Sette Maestri costituiscono una Loggia regolare – Del Sole e della Luna – Il Libro sull’ara
I tre grandi Raggi di Sintesi (I, II e III Raggio) costituiscono il complesso della manifestazione Divina. Questi 3 Raggi maggiori, o d’Aspetto, sono, nella loro totalità, la Divinità manifesta, la Parola incarnata, l’espressione del Proposito creativo e la Sintesi di vita in qualità e apparenza.
dedicato al lavoro d’istruzione di Athos A. Altomonte Sommario: Sette Maestri costituiscono una Loggia regolare – Del Sole e della Luna – Il Libro sull’ara I tre grandi Raggi di Sintesi (I, II e III Raggio) costituiscono il complesso della manifestazione Divina (vedi La Scienza dei Raggi). Questi 3 Raggi maggiori, o d’Aspetto, sono, nella loro totalità, la Divinità manifesta, la Parola incarnata, l’espressione del Proposito creativo e la Sintesi di vita in qualità e apparenza. Questi tre Aspetti fondamentali o Raggi, sono alla base della manifestazione nel cosmo. Essi sono il I Raggio, l’Aspetto Volontà, il II Raggio, l’Aspetto Amore-Saggezza, il III Raggio, l’Aspetto Attività Intelligente. Quando l’Entità che, inadeguatamente, possiamo dire essere “dietro” l’universo, nel senso di fuori dalla manifestazione, decise di apparire, lo espresse come una Volontà “centrifuga”; il big-bang della scienza attuale ne da una significativa rappresentazione. L’emanazione di questa Volontà, geometricamente viene rappresentata con il punto. Questa energia ovviamente attraversa ogni dimensione fino a giungere al piano fisico e prosegue nel suo moto d’espansione. Allo stesso tempo se non ci fosse una Volontà centripeta, quell’energia centrifuga si disperderebbe. Questo secondo Aspetto si esprime come Magnetismo e rappresenta quell’energia capace di contenere, tanto che la geometria la rappresenta con una circonferenza attorno al punto. Questo è il simbolo del Logos. Il punto è quello che noi riconosciamo come il Padre, e la circonferenza come la Madre, lo Spazio. L’interazione di queste due Energie, esotericamente indicate Le Due Origini, da vita ad uno spazio qualificato, che riconosciamo come il Figlio, il terzo Aspetto, la manifestazione espressa dal Moto: ecco che appare la forma. Il terzo Raggio d’Aspetto, è il raggio che sintetizza i quattro Raggi d’Attributo (IV, V, VI, VII), così come sono chiamati, ed appare come frutto dell’azione dell’Uno e del Due. Se tre sono i Raggi (che sono energie) utili a creare una forma (I, II e III), cinque servono a manifestarla (III, IV, V, VI, VII), sette sono necessari a darle piena espressione. Questo suonerà familiare ai molti che conoscono i capisaldi massonici e che possono così intenderne il senso esoterico. Vediamo allora nel Tempio massonico come questo concetto, relativo alle tre forme d’energia è rappresentato. Ogni Tempio è dedicato Alla Gloria Del Grande Architetto Dell’Universo, da cui l’acronimo A.G.D.G.A.D.U.; questo per non dare un nome alla divinità a cui sono ispirati e dedicati i lavori templari. Il primo simbolo che troviamo sotto questo acronimo, generalmente presente in ogni tempio, è l’occhio inscritto nel triangolo, rappresentazione della Monade umana ovvero quel “frammento divino in ogni uomo”, dove l’occhio è rappresentativo del Logos ed il triangolo della Monade. Vi è poi il Pentalfa fiammeggiante con inscritta la lettera G. Non è un semplice pentalfa ma ha l’attributo di essere ardente del fuoco iniziatico, a testimonianza del potere dell’anima che adombra i fratelli che sono in quel Tempio, riconosciuti come Maestri. È dell’anima il potere di Illuminare la forma e questo simbolo ce lo ricorda. Poiché il pentalfa rappresenta l’uomo, questa figura posta sotto il triangolo monadico, a sua volta sotto l’acronimo a cui è dedicata l’opera, A.G.D.G.A.D.U., per di più fiammeggiante del fuoco spirituale, esprime l’uomo nel microcosmo rivalutato dell’energia del Padre, saturato dell’energia macrocosmica, ovvero l’uomo Iniziato. In sintesi, il lavoro nel Tempio è svolto da un consesso di anime, prima che di personalità. Ancora più in basso troviamo il Maestro Venerabile, che assieme al I Sorvegliante ed al II Sorvegliante compongono un triangolo, detto delle Tre Luci, espressione delle tre energie, i tre Aspetti sul piano fisico. Qui si rende necessaria una digressione, per poter comprendere le attribuzioni che i rituali assegnano alle tre funzioni rispettivamente del M.V., del I Sorv. e del II Sorv. : Saggezza, Forza e Bellezza. L’Antica Saggezza ci ricorda che l’attuale Sistema Solare di