Qualità dell’Anima /4

Letture d'Esoterismo OrientaleDistacco – Libertà – Serenità

Bisogna acquisire il divino distacco interiore, quello che vede la vita nella sua vera prospettiva. L’uomo è allora libero e non toccato da qualsiasi cosa possa accadere. L’atteggiamento ideale … è quello dell’Osservatore, che non s’identifica con nulla di ciò che accade nel piano fisico ed emotivo, e la cui mente è un limpido riflettore della verità.

Qualità dell’Anima /4

a cura di Adriano Nardi

Estratti dagli scritti di Alice A. Bailey e del Maestro D. K.

Sommario: DistaccoLibertàSerenità

Distacco

Bisogna acquisire il divino distacco interiore, quello che vede la vita nella sua vera prospettiva. L ‘uomo è allora libero e non toccato da qualsiasi cosa possa accadere. L ‘atteggiamento ideale … è quello dell ‘Osservatore, che non s ‘identifica con nulla di ciò che accade nel piano fisico ed emotivo, e la cui mente è un limpido riflettore della verità. Tale verità è percepita per intuizione, poiché manca qualsiasi violenta reazione mentale o emotiva; i veicoli di percezione sono quieti e nulla ostacola il giusto atteggiamento. Quando avrai conseguito questo stato di coscienza, sarai capace di insegnare con potenza e nello stesso tempo sarai in possesso di ciò che dev’essere insegnato.

Impara a distaccarti dalle persone e dalle avide mani di quelle presenze esigenti che gridano per riscuotere la tua attenzione sulle loro esistenze. Devi accrescere questa libertà impegnandoti ad andare incontro alle necessità di chi ti attornia e, nello stesso tempo, distaccandoti sempre più dalla presa interiore che essi hanno su di te. Essi non devono raggiungerti nella fortezza interiore della tua anima. È lì che devi imparare a dimorare, distaccato e impavido.

Un problema che tutti i discepoli sinceri devono risolvere è imparare a vivere come se il corpo fisico non esistesse. Con ciò intendo che i limiti e gli impedimenti che esso impone all’espressione di una coscienza libera e spirituale, devono essere annullati da un atteggiamento interiore della mente. Una lezione più importante … riguarda la maturazione del distacco dalla vita e dalle circostanze.

Una delle prime lezioni che ogni chela deve imparare è maturare quel distacco interiore che gli consente di immergersi nella coscienza del suo simile, per conoscere e accertare il modo migliore di aiutarlo e stimolarlo a rinnovare lo sforzo, da sé. Gli occorre anche coltivare quella vera umiltà che lo costringe a dare quanto possiede nel servizio impersonale, per poi dimenticarlo. Non deve pensare a sé come ad un fattore in causa. Soltanto quando possiede distacco e umiltà il discepolo può realmente servire. Coltiva perciò queste qualità e continua a dedicarti al servizio.

Vivi perciò sempre al di sopra del corpo fisico, ignorando le sue tentazioni e, per quanto possibile, cerca di vivere con la coscienza di veglia amalgamata e fusa con quella dell’anima. Anche se non lo percepisci, sappi che è così. […] la vita di isolamento spirituale, non è affatto quella dell’isolamento personale… In questo “essere isolato” sta la soluzione di molti … problemi. L’isolamento si ottiene con l’indifferenza emotiva all’ambiente e alle persone, ma è un’indifferenza spirituale, basata sul distacco spirituale e sull’impersonalità. Quando è presente, gli obblighi e il dovere sono compiuti senza identificarsi con persone o circostanze. L’anima resta libera, indipendente, imperturbabile, e non è condizionata da ciò che esiste nei tre mondi. Questa è la vera indifferenza spirituale

Sii unito alle anime, fratello mio, ma distaccati dalle personalità. Le anime guariscono e aiutano le personalità. I rapporti personali prosciugano e devitalizzano.

Manca una cosa semplicissima da enunciare e difficilissima da esprimere. […] È semplicemente la mancanza di distacco. Tu ti leghi a coloro che ami e spesso le mani avide dell’amore intralciano il progresso, non soltanto il tuo, ma anche quello di chi ami… Mentre vivi e ami chi ti circonda, non ti poni mai la domanda: “Li aiuto in quanto anime, per la vita e il servizio?”… Il tuo amore, avvinghiante e possessivo per coloro che hai strettamente associato a te nel processo karmico della vita, ti impedisce di amarli nella maniera giusta, intensa… Ti chiedo di amare con maggior verità.

