Il Fuoco dei Filosofi: la Preghiera. – La Reintegrazione Universale. – V.I.T.R.I.O.L. e laTavola Smeraldina di Ermete Trismegisto.
Il senso del divino, nell’uomo non rigenerato, si esprime principalmente attraverso l’emotività religiosa e per mezzo di riti, cerimonie e sacrifici. Riveste la sua più alta espressione nella Preghiera, che accompagna necessariamente questo insieme.
Sommario: Il Fuoco dei Filosofi: la Preghiera – La Reintegrazione Universale – V.I.T.R.I.O.L. Il Fuoco dei Filosofi: la PreghieraIl senso del divino, nell’uomo non rigenerato, si esprime principalmente attraverso l’emotività religiosa e per mezzo di riti, cerimonie e sacrifici. Riveste la sua più alta espressione nella Preghiera, che accompagna necessariamente questo insieme. “I Santi Uomini di Dio, quando vogliono camminare sui Trentadue Sentieri di Saggezza, cominciano a meditare sui versetti sacri e si preparano convenientemente con sante orazioni.” Ma la preghiera, come il senso del sacro che esprime, è un fenomeno spirituale. Ed il mondo Spirituale è fuori dall’attacco di ogni tecnica sperimentale, anche moderna. Il dominio scientifico comprende, felicemente, la totalità dell’osservabile e può, con l’ausilio della fisiologia, estendersi sino alle manifestazioni dell’iperfisico, mai al metafisico. Come raggiungere dunque una conoscenza reale della Preghiera? Sarà attraverso l’osservazione sistematica dell’uomo che prega, che apprenderemo in cosa consiste questo fenomeno, come si produce, ed i suoi effetti. La Preghiera ha sempre rappresentato lo sforzo dell’uomo per comunicare con Entità incorporee o metafisiche: antenati, guide, santi, archetipi, dei, o con la Causa Prima, sommità della Piramide, o forse solo con se stesso. Lungi dal consistere in una vana e monotona recitazione di formule, la vera Preghiera rappresenta nell’uomo uno stato mistico, in cui la coscienza si avvicina all’Assoluto. Questo stato non è di natura intellettuale, così da restare inaccessibile quanto incomprensibile al filosofo razionalista e all’erudito ordinario. Per pregare bisogna fare lo sforzo di tendersi costantemente verso la Divinità: “Pensa a Dio più spesso di quanto non respiri… e delle cortissime, ma frequentissime invocazioni mentali, mantengono l’uomo nella presenza di Dio.” “La vera preghiera è figlia dell’Amore, è lei il sale della Scienza che fa germogliare nel cuore dell’uomo come nel suo terreno naturale. Essa trasforma tutte le sfortune, perché è figlia dell’Amore, perché bisogna amare per pregare e si deve essere virtuosi per amare.” “Ma questa preghiera così efficace, può mai venire da noi? Non occorre che ci venga ispirata, pensando poi solamente ad eseguirla con attenzione e ripeterla con esattezza?… Chi ci concederà d’essere come fanciulli verso la Voce che c’ispira?…” Ma vedremo poi cosa va inteso con questa ‘voce ‘ che parlando in noi c’ispira a raggiungere …“il Fuoco introdotto in una Forma”…
L’Orante si costruisce in un diverso livello, “in un altro mondo”, quella Forma Gloriosa, quel Corpo di Luce indicato dal Maestro, e la Gerusalemme Celeste, la sua “Città Celeste”, nata dal suo Tempio Interiore, che ne fu l’Archetipo iniziale. Avviene così un’Opera di riconversione dall’Energia Celeste primitiva, ad una proiezione dell’Opera terrestre nel piano Celeste. Si può ammettere allora che l’uomo che non prega, non tesse la propria immortalità, privandosi così d’un prezioso tesoro. In ogni caso, ciascuno di noi troverà al di là della morte, ciò che avrà, voluto realizzare durante la vita fisica. L’ateo andrà verso il nulla, l’Aspirante verso un’altra vita. Psicologicamente, il senso del divino sembra essere una pulsione sorta dal più profondo della