I miraggi della Via Sensuale

Alchimia del FuocoDalla conoscenza alla liberazione mentale, fase 14

I miraggi della via sensuale – Il labirinto simbolico – Esibizione e narcisismo – Autolesionismo – Inconsistenza mentale – Cecità interiore – Simbologia della Via di Mezzo – Appendice: Metafore sull’individualizzazione della specie

Regno del dolore e del piacere la coscienza astrale è l’inferno in terra. La sensualità che l’accompagna è qualcosa di più del praticare il sesso in diverse forme e per differenti scopi. Del prendere e del dare piacere in molti sensi. Del desiderio di generare per replicare se stessi.
La sensualità è un percorso di crescita tormentoso, sempre in bilico tra buoni propositi, smanie ed egoismi. E la via sensuale è la metafora delle fascinazioni che la mente fisica provoca e subisce. Matrice degli inganni, senza i quali grandi e piccole illusioni non potrebbero sussistere, la via sensuale è «l’arte d’ ingannare». Se stessi prima di ogni altro.

Dalla conoscenza alla liberazione mentale, fase 14

di Athos A. Altomonte

I miraggi della via sensuale

«Il sentiero che porta all’inferno è lastricato dalle buone intenzioni»

Regno del dolore e del piacere la coscienza astrale è l’inferno in terra. La sensualità che l’accompagna è qualcosa di più del praticare il sesso in diverse forme e per differenti scopi. Del prendere e del dare piacere in molti sensi. Del desiderio di generare per replicare se stessi.

La sensualità è un percorso di crescita tormentoso, sempre in bilico tra buoni propositi, smanie ed egoismi. E la via sensuale è la metafora delle fascinazioni che la mente fisica provoca e subisce. Matrice degli inganni, senza i quali grandi e piccole illusioni non potrebbero sussistere, la via sensuale è «l’arte d’ ingannare». Se stessi prima di ogni altro.

Il piano astrale è uno stato di coscienza che produce fenomeni psichici simili a miraggi. Le allucinazioni mentali sono riconoscibili dalle febbrilità che accompagnano le sue apparizioni. I suoi fenomeni sono riconoscibili nelle esaltazioni artistiche e creative, come in molti episodi delle antiche tradizioni di fede, dovuti all’esporsi a condizioni ambientali estreme, alle privazioni prolungate, oppure all’uso di estratti vegetali (*).

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(*) Catarsi psicadelica. Le pratiche mistico-devozionali ricorrono all’uso rituale di profumi, alla ripetizione di suoni, frasi o litanie per indurre stati di coscienza di tipo ipnotico ed onirico. Alterando la percezione della realtà fino a renderla una fantasia catalettica. Nell’antichità le allucinazioni religiose erano ottenute con “bevande sacre” che contenevano molecole di piante psicotrope. La ricerca di stati allucinatori, allo scopo di ottenere divinazioni o visioni religiose, risale alla magia sessuale. Si è poi diffusa attraverso i culti degli spiriti naturali e quello dei defunti. Oggi, la psicologia fisiologica sperimenta i processi di vista, udito, tempo di reazione, curve d’apprendimento, fatica, effetti delle droghe come gli allucinogeni di sintesi, piante psicotrope, oppiacei, morfina, cocaina; ed i loro derivati, anestetici, depressivi, inibitori ed eccitanti (v. psicologia patologica e psicologia sociale).
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Il labirinto simbolico

Dalla coscienza astrale scaturiscono gli innumerevoli tipi di miraggi che formano il labirinto delle illusioni e delle vanità, al cui centro siede la “Bestia”, a rappresentare l’avidità della natura animale sulla quale si edifica l’uomo fisico. Ogni individuo caratterizza, poi, le proprie illusioni con le fantasie preferite. Che sono prodotti dello psichismo inferiore in contrapposizione con i pensieri dello psichismo superiore (v. Poteri della mente). In questo caso il Labirinto rappresenta la confusione (v. annebbiamento mentale) che l’intelligenza deve dissolvere per liberarsi degli aspetti che accecano l’anima.

Esibizione e narcisismo

Una mente egocentrica si appaga ostentando le proprie convinzioni ed esibendo il proprio corpo. È la fase del «culto di sé stessi», in cui l’appagamento dei sensi seduce la mente, spingendola a rinnovare i momenti di soddisfazione e di compiacimento. In preda all’esaltazione e al fanatismo, i culti personali possono diventare «culto della personalità». Idolatrando persone ancora viventi o decedute. Con fenomeni tanto variegati che non abbracciano solo artisti, ideologi e politici, ma anche tutte quelle religioni che riconoscono in un uomo il capo carismatico.

Dentro questa ruota l’uomo resta prigioniero sino a quando non si rende conto della sudditanza e vuole liberarsene.

