Sui Chakra I – I Centri d’Energia o Chakra

Agni YogaVi sono sette centri principali e corrispondono ai sette principi dell’uomo, ma per il coronamento completo si devono risvegliare tutti i settantanove fuochi, il che include tutti i fuochi di tutti i centri e le loro ramificazioni. Nell’Insegnamento si parla di ventinove centri perché la loro apertura implica l’apertura dei centri rimanenti e delle loro ramificazioni. Tutti i centri spirituali fanno capo al cuore, il grande accumulatore e trasformatore di tutte le energie. Può essere chiamato il sole dell’organismo a causa del ruolo che svolge.

Estratti dalle «Lettere di Helena Roerich»

Traduzione di Renato Siderati
A cura di Adriano Nardi

I Centri d’Energia o Chakra

Campo magnetico o Uovo AuricoI Centri nell’UomoCentri Psichici e Organi FisiciL’Energia del FuocoApertura dei CentriSviluppo dei CentriPranayama come Respiro MentaleRespirazione e Hatha YogaNervi e Flusso SanguignoIl Soma, una protezione per i CentriPericoli nell’Apertura dei CentriProtezione dai Raggi SolariInfiammazione dei Centri NervosiParole del Buddha

Campo magnetico o Uovo Aurico

L’asserzione che la divina Monade non è all’interno dell’uomo è corretta fino ad un certo punto, perché il settimo ed il sesto principio formano il cosiddetto campo magnetico o uovo aurico.

Quindi dall’ampiezza e dalle emanazioni dell’aura è possibile determinare il livello o qualità dello spirito. Ecco perché è così importante accelerare la scoperta dei metodi di fissaggio o di fotografia dell’aura. Una tale immagine sarebbe una vera carta d’identità per un uomo!

I Centri nell’Uomo

Vi sono sette centri principali e corrispondono ai sette principi dell’uomo, ma per il coronamento completo si devono risvegliare tutti i settantanove fuochi, il che include tutti i fuochi di tutti i centri e le loro ramificazioni. Nell’Insegnamento si parla di ventinove centri perché la loro apertura implica l’apertura dei centri rimanenti e delle loro ramificazioni. Tutti i centri spirituali fanno capo al cuore. Il cuore è il grande accumulatore e trasformatore di tutte le energie. Può essere chiamato il sole dell’organismo a causa del ruolo che svolge.

Vi sono in tutto quarantanove Chakra o centri. Nel libro Agni Yoga ne sono citati ventuno. L’apertura e la trasmutazione di questi ventuno causa l’accensione degli altri, perché molti centri hanno doppia connessione. Per un alto sviluppo spirituale non solo è necessaria l’apertura dei centri, ma anche la loro trasmutazione, perché la pura e semplice apertura di uno o due centri non porta altro che a basso psichismo e a molti pericoli. In linea di massima, senza l’aiuto del Maestro la corretta apertura dei centri è pressoché impossibile. Naturalmente intendo il Grande Maestro, perché solo un tale Maestro può conoscere la vera condizione di un organismo in tutti i suoi involucri. Solamente Lui può regolare la pressione sanguigna, che diventa così pericolosa durante l’apertura dei centri, per non dire della loro trasmutazione ignea. Perciò nei libri dell’Insegnamento viene indicata prima di tutto una lunga fase di preparazione dell’organismo, precisamente una profilassi fisica e spirituale. La purificazione del pensiero e del cuore sono assolutamente necessarie. Poi viene l’ampliamento della coscienza, il raffinamento di tutti i sensi e la coltivazione del cuore, che è l’organo della sintesi.

Tutto ciò aiuta lo sviluppo spirituale, che porta con sé la naturale apertura dei centri e la possibilità di attrarre l’attenzione del Grande Maestro, che vaglierà se agevolare il passo successivo, la trasmutazione ignea dei centri.

Senza una coscienza purificata, possiamo fare tutti gli esercizi conosciuti per la stimolazione dei centri nervosi ma, nella migliore ipotesi, possiamo arrivare solo ad uno psichismo pietoso oppure (se tale potenzialità esiste), a sviluppare facoltà medianiche che facilmente possono renderci vittima di un ossessore.