nostra natura, un’attività fondamentale presente sia nel primitivo, che nell’uomo civilizzato, e le cui differenziazioni sono legate ad altri, anche se fondamentali, attributi quali il senso della morale, o estetico, e la volontà personale. La storia ci mostra come nelle Nazioni, la perdita del senso del sacro e del senso della morale nell’uomo, abbia condotto sempre alla decadenza ed al loro asservimento a popoli più forti nelle loro Tradizioni Spirituali. La dispersione di grandi popoli e di grandi civiltà, non ultime quella Greca e Romana, ne rimangono il triste esempio. D’altronde anche il senso del Divino montato all’eccesso, sino a raggiungere lo stadio d’intolleranza, fanatismo e cecità spirituale, ha condotto allo stesso risultato. È nella rottura degli equilibri, dall’accesso di assenza, all’accesso di presenza del senso di fede nel sacro, che sta il raggiungimento dello stadio di crisi nell’uomo, come nell’insieme di uomini. L’uomo, quale composto di tessuti liquidi ed organici, è permeato da un elemento, nel concreto imponderabile, chiamato “coscienza”. Ora, poiché il corpo fisico – summa di quei tessuti e liquidi – è per la sua esistenza legato ad un regolare rapporto con il mondo concreto, è allora permesso supporre che la coscienza che lo abita si estenda oltre il continuum fisico, sino al suo simile, l’“universo spirituale”, tanto da permettere il contatto tra due Mondi differenti, anche se differenti solo nella limitatezza delle umane percezioni. Se il corpo formale non può fare a meno, per il suo sostentamento, dell’universo materiale nel quale attinge gli elementi per la sua conservazione, (ossigeno, azoto, idrogeno, metalli ed altro sino al carbone, proteine, amminoacidi e così via), attraverso le attività nutritive e respiratorie, altrettanto si evidenzierebbe dall’universo spirituale da dove la nostra coscienza attingerebbe i principi atti alla propria conservazione ed alla sua “salute”. Cosa impedirebbe dunque di vedere in quella regione, chiamata Universo Spirituale, la sede di quella Causa Prima che le ordinarie religioni chiamano Dio? In caso affermativo, allora la Preghiera potrebbe considerarsi l’Agente di relazione naturale fra la nostra coscienza ed il suo ambiente, allo stesso titolo della respirazione e della nutrizione per il veicolo fisico. Non risulterebbe quindi pregare, più di quanto ne risulterebbe il respirare, il pensare, il mangiare o il bere. Il contatto con lo spirituale va considerato, a tutti gli effetti, l’equivalente d’una funzione biologica, e come del tutto normale e naturale per una parte dell’uomo. Trascurare quest’attività, sarebbe come atrofizzare il proprio Principio, l’attivazione del quale, va sottolineato, è indipendente dal Sistema (d’invocazione) usato. “…molte nevrosi sono causate dal fatto che molti vogliono restare ciechi alle proprie aspirazioni religiose, al seguito d’una passione infantile per i lumi della propria ragione.” (C.G.Jung) Conviene doverosamente distinguere nell’argomento, la vaga ripetizione di formule ripetute senza che il proprio spirito, il Fuoco, vi prenda parte ed in cui solo le labbra abbiano una attività reale. Questo non è pregare. Bisogna che l’Uomo Interiore voglia che l’Uomo del Desiderio stia attento e dinamizzi ciò che labbra e cervello emettono congiuntamente. Assieme all’intuizione, senso morale, senso estetico ed intelligenza, il senso del divino dà alla propria Personalità umana il pieno vigore; ed è fuor di dubbio che la riuscita nell’impegno che è la propria vita, domandi d’ottenere il massimo sviluppo ed integrazione tra le nostre attività fisiologiche, emotive, intellettuali, e spirituali. Lo spirito è, ad un tempo, ragione e