Preservate sempre l’attitudine dell’Osservatore nella testa. Il distacco dell’anima migliorerà e il suo attaccamento alle altre anime si farà più saldo.

Col tempo il discepolo impara a conoscere se stesso, durante l’incarnazione, soprattutto come colui che dirige le forze dalle altitudini del divino Osservatore e con il distacco conseguito. Sono cose dette più volte, e per voi sono soltanto verità elementari dell’occultismo eppure, se afferraste il pieno significato del distacco restando sereni come “Colui che dirige e osserva” non ci sarebbe spreco di attività, né mosse errate o false interpretazioni, né vaghereste per le vie traverse dell’esistenza quotidiana, e nemmeno vedreste il prossimo secondo visioni distorte e preconcette e, soprattutto, non fareste più cattivo uso della forza.

Libertà

Considerati … libero, fratello mio, ma assicurati che l’esigenza di libertà non sia perché l’affiliazione al gruppo ti infastidisce. Più l’anima s’imporrà sulla tua personalità, meno avrai problemi di isolamento e libertà. Considerati libero, ma accertati che l’esigenza di libertà non sia perché la rigorosa disciplina della preparazione occulta, irrita il tuo temperamento ancora essenzialmente mistico. Più la tua anima salirà al potere e la mente si sveglierà, più il sentimento (in senso personale) svanirà. Considerati libero, ma sii certo che l’esigenza di libertà non sia perché l’incapacità di organizzare il tuo tempo e di costringere la personalità al vivere ritmico ferisce il tuo orgoglio. Più l’anima ti controllerà e meglio imparerai a usare il tempo in maniera responsabile.

Molte volte, lungo la Via, il discepolo si ribella al controllo, ricadendo nell’illusione della sua libertà immaginaria. Esiste libertà dalla personalità; esiste libertà da quelle altrui, ma non dalla Legge del Servizio, dal continuo rapporto fra uomo e uomo e fra anima e anima. Essere realmente liberi è dimorare nella chiara, limpida luce dell’anima, che fondamentalmente e intrinsecamente è coscienza di gruppo.

Serenità

Vi ho già fatto notare quali difficoltà presenti l’assorbimento di un nuovo discepolo nell’Ashram (luogo di ritiro e meditazione dove, sotto la direzione di un Istruttore, i discepoli si riuniscono per vivere una disciplina spirituale); gli si deve insegnare ad avanzare gradatamente dalla periferia della coscienza del gruppo verso il centro. Ogni passo avanti richiede cautela da parte del Maestro, affinché l’Ashram sia protetto da ogni attività distruttiva. Solo quando il chela ha conseguito la “serenità occulta” gli è permesso di focalizzarsi in permanenza nell’aura di gruppo. Ciò accade quando egli diventa consapevole della particolare e specifica vibrazione dell’aura del Maestro. Da ciò, come potete vedere, la necessità della serenità.

Vorrei farvi notare che serenità e pace non sono la stessa cosa. La pace è sempre temporanea e riguarda il mondo sensoriale e le condizioni che possono essere turbate. È essenziale per il progresso ed è inevitabile che ogni passo avanti sia caratterizzato da turbamenti, crisi e caos, cui poi succedono (se bene affrontati) periodi di pace. Ma questa pace non è serenità e al chela è consentito di dimorare nell’aura del Maestro soltanto quando abbia sostituito la serenità alla pace. Serenità è quella calma profonda priva di turbamenti emotivi che distingue il discepolo focalizzato nella “mente mantenuta salda nella luce”. In superficie, la sua vita (dal punto di vista del mondo) può essere in stato di continuo e violento mutamento. Tutto ciò che gli è caro nei tre mondi può crollare attorno a lui. Nonostante tutto ciò egli sta saldo, nell’equilibrio della coscienza dell’anima e nel profondo della sua vita rimane indisturbato. Non è insensibilità o autosuggestione forzata, e nemmeno la capacità di esteriorizzare la coscienza in modo tale da ignorare eventi e circostanze individuali. È intensità di sentimento trasmutata in comprensione focalizzata. Quando ciò è stato raggiunto il chela ha diritto di vivere nell’aura del Maestro. Non vi è nulla in lui che richieda al Maestro di distogliere la Sua attenzione da sforzi di vitale importanza per il compito irrilevante di aiutare il discepolo.

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