Un Gruppo legato alla Gerarchia è composto da tutti quegli Aspiranti e Discepoli che “ruotano” attorno al suo Insegnamento: insegnamento espresso dai Maestri che ne reggono le Comunità. Ogni Gruppo è retto da un Istruttore, di norma un Discepolo accettato, in grado di trasmettere complessivamente i vari elementi della Tradizione senza apporvi coloriture o interpretazioni personali. Ciò nondimeno l’Istruttore deve essere in grado di colorire i termini dell’Insegnamento per adattarlo al linguaggio (psicologico) dell’Aspirante, così da renderlo percettibile ai suoi preconcetti ideologici e culturali ed alla sua relatività intellettuale.
Un Gruppo legato alla Gerarchia è composto da tutti quegli Aspiranti e Discepoli che “ruotano” attorno al suo Insegnamento: insegnamento espresso dai Maestri che ne reggono le Comunità. Ogni Gruppo è retto da un Istruttore, di norma un Discepolo accettato, in grado di trasmettere complessivamente i vari elementi della Tradizione senza apporvi coloriture o interpretazioni personali. Ciò nondimeno l’Istruttore deve essere in grado di colorire i termini dell’Insegnamento per adattarlo al linguaggio (psicologico) dell’Aspirante, così da renderlo percettibile ai suoi preconcetti ideologici e culturali ed alla sua relatività intellettuale. Gli Aspiranti appaiono nella sfera d’attività del Gruppo ponendosi ognuno ad una propria distanza dal centro. Infatti, a secondo dall’intensità dell’aspirazione, della capacità di comprensione e da come e quanto sarà in grado di riconoscerne il centro, ogni Membro del Gruppo si porrà in una posizione più o meno distante dal Fratello più anziano che vi svolge il ruolo di guida. Ma gli elementi che possono determinare la distanza dal centro sono molteplici e di diversa natura, non ultimo il temperamento e l’educazione dell’Aspirante. Allora, l’Istruttore, si trova a compiere il suo primo e più importante lavoro. Quello di “mediare” attraverso sé stesso le diverse posizioni ideali assunte dai confratelli, per annullare, ammortizzandole in sé, le loro “diversità” sino a ricomporle nella perfezione di una circonferenza. Un cerchio è la prima rappresentazione simbolica di un Gruppo di Discepoli, e la sua circonferenza rappresenta la perfezione geometrica in cui si dispongono, idealmente, i diversi Fratelli in rapporto tra loro ed in rapporto col centro dove è posto l’Istruttore che, pur nella sua relatività, trasmette l’Insegnamento di un Maestro. Per inciso diremo che le costruzioni più avanzate di un Gruppo sono a forma di Stella, a 5, 6, 9 e 12 punte e le loro replicazioni sorgono per “osmosi”. Per ottenere una siffatta circonferenza, l’Istruttore dovrà enfatizzare la propria attività su quanti gli appaiono più distanti e porre in stallo i più prossimi. Questo metodo è spesso equivocato ed è fonte di malumore sia da parte di chi si crede eccessivamente sollecitato (l’Istruttore ce l’ha con me, mi assilla correggendomi in maniera eccessiva) o da quanti si credono frenati nei propri entusiasmi (l’Istruttore, dicono, mi sottovaluta e mi trascura). Il problema è che ognuno è viziato dal proprio punto di vista egocentrico fonte di desiderio egoistico, e si è ancora distanti dal poter comprendere che il punto di vista della guida ha invece per riferimento una visione globale (d’insieme) e la sua attività tende a mantenere costantemente quell’equilibrio chiamato exotericamente, Bene Comune. Fiducia, pazienza e laboriosità ma, soprattutto disciplina, dovrebbero essere le caratteristiche dell’Aspirante. Ma per lungo tempo egli resta assordato dai propri pensieri e dalle opinioni personali. I Maestri ripetono ch’è necessario riunirsi al proprio Sé (l’anima) prima di poter ottenere una visione trans-personale della propria attività individuale e mondana, ivi inclusa quella denominata Servizio (a Benefizio dell’umanità). Non esiste vero Servizio ove esso sia poi sottoposto alle interpretazioni