«Tavole Architettoniche» dei grandi Costruttori

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Gli Artisti dello spirito – I Libri di Pietra – Le “Pietre che suonano” – Il Tempio di Poseidone – Il Chiostro ermetico del Monastero di San Cugat del Vallès – Cosmogonia del Numero 72 – L’astronomia e le opere dei grandi Costruttori – Appendice: La Biblioteca di Alessandria, faro di saggezza tra oriente e occidente

L’Opera d’arte è il simbolo dell’artista, l’Opera sacra è il simbolo dei grandi Costruttori.
Tra le grandi opere, forse l’Arte che meglio ha saputo rappresentare il sacro è l’architettura, che ha edificato spazi ove la purezza delle forme hanno ispirato pensatori, artisti ma anche gente comune.

Ars Muratoria
«Tavole Architettoniche» dei grandi Costruttori

di Athos A. Altomonte

Sommario: Gli Artisti dello spiritoI Libri di PietraLe “Pietre che suonano”Il Tempio di PoseidoneIl Chiostro ermetico del Monastero di San Cugat del VallèsCosmogonia del Numero 72L’astronomia e le opere dei grandi CostruttoriAppendice: La Biblioteca di Alessandria, faro di saggezza tra oriente e occidente

«L’Arte può esprimere spiritualità, ma la spiritualità non può trovare espressione nei culti prosaici.»

Gli Artisti dello spirito

L’Opera d’arte è il simbolo dell’artista, l’Opera sacra è il simbolo dei grandi Costruttori.

Tra le grandi opere, forse l’Arte che meglio ha saputo rappresentare il sacro è l’architettura, che ha edificato spazi ove la purezza delle forme hanno ispirato pensatori, artisti ma anche gente comune.

In ogni epoca e popolo, geni creativi hanno illuminato i pensieri deboli delle culture materiali. Artisti dello spirito hanno mostrato il fuoco sacro che li alimentava, suscitando l’ammirazione delle genti. Il sacro desta ammirazione e genera sentimento spirituale. Ma sarebbe uno sbaglio attribuire la nascita del sentimento spirituale all’oggetto o alla forma, che sono solo prodotti, manufatti degli uomini. Tanto che, quando il libro, il simbolo, la statua o altro prodotto materiale diventasse oggetto di culto si manifesterebbe l’idolatria. Il sacro quindi, non sta nella sua rappresentazione, ma nell’ispirazione che ha guidato il suo creatore. Solo con questo distinguo si potrà entrare nei segreti dell’opera sacra.

L’idea che uno spazio armonico (dimensione, spazio e coscienza) possa esprimere l’afflato spirituale ci è pervenuta da Pitagora, iniziato ad Alessandria (vedi Biblioteca di Alessandria in appendice). Platone parla dei rapporti dell’universo come “suono delle sfere” (celesti). Nelle sue tavole, Fludd usa canoni sonori per descrivere i rapporti tra i Logoi planetari e il sistema solare.

I canoni matematici e sonori, i criteri prospettici di arte e architettura, le scale cromatiche, colori, suoni, superfici e spazi, tutti obbediscono alle regole dell’Armonica. E questo interessa chi voglia apprezzare il genio creativo dei grandi Costruttori, mosso da intuito e ispirazione (v. Analisi della febbre creativa), e concretizzato dal metodo.

L’intuito fa vedere l’idea, mentre il metodo crea giusti rapporti tra l’idea e la forma che serve a rappresentarla. L’aspetto principale delle rappresentazioni sono i loro volumi, e a questi si riferisce la scienza chiamata “Armonica”; che parte dall’assunto che «l’armonia dissolve il caos» temperando ogni fenomeno, così come la scala temperata regola i suoni attraverso le 7 note (Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si).