cui il nostro Logos Planetario è una delle Entità che assieme agli altri Logoi Planetari lo compongono, attualmente lavora sull’Energia del Secondo Aspetto o Raggio, quella conosciuta come Amore-Saggezza. Un’idea di questa qualità fu testimoniata all’Umanità da due figure di prim’ordine e d esemplari con le loro vite, qualità che assieme manifestano il II Raggio, e furono il Buddha (per l’aspetto Saggezza) e il Cristo (per l’aspetto Amore). Sappiamo che ogni Raggio si manifesta a sua volta in modo settemplice rispettando la legge che vale per ogni organismo vivente in natura. Pertanto quando si fa riferimento alle tre funzioni delle Tre Luci, va tenuto presente che l’energia sotto la quale si lavora è quella del II Raggio, dell’Amore-Saggezza, ed i tre esprimono i primi tre aspetti di quell’energia; in particolare il M.V. incarnerà la Saggezza con cui dirige i lavori della Loggia, esprimendo una Volontà di bene utile ad indicare il proposito, esprimendo così il 1mo aspetto del II Raggio, il I Sorv. la Forza, intesa come capacità di contenere, con tenacia la coesione della Loggia, coordinandone i lavori, esprimendo così il 2do aspetto del II Raggio, e il II Sorv., la Bellezza, intesa come Attività amorevole, illuminando con il suo lavoro le coscienze appena introdotte nel tempio, orientandole al lavoro futuro, esprimendo così il 3zo aspetto del II Raggio. Perciò la prima Luce dirige, la seconda contiene e la terza illumina. Dicevamo all’inizio che ogni manifestazione è caratterizzata da questi tre Raggi d’Aspetto, quindi anche l’individuo. Ogni organismo in evoluzione è per definizione imperfetto, infatti raggiunto il livello di perfezione (relativamente a questo piano) viene meno l’esigenza di manifestarsi fisicamente, cosa che accade con l’abbandono della incarnazione ciclica sul piano fisico (il ciclo delle rinascite), per passare su altri piani di coscienza, esotericamente indicati come altri Mondi di manifestazione. Coscienze evolventi, quindi imperfette, sono anche quelle dei funzionari che esprimono le Tre Luci; questa consapevolezza dovrebbe guidarli nello sforzo di sintetizzare questo triplice aspetto (Volontà, Amore ed Intelligenza) nel proprio lavoro, che sarà tarato al piano di coscienza indicato dal Quadro di Loggia, che può essere come noto, in grado di Apprendista, Compagno e Maestro. Il contenuto simbolico del Quadro di Loggia, esprime uno stato di coscienza, per questo anche detto lo specchio, dove è riflesso il modello a cui sono ispirati i lavori (già ne avevamo accennato in un precedente lavoro vedi Il Quadro di Loggia). “Io so, quindi sono” recita il catechismo, quindi se non so, non posso essere. Sette Maestri costituiscono una Loggia regolareIn ogni Tempio abbiamo Tre Luci; ogni persona chiamata a rappresentare quella funzione entra nel Tempio, indossando un collare con un gioiello simbolico. Il collare lo ritroviamo sempre nei paramenti dei grandi sacerdoti, dei grandi dignitari, di re e principi, di magistrati, di tutte le persone qualificate per certe funzioni. Perché questa costante nell’uso del collare? Il collare con il suo gioiello sta ad indicare che il simbolo di quel grado, che poi è la coscienza di quella funzione, deve partire ed essere governata dal cuore. Il fratello che in quel momento indossa quel collare con relativo gioiello simbolo della funzione, deve sapere che la sua azione deve partire dal cuore e non dalla testa. Se fosse servito indicare la testa si sarebbe fatto ricorso ad altri paramenti, come la corona dei re o quelle con il serpente sulla fronte dei faraoni. La tradizione perciò assegna ai paramenti l’uso del centro energetico che l’officiante dovrà utilizzare. I massoni che tendano all’iniziazione reale, dovrebbero lavorare soprattutto con il centro del cuore, il centro cardiaco, quindi con l’aspetto Amore-Saggezza. Ciò sostiene la ragione per la quale la guida di una loggia, rappresentata dal M.V. sia simbolicamente rappresentativa del II Aspetto, nella sua prima qualità. Ogni singolo fratello che aspiri all’Iniziazione reale deve lavorare alla realizzazione della propria triplicità. Dovrà essere capace di gestire la propria parte di Amore-Saggezza, che si palesa sul piano intuitivo (in oriente indicato come piano buddhico), la propria parte di Volontà di bene, inteso come lavoro finalizzato alla realizzazione del Bene Comune, che implica un decentramento coscienziale e qui non ci si riferisce al piano del mentale concreto (piano della ragione), ma a quello