È necessario dar prova di disciplina di spirito; senza di che non si può essere liberi.
Per lo schiavo, essa è come una prigione; per chi è libero, è un meraviglioso giardino risanatore.
Chiunque la comprenda come illuminazione dei mondi futuri, è già pronto. Chi ha una visione dell’evoluzione vi si accosta sollecito, lieto, togliendo la polvere dal sentiero. Soprattutto, non ha timori. E rifiutando ciò che non è indispensabile, è semplice. È facile capire che realizzare l’evoluzione è sempre bello. Gli uomini non capiscono su cosa si imposta l’Insegnamento del Buddha. È la disciplina. In senso spirituale e corporeo il monaco della comunità cercava con tutte le forze di seguire il sentiero. Nei primi anni le prove erano gravose. Gli era proibito mortificarsi con pratiche ascetiche, e imposto di lottare agli ordini solo dello spirito. Così austeramente il Buddha istruiva i discepoli. In verità essi conoscevano la gioia solo nella battaglia spirituale; ecco perché si parla della via spinosa. Solo quando la volontà del discepolo si era fatta leonina, e le redini argentee dello spirito brillavano sui suoi sentimenti, solo allora il Signore sollevava alquanto il velo, e assegnava un compito. Allora l’allievo veniva gradualmente iniziato ai misteri della conoscenza. da Illuminazione È bene osservare ovunque le tracce della disciplina. A proposito di disciplina volontaria e collettiva sono notevoli i Monasteri Zen giapponesi. È raro infatti che la Gerarchia e la cooperazione siano osservate senza essere imposte. La disciplina è da intendere come una collaborazione volontaria organizzata, e questa ha grande importanza fra i metodi educativi del cuore. Ma fintanto che la costrizione si annida in qualche luogo non può esistere una tale forma di cooperazione, né possono sbocciarne i risultati. Non c’è speranza di raccolto e vittoria dove impera la disunione. È una verità che ha la forza di un Comando. da Cuore |