Il senso della Vita, il senso dell’Esistenza

Letture d'EsoterismoSul senso della vita sono stati usati fiumi d’inchiostro. Ne userò qui solo poche gocce, per dire che il senso della vita non esiste. L’unico solco designato siamo noi, con tutto ciò che siamo, pensiamo, vogliamo e dobbiamo rispondere ad una vita più grande.
Esiste un senso dell’esistenza, ma è un “progetto” inconoscibile che molti sciocchi s’ingegnano a descrivere.

Il senso della Vita, il senso dell’Esistenza

di Athos A. Altomonte

Sul senso della vita sono stati usati fiumi d’inchiostro. Ne userò qui solo poche gocce, per dire che il senso della vita non esiste.

L’unico solco designato siamo noi, con tutto ciò che siamo, pensiamo, vogliamo e dobbiamo rispondere ad una vita più grande. Ed è pessimista chi pensa che l’essenza della vita sia il dolore. Non c’è senso nel dolore, se non la reazione che si subisce a causa dell’errore, anche altrui.

Esiste un senso dell’esistenza, ma è un “progetto” inconoscibile che molti sciocchi s’ingegnano a descrivere. È certo che tutto concorre all’evoluzione di quel progetto impercettibile a cui l’uomo ha dato il nome Dio. Ma lo ha fatto pensando a se stesso come centro del tutto, e per questo solo i più capaci potranno solo contemplarlo, ma senza capirlo. Sarà possibile comprenderlo solo entrando in quella dimensione, ed in nessun altra dimensione sottostante.

Per semplificare la prospettiva, paragoneremo la vita alla tela da pittore, oppure ad un palcoscenico. In entrambi il «vuoto» non significa «nulla», ma uno spazio qualificato, dove è possibile rappresentare tutto, secondo l’estro dell’autore e la sua abilità nel collocarvi elementi appropriati. Quindi, pensiamo alla nostra vita come uno spazio in cui l’autore può rappresentare se stesso, libero di scegliersi i comprimari della commedia della quale lui stesso è primo attore e spettatore pagante. Può infatti accadere, che una vita costi moltissimo.

Se è possibile dare un senso alla vita, questo può anche esserle modificato. Dipende dall’abilità dell’autore e dalla versatilità dell’attore. E se il risultato non è soddisfacente, bisogna pensare alla scelta dei comprimari, che possono non essere stati posti nel modo migliore.

In ogni caso possiamo ben dire che il senso della vita siamo noi, le nostre attitudini, tendenze, capacità, limiti e virtù. E che la sua qualità può essere migliorata applicando con intraprendenza la volontà di comprendersi, così da aumentare le capacità per colmare lacune e punti deboli. E saremo sempre grati a chi, amico o nemico, ce li abbia fatti scoprire.

Sul senso di una vita hanno molto peso le interferenze degli altri, che s’intrecciano all’influenza che possiamo avere noi sulle loro. In questo caso molti fanno grande attenzione agli eventi, prendendoli come segni del fato. I due concetti, però, vanno separati. Perché se in un certo senso un “destino” esiste, gli eventi invece sono fenomeni fantasma. Ed è penoso rinunciare ad agire, perché si aspetta il loro corso.

Un filosofo direbbe che il corso degli eventi è una formula irreale, perché sono il risultato di azioni reali. Quindi, gli eventi mutano come ciò che li causa. Sono la conseguenza del mutare delle persone, dei loro punti di vista e delle loro azioni. Quando il pensiero dell’uomo cambia, cambiano anche le sue decisioni e cambia ciò che fa; di conseguenze nemmeno il corso degli eventi sarà più la stesso.

Ma esiste un metodo per sfuggire a questo meccanismo: una storia cambia anche solo mescolando i protagonisti.

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