Di solito si parla di sette chakra:

1) Muladhara-Kundalini, che sta alla base della spina;

2) Svdhisthana chakra, nell’addome tra l’ombelico e la base della spina;

3) Manipura chakra o plesso solare;

4) Anahata chakra, il Calice;

5) Vishudda chakra o centro della gola;

6) Ajna chakra o Terzo Occhio;

7) Brahmarandra chakra o la Campana, alla sommità del capo.

Ma naturalmente il solo cervello ha più centri che questi citati. Si parla raramente dei centri nelle spalle, guance, polmoni, polsi, reni, etc.

Persino nella letteratura indiana vi sono disaccordi riguardo alla collocazione del terzo occhio. Alcuni lo associano con la ghiandola pituitaria, altri col plesso solare, etc.

Per esperienza personale posso dire che quando uno raggiunge lo stato della vera chiaroveggenza si vede maggiormente tramite il centro della Campana. È possibile vedere tramite il centro del plesso solare e possiamo veramente dire che ogni centro può vedere. Possiamo perfino vedere all’interno del nostro organismo. E tutto ciò è possibile con una accumulazione sufficiente di spiritualità, assieme alle condizioni richieste di prana e di altitudine.

Nelle immagini antiche della Madre del Mondo (in tibetano Dukkar dai molti occhi) si vede che la sua aura consiste di occhi. Ogni raggio termina in un occhio. Quindi gli antichi conoscevano molte cose che ci rimangono nascoste. Analogamente, tra i Grandi Maestri viene specialmente apprezzata la manifestazione dell’Occhio di Dangma. Questa non è chiaroveggenza, come viene intesa di solito, ma conoscenza diretta accumulata nel Calice durante migliaia di vite e di esperienze di auto-sacrificio. Questa accumulazione conduce ad un grande destino, sino a diventare un vero Arhat o Uomo-Dio.

Centri Psichici e Organi Fisici

Tutti i centri psichici corrispondono ai centri fisici. Ogni organo possiede il proprio centro nervoso; alcuni organi doppi, come reni, polmoni, ecc., dispongono anch’essi di una doppia ramificazione.

L’Energia del Fuoco

“Le energie del fuoco, portate in tensione da qualche centro, spesso possono causare un modo di agire migliore delle energie di tale centro. Un’azione parziale delle energie dà al centro il potere di manifestarsi in modo parziale. Queste tensioni conducono a quelle manifestazioni parziali che portano all’errore la coscienza con poca discriminazione. Ha ragione Ur, ad additare queste manifestazioni, evocate dalla tensione di un solo centro e che portano allo psichismo. Veramente ogni apertura, saturazione e irritazione dei centri dà una direzione netta alle energie ignee. Ma solo la conformità tra la condizione dell’organismo e il risveglio spirituale produce, come effetto inevitabile l’apertura dei centri nella massima tensione. Una pressione parziale produrrà un risultato parziale, che può rivelarsi come una manifestazione molto pericolosa. Sulla via verso il Mondo del Fuoco impegniamoci a comprendere la massima tensione dell’energia del fuoco.” (Mondo del Fuoco III)

Apertura dei Centri

Nello sviluppo spirituale l’apertura dei centri d’energia ha luogo in modo naturale. L’apertura e il funzionamento di questi centri dovrebbe dapprima essere manifestata nei loro aspetti psichici o spirituali. Con un costante impegno dedicato ad espandere la propria coscienza l’accelerazione dell’apertura dei centri è una ragionevole conseguenza.

Ciò accade, o con l’aiuto e la guida di un Maestro della Luce, o talvolta mediante il contatto con l’aura ignea e purificata di un discepolo. Tutto procede dal superiore all’inferiore, dal piano spirituale al piano fisico, ma non viceversa; e qui il Principio Gerarchico viene potentemente affermato.

Le emozioni più elevate elevano le nostre vibrazioni, raffinando ed aprendo i nostri centri.

Una sensazione tra le sopracciglia, non implica necessariamente l’apertura parziale del terzo occhio; può essere semplicemente una conseguenza di uno sforzo muscolare.

…l’organo corrispondente al terzo occhio è la ghiandola pineale. Questa ghiandola, assieme alla pituitaria, è ora considerata molto importante nel funzionamento corretto dell’organismo. Nell’India antica erano conosciute anche come canali per tutte le manifestazioni spirituali e manasiche (psichiche).

