Componimento poetico su Hermete e la Caduta di un’Anima attratta dal canto da sirenide di Belial, descritto in 3 parti e sette scene.
La Caduta di un’Anima
di Alessandra Biagini Scalambra
L’Inganno della Pietà
Scena 1
Un’Anima del Coro Divino osservò il lavoro dei babilonesi. Vide il capo degli operai, Belial, così contrito che impietosita chiamò Hermete, la Voce dell’Altissimo e il Sommo Capitano della Schiera Celeste.
A
Hermete, ascoltami discendi al mio richiamo
Lasciami chiedere alla tua fiamma alata
Giungi alla mia voce t’invoco in questo piano
H
Anima a te giungo che urli la mia presenza
Hai una lunga voce sino al mio cielo involata
Dimmi del tuo turbamento figlia di sapienza
A
Lasciami sul cantiere della torre andare giù
Fa’ che io in Babele nell’opera di Belial
possa scrutare questo suo grande coraggio
H
Anima la tua parola è una strana omelia
Dimmi ora: parlasti con quel caduto saggio?
bagnati d’acqua di luce ché egli nel verbo t’abbaglia
A
Hermete, sì Belial mi parlò, disse: “Dal trono caddi
Venni, o Imago Divina, per invidia, spinto nel fango
alzo questa torre perché il mio urlo si erga in piedi.”
Solo per ascoltarlo io lasciai il mio celeste rango
Chiesi: “Quale torto ti spinse fuori dal cielo?”
Lui: “Per il dubbio del più Alto dei Troni ora piango”
Belial si prostrò innanzi a me: “Spoglio è il melo
mi dissero colpevole vedi come sono ridotto?
Piangi Anima dell’Alto per me che il vero non ti celo.”
H
Dunque lasciasti il tuo rango per il suo falso motto?
Fila di Luci permettesti così si scoprissero
Senza voce dal Padre dalla menzogna sedotta?
A
Dio non mi concesse forse sui torti di piangere?
Sono stille di pietà non indisciplina all’impero,
Scendono dal mio petto per quel dei prigioniero.
H
Fu l’invidia dell’imago divina nel cuore
Triste pensiero poi annerì la sua mente
Mentre bramava dal nulla emanare calore
A
Lui a me: “fece l’inganno Hermete cautamente”
Disse e “nel sonno m’indusse il Piede Alato
Poi invocò tutti gli Alti Esseri d’Oriente
Fece voce ovunque nella Perla del Cielo
Ché ai troni espose il mio vergognoso stato
Rise l’Alto di me e caddi nella sua tela
Mercurio il tuo dolce sposo m’esiliò
Fu il sonno il mio unico tradimento
fu quell’angelo che tu ami il tormento mio.”
H
Anima dunque non ascolti più le mie parole?
L’Alto Empireo non ride del caduto ma egli
È con la pietà che smuove un’Anima dal Cielo.
A
Hermes Madre delle Folgori di luce t’imploro
Coprimi e fa’ ch’io scenda perché ascolti
Anche colui che piange la persa sedia d’oro
H
E il dubbio adesso corruga la luce del tuo volto:
Triste frutto nato già marcito con le passioni,
Seme che nelle anime vendute sarà raccolto
Staccati dalla volontà celeste che t’impregna
Anima, ché io nulla posso dire al tuo cuore
Colto da Belial con le sue maligne lagne
Tu la luce tua sposando quel lamento recidi
Dall’Opera Suprema e dal Coro Celeste
Poi l’ultimo tuo respiro darai a Cariddi
Fiato finale del tuo barlume nella Vita
Prende è la tua una trista scelta Anima
È la menzogna che ti cattura la vista
Pensa ora al tuo canto sulla divina cima,
di’ sulla voce del Coro Celeste se t’era tutto:
Chiedo a te questo, che lui tu raggiunga, prima.
Scena 2
Hermes pianse la partenza dell’Anima, si disperò per la sua scelta di staccarsi dalla Volontà Celeste e dal Coro. Chiese al Padre di poter tornare un giorno a prenderla. Le Anime del Coro udirono questo suo pianto. Si fecero a lui intorno e cercarono di dissuaderlo dall’eventuale impresa poiché previdero l’immenso dolore che gli avrebbe provocato. Hermes rispose alle Anime.