Autolesionismo

Durante le fasi di psichismo inferiore (emotive, passionali o sensuali), sembra che per gratificare sé stessa, la mente non sappia fare altro che arrecare danno al corpo che la ospita, sottoponendolo ad eccessi di ogni genere. Mangiando, bevendo, fumando e praticando attività insensate. A volte per troppa audacia, altre volte per sconsideratezza. Insomma, nella prima fase di crescita la mente si sente attratta da pensieri, parole e fatti, i più inappropriati. Deteriorando, così, le facoltà del pensiero e peggiorando la qualità della coscienza.

Con uno spiccato senso di autolesionismo la mente astrale è attratta dalle pratiche insalubri e pericolose. Insomma, la sua avidità la porta in situazioni spesso stupide e pericolose.

Altro tipo di danni se li infligge cercando di fuggire alla vita, impedendosi di crescere e di far crescere le doti sottili. Così, rifiutare o ritardare il proprio destino è un altro modo di sfuggire a se stessi, nascondendosi alle responsabilità. L’autolesionismo astrale può assumere forme complicate, trasformandosi in molti modi, che comunque finiscono per generare sempre e solo sofferenza.

La sofferenza è la negazione del principio spirituale, che è «bene». E non fare tutto il possibile per evitarla è spesso causato da un’insana sensualità, che l’insegnamento iniziatico chiama «attaccamento alle antiche forme».

Inconsistenza mentale

Fintanto che la tenuità mentale prevale sul senso della coscienza, al posto della volontà troviamo la densità del desiderio. La mancanza di una volontà intelligente rende mente e coscienza fisica, deboli e superficiali. Pronte ad innamorarsi delle apparenze, a cominciare dalle proprie. Decise a compiacersi compiacendo i sensi che appagano il corpo.

Il rimedio è lo sviluppo intellettuale.

« La passionalità rende sorda la coscienza e l’orgoglio l’acceca.»

Cecità interiore

La cecità interiore non è tanto una questione morale, quanto la mancanza di sensibilità, che diventa un altro risvolto dell’immaturità. Anche all’immaturità di coscienza si rimedia sviluppando l’intelletto (che non è il nozionismo, ma la “luce” dell’intelligenza, vedi) e modificando il primo orientamento (*). Finché si limita ad usare solo i sensi fisici per discernere la realtà, propria ed esteriore, la mente è costretta da una visione ristretta e fondamentalmente inesatta, che solo l’intelletto può ampliare.

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(*) « … le numerose linee di forza all’interno del quadrato si trasformano nelle sette energie che formano l’orizzonte di un’unica Conoscenza.»

La Stella a Otto punte è il simbolo dell’orientamento mentale.

Orientamento orizzontale: impegnandosi sul mondo concreto, si sviluppa la cognizione fisica che riflette il piano inferiore della mente (la mente personale n.d.a.).

Orientamento verticale: impegnandosi nel mondo dell’astrazione e della visione sintetica delle idee, si sviluppa la percezione interiore che riflette il piano superiore della mente (la mente impersonale n.d.a.) rafforzandovi la presenza della coscienza sottile.

Unendo i piani orizzontali e verticali della Croce Universale, basso ed alto si fondono, femminino (p. orizzontale) e mascolino (p. verticale) si riuniscono, in quel centro inconoscibile che riunisce le due metà del mondo: la coscienza materiale a quella sottile non più separate ritornano ad essere una «unità».

Nell’albero sephirotico il centro inconoscibile è la sephira Da’ath: l’Abisso della Trasformazione.
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Mentre nella fase mentale superiore l’uomo diventa ciò che pensa, durante il predominio della coscienza astrale l’uomo cerca di assomigliare a ciò che sogna, difendendo strenuamente le proprie ossessioni (v. verità particolari e realtà circoscritte).

Ogni condizionamento, però, può essere cancellato dall’equilibrio. Una coscienza equilibrata è vettore di serenità per il fisico e per la mente. Inoltre, una coscienza equilibrata riconosce il senso di giustizia grazie alla virtù innata della coscienza sottile (*).

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(*) Attuare la sintesi mentale. Come qualcuno ricorderà, Platone insegnava che: «...poiché l’unità esiste prima della dualità, la coincidenza degli opposti esisteva prima della loro scissione. Per cui gli opposti sono opposti tra loro, ma non opposti verso l’unità. » Così, anche due aspetti antitetici come la coscienza materiale e la coscienza sottile si risolvono e si superano nella loro sintesi (la mente superiore). Il metodo più efficace per attuare la sintesi è quello di distaccare risolutamente il centro di coscienza dal polo materiale, mantenendolo saldo e costante nel punto superiore di equilibrio e di dominio. A partire dalla ragione e dal buon senso, sino a giungere alla comprensione spirituale. Questo sviluppo non può prescindere, però, da quella che Kant definisce la coscienza morale (il syneìdesis socratico) che sorge, affermava sempre Kant, «dall’essere consapevoli dell’esistenza di un tribunale interno all’uomo chiamato, voce di Dio ».
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Un sentimento di equilibrata giustizia è il migliore antidoto contro i miraggi della via sensuale. È la soglia della «Via di Mezzo», com’è chiamato l’angusto sentiero interiore che porta all’Iniziazione.

