Verità sconosciute

Domande e RispostePerchè l’esistenza di un’unica verità e di un’unica Gerarchia non si accompagnano ad un unico insegnamento “pratico”? Da che cosa sono prodotte le differenze?
Qual è, in questa stagione dolorosa per l’Umanità, il modo più efficace e utile di Servire?

Verità sconosciute

di Athos A. Altomonte

D: Ora, grazie al vostro sito, mi sto documentando sugli insegnamenti del Maestro D. K. divulgati da Alice Bailey. Per numerosi aspetti li trovo assolutamente coincidenti con quelli appresi dai libri di S.A. Weor (il quale mutua concetti anche da La Quarta Via di Ouspensky, dai Veda, da Aurobindo etc.); per quello che riguarda, invece, le pratiche di morte interiore o di distruzione dei cosiddetti “miasmi e nebbie” per la creazione del “canale centrale”, riscontro delle evidenti differenze.

Perchè, gentile Sig. Altomonte, l’esistenza di un’unica verità e di un’unica Gerarchia non si accompagnano ad un unico insegnamento “pratico”? Da che cosa sono prodotte le differenze?

Qual è, in questa stagione dolorosa per l’Umanità, il modo più efficace e utile di Servire?

R: Caro Amico, sembri una persona precisa, non una coscienza statica ma una mente in movimento. Ma prima di risponderti sento di dover chiarire due concetti.

Primo: nella dimensione terrena non ci sono Maestri. La Maestranza spirituale è una fase di non ritorno, e di questo bisogna farsene una ragione, per non confondersi a cercare quello che non si potrà mai trovare al di fuori della propria coscienza. Ovvero, ogni ragione di saggezza spirituale si trova solo dentro noi stessi.

Secondo: siamo tutti aspiranti, perchè il vero Discepolo è l’anima. Se vogliamo incontrare «il Maestro» dobbiamo diventare Discepoli. E questo è possibile solo unendo la nostra identità fisica all’identità dell’anima. Cominciando con il collegare l’io personale (la coscienza fisica) all’Ego superiore (superconscio, o coscienza transpersonale).

Se questa non è la dimensione dei Maestri ci sono, però, gli esploratori e i viaggiatori. I primi sono specialisti, ma settoriali. Il che significa poco propensi ad abbandonare il solco delle proprie indagini (la sicurezza di ciò che bene o male conoscono). Di contro, i viaggiatori sono disposti a rischiare, mettendosi in discussione con l’ignoto, per indagare più settori della conoscenza.

I viaggiatori sono dei saggi eterni ignoranti, perchè osano abbandonare le certezze per far luce nell’ignoto. Perchè, partono dal presupposto che “se nel mondo fisico la verità è relativa, bisogna attraversare molti territori mentali prima di raggiungere una sufficiente visione d’insieme”.

Tra i viaggiatori più esperti potrai trovare delle buone guide. Il che, in mancanza di maestri, è il meglio che tu possa augurarti. Ma attenzione ai millantatori. Ai pedagoghi che si “offrono”. Non valutarli usando la mente (che mente) ma con il cuore, che difficilmente può essere ingannato dalle parole.

Trovo questa una premessa indispensabile alle tue domande.

D: «Perchè, gentile Sig. Altomonte, l’esistenza di un’unica verità e di un’unica Gerarchia non si accompagnano ad un unico insegnamento “pratico”? Da che cosa sono prodotte le differenze?»

R: Abbiamo avuto tutti occasione di patire la confusione delle diverse interpretazioni. Le disuguaglianze coinvolgono tutti i campi della ragione: quello culturale, politico e sociale. E la loro espressione più perversa sono le ideologie.

I danni maggiori vengono dalla deformazione degli insegnamenti iniziatici e religiosi, in quanto veicoli di spiritualità. I cui contrasti sono sempre attribuibili agli uomini. È fondamentale, per il ricercatore, imparare a difendersi dagli inquinamenti e dagli errori, anche se compiuti in buona fede, o solo per limitatezza mentale. Sono frutti velenosi da cui ci si deve difendere. E l’unico antidoto, a mio avviso, è costruire una conoscenza cosciente, critica ed intelligente. Una struttura mentale attiva, non passiva, tanto meno attendista.