(Personaggi: Coro delle Anime ed Hermes)
CDA
Ora cade verso il mondo muta e gravata
Muta s’allontanò così da Mercurio Hermes
Dietro lasciando il suo canto al Piede Alato
Anima che ora del serpente curi il germe
Taci dentro di te immemore del coro
Belial le tue ali di canto opprime ferme.
Hermes divino la ruota nera del tempo
Ferma per guardare costretto nel cuore
Ora quell’agonia nel suo occhio di lampo.
H
Padre aiutami! Strappami questo dolore!
Fa’ che io non lasci sola la luce ingannata
Forti sono di Belial le sirene del suo livore
Troppo i gorghi del tempo su lei peseranno
Padre, lasciami tracciare una via perché ritrovi
Casa e il senno oltre l’ombra dell’inganno
CDA
Aureo Dono del Padre che il suo Fuoco covi
Figlio Divino non oltrepassare l’Alba
L’ultimo gradino non discendere fra i corvi
Sono neri uccelli di un cielo falbo
Luce non hanno sulle ali ché son morti
Freddo il loro canto che tutto inalba
H
Luci dolcissime dal manto di madre perla
Corde soavi del Padre io vi piango la mia ira
Ché l’Anima fu sedotta per divorarla
Bélial l’ammaliò piangendo la sua miseria
Mente perversa cos’immemore la volse:
Spersa in terra e ingoiata dall’afasia
Ch’io non urli ora al Padre Nostro pregate
Anime del Coro ma vedete quello ch’io vedo
Stirpi di luce nel basso mondo incatenate
Treni funebri con l’Intimo ormai freddo
Gelidi scompensi di suoni v’echeggiano
Sono falsi ricordi della loro Albedo
Ora l’ingannatore agita fasulli sogni
Dentro il loro cuore ché ne siano persuase
Essere quello il fine del divino disegno
Cicli di vite nel tetro congegno infuse
Belial e l’Anima caduta ora li respira
Pensa siano memoria e non ritrova Casa.
CDA
Hermes Salto della Luce e Madre del nembo
Molto patirai giunto al di sotto del Cielo
L’Odio Belial ha scaldato del mondo nel grembo
Addosso ti cadrà come le nevi del gelo
L’odio germinato nella mente corrotta
Anime avviluppate vedrai dal triste velo
Ombra in loro e false terre di miele
Puri sembreranno i profeti dell’errore
Quando erutteranno su di te il fiele.
Canta dunque per Mercurio il Viaggiatore
L’Anima del Coro Celeste ché verso Casa
Volga l’Anima cattiva nel tempio oscuro.
La Discesa
Scena 3
Il Coro invoca la Madre delle Anime, perché trattenga Hermes dalla sua discesa nel mondo. La Madre però spiega che è già deciso, Hermes è già sceso, e con Lui gli Spiriti Guerrieri Leali all’Altissimo.
(Personaggi: Coro delle Anime e la Madre)
CDA
Torre d’inganno venne eretta dall’invidioso occhio
Madre delle Acque sospiro di Vita Celeste
Opera triste che cadde per il suo falso evangelio
Seme abbrutito dell’Urano che la riveste
Sparge in terra sedimenti di tetre passioni
Ree figlie di Belial e sua lugubre veste
Ora il nostro Empireo Sovrano discende
Apre la via ancora per chi cerca di tornare
Parla alle stelle appese come amuleti alle fronde
Senza muoversi costrette al bugiardo altare
Giacciono come gusci depredati della perla
Mentre il Cielo si muove attorno e s’apre
Ora tutto si compie il Re dell’Oro segna la via
Tornano a Casa, dal mondo per riaverla
Madre del sacro Piede aspetta le tue cadute figlie.
MADRE
Sceso fra le ombre è Hermes fredde dell’invidia
Livido porto ha raggiunto delle anime disperse
Dove le rifugia e su di se le appiglia
Molti lo seguono di Spiriti nelle terre avverse
Rose dall’indegna replica del frutto perduto
vanno dietro le Ali Divine dai Cieli tersi.
Venne detto loro d’innumerevoli forme
Prese nel nome dell’odio dai servi di Belial
Ché divorino le Luci sorvegliati dalle ombre
Venne detto della gabbia chiusa dai cardinali
Tristi repliche degli Spirti dal re del mondo
Create, per arrestare le Luci giudicandole
Reggere quel suo impero con le false luci
Lampade artificiali forgiate per quel mondo
Carcere dove si parla una lingua truce
Anime ora la Lingua del Cielo copiando,
Belial trattiene e inventa infinite menzogne,
Serve, pari ai fatui fuochi, del suo falso canto.
