La Scuola iniziatica

Letture d'EsoterismoDalla Chiesa (della Ragione) all’Ekklesia (della Conoscenza)

Così come è corretto concepire l’Università, non tanto come luogo fisico ma, piuttosto, come “condizione mentale”, al pari, l’iniziato deve ricercare l’Ekklesia della Conoscenza, non come Istituzione specifica, ma quale luogo ideale dove concepire la scienza iniziatica, che non è appannaggio di un solo campo del sapere, ma il principio su cui si fonda una Cultura eclettica, multidisciplinare, non sincretica, né settaria.

La Scuola iniziatica

di Fabio Gasparri

Dalla Chiesa (della Ragione) all’Ekklesia (della Conoscenza)

«… alcuni studenti gli avevano chiesto con un certo risentimento se i suoi sforzi mirassero a privarli di un’istruzione. Fedro aveva risposto che non era così. Allora uno studente […] disse rabbioso che le autorità sarebbero intervenute perché il riconoscimento accademico fosse mantenuto. […] Fedro rifletté un attimo su quest’affermazione e si rese conto di quanto mistificatoria fosse l’idea che lo studente si era fatto del riconoscimento accademico. Quella sera scrisse la lezione sulla Chiesa della Ragione […].

Citava, per cominciare, l’articolo di un giornale a proposito della facciata di una chiesa di campagna cui era stata affissa l’insegna luminosa di una marca di birra. L’edificio era stato venduto ed era stato trasformato in bar.

Qualcuno si era lamentato con le autorità ecclesiastiche e il prete incaricato di rispondere alle critiche si era mostrato piuttosto irritato. Ai suoi occhi, l’episodio rivelava quanto grande fosse l’ignoranza a proposito di cosa fosse veramente una chiesa. S’immaginavano forse i fedeli che una chiesa consistesse in assi, mattoni e vetrate? […] Fedro disse che la stessa confusione esisteva a proposito dell’Università. L’Università vera non è un oggetto materiale […]

Quando un College perde il riconoscimento accademico… tutto continua esattamente come prima. La vera Università si limiterebbe a dichiarare che questo posto non è più «consacrato» …

La vera Università [secondo Fedro ndr] non ha un’ubicazione specifica. Non ha possedimenti, non paga stipendi e non riceve contributi materiali. La vera Università è una condizione mentale. È quella grande eredità del pensiero razionale che ci è stata tramandata attraverso i secoli e che non esiste in alcun luogo specifico; viene rinnovata attraverso i secoli da un corpo di adepti tradizionalmente insigniti del titolo di professori, ma nemmeno questo titolo fa parte della vera Università. Essa è il corpo della ragione stessa che si perpetua. […]

(invece) questa università, l’ente legale, non può insegnare, non produce nuovo sapere e non vaglia le idee. È solo un edificio, la sede della chiesa, il luogo in cui sono state create le condizioni favorevoli a che la vera chiesa possa esistere. La gente non riesce a vedere questa differenza […] e crede che il controllo degli edifici della Chiesa implichi il controllo della Chiesa stessa, considera i professori semplici impiegati della seconda università [… ].

Questa gente vede la seconda Università, ma non riesce a vedere la prima …” – R. Pirsig

* * *

In questa digressione iniziale, si coglie il senso di un errore comune a proposito di Università e riconoscimenti. Un errore analizzato da Robert Pirsig, autore del celebre libro «lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta».

Mi piace molto anche l’osservazione che R.P. fa a proposito del titolo di “professore”: mostrandoci i meccanismi che inducono a confondere la “mera manifestazione materiale” di un concetto con il concetto stesso.

La scoperta del senso profondo di ciò che accade nella nostra coscienza un attimo prima che si formi il pensiero (o addirittura prima della stessa intuizione), partendo dalla ricerca sul significato della Qualità, travolgerà l’intelletto di R.P. e la sua coscienza, fino a condurlo alle soglie (e oltre) della pazzia, almeno per come viene intesa secondo gli schemi occidentali.

Ciò che mi preme sottolineare è che l’errore che si commette, confondendo l’università (come edificio), con l’Università (come Chiesa della Ragione), è simile a quello che si commette spesso nell’approccio all’Esoterismo.

Nella visione “comune” si ritiene legittimo non spaziare in più campi d’indagine – tutti comunque interconnessi – sperando di potersi “laureare” (ovvero giungere all’Iniziazione, summa e “coronamento” regale di conoscenze multidisciplinari) frequentando un solo Istituto “Alchemico” o “Massonico” ad esempio, dove – per motivi incomprensibili – una “matricola” (ovvero un nuovo introdotto ) si sente in diritto di fregiarsi subito del «titolo» al quale aspira, pur sapendo (come almeno dovrebbe) che, in realtà, quel «titolo» è la conseguenza di una mutazione (maturazione) che si raggiunge solo dopo molti anni (o vite) di applicazione incessante su se stessi, dei criteri di una “disciplina iniziatica”.

Così formulata sembra un’affermazione incredibile, eppure, basta ricondursi al comune “commercio” di titoli e gradi exoterici della Massoneria (ma non solo di quell’Istituzione), per accorgersi che in ogni Istituzione iniziatica esiste una condizione esasperante di profanità diffusa.

Ed una volta conseguito “il titolo”, chi sente la necessità di avanzare? La meta è raggiunta: ci si sente “arrivati”. Peccato, però, che in questo modo si perda il contatto con la realtà (iniziatica): finendo per ricadere nelle illusioni dei “sistemi chiusi” descritti da Popper. Smarrendo, tra l’altro, anche il significato profondo del “senso iniziatico di concetti simbolici“. Un esempio?

Il Rosarium Philosophorum così recita: “Est lapis occultus, in imo fonte sepultus vilis et ejectus fimo vel stercore tectus” (“[la Prima Materia] della Pietra è nascosta, sepolta sotto la “fonte”, [in Natura] essa si trova comunemente anche come materiale di scarto, ed è coperta di letame”); così come è detto comune tra gli Alchimisti: “in stercore invenitur” (“si troverà nello sterco”).

Questo ci deve indurre veramente a credere che la Prima Materia per produrre la Pietra vada ricercata nelle latrine o, verosimilmente, sottintende un concetto più profondo?

Un’indagine anagogica porterebbe a questa conclusione. Non ignorando che uno dei maggiori “alchimisti” del secolo scorso, C. G. Jung, padre dell’esplorazione profonda dell’inconscio, non correlava la Prima Materia agli escrementi fisiologici, ma ai “residui” del subconscio. Così, anche Bertrand Russel scriveva: il subconscio collettivo è la “fossa biologica dell’umanità”. Quindi, sterco come metafora di humus emotivo e non di escremento fisiologico.

Ma quanta confusione può indurre l’ignorare l’analisi oggettiva di una regola o di un principio. Così, meglio seguire i dettami della Psicologia Sperimentale che, da storte ed alambicchi, sposta l’attenzione del ricercatore sui meccanismi della raffinazione interiore.

Questa è l’Alchimia iniziatica.

Dunque, così come è corretto concepire l’Università, non tanto come luogo fisico ma, piuttosto, come “condizione mentale”, al pari, l’iniziato deve ricercare l’Ekklesia della Conoscenza, non come Istituzione specifica, ma quale luogo ideale dove concepire la scienza iniziatica, che non è appannaggio di un solo campo del sapere, ma il principio su cui si fonda una Cultura eclettica, multidisciplinare, non sincretica, né settaria.

La ricerca a 180° diventa la condizione primaria di una direttiva effettivamente iniziatica, che diparta dal centro della propria coscienza.

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