Nella vera chiaroveggenza non si può dire che la visione avvenga con un organo specifico perché la visione può sorgere al di sopra della testa, posteriormente, lateralmente, di fronte, nel cerchio del terzo occhio, nel plesso solare, e così via; e si percepisce egualmente bene da tutte queste posizioni.

Ricordiamoci che i centri nervosi hanno le loro controparti sottili. Perciò ogni anormalità o squilibrio nello sviluppo di questi conduttori fisici, reagisce inevitabilmente su tutti i veicoli. Quindi attenzione a non causare squilibri.

Fino a quando non sia stata raggiunta l’età di 30 anni, l’apertura dei centri è impossibile senza provocare danni all’organismo.

È solo dopo i trent’anni che tutti i centri sono in grado di agire.

Sviluppo dei Centri

Certamente il “terzo occhio” ha il suo substrato fisico nel centro del sistema nervoso. Dà massima attenzione alle due glandole del cervello, la pituitaria e la pineale. I movimenti molecolari della ghiandola pituitaria sviluppano la vista psichica, ma per la vista superiore e spirituale ci devono essere anche movimenti della ghiandola pineale. Le radiazioni o emanazioni di queste due glandole, se unite, portano i massimi risultati.

Fare massima attenzione ai centri nervosi, che qualche volta non sono coscientemente realizzati, ed essendo parzialmente aperti, mostrano spesso sintomi di tubercolosi, asma, reumatismi ed altre malattie.

Uno dei centri più importanti nel processo dello Yoga è il centro del plesso solare, ma non vi si presta molta attenzione. E causa molte sensazioni dolorose durante lo sviluppo del processo yogico.

Pranayama come Respiro Mentale

Il corpo eterico, o i fluidi sottili (emananti dal corpo fisico) sono emanazione dei centri fisici. Il corpo eterico afferma quello fisico e rafforza l’astrale perché è un legame tra i due corpi.

Non attribuite una importanza esagerata al pranayama. La scienza del respiro praticata dai veri Raja Yogi ha poco in comune con il comune pranayama! Gli Hatha Yogi sono interessati solamente al controllo del respiro vitale dei polmoni, mentre gli antichi Raja Yogi vedevano il pranayama come una respirazione mentale. È proprio vero che solo la padronanza di questo respiro mentale porta la più alta chiaroveggenza, risuscitando il funzionamento del terzo occhio e portando alle vere realizzazioni del Raja Yoga.

Respirazione e Hatha Yoga

Sul mercato mondiale vengono immessi migliaia di libri, in cui sono esposti facili metodi meccanici per sviluppare i poteri psichici inferiori latenti. Davvero questi scrittori irresponsabili e ignoranti stanno collaborando con le forze nere. Queste ultime non desiderano nulla di più che aprire certi centri nelle persone e quindi giungere al loro controllo e per loro tramite accedere alla vita fisica, per poter portare a termine i loro piani tenebrosi.

Indubbiamente la respirazione semplice e ritmica è di per se piuttosto benefica. La gente dimentica non solo il beneficio che deriva dall’aria fresca, ma precisamente il corretto modo di respirazione, il che è attualmente alla base della nostra salute.

Comunque il pranayama dell’Hatha Yoga non ha nulla a che fare con tale respirazione ritmica. Il pranayama usato dai seguaci dell’Hatha Yoga, ha come suo scopo la generazione e l’apporto di flusso sanguigno a certi centri, per mezzo della sospensione del respiro e della rotazione e di altri tipi di ginnastica, causando così l’accelerazione della loro attività.

Ma si può facilmente immaginare quanto sia dannoso per un uomo eccitare i centri in organi che per qualche causa sono indeboliti o addirittura malati; di sicuro la loro condizione di squilibrio verrà intensificata. Ciò spiega la causa dei molti casi sfortunati tra quelli che praticano il pranayama sotto la guida di insegnanti ignoranti e irresponsabili. L’apertura di tali centri può avvenire senza danni solo sotto il controllo di un Grande Maestro, che vede le vere condizioni di un organismo in tutta la loro complessità e che sa ciò che può essere applicato o permesso e quando. Teniamo presente che proprio durante la trasmutazione dei centri può verificarsi una tensione tremenda ed un afflusso di sangue nella loro direzione. Il Maestro deve sapere a volte come trasferire queste tensioni ad un luogo meno pericoloso o come deviare l’eccesso di sangue per poter evitare una conflagrazione generale e perfino la morte ignea. Credimi, il Maestro non perderà un solo istante se il discepolo è pronto per una tale trasmutazione e provvederà tutto ciò che è necessario al suo organismo in accordo al suo stile di vita.