Hermes con i guerrieri suoi svela la bugia
Desta le dormienti che vogliono ascoltare
Apre il varco nel velo ché rinasca la Sua via.
Scena 4
Hermes chiama all’appello Belial, avvertendolo che dovrà scontare il suo affronto all’Altissimo. Quindi convoca gli Spiriti Guerrieri perché si preparino all’assalto ed evoca Anima Mundi, la Madre della Vita, chiedendole di appoggiare la sua prima strategia d’attacco.
(Personaggi: Hermes, Coro delle Anime, Anima Mundi)
H
Sei affamato della sporca colpa, Belial, che cadde
Greve come neve di piombo sui deboli troni
Gonfi di fiacca volontà ora, la tua scelta li pervade.
Quando dunque le deboli stelle rovinarono
Dietro alla tua discesa al Cielo venne rapita
Quella luce che i troni dell’onore proteggono
L’Anima che raccolse il tuo germe stupita
Ché mai prima udì sul suo grembo parole sì dolci
Sospiri d’una strana voglia nella sua interiorità
Fu allora che la tua serpentiforme lingua
Rapida s’incastrò negli spazi più indifesi
Dentro il giardino con la tua fiamma fatua
Poi il tuo sibilo divenne potente e suo segreto
Nero proposito l’avvolse in una vista perversa:
Contro il Padre la spingesti e contro il sacro veto.
Roso di tua stessa natura ora caduta inversa,
Carne infetta che incuba le passioni della morte,
Suoni la lugubre marcia per l’ultima carcassa
L’Anima s’intonaca di nero come altare del bene,
Giudice del male e sapiente segue il tuo flauto
Dottrina dei tribunali e di sconsiderate pene.
Scanni di dottori senza luce, un nuovo trono muto
Ombra su mura già marce delle tue basse carceri:
Questo hai costruito per quell’Anima ingannata.
Dimmi Belial quale regno immaginavi migliore
Quale epoca dell’oro vedevi oltre la Voce del Padre?
Carne: reame che muore fra i vermi del dolore.
È questo il tuo impero promesso ai caduti,
Parla: Di’ come hai preso l’Anima dal Cielo,
Messa qui in ceppi di molli sogni consunti.
CDA
Evocano il Tuo Nome, Comando Supremo delle Stelle
Ora le città umane ormai stremate dal piede dell’infero:
Pianto di chi scivolò nelle messi infauste del vitello.
Senti della decomposizione l’acre respiro?
Signore dei Troni scendiamo con i tuoi guerrieri
Tremano le città, sono ormai disseccati cimiteri!
H
Serrino i ranghi le mie Stelle ché della tromba
Odano il richiamo al più presto, al confine
Ogni Spirito s’affacci e scruti una tomba
Aspetti il mio segno, chiuso nell’intreccio fine,
Braccio a braccio l’uno dell’altro, della Luce.
Steso così per gli ingannatori sarà un confine.
Rete della luce nelle maglie delle corazze vostre
S’apre come la Mano del Padre su quel mondo
Belial vedrà distendersi di guerrieri quella coltre
S’agita tormentato, il mio appello ora udendo.
L’odio lo avvampa e si contorce nel suo sudario
Nero trono al quale le Anime sta sacrificando
Falso richiamo a un idolo ossidato quel sangue,
ultimo passo del tremebondo quando ha visto
Mille e più spade estratte dai celesti ranghi.
H [Invoca Anima Mundi]
Voce che spingi gli sulle vie ardite gli Spiriti
Dove spesso sul sentore del mondo inciampano,
Contro lo sperone di roccia urtano impauriti
Ora ascoltami mentre davanti alle tue foreste
Prego: accendimi i vulcani mentre scendono
Questi miei Spiriti in armi, fa’ loro da veste
Ché il fuoco di rocce confonda il nero rango
Colga le sue fila il terrore mentre divampa
L’aria e irrompa dei nostri corni il suono
Anima Mundi
Hermes ascolta questi mari che innanzi al bastone
Levarono le loro spume inquiete: salutai il tuo Profeta
L’Acque allontanai ché il Tuo popolo fosse Uno
Ora mi chiedi di aprirti la terra per le tue schiere,
Dare fuoco alle montagne per coprire quel passo
Lento di marcia dei vessilli ché i le guardie nere
Circondano rapidi intorno e la sorpresa le colassi
Quando al tuo cenno gli Spiriti le stringeranno
Come un lampo celeste l’attacco su loro passi.
