaio non può essere che universale e ciclicamente infinito. D’altro canto, il Gran Libro di Natura asserisce che ogni forma vivente è sottoposta ai ritmi, cicli e cadenze vitali del «Pianeta Madre» (la Madre Terra). Ma se l’aspetto fisico d’ogni forma vivente, tra cui anche quello dell’iniziato, sottostà alle cadenze ed alle scadenze (ciclicità) della Mater Materia (il pianeta vivente): il suo aspetto, diciamo, spirituale o metafisico, fa riferimento ad altre cadenze, di tipo più sottile che, per semplicità, possiamo definire Divine. Credo che questo esempio sia sufficiente ad indicare come la letteratura iniziatica, e non solo massonica, non debba mai essere letta e capita, come il testo di un giornale sportivo o di un romanzo (vedi Analfabetismo iniziatico). E che servirebbe più saggezza prima d’affrontare davvero temi come quelli della ritualità in genere, e massonica in particolare. Fraternamente |