astratto della mente dove è possibile grazie al medio dell’intuizione toccare il piano delle idee; e la propria parte di Attività Intelligente quindi l’aspetto creativo che si manifesta nel fare, come frutto del corretto uso degli altri due Aspetti. I tre gioielli delle tre luci sono tre modi di muoversi con mente e coscienza; il gioiello dell’M.V., la squadra, esprime ciò che potremmo sintetizzare il “criterio”, mosso dal cuore, con il quale dirige (I aspetto) i lavori della Loggia. Il gioiello del I Sorv., la livella, esprime il piano orizzontale dove si manifesta l’opera dei Compagni, dei quali egli definisce il campo d’azione (II aspetto). Il gioiello del II Sorv., la perpendicolare o filo a piombo, esprime l’opera di riorientamento sul piano verticale dove egli è chiamato ad educare gli Apprendisti all’allineamento, condizione imprescindibile per mettere in rapporto la propria “terra” (l’aspetto lunare, la forma) con il proprio “cielo” (l’aspetto solare, la Presenza sottile o Anima) la fonte di “illuminazione” (III Aspetto). Vale la pena sottolineare come la squadra, gioiello del M.V. sia la sintesi del braccio orizzontale, direzione operativa del I Sorv. e del braccio verticale, direzione operativa del II Sorv., ovvero le condizioni essenziali per l’Opera nel Tempio dedicata al GADU. Dopo il primo triangolo rappresentato dalle Tre Luci, il secondo per ordine d’importanza è quello rappresentato dall’Oratore, dal Segretario e dal Copritore Interno. Ad essi corrispondono ovviamente altre tre energie di Raggio, rispettivamente il V Raggio per l’Oratore, il VI Raggio per il Segretario ed il VII Raggio per il Copritore Interno. L’energia del IV raggio è espressa dal Maestro delle Cerimonie, che al centro esprime “l’occhio del cuore” della loggia. Per l’Uomo del Tempio il Maestro delle Cerimonie è rappresentativo del centro che l’oriente indica come “terzo occhio”, che ha facoltà di riflettere il fuori nel dentro, ma anche il dentro nel fuori. Dalla sua grande mobilità, che è poi l’attività mercuriale del pensiero, dipende l’equilibrio fra interno ed esterno, l’armonia e la commensura delle sue azioni. È indispensabile quanto il cuore, tanto che può essere indicato come l’Occhio contemplatore del cuore. Dalla sua azione si compone così il modello, ispirato dalle Tre Luci (rispettivamente rappresentative dei centri della testa, del cuore e della gola), che il quinto potere espresso dall’Oratore, il centro sacrale, farà precipitare nel concreto con la sua arte oratoria e che il Segretario, come plesso solare, saprà “leggere” e sintetizzare. Vi è poi il Copritore Interno che esprime l’energia del centro della Base, il centro dell’energia vitale della Loggia, rappresentata simbolicamente dalla spada, unico dignitario all’interno del Tempio ad impugnarla, oltre ad essere “la porta” con altri sistemi esterni alla Loggia, quindi colui che regola ed ordina l’esteriorizzazione della Loggia. La Loggia viene detta “giusta”quando ci sono sette Maestri a costituirla, poiché sette centri energetici sono necessari a vivificare una forma, sia questa un’idea, un uomo, un pianeta, un sistema solare. Del Sole e della LunaDei gioielli del Segretario e del Maestro delle Cerimonie già si è parlato in un altro articolo (vedi L’esoterismo di alcuni gioielli e paramenti massonici). Il Segretario ha come gioiello due penne incrociate, egli infatti è colui che scrive; scrivendo egli legge ed è al corrente di tutto ciò che scrive. Ciò che scrive è quanto viene detto in Loggia, anche di cose che non riguardano alcune fasce di fratelli; è proprio della sua funzione detenere i segreti. Nella simbologia del Tempio Massonico i due astri, il sole e la luna sono presenti generalmente ad Oriente, dove siede il M.V. La rappresentazione dei due Luminari, viene spesso invertita. Basti sapere che esprimendo ad un primo livello i due aspetti dell’energia, quello dinamico-attivo e quello ricettivo-passivo, visualizzando l’Uomo disteso nel Tempio, con la testa ad Oriente, il sole presiederà al suo lato destro e la Luna a quello sinistro. Questa disposizione trova un’altra interessante corrispondenza proprio con le funzioni del Segretario e dell’Oratore. Il simbolo della Luna, che sovrasta lo scranno del segretario, richiama in modo efficace all’azione di quella funzione che non emette nulla di proprio nella sua opera, ma che percepisce tutto ciò che viene riflesso dalla loggia; quindi è un ricettore, proprio come la Luna, lui riceve e lo riflette, come fosse