Hermes infuocherò le montagne ché i guerrieri
Siano invisibili ai Caduti e s’appostino sui monti
Corrano addosso poi come di valanghe i furori
Scena 5
Le prime due schiere Celesti vengono inviate ai confini del mondo. Hermes chiama Apollyon, l’Angelo Distruttore, che è emanazione della sua stessa essenza e in incognito, da sempre, segue l’opera dissennata di Belial. Al segnale convenuto il Distruttore si svelerà come Hermes e comincerà la lotta.
(Personaggi: Coro delle Anime, Hermes, Apollyon)
CDA
Scivolano sui flussi del Sole gli Astri
lenti nella scia si spargono aprendosi
dietro il comando del serpentino scettro.
Schierano le ali d’oro in una celeste rosa
lunga è la linea schierata di luce e attenta
passa dall’Oriente e muta in alto si posa.
Cori di Fuoco che scendete dalla Perla
domini nei vostri petti ora il silenzio
Anima Mundi adesso liberi la sua parola
Spiriti del Trono, orma del vostro Caduceo,
quando risuoneranno i corni, ascoltate:
ché segnano di calare il vessillo aureo.
Mentre l’Anima della Vita scuote il grembo
passa la prima fila fra i tuoni delle rocce
scorre in cielo coperta dalle urla del nembo
Bruciano delle fiamme le primordiali bocche
scende muta sulla terra la seconda schiera
eruttano le montagne di copertura il fuoco
Persi vagano in Babele fra gli alti ruggiti
ora i popoli accecati dai cataclismi
prede avvolte da paura, scosse dalla Vita
Sordi divenuti per il rombare nella terra :
imi ammassi di pietra sciolgono l’abisso
risalgono nella notte della corona nera
Belial ora sente della Madre della Vita
L’inno di guerra, sa che molto in alto
Hermes le sue migliori Luci ha posato.
Trama nell’affanno di gravare la coltre
ora del suo inganno sull’Anima schiava
pensa di infonderle la più oscena sorte.
H
Apollyon condottiero dello sciame mortale
volgi il tuo passo ora dall’infinito gorgo
sino alla mia presenza, tuo divino altare.
CDA
Evochi te nero signore dell’Invidioso sorgo
Hermes l’incognito capo delle cavallette
Stesso tuo nome re dell’abissale rogo.
H
Sì così sia, Anime del Coro, che dal segreto
imo del Celeste Occhio ora torni a Casa
ché serva adesso in me nel mio esercito.
Apollyon
[si ricongiunge all’Essenza di Hermes ]
Guida dei Cavalieri Divini dall’imo nero
giungo chiamato alla tua presenza mi chino
piango alla tua Luce che sulla mie ali ricorre
Stretto il mio esercito è a Belial vicino,
ordina, e tornerò all’inferno ché i Caduti
contro l’abisso le loro armi sciupino.
H
L’ombra della sua fine disegneranno l’ali tue
Apollyon sulle mura delle sue città
sì guiderai le locuste con del tuo volo l’alito
Trema già la casta astrale che l’Anima costringe,
persa negli sbalzi del tono del suo imperatore
Muove in disordine adesso le sue compagini
Presto molto condurrà vicine alla rovina
L’Anime schiave con colpi dissennati
Vuole trattenerle giù nelle loro catene.
A
Vado ad assaltare nell’oscurità l’oscuro,
Hermes. Supremo dei Cavalieri, obbedendo
schiero i miei sciami sul fronte più tetro.
Quando tornerà il mio volto alla luce
Mentre il mondo di Belial cadrà nella paura
L’urto segnerò che alla guerra conduce.
Scena 6
La copertura di Anima Mundi ha fatto sì che gli Spiriti si schierassero . Ora sono apparse le luci nel cielo del mondo di Belial, i Vessilli dello Spirito. Ora la neve copre lo schieramento, però le stelle si vedono. Gettato nell’ansia il Sommo Sacerdote del Tempio Babilonese chiama la prima Anima Caduta nell’inganno della torre. Le chiede spiegazioni. Sulle prime lei non gli spiega molto. Poi di nascosto l’Anima Caduta riconosce Hermes in quelle stelle. Hermes le parla e si allontana . L’Anima rivela al Sommo Sacerdote che può anche sapere adesso, perché Hermes è passato sulla terra e la sorte del Tempio è segnata.