I Libri di Pietra

In senso stretto, l’Ars Muratoria non rispecchia tanto i segreti d’arte degli operai, quanto quelli dei progettisti. Il “pensiero forte” dell’Ars Muratoria sta nei canoni dell’architettura sacra, piuttosto che nella moralità dei suoi lavoranti. I grandi Libri di Pietra sono le chiavi degli “arcani” meno accessibili. Per cui non è una mancanza di rispetto discernere tra la tradizione di chi lavorava con le mani e quella di chi usava l’intelletto. Per chiarire il profilo iniziatico dell’Operaio speculativo, tuttavia, è necessario distinguere tra religiosità e spiritualità, tra animo popolare e spirito elitario.

I Costruttori di Templi erano Iniziati che, con sacrum facere, ideavano geometrie che riproducessero nella pietra idee divine. Così, in oriente come in occidente, sorsero grandi Edifici che indicavano gli scopi di Dio. Affinché la Dottrina Segreta non fosse abusata, i contorni della Grande Opera furono ri-velati (velati due volte) nella «Bellezza». Geometrie, monogrammi, segni decorativi e arredi, mascherarono, rendendoli invisibili i Misteri dell’Ars muratoria, agli occhi dei “non-introdotti”.

Incuranti del tempo e dello spazio, i grandi Libri di Pietra continuano a riflettere la luce di saggezza degli antichi Hierophanti.*

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* Gli Hierophanti (da cui il termine, ieratico e ieroispirazione) non promuovevano contatti con chi, amplificando le credenze popolari, diffondeva criteri exoterici. Non seguivano i culti esteriori destinati al popolo, ma erano continuatori di una spiritualità sovramondana, ch’esprimeva una luce che discendeva dal cielo interiore. Mentre i culti popolari sacralizzavano i cicli del sole fisico, gli iniziati seguivano i ritmi del sole interiore. Gli Hierophanti erano pontefici e iniziatori, ma di canoni invisibili, perciò reputati segreti. Si collegavano al cielo invisibile (il piano della coscienza divina) raggiungendo una elevatissima condizione rituale e teurgica. Raggiungere l’assonanza tra gesti, suoni e parole era la loro prerogativa. Infuocare la “terra interiore” dell’iniziato era il supremo rituale che conclude il più sacro degli atti: la sacralizzazione della materia vivente. Questo, agli occhi comuni, rendeva l’iniziato un semidio, un messaggero di Dio. Così fu creduto che le Divinità camminassero tra gli uomini.

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Le “Pietre che suonano”

Gli spazi interiori determinavano lo stile dell’architettura. Un particolare, questo, più che interessante, perché ci conduce a comprendere il rapporto tra spazio, suono e dimensione spirituale. E questo rende visibile il “rapporto sottile” tra rappresentazione sacra e spirito dell’Uomo, che rivela l’apice massimo dell’Ars Muratoria. A cui ci avvicineremo per gradi, cominciando dal postulato di un antico Commentario:

«È l’armonia tra numero, geometria e spiritualità a rendere sacra una costruzione che vuole rappresentare il rapporto aureo tra Uomo e Dio. Questa conoscenza costituisce il sapere di una elite, consapevole che le costruzioni sacre sono delle Tavole Architettoniche incise per le future generazioni d’iniziati» .

Riassumere significati elitari non è facile, ma le immagini possono valere più di cento parole, per cui useremo la loro silenziosa eloquenza per fornire buoni esempi di eccellenza muratoria.

Nella prima immagine sono rappresentati i rapporti armonici (suono-numero-dimensione-spazio) dell’Uomo. Una scienza nata con Pitagora, con l’ausilio del celebre Monocordo di sua invenzione (v. Armonistica e Akroasis).

Nella immagine seguente vengono sviluppate le corrispondenze tra dimensione dell’Uomo e quelli dell’Architettura sacra.

«L’ egiziano, il romanico, il gotico. Nel primo prevale la terra, nel secondo si raggiunge un equilibrio che nel terzo è superato a favore dell’elemento celeste. Tre ottave, tre stili, tre civiltà.»

L’argomento viene approfondito in «Immagine sonore» (v.).