una parabola. Egli riceve da tutti e lo riflette con la sua attività e la sua capacità di sintesi nello scrivere. Il fratello Oratore ha come gioiello un libro. L’Oratore nella sua attività produce il suono della parola e sappiamo che il suono (vibrazione) è all’origine di ogni cosa perché si manifesti. Il Logos del nostro Sistema Solare è rappresentato dal Sole, l’Entità che regola l’attività di tutti i Logoi Planetari, tra i quali anche il nostro, quindi rappresenta l’aspetto manifesto della divinità più elevato che siamo capaci di percepire e che tutte le antiche tradizioni misteriche hanno sempre venerato. Pertanto rappresenta la fonte di vita di ogni cosa in manifestazione e quindi del Suono che la rese possibile. Qui troviamo la corrispondenza tra Sole, Suono e l’espressione della funzione dell’Oratore. Quando il segretario scrive, precipita su carta materia psichica come riflesso di ciò che riceve dalla loggia; l’Oratore nella sua attività precipita il suo pensiero, quindi è una precipitazione attiva e non ricettiva, che giustifica l’aspetto solare a lui associato. L’Oratore, che sia un iniziato, emette un suono che crea delle vibrazioni, quindi delle immagini nei vari piani coscienziali a seconda del grado in cui è polarizzato chi riceve (emotivo, mentale concreto o astratto). Può determinare attraverso la sua volontà oratoria, degli effetti precisi su chi ascolta. Queste sono le famose “idee”, con le quali gli uditori escono dal tempio. Siamo quindi di fronte ad un fatto creativo vero e proprio e per questo solare. Rappresenta una delle basi in assoluto del lavoro nel Tempio. Il vero Gerofante nel Tempio è l’Oratore. È colui che scatena le emozioni all’apprendista, le idee al compagno e crea le aspirazioni spirituali nei maestri. È necessario capire la funzione dei dignitari per poter interpretare i simboli che essi usano. Il Libro sull’araNoi sappiamo che l’Oratore ha come gioiello un libro. Comunemente molti massoni sono persuasi che sia rappresentativo del “libro delle Costituzioni e degli Statuti dell’Ordine”. Evidentemente una lettura tanto riduttiva, è frutto d’ignoranza o di malizia. Il Tempio come sappiamo è dedicato al G.A.D.U., quindi è la rappresentazione della casa del Padre. Sull’ara abbiamo la Bibbia. Solo queste due osservazioni rendono inadeguata l’attribuzione simbolica al gioiello dell’Oratore. Pertanto egli è il garante della Legge. Sappiamo che il retaggio ebraico nella simbologia del Tempio è dominante, e il Libro della Legge per quel popolo è la Torah (costituita dai cinque libri del Pentateuco: Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio). Pertanto ad un primo livello, la legge a cui si fa riferimento è quella della Bibbia. Il Tempio è un luogo che, per scelta, è dedicato al Padre, al G.A.D.U., alla divinità con qualunque nome la si voglia chiamare. Per quanto riguarda i cattolici cristiani il testo di riferimento è la Bibbia, costituita da Antico e Nuovo Testamento, e come dicevamo sopra per il popolo ebraico è la Torah. Risulta però evidente che un tempio dedicato al Logos Planetario, il Padre, non può avere come riferimento una legge che non sia universalmente riconosciuta dagli uomini. Allora per il massone al primo livello, quello morale, il libro è la Bibbia, quindi l’Oratore deve essere l’uomo della legge, la legge del Padre. In Comunioni massoniche con sensibilità religiose differenti saranno altri i testi sacri presi come riferimento etico, quali il Corano, la Bagavad Gita, … La Bibbia, così come gli altri testi sacri, sono per il fratello che lavora sul pavimento, oscillando tra il tutto nero o tutto bianco, il tutto buono o tutto cattivo, identificandosi su uno dei poli della dualità, cosa che ogni persona intelligente e di buon senso capisce non esistere nella vita; l’oriente ha tramandato il meraviglioso simbolo dell’Yin e Yang, espressione d’equilibrio nelle polarità, qualità carente o assente alla visione sopra descritta.
Va infine menzionato il Libro Bianco, che posto sull’ara dell’ultima Iniziazione, si mostra vuoto all’Iniziato ad indicare che per proseguire nella Via della Conoscenza e della Saggezza, egli deve da quel momento, avviarsi sulla Via interiore (ovvero alle tecniche della Via interiore) operando soggettivamente. Ora egli è un Tempio vivente. In sintesi ogni ricercatore, nell’attribuzione e riconoscimento dei significati simbolici, deve capire e ricordare, che il Tempio è dedicato al G.A.D.U. e quindi tutto va commensurato a quel significato. |