Raccontano i poeti che Vulcano attentasse alla castità di Minerva e, subitamente acceso da desiderio, le usasse violenza; nella lotta sparse per terra il seme, dal quale nacque Erittonio che, nelle parti superiori del corpo era di bell’aspetto, ma i femori e le tibie erano esili e deformi
Raccontano i poeti che Vulcano attentasse alla castità di Minerva e, subitamente acceso da desiderio, le usasse violenza; nella lotta sparse per terra il seme, dal quale nacque Erittonio che, nelle parti superiori del corpo era di bell’aspetto; ma i femori e le tibie erano esili e deformi, simili ad anguille. Conscio della propria deformità, inventò l’uso del cocchio, per mostrare ciò che di bello aveva nel corpo, e nascondere la bruttura. Questo sembra essere il significato di una favola strana e stupefacente. L’arte, che è simboleggiata per i molteplici usi del fuoco sotto la persona di Vulcano, ogni volta che cerca di violentare la natura per via di vessazioni d’ogni genere sui corpi, e si sforza di vincerla e di sottometterla (la natura per la solerzia nell’operare è adombrata nella figura di Minerva) di rado arriva al fine ed al voto desiderato. Tuttavia con molto sforzo e pressione (come in una lotta) fa sorgere imperfette generazioni ed opere di bell’aspetto, ma abnormi malate e claudicanti nelle applicazioni; le quali nondimeno vengono ostentate con grande e stolta pompa dagli impostori e, quasi portate attorno in trionfo. È possibile osservare spesso cose di tal genere tra le produzioni della chimica e le complesse novità meccaniche; specialmente quando gli uomini, tenendosi più dietro alle loro idee che alla necessità di salvaguardarsi dagli errori, si mettono a lottare con la natura invece di cercarne, con il dovuto ossequio e culto l’amplesso. |