Muoversi oggi, muoversi sempre, ascriverei come motto.

Ora, però, tocca parlare di eccezioni, che pur ci sono, e come tali vanno comprese. Che non sono inganni ma solo strumenti interpretativi.

Cominciamo dal considerare che se diversi concetti, magari contrapposti, provengono da un solo punto di vista, allora è giusto pensare che qualcosa non vada. Ma se lo stesso concetto viene esposto da diverse angolazioni, allora, le differenze possono trovare giustificazione.

Ad esempio, per divulgare un concetto su piani diversi (piano basso, fisico-emotivo; p. medio basso, la ragione; p. medio alto, l’intelligenza; p. alto, l’intelletto), una stessa idea può essere espressa attraverso diversi punti di coscienza (i chakra). Usando la pancia (piano emotivo e passionale), oppure il cuore (piano del sentimento sapiente), o la testa (piano della ragione e della logica), la stessa idea viene espressa con modalità diverse.

Se poi due facoltà come cuore e mente si uniscono, la stessa idea viene espressa con l’intelligenza, l’empatia o l’intuito che, sommandosi a loro volta, creano quella luce chiamata intelligenza intuitiva, o conoscenza per contatto (con l’anima).

La conoscenza per contatto (v.) è il primo vero contatto con il Maestro interiore (v.) e avviene attraverso la coscienza sottile, che è l’aura dell’anima (v.). Il ragionamento, a questo punto si fa più articolato, anche se non difficile.

Dovendo considerare la colorazione dovuta ai diversi punti di coscienza (chakra), la differente energia che risuona dalla parola o che si emana dallo scritto, o dal segno e dal simbolo, sono idee cristallizzate che riflettono il colore del sentimento di chi le ha interpretate.

L’idea (la sintesi), diventa pensiero (forma), poi parola (suono) che trasmette il significato (espressione dell’idea). Sviluppando per bene i primi concetti, non possiamo che rilevare un altro aspetto inconfondibile: la geometricità del pensiero (armonia ed equilibro della sua forma) rende l’idea un numero.

Perciò, molte differenze sono dovute:

  1. alla coscienza del divulgatore, concentrata in un determinato punto (chakra), perchè non può o non sa spostarsi su altre posizioni (v. funzioni specifiche degli yoga) per costruire, di volta in volta, il linguaggio più adatto all’idea da esprimere;
  2. più spesso, però, avviene che la coscienza del divulgatore, concentrata in un determinato punto (chakra), per assimilare l’idea la porti in quel centro, costringendola più o meno consapevolmente a colorarsi del suo tono.

Di norma, è questo il problema che genera la differenza dei linguaggi: per cui, l’interprete è sicuro che oggettivamente il senso dell’idea sia quello che lui percepisce. Mentre, in realtà, quello che ha capito è stato colorato dall’osservazione fatta attraverso un particolare punto di coscienza (chakra).

È come se ogni uomo guardasse la realtà attraverso un fondo di bottiglia. Ognuna ha il suo colore, che può solo assomigliare a quello di un altro.

D: «…le pratiche di morte interiore o di distruzione dei cosiddetti “miasmi e nebbie” per la creazione del “canale centrale”, …»

R: Per facilitarti la ricerca ti ricordo che quello che potrei risponderti è ampiamente trattato nella sezione «Alchimia del Fuoco». In particolare nella selezione di saggi intitolata “Dalla conoscenza alla liberazione mentale” puoi trovare molte risposte sulla morte interiore e la liberazione.

Sempre nella sezione «Alchimia del Fuoco» trovi un panorama di saggi sull’aura, argomento strettamente connesso alla costruzione del ponte ed al “Servizio” da rendere all’Umanità. Devo ricordarti, però, che prima di affrontare le tecniche (“come si fa”), stiamo presentando gli elementi indispensabili a quelle pratiche. Che, se svolte senza criterio, possono risultare dannose, vanificando il progetto di servizio.

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