Simbologia della Via di Mezzo

La Via di Mezzo è il sentiero che scorre tra il bianco dissolvente della trascendenza spirituale, dove nessun elemento materiale può esistere, ed il nero della materialità più densa, dove l’elemento spirituale perde ogni attributo.

Nel senso operativo, la Via di Mezzo è la coscienza dell’iniziato che, avanzando nel suo percorso interiore, si pone nel giusto equilibrio tra essere ed apparire. Essere una coscienza sottile che opera in una apparenza materiale (v. Appendice), libero da distinzioni e da aspettative personali. Alla fine del percorso, detto elevazione iniziatica o rinascita spirituale, può partecipare al servizio ideale e universale (v. opera in bianco), che prevede la spiritualizzazione dell’Umanità (v. Appendice).

Sono questi gli ideali a cui lavora un libero pensiero, in una libera mente.

Appendice

Metafore sull’individualizzazione della specie

“Vestiti di pelle”

«E il Signore Dio fece lunghe vesti di pelle per Adamo e sua moglie e li vestì […] Allora il Signore Dio lo mandò via dal giardino di Eden, perchè coltivasse la terra dalla quale era stato tratto» – Genesi, 3/21-24,

I “vestiti di pelle” a cui si riferisce l’allegoria sono le sembianze corporali di cui furono dotati i prototipi dell’umanità. Adamo il proto-tipo del mascolino ed Eva il proto-tipo del femminino.

La metafora illustra la metamorfosi che ha condotto l’uomo spirituale ad incarnarsi (v. angeli decaduti). Scindendosi dalla natura divina che l’aveva generato, lo spirito umano assunse gli attributi del corpo fisico-animale diventando, così, sessuato.

In altre parole, è la metafora di uno “spirito” che, dopo essersi scisso in maschio e femmina si individualizza incarnandosi nei vestimenti terreni di un corpo fisico.

Come uccellini cacciati per crescere

Prendendo consapevolezza della propria fisicità animale, la coscienza (ormai) terrena si trova ad affrontare i disagi della sopravvivenza fisica. Impara presto che il dolore può essere compensato dal piacere, quindi, la sua ricerca diventa di primaria importanza.

Sofferenza, paure, fatiche, dolori e morte sono le chiavi del nuovo scenario, sui cui primeggia la spinta a riprodursi per conservarsi. E la spinta all’autoconservazione non gli da solo piacere, ma diventa il primo elemento della sua autoaffermazione.

Anche dopo molto tempo gli uomini ricordavano il doloroso risveglio nell’avventura terrena. Che i più interpretano come una sventura, oppure una conseguenza di un grave peccato.

Ma sarà vero? In natura assistiamo ad altri “ripudi”. Si cerchi d’immaginare l’immenso dolore dell’uccellino quando, per crescere, viene spinto dalla madre fuori dal nido. Lui non capisce perchè viene cacciato. Soffre, si lamenta. Vorrebbe tornare, ma non gli è concesso. Poi, crescendo, vola e dimentica. Se così non fosse stato, non gli sarebbero mai cresciute le ali.

Gli esseri pensanti, invece, si trasmettono il ricordo della “cacciata” con racconti confusi, che non spiegano perchè lo “stato di grazia” è andato perduto. Come uccellini disperati pensano di aver commesso qualcosa di terribile, in un mondo che doveva essere solo «serenità, senno, benefizio e giubilo». Così finirono per tramandarsi un “ricordo terribile” dell’accaduto. Ma non sapendo cosa, né come e né quando; alcuni si abbandonarono a congetture fantastiche che furono il punto di partenza di tutte le religioni primitive.

Gli Operai divini

« … e quando gli uomini cominciarono a crescere di numero sulla superice della terra e nacquero loro delle figlie, i Figli di Dio (chiamati Eloim n.d.a.) videro che le figlie degli uomini (le forme fisico-animali n.d.a.) erano di bell’aspetto e si presero in mogli (altri rifiutarono n.d.a.) tutte quelle che scelsero […] e nacquero i Giganti (forme animali dotate di consapevolezza n.d.a.)…» – Genesi 6

Un’altra verità è che le “spirille di spirito” che inseminarono l’uomo, in realtà “animarono” la sua materia (v. 4 elementi di natura). E inseminando la materia dell’Uomo, le spirille spirituali stanno inseminando (progressivamente) il pianeta (la materia del pianeta).

Gli angeli caduti, allora, sono i volonterosi pionieri che animano le forme passive (le figlie) generate dall’uomo, allo scopo di renderle Operai divini (v. “via umida e via solare”) della Grande Opera chiamata a sacralizzare il pianeta.

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