Saggio sulla geometria sonora tratti dal Libro dell’Armonica (Lehrbuck der Harmonik, di Hans Kaiser, Museo delle Scienze di Ginevra).

Oggi le leggi dell’Armonica sono anche fisica del suono, e per quanto riguarda la dimensione di mente e coscienza, lo studio è diventato psico-acustica.

Agendo con la tonalità (suono) giusta (numero), si riescono ad attivare determinati punti fisico-mentali, ai quali la coscienza reagisce. Così, ogni punto sollecitato dal suono, diventa una finestra per ottenere reazioni controllate. Per sviluppare sensazioni, emozioni e sentimenti che rafforzano l’intuito ed affinano le potenzialità mentali.

Test scientifici hanno dimostrato che dirigendo attraverso le orecchie due tonalità opposte (suono sinusoidale), le diverse percettività dei due lobi cerebrali (v. mascolino e femminino), si riuniscono “geometrizzandosi a forma di rombo” al centro del cervello. Questo processo di concentrazione porta una forma spontanea di sintesi mentale, un «unisono percettivo» del tutto simile a quello dei percepenti spirituali. Va da se il valore di tale studio in ogni suo aspetto.

L’Arte di edificare manufatti e di comporre simboli che potessero rappresentare il rapporto tra fisicità e dimensione spirituale, tra Uomo e Piano divino, ha accomunato tutti i grandi Costruttori, che nel contatto tra cielo e terra intendevano indicare il superamento dei limiti materiali.

Lezioni d’Ars muratoria che la Massoneria, erede dei grandi Costruttori, nelle sue aule non ha mai posto in evidenza. Non sappiamo dire perché, forse non reputa i propri operai ancora pronti.

Il Tempio di Poseidone

Sarebbe limitante pensare agli edifici medievali come unici esempi di eccellenza muratoria. Costruire Templi secondo le regole armoniche è cognizione antica, tanto in oriente che in occidente. Ne è un esempio il Tempio di Poseidone (Nettuno) eretto nell’antica Paestum (Pesto), di cui riportiamo l’analisi architettonica e armonica.

Il Tempio di Poseidone è un perfetto esemplare di ordine dorico. Armonioso ed euritmico, comprende un periptero con 6 x 14 colonne di m 24,14 x 59,88; l’altezza della colonne maggiori con i loro m 8,89 d’altezza slanciano l’edificio, mentre l’intercolumnio minore è di m 2,43; l’ambulacro di m 3,30 separa le colonne della naos, che si presenta a te navate di cui la centrale è la maggiore, scandite da due file di sei colonne minori.

«Le misure interpretate armonicamente secondo il Canone di base del Monocordo di Pitagora, sono state concepite in modo che una melodia può essere riprodotta con un pianoforte. Le separazioni, mostrano nella forma più adeguata le proporzioni sulla parte frontale del Tempio, con una suddivisione in quattro parti principali. Le tre parti mancanti nella rappresentazione soprastante la lunghezza del Tempio ed in primo e secondo ordine di colonne del suo interno, sono invece presenti e mostrate, nella figura del Monocordo, che contiene tutte le forme principali.

Come unità 1/1 della corda è stata considerata la lunghezza del Tempio, più la misura della relazione delle Forme rimanenti che, con le loro lunghezze di corda e i suoi rapporti sono visibili orizzontalmente, sopra il Monocordo. I suoni e le note, secondo il nostro sistema di misura, sono poste accanto.»

Il Chiostro ermetico del Monastero di San Cugat del Vallés

Oltre agli edifici sacri greci e romani altre costruzioni sono basate su notazioni ermetico-musicali. Come i chiostri del Monastero di San Cugat del Vallés, in catalogna, studiato da Marius Schneider («Pietre che cantano» 1980 Ed Guanda).

Gran parte riportano immagini di animali. E Schneider ha rinvenuto la corrispondenza tra gli animali che ornano i capitelli, le note musicali, le ore del giorno ed eventi equinoziali e solstiziali.

