L’esoterismo di alcuni gioielli e paramenti massonici

MassoneriaIl Segretario – Il Maestro delle Cerimonie – Guanti e Grembiulino (importanza del colore) – Le Sette Arti Liberali

Alle mansioni che il Segretario (Segr.) svolge nella sua attività di Loggia, note ad ogni Fr., sarà utile aggiungere alcune considerazioni. Il primo divino scriba del Tempio, di cui noi abbiamo conoscenza nella cultura occidentale (dai Persiani ad oggi), è il Dio Thot, il divino Scriba degli Dei.
A livello operativo il Segr. è ricettivo all’interno del Tempio, mentre all’esterno è il messaggero; Thot era il messaggero degli Dei, il Segr. sarebbe il messaggero della volontà della Loggia, che viene sintetizzata nella figura del M. V. o delle Tre Luci.

L’esoterismo di alcuni gioielli e paramenti massonici

di Adriano Nardi

dedicato al lavoro d’istruzione di Athos A. Altomonte

Sommario: Il SegretarioIl Maestro delle CerimonieGuanti e Grembiulino (importanza del colore)Le Sette Arti Liberali

Il Segretario

Alle mansioni che il Segretario (Segr.) svolge nella sua attività di Loggia, note ad ogni Fr., sarà utile aggiungere alcune considerazioni. Il primo divino scriba del Tempio, di cui noi abbiamo conoscenza nella cultura occidentale (dai Persiani ad oggi), è il Dio Thot, il divino Scriba degli Dei – quelli che noi chiamiamo i Superiori Incogniti, o quella che allora era la Gerarchia.

Studiando questa figura, si potrà verificare che l’emblema del Dio Thot era un’aquila. Stranamente invece di avere due stili, il Segr. ha due penne sul proprio gioiello; sarebbe interessante ricostruire s’esse sono un antico retaggio o una nuova acquisizione, perché nel primo caso potrebbe trattarsi di un preciso riferimento al Dio Thot.

A livello operativo il Segr. è ricettivo all’interno del Tempio, mentre all’esterno è il messaggero; Thot era il messaggero degli Dei, il Segr. sarebbe il messaggero della volontà della Loggia, che viene sintetizzata nella figura del M. V. o delle Tre Luci.

Se andiamo nella cultura greca, la stessa figura di messaggero degli dei la ritroviamo in Ermete Trismegisto (tre volte grande), rappresentato da Mercurio, che aveva come simbolo non l’aquila, non le penne, ma il Caduceo Ermetico (v. Uomini che vogliono le “Ali). Sapete quanto sia importante questo simbolo a livello iniziatico; esso contiene in sé tutto il senso della Grande Opera (dall’Albero delle Sephirot, al pavimento del Tempio, ai centri energetici dell’uomo).

Il Maestro delle Cerimonie

Osservando in modo distaccato il lavoro del Maestro delle Cerimonie (M.d.C.), il ruolo che gli si potrebbe riconoscere d’impulso, è quello del «servente», di colui che serve. Ragionando però su questa ipotesi conseguente sarebbe il doverlo paragonare ad un sacrestano, e non ad un Sacerdote; perciò non può essere questa la funzione. Il M.d.C. in realtà non è un servente, non è un sacrestano, ma è il vero Mago.

Il suo gioiello è la Croce di Sant’Andrea. La lettura esoterica di quel moto energetico ch’egli dovrebbe governare è riconoscibile nel simbolo della Croce Mobile, che rappresenta la vita della forma e della personalità, espressa metaforicamente dal “salire sulla Ruota” della manifestazione. La Croce Mobile trova corrispondenza nel grado di Apprendista.

Il lavoro interiore del fratello Apprendista, dovrebbe portarlo a focalizzarsi in una Croce Fissa. Questa viene ricordata anche come “preparazione alla seconda Nascita”; simbolizza il ciclo del discepolato, ovvero dello sviluppo dell’anima attraverso la personalità. La Croce Fissa trova corrispondenza nel grado di Compagno.