o alle opinioni personali; oppure al “desiderio” di servire ed al senso di gratificazione che ne consegue, perchè anche questo è un elemento passionale ed indesiderabile che contribuisce a separare i singoli dal principio di Unità ch’essi dovrebbero raggiungere, ovvero, l’unificazione universale tramite la sintesi spirituale. Sia chiaro, la gratificazione personale non ha nulla a che fare con la gioia che sorge interiormente, al compiersi di un’azione altruistica. Infatti quella gioia non è passione, bensì una prima forma di amore nel suo aspetto universale. Il cerchio e la sua circonferenza assumono l’immagine di una Ruota quando di un Gruppo vengono considerati i rapporti che sorgono nell’interazione tra Aspirante ed Istruttore. I rapporti di Gruppo tra Aspiranti e Istruttori, quanto quelli che sorgono nelle Comunità tra Istruttori e Maestri, sono raffigurati nei Raggi della Ruota. C’è di più. Un Gruppo di Discepoli, un’entità vivente ed operante, è considerato a ragione un piccolo chakra (Ruota). Altrettanto vale per una Comunità che somma più Gruppi posti sulla medesima linea d’attività energetica (raggio); infatti una Comunità è un Chakra del pianeta (per il Logos planetario), che manifesta, qualificandolo, un particolare “tono” (suono) d’energia cosmica detto Raggio. Se sono 7 i pianeti “sacri” (realizzatisi completamente) di questo sistema solare, è comprensibile che, per ora, siano 7 anche i raggi (toni) che si “muovono” (suonano) nel suo volume (lo spazio interno del sistema solare). Ne consegue che 7 sono anche i Maestri (gli Iniziati spirituali) che guidano altrettante Comunità principali * della Gerarchia umana. __________ * In Oriente il sinonimo di Comunità è Ashram. Ponendo a paragone le caratteristiche più evidenti d’un Aspirante occidentale a quelle d’un Chela orientale, parrà evidente come l’allievo occidentale appaia indisciplinato, preso dai propri preconcetti ch’egli interpreta come verità sino all’arroganza In questa breve introduzione alla psicologia dell’allievo non vorremmo però che il Chela apparisse migliore o più virtuoso del suo “collega” occidentale. Ambedue mostrano due grossi limiti che dovranno eliminare attraverso il lavoro su sé stessi. Il limite di un temperamento introflesso come quello del Chela, è la sua grande difficoltà a trasformare in azione i propri pensieri e gli ideali che muovono la sua mente. In altre parole egli trova arduo il trasformare in occasioni di Servizio concreto Come insegna Siddharta (Gautama Buddha) è necessario trovare la Via di mezzo che, in questo caso, sarà quella di raggiungere la conoscenza attraverso l’educazione della scienza esoterica e la via dell’interiorizzazione, per poi rifletterla all’esterno. Il Discepolo, attraverso la realizzazione della migliore qualità nel proprio Servizio, potrà infine realizzarsi integrandosi con l’attività intelligente della propria anima. A queste prime 7 Comunità di Raggio (ogni raggio è una specializzazione particolare del raggio di sintesi cosmico che, assorbito come “puro” dal sole, viene poi ridotto in 7 toni minori e riflesso in ogni forma fisica; dalle più vaste, come un pianeta, alle più piccole degli uomini nei suoi, per ora, 7 chakra individuali), vanno aggiunte a ciascuna altre 7 Comunità minori, anche dette affiliate, rette da Iniziati (di grado minore dei precedenti), per un totale di 49. A questi si aggiungono i Gruppi principali retti anch’essi da Iniziati e da Discepoli anziani. Attratti dall’energia d’attività del nucleo gerarchico, ma posti al di fuori della circonferenza dei suoi rapporti diretti, c’è la nebulosa senza forma dei piccoli Gruppi d’aspirantato e dei singoli individui che si tendono, come girasoli, dall’oscurità verso la Luce. Entrare con determinazione nell’Insegnamento gerarchico è detto simbolicamente, entrare nella luce ed al conseguimento della 3a Iniziazione si diventa una vera “Luce” dell’Ordine. |