Nervi e Flusso Sanguigno

In certe manifestazioni i nervi sono particolarmente discordanti col sangue. Il Consiglio dato è:

“Durante tali discordanze tra nervi e flusso sanguigno si deve mantenere una calma speciale e non sovraccaricare lo stomaco perché queste congestioni possono essere talmente forti e dolorose da poter perfino causare svenimenti” .

Infatti quando i centri superiori iniziano a funzionare spesso avviene un’inversione della polarità che è rivelata in tali manifestazioni ignee. Ma non si deve dirigere questa onda verso i centri bassi. Mantenere la serenità, evitando in modo particolare l’irritabilità. La valeriana è eccellente ed in alcuni casi dovrebbe essere presa due o tre volte al giorno, ma naturalmente non in dose forte.

Nell’antica farmacopea orientale il muschio era visto come il rimedio per ricostruire l’equilibrio, ma ovviamente molto dipendeva dalla dose. Molta gente semplicemente non può prendere il muschio, perché perfino una piccola dose causa congestione del sangue ed incremento dei battiti. Perciò nel tuo caso consiglierei piuttosto di prendere cinque o sei gocce di tintura di strofanto per tre giorni di seguito, una volta al giorno ed una la notte.

Il Soma, una protezione per i Centri

Il soma non va confuso con il corpo eterico. Il soma è una secrezione sottile delle ghiandole che può creare una rete protettiva per i centri. Perciò, con una tale protezione, la trasmutazione dei centri può essere continuata, perché il loro isolamento rende questo processo meno pericoloso. Anche sotto la neve le piante vivono e crescono. Qualche volta le piante più sorprendenti si sviluppano sotto la pura neve. Quindi il soma dà protezione contro il fuoco.

Pericoli nell’Apertura dei Centri

Allo scopo di evitare il pericolo della pressione sanguigna che segue inevitabilmente all’apertura dei centri, gli yogi si allontanano dai luoghi sovraffollati ritirandosi sulle montagne, ove soggiornano a grandi altezze. Il processo di apertura dei centri è dunque accompagnato da grandi pericoli e non può avvenire senza una lunga preparazione dell’organismo.

Protezione dai Raggi Solari

È consigliabile proteggere la sommità del capo dall’azione diretta dei raggi solari. Perciò gli Yogi acconciano i loro capelli annodandoli sul capo. A parte il calore, i raggi del sole, durante il periodo di aumento delle macchie solari, contengono un certo “chimismo” che può essere dannoso. In generale durante l’apertura dei centri si dovrebbe evitare il contatto diretto con i raggi solari. Sono anche dannosi esercizi fisici eccessivi, come gli sport.

Infiammazione dei Centri Nervosi

Preparazioni a base di menta piperita o mentolo sono per prima cosa insostituibili negli anestetici locali, ed altrettanto per il sollievo dei processi infiammatori così comuni tra coloro che iniziano lo Yoga. La maggior parte dei dolori degli Yogi è connessa con una condizione infiammata dei centri nervosi e delle glandole, perché i canali dei nervi sono strettamente connessi alle glandole.

Perciò il comune “migrenstift” (migraine [emicrania] stick) è molto utile e così anche per le applicazioni del balsamo Benguè, che contiene una grande percentuale di mentolo.

Parole del Buddha

Le parole di Buddha che “in ogni bhikshu (*) vi sono sei bhikshu e un Buddha e che nel Buddha vi sono sette Buddha”, significano precisamente che tutti i principi o centri o fuochi hanno raggiunto nel Buddha una trasformazione ignea completa nel loro sviluppo ed equilibrio spirituali sintetizzati, e ciò naturalmente in relazione a un certo ciclo.

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(*) Bhikshu: monaco della comunità buddhista. In Giappone i b. sono conosciuti come bosan (bonzi) e in Tibet come lama. (n.d.r.)

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Traduzione di Renato Siderati

A cura di Adriano Nardi