Ci si chiederà come riuscire a fermare una croce? Usando una metafora potremmo dire: come fermare la «giostra»? Forse da un punto della circonferenza più esterna, dove c’è maggiore abbrivio? Ovvero dal mondo profano, frenando impulsi come il sesso, l’ingordigia, l’avidità, l’egoismo. Niente di tutto questo; è possibile fermare la croce solo concentrandoci all’interno.

Questo è il simbolo della coscienza che si accentra, dove c’è minor resistenza; lavoro questo, che porterà l’adepto a passare dalla Croce Mobile alla Croce Fissa. Parlare della Croce Fissa e delle Croci in genere significa aprire un discorso vastissimo che a noi per il momento non interessa, se non per ricordarne la presenza nella simbologia del Tempio e dei rituali.

Il M.d.C. non è colui che con la sua coscienza frena la mobilità propria, ma frena e dirige la mobilità della Loggia. Ecco perché non può essere un servente, ma il vero Mago.

Questa “ruota” prima di fermarla dovremmo farla muovere in un movimento positivo. Sinistrorso (antiorario) è il movimento negativo, verso la mano sinistra. Destrorso (orario) è il movimento positivo, conosciuto sia ad oriente, nel Tibet, che in occidente dalle tribù indiane nord-americane, noto come svastika.

La svastika è il simbolo del Sole. La Croce Mobile che si muove indisciplinatamente, va tenuta dalla volontà e mossa verso l’Oriente, la Luce, e non verso Occidente, il tramonto, il Buio.

A questo simbolismo si riallaccia l’argomento trattato altrove; se noi occidentali, mentalmente attivi, poco contemplativi, non riusciamo a fermare la mente (vedi concentrazione, meditazione, visualizzazione), leghiamola al carro di una buona azione, di un obiettivo positivo; a quel punto potrà anche muoversi, ma intanto lavoriamo creando un ordine.

Il M.d.C.è il punto focale della Loggia e sta a lui muovere le energie della stessa, quindi dei fratelli; nel Tempio infatti vi sono due energie: quella dei membri stessi e quella dell’Eggregore, forma pensiero psichica che si esprime dentro al Tempio.

Colui che lavora nella funzione di M.d.C. è una persona che compie dei movimenti precisi ed operandoli sul pavimento entra in sinergia con le energie che questo simbolo vela (vedi Imago Templi 2). Il passaggio ch’egli dovrà fare, che avviene per gradi, sarà quello di passare da uno stato di torpore e di incoscienza nel ripetere dei gesti in routine di cui ancora non si è padroni e non comprese, a quello di chi opera coscientemente e consapevolmente.

Per esempio quando il M.d.C. batte un colpo sul Quadro di Loggia, non lo fa perché vuole emettere un suono, ma perché sa che deve compiere quel movimento. Nel momento in cui quel movimento sarà fatto in coscienza, usando la mente, il risultato sarà di tutt’altro tipo, poiché l’energia segue il pensiero.

Se poi si arriva a compiere un gesto non solo con la coscienza mentale, ma anche con la coscienza spirituale, si agirà nel piano fisico, nello psichico ed anche nel regno sottile.

In ciò risiede la potenza dell’Iniziato, colui che sa muoversi su più livelli; se ad un’azione corrisponde una reazione uguale e contraria, s’immagini la potenza della reazione se ci si muove su quattro livelli.

Guanti e Grembiulino (importanza del colore)

Entrambi sono elementi indispensabili per il lavoro nel Tempio.

I guanti bianchi ricordano la pulizia morale necessaria per passare la soglia dell’iniziazione, ovvero il primo dei sistemi necessari a tale scopo che è la purificazione dei veicoli inferiori.

Il grembiule ancora più dei guanti è l’elemento minimo per poter lavorare in Tempio.