sentimento e noi dobbiamo amare la bellezza e la conoscenza tanto quanto la bellezza nella Morale o nella Forma pura e nell’azione. La Preghiera diviene dunque il complemento ed utensile essenziale nell’Opera di Trasmutazione nell’uomo. Essa ne è il Fuoco ed il Crogiuolo, e non potrebbe non esserne il Cuore in cui austerità, solennità ed ascesi, ne sono gli elementi combustibili dalle purezze iniziali. L’Opera è lunga per la “Via Umida” e dura secondo le parole della Scrittura…. “Sino a quando non appare il giorno (la Luce dell’Anima) e la Stella del Mattino si leva nei nostri cuori” (Pietro, II Epistola 1–10) Il Rituale dell’Eucaristia rappresenta nel suo Cerimoniale la Grande Opera con gli elementi che la compongono: la coppa, il Pane–Materia, il vino Acqua–Spirito, l’evocazione, l’elevazione liturgica, la precipitazione e la Trasmutazione e Santificazione. Sono questi alcuni degli elementi da considerare, e vediamo ora, su tale argomento, quello che ci ricorda l’esperienza d’un Fratello, Vescovo della Chiesa. «Nella celebrazione della Santa Eucaristia, vi sono molti simboli che riguardano la monade, l’ego e la personalità. Innanzitutto, per i tre elementi della Trinità, l’Ostia rappresenta Dio Padre od anche la Divinità una ed indivisibile; il Vino rappresenta il Dio Figlio, il cui Sangue è stato versato nel Calice di forma materiale; l’Acqua rappresenta lo Spirito Santo, lo Spirito che era presente al di sopra dello specchio delle acque, ed anch’esso è simboleggiato dall’acqua. Considerando poi la divinità dell’uomo, l’Ostia significa la Monade, la totalità, la causa invisibile di tutte le cose. La Patena significa il triplice Spirito attraverso cui la monade agisce sulla materia. Il Vino indica l’individualità versata nel calice del corpo causale, l’Acqua rappresenta la personalità che è così intimamente mescolata ad essa. Passando all’effetto della Comunione, la forza dell’Ostia è essenzialmente monadica ed agisce più potentemente su tutto ciò che nell’uomo dipende dalla diretta azione della monade; la forza del Calice supera quella dell’ego, il Vino ha una forza molto potente sui livelli astrali superiori e l’Acqua emette delle vibrazioni eteriche. Quando l’officiante fa sul Calice le tre croci con l’Ostia, vuole fortemente che l’influenza del livello monadico scenda sull’ego nella sua triplice manifestazione, e dopo, quando egli fa le due croci tra il Calice ed il suo petto, attrae quell’influenza nei suoi corpi mentale ed emotivo, per poterla poi completamente irradiare sui fedeli. Questo simboleggia i primi stadi dell’evoluzione, quando la monade è sospesa sulle sue manifestazioni inferiori, agendo su di esse, ma senza toccarle mai. Similmente il sacerdote tiene sospesa l’Ostia sul Calice, senza che una tocchi l’altro prima del momento stabilito. Quando il sacerdote lascia cadere un frammento di Ostia nel Calice, simboleggia la discesa d’un raggio della Monade nell’ego (l’Anima). Solo questo, per il momento, è dato scrivere.» La Reintegrazione UniversaleSappiamo che la reintegrazione universale del Cosmo e di tutte le Creature spirituali e materiali, è lo scopo ultimo dell’Alchimia Spirituale. Secondo l’autentica tradizione Rosa+Croce infatti, l’intero universo si è degradato con l’Uomo, suo guardiano iniziale. Vi è in Genesi un passo a cui nella chiesa exoterica si dà poca attenzione: “…ormai il suolo non produrrà che spine e roveti e la Terra sarà maledetta a causa tua…” (Genesi 2, 17–18). Questa frase evoca invincibilmente l’Hilè degli Gnostici che stava ad indicare la Materia Prima del mondo inferiore dell’Universo, e nel greco antico stava ad indicare quello che appariva selvatico e non dissodato, terreni e boschi, e