Le associazioni iniziatiche, hanno quindi lo scopo, con i loro strumenti, di mettere in risalto e di farci ricordare tutto ciò, accelerando in noi il processo di evoluzione. Se così non fosse, tutte le organizzazioni iniziatiche, tra oriente e occidente non avrebbero senso …
D: …ma la prima fase, credo, non è meno importante della seconda, poiché essa, ci trasmette un potere spirituale, che ci da la possibilità di lavorare con gli strumenti che tale organizzazione (Massoneria o altro) possiede… R: Caro Amico, sono poco propenso ad approfondire argomenti fuori dei luoghi deputati. Nonostante ciò, risponderò come ho già fatto, perché non ritengo giusto lasciare una domanda senza risposta. Ti rispondo che sono certo che un’iniziazione simbolica trasmetta alcunché, tanto meno di spirituale. Quindi nego fermamente questa possibilità. E la nego anche nelle iniziazioni superiori, che conosco più che bene. Sono d’accordo quando dici che ogni rappresentazione serve a ricordare qualcosa. Ma resta sempre da distinguere la realtà dalla sua rappresentazione, che non saranno mai la stessa cosa. Dunque, sostengo che ogni rappresentazione sacra, in cui includo anche quella religiosa, sia il racconto psicodrammatico di una realtà che, però, non è nella rappresentazione. E aggiungo che non credo nemmeno che gli attori della rappresentazione abbiano qualità e poteri dei protagonisti che rappresentano. A meno che, questi attori siano al pari dei protagonisti che desiderano mostrare al pubblico: cioè siano dei veri iniziati. Purtroppo non mi consta che un Maestro Venerabile, ad esempio abbia mai avuto attinenza con la realtà cerimoniale dell’iniziazione a 3° grado. Voglio dire che nessuno è mai stato in grado di rappresentante davvero il significato di Maestro. Né mai ho saputo di maestro massone che abbia riflesso in sé la rinascita del Maestro Hiram. Come, d’altronde, mai membro della Gerarchia ecclesiastica è stato illuminato da luce spirituale. E se tra loro vi sono dei “santi” è grazie alla loro adozione per “consenso comune”. Allora, torno a ripetere, siamo bambini che credono ancora di poter vedere il “Mistero della Natività” in un presepe. Resta, allora, la validità delle indicazioni tracciate durante la rappresentazione. Ma a tale riguardo, non mi risultano massoni che abbiano la precisa coscienza di quanto hanno vissuto durante le loro iniziazioni. E non mi sembra che ci sia nemmeno l’abitudine di trasmetterne il loro senso a posteriori. Se non attraverso interpretazioni ipotetiche sempre diverse. Durante tutte le mie “presenze” nei 33 gradi, ho assistito ad infiniti tentativi d’interpretare un segno, un simbolo, una frase. Senza che nessuno fosse mai in grado di trasporne direttamente il significato. Quindi il comune dibattito massonico, verte soprattutto sullo sfoggio di una cultura nozionistica e profana. Con cognizioni più o meno retoriche su fatti di cui nessuno è al corrente. È questo a dare vita alle interpretazioni, commenti ed ai confronti dialettici. Da cui nascono le ipotesi che frazionano la cultura massonica, e non solo quella. Allora, resto dell’idea che, sino a prova contraria, le attuali organizzazioni iniziatiche siano come scrigni chiusi. Inerti, perché manca del tutto l’utilizzazione e la pratica del contenuto iniziatico. Ed il buon senso suggerisce che uno scrigno o lo si apre e se ne utilizza il contenuto, o diventa un oggetto privo di senso. Che può essere usato anche per scopi diversi dalla sua funzione originale. Magari lo si può usare come fermacarte. Ma che ne rimane del suo contenuto? Fraternamente |