Sacerdote Babilonese
Anima, Anima! La neve tormenta i campi!
Molti ora accorrono ai piedi della Torre,
s’è così sparsa paura che la morte divampi!
Cosa accade ché grondino ghiaccio e terrore?
Cosa comanda alle porte del cielo quelle luci?
Vedi? Appaiono all’ingresso delle notturne ore!
AC
Vedo quelle luci così alte sacerdote della torre.
Oltre la notte si radunano come in un foro,
stanno ferme adesso aspettando sul tramontare.
[si allontana dal Tempio per appartarsi]
Hermes! queste stelle le riconosco sul nembo!
Tu le hai discese al limite del mio sguardo!
So che questo tuono è del tuo Caduceo rimbombo!
Eco feroce di lontano mi trapassa come un dardo.
Vedo te in questi cristalli appaiati in ranghi d’acqua.
Sei in alto che aspetti di rompere dell’impero il cardo
Rosa di luci hai schiuso oltre il freddo turbine.
Neve come mantello bianco del tuo cuore
stringe la terra e serra ai Babilonesi la visione.
H
Anima Caduta, sì, sono io che comando la neve,
vieni con me. Schiero ora le stelle sul tramonto:
sappiano i sacerdoti che la mia sarà fra breve.
AC
Hermes lascia la mia mano, si è venduta
Acre è il puzzo che t’arriva della mia onta
Caddi qui per un cuore che non valuta
come il Padre vuole. Osai rompere il patto,
l’occhio mio ha deciso cosa saggia il pianto
falso di Belial confortare. Lasciami infetta
giaccio qui ché al Cielo non salga la mia vergogna
passa oltre me e va’ dalle Anime che trascinai
dopo aver aperto la via delle passioni all’Indegno.
H
Ora vado nella tana del Leviathan dolce Anima,
triste sento il tuo essere e pura la tua pena
giuro al tuo cuore che tornerò e tu verrai con me.
Tutto è segnato laddove cammina il mio passo
Madre della Vita scopra pure i miei fedeli Spiriti.
Che lo sappiano i Custodi del Velo: sono disceso
[Hermes si allontana]
SB
Anima, ch’io t’ascolti! Di queste luci dimmi,
ora che si sono accese sull’orizzonte
l’una all’altra vicina com’in una lunga lama!
AC
Lama del Caduceo è questa linea che taglia il tempo,
stesa sul guscio di piombo per strappare il velo al cielo
Guarda nelle notti da oggi, della volta quel punto
Ché monteranno in numero le stelle apparse ora
Di’ ai tuoi servi che presto da lì crollerà l’ira
Sciami s’alzeranno dal gorgo di celesti furie .
SB
Quale mano dunque sta allineando questi eventi
Quale tuono seguirà queste luci apparse fra le nubi?
Ché ne stiano all’erta gli astrali sorveglianti!
AC
Quando vedrai scivolare da quelle aree rupi,
dietro al loro condottiero gli Spiriti del Cielo,
Di’ ai Custodi del Velo delle loro sorti più cupe.
Nulla rimarrà delle loro torri di guardia, nulla.
Ogni cosa sarà passata dal filo delle loro lame,
regni scomparsi all’istante vedo e terra brulla.
SB
Ora che so, i templi nostri i Custodi evocheranno.
Spargano i miei servi incensi al loro passaggio,
ché ci proteggano quando i nemici arriveranno!
AC
Ora che sai, sacerdote di Belial, salva la tua Vita,
libera le Anime dal ventre ignobile del tuo tempio
credimi, precede il tempo e i Custodi la sconfitta.
Cogli quest’avviso e invoca il Signore degli Spiriti
dagli le Anime e sarai anche tu con loro libero,
mentre tutto ciò che pensavi esistesse, cadrà subito.
Fine dei Tempi
Scena 7
È la fine, Belial cerca di trattenere quante più anime possibili, spingendole negli angoli più oscuri del mondo, sperando di togliersi dalla pista del suo cacciatore, Hermes. Ma i due sono rimasti soli, e Hermes fiuta subito l’ordito finale del nemico.