l’Hilè s’oppone al concetto biblico di Eden, che significa, al contrario, ciò che appare curato, il giardino e, per estensione, l’ordine, l’oriente, la luce. Adamo abitava il Giardino dell’Eden sino alla sua discesa nel mondo del Desiderio e dopo aver conosciuto, per essersene nutrito, il Bene ed il Male. (Questo dramma rappresenta il momento dell’individualizzazione del genere umano raffigurato come Adamo Kadmon prima ed in Adamo separato, come Adam–Evé, nella separazione dei sessi e nella perdita della memoria di gruppo e la nascita dell’idea del peccato originale. L’Eden era divenuto l’Hilé). Come egli aveva rivestito una veste di foglie quale integrazione del Regno vegetale, poi pelli d’animale, altra allegoria della sua integrazione, ma questa volta del Regno animale (Genesi 2, 7–21), così l’Eden si cristallizza e si oscura. Al Giardino di Luce, frutto d’un piano superiore, succede un Universo fisico in cui lo spessore dei suoi materiali, trattenendo la luce, lo rendono tenebroso e le Forme appaiono pesanti ed oscure. “…uomo, il male è ancora più grande. Non dire più che l’Universo giace sul suo letto di dolori, dì che l’Universo è sul suo letto di morte. E spetta a te rendergli gli ultimi doveri, spetta a te riconciliarlo con quella Sorgente pura da cui egli discende, quella Sorgente che non è Dio, ma uno degli eterni Organi della Sua Potenza e da cui l’Universo non dovette mai essere separato. Sta a te, ti dico, riconciliarlo con essa, mondandolo di tutte le sostanze di illusione e menzogna di cui non cessa d’impregnarsi dopo la Discesa, ed a discolparlo di aver passato tutti i suoi giorni nella vanità…” “…apprendete qui un segreto immenso e terribile, Cuore dell’Uomo tu sei l’unica Via attraverso la quale il Fiume della Menzogna e della Morte s’introduce ogni giorno sulla Terra. Cuore dell’Uomo quanti secoli occorreranno per strappare da te quel lievito estraneo, che t’infetta? Sentite gli sforzi dolorosi e strazianti che fanno i mortali per fare questa semenza di morte? Piangiamo, poiché nel cuore dell’Uomo, che doveva essere l’ostacolo delle Tenebre e del Male, domina il regno dell’abominio e dell’errore. Piangiamo, affinché il Male trovi chiuse tutte le Porte e sia costretto ad errare cieco, nella spessa notte delle sue tenebrose Caverne…”. I Maestri affidarono al primo Eletto le Chiavi della Reintegrazione Universale ed al secondo quelle della Riconciliazione Individuale. Ma è evidentemente inutile interessarsi all’azione della Rigenerazione dell’Universo, se non si conduce un’Azione simile e parallela in noi stessi. Nondimeno, lo si vede già, tutto si lega armoniosamente in questo insieme. Riprendiamo allora la venerabile scienza che ci ha guidato, nelle pagine precedenti, alla rigenerazione del mondo metallico. L’Alchimia tende a riprodurre, in quella ridotta scala dell’Universo che è il matraccio, l’azione dell’Artigiano Universale alle prese con elementi disorganizzati ed imperfetti, armonizzandoli ed amalgamandoli per fonderli nella loro perfezione finale. Così che questo insegnamento, con la sua Operazione di lungo respiro, costituisce la Grande Opera. Questa Arte mette nelle condizioni il suo discepolo di sorprendere, di seguire e di poi riprodurre, tutto il processus misterioso, attraverso il quale l’Animatore Divino conduce il suo “giuoco d’Amore”. Questo è il Magistero Filosofico per eccellenza, l’Arte che insegna all’uomo le operazioni probatorie che lo condurranno alla Certezza assoluta. Ed è sempre lei, il Maestro veridico che darà Gnosi e Fede. Le Operazioni degli Eletti–Cohen, comportano tre elementi distinti: a) Esorcismi, destinati a stroncare l’azione demoniaca in seno agli Universi, ad impedire