Il cordone (cordolo o cintura) da sempre viene usato ed ancora oggi diversi ordini sacerdotali lo indossano. Esso serve ad indicare o meglio a delimitare la parte inferiore dalla superiore. Area sottostante che con i suoi centri energetici è necessaria ai fini evolutivi sul piano fisico, attraverso la procreazione e la riproduzione di altre forme; necessità che però viene meno nello sviluppo dei piani superiori, mentale, psichico e spirituale.

Il cordolo, allora, delimita questa parte e stringendolo dà la sensazione di dover portare più in alto la propria coscienza. Entrando in Tempio, allacciando il grembiulino, compio un gesto simbolico importante, poiché intendo impedire alla mia coscienza di fluire verso il basso e agli istinti di fluire verso l’alto. Condizione che, quando consapevolmente applicata, genera un atteggiamento psico-coscienziale sicuramente diverso da quello abituale nel mondo profano.

Il cordolo ricorda anche il cordone di castità che avevano guerrieri e sacerdoti; il plesso solare, centro energetico che sintetizza la parte più alta dell’uomo-animale, sede della personalità, rimane sopra il cordone. La coscienza portata e focalizzata in questo centro diventa già prima iniziazione. Questa affermazione comporta il fatto che l'”animale” deve essere sublimato e trasmutato, e non «ucciso», come spesso sconsideratamente viene detto; infatti «uccidere» l’animale significa perdere “lo strumento”, che va invece educato, affinché possa esprimere un temperamento che sintetizzi le virtù dei tre veicoli inferiori (fisico, emotivo e mentale), lasciando al di sotto del cordone pulsioni, bassi istinti e tutto ciò che è pos-sesso.

Tutti gli arredi e gli abbigliamenti iniziatici, hanno qualcosa in comune: dovrebbero riprodurre sul piano fisico un colore, che se l’officiante fosse nella giusta elevazione di coscienza, sarebbe egli stesso ad emettere.

Ad esempio la mitria; se colui che indossa quel copricapo, che potrebbe essere un papa, un cardinale, comunque un officiante di alto grado, fosse realmente un iniziato del livello che i paramenti indicano, cioè a giustificare quel grado (e non d’ufficio), ad una vista chiaroveggente egli emetterebbe dal centro della testa proprio un’energia che sfugge verso l’alto, così come la forma della mitria ricorda. Anche i faraoni indossavano questo indumento corredato anche del serpente, il quale rappresentava l’apertura del Terzo Occhio. Ora questo è un ricordo ed un insegnamento occulto per chi sa, se noi non siamo né un vescovo iniziato, né un faraone iniziato, ma lo siamo solamente d’ufficio.

Il concetto che si vuole sottolineare è che il colore indossato dall’uomo, è una rifrazione allegorica di quello che dovrebbe essere veramente quel colore; se io questo colore non lo emano, ma lo visualizzo attraverso il colore fisico o lo penso, effettivamente qualcosa inizia a mettersi in azione.

Questo spiega nel grembiulino il colore nero, che agisce sulla “parte inferiore”, dal momento che esso è posto sul centro più fisico di tutti, i genitali – Scorpio nel senso astrologico – con la funzione di “calmare” questo centro; lo fa esprimendo la sua essenza rappresentata dall’opera di Putrefazione, quell’ammutolimento di tutti i colori che tutto ferma. Per capire il come ciò avvenga, ovvero come può l’azione del colore influenzare il campo di forze che manifestano una focalizzazione coscienziale anziché un’altra, bisognerebbe indagare l’opera di quelle scuole che attingono ad un antico sapere, che usa il colore come base per la guarigione. È un campo d’indagine questo dei colori ampio ed affascinante che va affrontato altrove.

Il grembiule è l’emblema del lavoro, poiché ricorda che il massone deve condurre sempre vita attiva e laboriosa, a livello morale.