(Persongaggi: Hermes, Coro delle Anime, Belial)
CDA
S’aprono i nembi e passano le stelle di fuoco nello spazio
Gracchiano dall’uno all’altro capo del mondo di terra
Corvi custodi all’arrivo della Luce che attacca precipizio
S’alza in volo la nera schiera guardiana del cimitero
Crollano le prigioni quando lasciano le tombe custodite
l’urlo di guerra dall’alto scuote il fuoco prigioniero
Cadono i bracci della morte e l’Anima risorge alle stelle,
guida del suo ritorno al Cielo è quel Fuoco che risuona
barbaro sul passo della battaglia, s’alza dalle sue terree celle
Fuoco e Acqua sono in tempesta, cadono dalla volta del mondo
neri corvi sbattono sul manto di catrame i loro corpi
mentre avanzano gli Uccelli del Tuono, nella divina onda.
È furibondo il signore dei cimiteri, i padroni dei corvi
chiama, evoca i suoi dragoni dell’impero astrale
fa l’ultimo Fuoco in ceppi gettare nell’abisso più impervio.
Sì che le fila del Caduceo non chiudano nella Luce fatale
l’ultima loro ondata, perdendosi nella cerca del prigioniero.
Prende il tempo come affamato quando ruba sullo scaffale.
Hermete non lascia Luce dentro la terra, Belial lo sa
sì porta molto lontano le tombe rimaste per fuggirle
ché l’Occhio non scorga le ultime schiave penose.
H
Belial voltati verso lo specchio infranto del tuo inganno
Lascia tornare a me le figlie dell’Altissimo
Fuoco è il cielo ora e fuggono i tuoi corvi ché lo sanno.
Sono liberi adesso gli Spiriti che avvolgesti nella carne
Mentre i tuoi neri soldati cadono avvampati dalla Mano del Cielo
Salgono le mie api ed escono dall’abisso come dalle arnie
Tremano le terre e s’aprono i mari, figlio dell’invidia
seguono la mia marcia i Fuochi che sbranano la tua tela
stesa sul mondo e scoperchiano il grande abbaglio.
CDA
Fugge verso ponente l’ingannatore d’Anime
Premilo sulla sua stessa corsa, che inciampi!
Hermes, delle schiave vuole sprofondare le ultime
Fa’ presto, fiamma del Divino, scaglia i tuoi lampi
tienilo stretto al suo terrore, di morte è il suo proposito
Corri! Una scia insanguinata già gronda dalle sue zampe!
H
Belial, traditore, schiantati addosso al mio monito!
Ferma la tua opera, non puoi precedere il mio piede
Ora si sono aperti i Cieli e per te il termine è scaduto
B
Credi sia come un bimbo che alla fine della lezione attende?
Pazzo! Non ti ho aspettato seduto infilando le perle nel filo
Lascia la tua voce in gola ché ti serva per quando urlerai languente
Ché a casa ti sentano ancora una volta piangere l’abbandono!
Ora vieni pure a prendere queste fatue fiamme
Sto in armi, e non una zolla ti verrà concessa del mio regno!
H
Sei maledetto dal tuo stesso impeto, Leviathan, la tua fame
Porta il veleno che disseccherà il tuo impero
Scogli le ultime Anime in catene dalle tue trame
Belial obbedisci, ché non ti darò modo di pronunciare altro.
L’ora della proroga è terminata, com’era stato detto dall’Alto
mentre cercavi di portare le Anime in basso con il fatale salto.
CDA
Padre del Cielo che infuochi ora il tempo, distruggi quella ruota
macchina disastrosa che molte Anime sfinì nei suoi congegni
Padre, si crepano le statue di terra e la tomba rimane di Luce vuota
Hermes le riprende quelle liberate fiamme sulle sue ali
Scorrono di nuovo i canti dei Cori più alti mentre vola
L’abisso di Apollyon spinge l’oscurità nei suoi canali
Fiumi di tenebre ora soggiogati dalla Madre di Vita
giacciono, costretti nelle dighe del Verbo Divino
riemergono troppo orrendi gli antichi segreti
Uno a uno vengono tirati con le reti dai fiumi del lugubre.
Uno a uno incatenati e sprofondati nel nulla
Ché tutto torni ora a cantare, com’era prima e com’è da sempre.