i loro effetti sugli uomini, a rompere il loro potere sull’Operatore ed i suoi discepoli, ad ottenere la limitazione o la cessazione di certi flagelli, ad annullare le Operazioni di Magia Nera. b) Evocazione–Invocazione, destinati a stabilire il contatto con il mondo Angelico e con la Comunione dei Santi (la Gerarchia); in quest’ultima l’Operatore sceglierà dei Patroni, particolari, e nel mondo Angelico dei Guardiani o delle Guide, a seconda del Servizio da rendere. Procedendo nelle sue Ordinazioni, il Cohen prende contatto con Gerarchie sempre più elevate, essendo i contatti precedenti i Ponti di accesso ad Esseri sempre più elevati. c) Preghiere, rivolte a Dio nelle Tre Manifestazioni della SS Trinità, destinate ad ottenere la Sua Grazia e la Sua Misericordia al fine della Reintegrazione. Esse vanno ad integrare le Evocazioni ed Invocazioni, e sono destinate a meglio indirizzarle ed ampliarle, elevandone il processo Vibratorio nell’uomo. L’insieme di questo Culto in quanto Liturgia comprende Dieci qualità d’Operazioni contenute nell’Albero Sephirotico: 1) Culto dell’Espiazione, nel quale l’uomo manifesta il suo pentimento, nella riconversione sia dai propri errori, che dalla Caduta del prototipo iniziale, l’Adamo Kadmon. Ne risulta un’Ascesi ed un Rituale Penitenziale. Sephira Malkuth. 2) Culto della Grazia Particolare, Generale, durante la quale l’Operatore, sostituendosi all’insieme dell’Umanità Terrestre, la fa partecipe dell’Operazione Individuale. Sephira Yesod. 3) Culto contro i demoni, difensori della Tenebra dell’Ignoranza e servitori della degradazione, sin dall’inizio dei Tempi dell’Opera, che essi operano a mantenere per aggravare il giogo del Potere Oscuro sull’Umanità. Con gli esorcismi, in particolare quelli delle Operazioni degli Equinozi, il Cohen combatte per ricacciarli e per mantenerli fuori dall’Aura Terrestre. Sephira Hod. 4) Culto di Prevaricazione e di Conservazione, proseguimento della precedente, questa operazione consiste nel combattere ed eliminare gli Adepti della Magia Nera, della stregoneria, e soprattutto nel perseguire tutti gli Spiriti Decaduti che ne sono gli ispiratori. Sephira Netzah. 5) Culto contro la guerra, come l’Omicidio è il più grave di tutte le Colpe, l’omicidio collettivo è il più grave di tutti i crimini. Il Cohen lotta contro le Potenze dell’Odio tra le Nazioni e tenta di stornare le loro Azioni e, in caso d’impossibilità, egli porta il soccorso della Teurgia alla parte ingiustamente aggredita, o a quella che esprime, o rappresenta, indiscutibilmente il Diritto Morale superiore, al di fuori d’ogni aspetto politico o materiale. Sephira Tiphereth. 6) Culto d’Opposizione ai nemici della Legge Divina, quale operazione Teurgica avente per scopo ultimo la lotta per annullare o fare abortire tutte le azioni umane tendenti a mantenere, diffondere e rafforzare il dominio dell’ignoranza e dell’egoismo, sotto qualunque forma si celi: ateismo, satanismo, negativismo d’ogni genere quali, dottrine, scritture, propagande politiche o settarie, distorsioni della Verità. Sephira Geburah. 7) Culto per ottenere la discesa dello SS, operazione Evocativa, avente quale fine l’adombramento dello Spirito Santo, l’Intelligenza Attiva del Logos, e l’infusione dei suoi doni. È, nel modo più specifico, la “Via Interiore” a cui si fa riferimento in questo Trattato, e lo scopo ultimo dell’Alchimia Spirituale nell’Uomo. Sephira Chesed. 8) Culto di Rafforzamento della Fede e nella Perseveranza della Virtù Spirituale Divina, operazione che ha per scopo ultimo la comprensione dei Misteri Divini, che permette all’Emulo di rafforzare la sua Fede in una Visione assoluta e definitiva. Sephira Binah. 