Il colore bianco, come i guanti, ricorda il lindore, la pulizia, un’integrità morale; esso genera una rifrazione su noi stessi, che ci porta perfino a dei piccoli mutamenti di pensiero. È facilmente comprensibile che se io mi metto in un ambiente cupo, oscuro, come una prigione, un sotterraneo, esso influenzerà il mio stato d’animo con analoga cupezza e tristezza; se sto in un ambiente rosso, prima o poi l’eccitazione sale, in una gamma che può andare dalla collera, alla volontà di fare, all’eccitazione sessuale.

Il colore ha comunque un effetto inconscio sulla psiche; se noi capiamo questo comprendiamo quanto sia importante visualizzare dei colori giusti, affinché si possano ottenere degli effetti per volontà nostra e non per coincidenza. Questa è una scienza.

Altro colore che appare nel grembiulino dei maestri è il rosso; questo rappresenta il fuoco nel suo senso positivo, fuoco igneo.

Tradizionalmente questo paramento è il simbolo del lavoro massonico; a livello speculativo dobbiamo partire col considerare le due forme geometriche contenute nel grembiulino: un triangolo ed un quadrato.

Dimentichiamolo per un attimo come grembiulino e andiamo a vedere perché è stato fatto così; il messaggio portato è che il triangolo rappresenta la Triade superiore, l’anima, mentre il quadrato indica il Quaternario inferiore degli elementi.

Nel caso specifico il lato inferiore, il più fisico, rappresenta la Terra, così come il lato superiore indica l’elemento Aria; i lati ascendente e discendente rispettivamente rappresentano Acqua e Fuoco. Da ciò ne deriva che il quadrato esprime il mondo fisico.

L’Apprendista che entra nel Tempio, ha la bavetta triangolare alzata, poiché la Triade Spirituale non pervade ancora la Personalità.

Nel grado di Compagno reale (non siamo più a livello di Ars Muratoria, ma di Ars Regia) abbiamo la compenetrazione della Triade superiore nel Quaternario inferiore.

Nel primo grado la Triade Spirituale è «distaccata» dalla Personalità che vaga da sola nel mondo profano; attraverso l’Istruzione (il catechismo massonico recita infatti che solo per mezzo del sapere é possibile passare di grado) noi portiamo l’attenzione della Personalità verso l’alto (simbolicamente parlando anche se sarebbe più corretto dire verso l’interno), che richiama quella della Triade verso il basso, fino ad avere una compenetrazione di quest’ultima con la Personalità, nel secondo grado. Quando questa compenetrazione non l’abbiamo solo come attenzione, ma l’abbiamo come coscienza, come fatto, ecco che l’iniziato, al terzo grado, è permeato dal fuoco animico e ciò è simbolizzato dal bordo rosso del suo grembiulino.

Le Sette Arti Liberali

Nel grembiulino se consideriamo per ogni lato un livello scopriremo che ve ne sono sette.

Nel senso di questi livelli sta il perché il grembiulino è indispensabile per il lavoro nel Tempio. Infatti, sapere che il quadrato rappresenta il quaternario inferiore e il triangolo la Triade Spirituale, non mi aiuta a sapere come diventare un iniziato.

Tutto origina dall’Istruzione.

Alla base dell’Istruzione c’è uno studio, un riconoscimento, una ricerca; se non c’è una ricca ed ampia proprietà di linguaggio, non ci può essere comunicazione o quanto meno questa è scarsa, ma soprattutto è piena di equivoci, false interpretazioni; dovremmo elevarci talmente da arrivare al punto d’interpretazione più alto di un vocabolo, tanto che di più non possiamo; stando al vertice, se non ci sono degli ampi saliscendi interpretativi, nel “gruppo” non ci sono più disguidi, sappiamo sempre che quello che trasmettiamo è interpretato correttamente.

La torre di Babele ha i suoi presupposti proprio nella diversità dei linguaggi; gente che capisce quasi l’opposto di quello che gli viene trasmesso, ricorda confusamente e va ad infarcire dei concetti con termini non appropriati, trasmettendo confusione, alimentando caos.