Quelle che sembrano semplici decorazioni, in realtà, sono precise notazioni musicali, che vanno lette tenendo conto di molti altri elementi (le misure della chiesa, il numero delle colonne, il loro orientamento). Decifrando il complesso codice, sono state ricostruite alcune melodie che sono l’anima musicale del Chiostro e che accompagnava particolari riti liturgici.

Il chiostro, opera dell’artista Arnau Gatell, ha una longitudine di 30 metri. Di pianta quadrata è cirocondato da archi retti da 72 coppie di colonne, decorate da capitelli finemente decorati, con rappresentazioni animali e scene bibliche. L’edificio che lo contorna è di stile gotico, di dimensioni di 52×23 m, con un rosone di diametro di 8,2 m.

Cosmogonia del Numero 72

È rilevante il significato dei capitelli del chiostro, pari a 72.

In molti edifici dell’antichità questo numero era ricorrente, rappresentato in forma di rappresentazioni iconografiche sacre. Questo Numero si collega alla precessione equinoziale; ogni 72 anni, infatti, le stelle ruotano di un grado rispetto all’orizzonte; in 25920 anni compiono un ciclo completo dello Zodiaco o, come è stato chiamato, un “Grande Anno”.

Il 72 è un numero precessionale che si ritrova nella scala vista in sogno da Giacobbe, composta, appunto, da settantadue gradini. Di eguale numero erano gli anziani della Sinagoga, ed i nomi degli angeli sono formati da tre versetti del 14° capitolo dell’Esodo e ogni versetto è composto da settantadue lettere. Anche presso gli Egizi il mito di Osiride rivela numeri dai precisi riferimenti astronomici, dicendo che l’anno dura 360 gg. e si compone di 12 mesi di 30 gg. Ciascuno. Dunque sviscerando i dati di questo mito abbiamo 360, 12, 30, tre numeri legati alla precessione. Il quarto numero, il più importante, è 72, che nel mito Egizio è il numero (esoterico) dei cospiratori usati dal Dio Seth per uccidere Osiride.

L’astronomia e le opere dei grandi Costruttori

La caratteristica dei Costruttori, che si esprimeva come Arte Bellezza e Armonia, in realtà si poggiava su solide basi scientifiche, e sarebbe un torto non riconoscere questo requisito.

In un mondo condizionato dall’ignoranza e dalla superstizione, le loro cognizioni scentifiche li rendeva alieni alle sue suggestioni. Abbiamo menzionato l’armonica degli spazi, ma andrebbero aggiunte le precise cognizioni astronomiche . Ne fa fede la conoscenza che avevano della precessione planetaria con cui orizzontavano gli edifici sacri . La conoscenza della «Volta stellata» ancora impressa nei Templi massonici non era astrologia, ma scienza delle stelle. E il fatto diventa inconfutabile riprendendo il fenomeno che abbiamo scelto come esempio.

L ‘asse di rotazione terrestre non è fermo su se stesso ma si muove nello spazio descrivendo un cono intorno al piano dell’eclittica. Questo movimento è chiamato precessione, dura 25.700 anni che vengono usati nel computo delle Ere. Di conseguenza a questo moto la posizione dei poli celesti si sposta di 50 gradi ogni anno. E questo ci porta alla posizione della stella più vicina al polo Nord celeste, che attualmente è l’Orsa minore, perciò identificata come stella polare.

A causa di questo spostamento il piano dell’equatore e quello dell’eclittica si spostano in senso contrario al moto apparente del Sole, e questo moto è la precessione degli equinozi che, assieme ai solstizi, costituiscono l’asse portante dei rituali misterici.

Seguendo i moti celesti gli uomini hanno costruito gli zodiaci e le Ere. L’equinozio primaverile che 3000 anni fa si trovava nella costellazione del Toro, oggi si trova in quella dei Pesci e tra qualche centinaio di anni sarà nella costellazione dell’Acquario. Tutto questo, e molto di più, è stato scritto nelle «Pietre» dai grandi Costruttori, e questo è uno stimolo ad approfondire sempre di più la “lettura” della tradizione muratoria.

