Il pretendente di Giunone o la disonestà

Miti e SimboliNarrano i poeti che Giove, per possedere i suoi amori, assumesse molte svariate forme: di toro, di aquila, di cigno, di aurea pioggia. Quando invece voleva tentare Giunone, si cambiava nel più ignobile degli esseri, sottoposto al disprezzo e al ludibrio di tutti.

Il pretendente di Giunone o la disonestà

di Francesco Bacone – (tratto dagli Scritti Filosofici – Ed. UTET – a cura di Paolo Rossi)

Narrano i poeti che Giove, per possedere i suoi amori, assumesse molte svariate forme: di toro, di aquila, di cigno, di aurea pioggia. Quando invece voleva tentare Giunone, si cambiava nel più ignobile degli esseri, sottoposto al disprezzo e al ludibrio di tutti. Era questo il misero cuculo attonito e stupefatto dall’acqua e dalle tempeste, tremante e mezzo morto.

La favola è sottile e tratta da costumi intimi. Il significato è il seguente: non è bene che gli uomini si stimino troppo ritenendo che il far mostra del proprio valore possa porli in credito e grazia presso tutti. Ciò dipende dalla natura e dai costumi di coloro presso i quali cercano stima e credito.
Se infatti costoro non  hanno né doti né ornamenti, ma soltanto un temperamento superbo e maligno (che è simboleggiato da Giunone) si convincano bene che debbono togliersi del tutto ogni maschera che porti innanzi a sé anche un minimo di dignità e di decoro; e sappiano bene, se insistono per altre vie, che non è sufficiente scendere all’abominio della adulazione senza indossare l’strema maschera della degenerazione e dell’abbiezione.

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