Alla base di tutto vi è perciò, la conoscenza della lingua, e non dico la lingua italiana, ma semplicemente la lingua. Da un autorevole vocabolario, si legge alla voce Grammatica: studio degli elementi costitutivi (attenzione non è più solo linguaggio, siamo molto vicini ad un discorso matematico) di una lingua: suoni, forme, parole, e sintassi.

La sintassi che ci hanno insegnato per prima in effetti è l’ultima ad essere ricordata nella definizione. Un massone o una persona che aspira ad elevarsi, quindi ad iniziarsi, dovrebbe fermarsi a riflettere un momento che la lingua, quindi l’oratoria, la creazione di forme pensiero attraverso il suono, passa attraverso la conoscenza di suoni, forme (importante ricordare che il suono è una forma), parole e sintassi.

Altra definizione: formula le regole che lo scrivente e il parlante devono rispettare; il libro che tratta questa disciplina.

La Retorica: arte che tende a persuadere del giusto o dell’ingiusto (discorso morale), mediante l’uso di appropriati strumenti linguistici; – tecnica della realizzazione dei mezzi espressivi detti di figure retoriche.

La Dialettica: arte della discussione; arte del ragionare; – abilità nel discutere; processo con cui due contrari, tesi ed antitesi, nel pensiero o nella realtà (se trattasi di una cosa teorica, speculativa o di una operativa), si sviluppano unitariamente, risolvendosi in un momento superiore detto sintesi (e abbiamo scoperto a che livello sta la sintesi).

Il discutere che noi conosciamo, sempre e comunque dal punto di vista disgregativo, di polemica, di contrapposizione di fattori, dovremmo invece conoscerlo dal punto di vista costruttivo, che si ottiene con l’arte della discussione, con lo studio di forme pensiero intese a supportare costantemente e non a competere.

L’Aritmetica: ramo della matematica che studia le proprietà dei numeri naturali; in effetti a noi non interessa la matematica nel senso di computo economico o finanziario; a noi interessa il discorso astronomico, geometrico, numerologico vero, quindi, l’Aritmetica.

La Grammatica è quindi la base, senza la quale non può esserci la Retorica; una volta che uno conosce lo strumento e lo comincia ad usare arriva alla Dialettica; poi passa al discorso sintetico dei numeri, perché sintesi vuole dire anche numero; l’Aritmetica porta alla Musica: arte di combinare più suoni in base a regole definite (altrimenti diventa cacofonia).

L’Astronomia: scienza che studia gli astri e i fenomeni celesti. A questo livello troviamo l’Armonica, delle forme, dei suoni, dei colori, degli astri, il movimento dei pianeti, l’interazione tra pianeti fisici ed eterici; questa è la scienza dell’ Armonica.

La Geometria: ramo della matematica che si occupa delle figure di uno spazio; che studia gli enti rappresentabili in forma algebrica; geometria nell’applicazione tra algebra e analisi; studio delle rappresentazioni spaziali sul piano; struttura rigorosa. Qui due volte è stato usato il termine «spazio» sul quale siamo momentaneamente d’accordo ma in un prossimo futuro non più; abitualmente s’intende lo spazio tridimensionalmente, mentre noi sappiamo che concettualmente arriviamo fino all’undicesima dimensione; è vero che noi viviamo tre dimensioni, ma a livello concettuale abbiamo gli strumenti per arrivare fino alla dodicesima dimensione. Tante dimensioni quanti sono gli spazi che occupano i nostri corpi; quindi il mio corpo in altezza, larghezza e spessore, occupa tre spazi, la parte astrale è un quarto spazio, il corpo mentale un quinto…

I sette elementi di cui abbiamo parlato, che partendo dal basso sono Grammatica, Retorica, Dialettica, Aritmetica, Musica, Astronomia e Geometria, si chiamano le Sette Arti Liberali. Queste sono le sette arti attraverso le quali il massone può comprendere il proprio veicolo d’iniziazione.

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