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Appendice

La Biblioteca di Alessandria, faro di saggezza tra oriente e occidente

Alessandria d’Egitto fu fondata da Alessandro Magno nel 332 avanti Cristo. Dopo la sua morte, il Regno d’Egitto toccò alla dinastia dei Tolomei di Macedonia.

Sotto il loro dominio, Alessandria, oltre che capitale d’Egitto diventò la capitale dei commerci. Tanto che Tolomeo I eresse un enorme Faro, che impedisse lo scontro delle numerose navi che si dirigevano al porto.

Eresse un edificio straordinario per contenere la gigantesca biblioteca chiamata “Bruchium” (luogo della linfa del Sapere). Spinto dall’amore per la conoscenza, il faraone Tolomeo I mandò i suoi emissari, affinché per il mondo raccogliessero ogni documento degno di nota. Un suo editto dette il via ad una raccolta detta “fondo delle navi”, che consisteva nell’acquisizione di tutti i libri che si trovavano sulle navi che sostavano nel porto di Alessandria.

Per editto del faraone i libri dovevano essere lasciati nella Biblioteca che ne restituiva una copia. Così, avvenne la traduzione in greco dell’Antico Testamento, la famosa Septuaginta o “Bibbia dei Settanta.

Il primo direttore fu Zenodoto di Efeso, autore della critica ai poemi di Omero; fu lui a sistemare in ordine alfabetico i rotoli delle biblioteca. La prima catalogazione si deve a Callimaco di Cirene, la cui opera più grande fu i Pinakes o Tavole delle persone eminenti in ogni ramo del sapere con l’elenco delle loro opere, l’elenco delle opere redatto per il catalogo della biblioteca reale.

Dopo la direzione di Apollonio Rodio, nella seconda metà del III secolo a.C. fu a capo della biblioteca il grande geografo Eratostene, che contribuì ad accrescere la raccolta di opere scientifiche.

Eratostene, “professore” di matematica e di geografia, riuscì a misurare la circonferenza della Terra. Scrisse di filosofia, di teatro e di poesia. Tracciò, con una discreta approssimazione, la prima carta geografica completa delle terre abitate; e convinto della sfericità della Terra, sostenne la possibilità di giungere dalla Spagna all’India navigando verso ovest.

Con Aristofane di Bisanzio ed il suo discepolo Aristarco di Samotracia, la Biblioteca alessandrina raggiunse il suo apice, raggiungendo i settecentomila rotoli di papiro, provenienti da tutto il mondo allora conosciuto.

I volumi erano collocati in nicchie nel muro, e contenevano il sapere di un’intera civiltà. L’esempio fu seguito da Tolomeo II, e sotto il suo governo Alessandria d’Egitto diventò la più grande e fiorente città del mondo antico, culla della metodologica (Euclide) e dell’astronomia (Aristarco di Samo), della cartografia geografica (Eratostene), della medicina del sistema nervoso e circolatorio (Erofilo, Erasistrato).

La fine della biblioteca è avvolta nel mistero. Alcuni storici sostengono che fu bruciata incidentalmente da Giulio Cesare. Nell’incendiare la flotta di Cleopatra le fiamme si propagarono fino agli edifici vicini, avvolgendola tra le fiamme. La maggior parte degli studiosi, però, attribuisce la scomparsa della Biblioteca al patriarca d’Alessandria Teofilo, che guidò una folla di fanatici nella distruzione totale di un simbolo che, per i cristiani, rappresentava il sapere del mondo pagano.

In quest’episodio emerge Hipantia, donna colta e intelligente, filosofa e di libero pensiero, figlia del matematico Teone, ultimo conservatore della Biblioteca. Che fu tirata giù dal carro, da una folla di fanatici e bruciata viva come una strega nella Biblioteca, prima che fosse incendiata. Un piano ben congegnato, per cancellare testi i cui contenuti, all’ignoranza religiosa faceva molta paura. (torna al testo)

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