9) Culto per la “fissazione in Sé” dello Spirito Conciliatore Divino, è l’accoglimento totale con una totale apertura di Sé, senza condizioni, dello Spirito Santo, di dove vorrà condurci e di cosa vorrà renderci. Questa operazione è rappresentata simbolicamente dalla discesa delle “lingue di Fuoco” nella Pentecoste, dall’insegnamento dell’Illuminazione finale, con i doveri che essa comporta nei confronti dei Fratelli privi di Vista, e nei riguardi dell’Assemblea Celeste. A questa Azione possono applicarsi le parole dette durante la Consacrazione dello stato di vescovo: “Accordagli, o Signore, di essere artigiano di Riconciliazione, in Parole ed in Opere, per la Potenza dei Segni e dei Prodigi…” Sephira Chokmah. 10) Culto che dedica tutte le Operazioni dell’Anno al Creatore. Questa parte comprende l’insieme delle Consacrazioni, Benedizioni e Ringraziamenti, con le quali l’Operante rende Sacre l’insieme delle Azioni umane, suscettibili ad esserlo. In Grazia e Virtù della Reintegrazione Universale, ogni Atto e Parola deve essere inserito in un “quadro rituale”, avente quella stessa Reintegrazione quale scopo ultimo, da cui i Ringraziamenti e le Benedizioni dei frutti della Terra, dei frutti del Lavoro e della Famiglia, nei Riti religiosi ed Iniziatici e della Costituzione di Sacramenti ed altre ancora, sono Operazioni sorelle e parallele, alle Cerimonie Religiose, poiché hanno gli stessi scopi e determinano gli stessi fini e perseguono le parole dell’Apostolo Paolo, che ci esorta: “Vi scongiuro dunque, innanzi tutto affinché si facciano suppliche, preghiere, voti e azioni di grazia, per tutti gli uomini, per i re e per tutti coloro che sono elevati a costituire autorità, affinché possiamo condurre una vita tranquilla e quieta…Questo è gradito a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini vengano salvati e vengano alla Conoscenza della Verità. Infatti vi è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo.”- Paolo, I Lettera a Timoteo 2,1–5. Anche l’Antica Alleanza l’aveva compreso: “Cercate anche la pace della città alla quale vi feci andare in esilio* e pregate Dio in suo favore, poiché nella sua pace ci sarà per voi stessi pace.” – Geremia, XXIX, 7 _________ * Nel suo significato esoterico, questo passo, si riferisce al Corpo fisico. Da cui se ne deduce anche, un insegnamento di tolleranza ed amore verso di esso.
È vero, senza menzogna verissimo, che ciò che è in alto, è come ciò che è in basso, per compiere i prodigi di un’unica cosa. E come tutte le cose vennero da una cosa sola, per volontà e comando dell’Unico che le pensò, così anche nascono tutte le cose da questa cosa una, secondo l’ordine della Natura. Suo padre è il Sole e sua è madre la luna, l’aria lo porta come fosse nel suo seno, la Terra è la sua nutrice e sostentatrice. Questa cosa è all’origine di tutte le cose perfette che ci sono al mondo. La sua forza è illimitata e si riversa in terra. Separa allora la terra dal fuoco, ed il sottile o fine dal grossolano o spesso, delicatamente, con grande industria e modestia. Sale dalla terra al cielo e di là scende nuovamente in terra, assume in sé la forza delle cose superiori ed inferiori. Così avrai la gloria di tutto il mondo. Perciò sfuggirà da te ogni oscurità ed ogni debolezza. Questa è, di tutte le forze, la forza più forte: perché essa può vincere tutte le cose sottili e può penetrare in ogni cosa solida e compatta. Così fu creato il mondo. Ne conseguiranno mirabili combinazioni e si verificheranno molti prodigi: la via per realizzarli è questa. E per questo sono stato chiamato Ermete Trismegisto: perché possiedo le tre parti della saggezza di tutto il mondo. Ciò sia detto del capolavoro dell’Arte alchemica. |