In tutta la letteratura biblica troviamo numerose allusioni ad esseri non carnali che esercitano una funzione specifica durante la vita cosciente ed incosciente degli uomini. Sono esseri di luce, messaggeri, modelli di diverse funzioni, etc. ci riferiamo al termine generico di angeli, benché come è risaputo, ce ne sono di varie categorie.
I Sacri Patroni e la gerarchia degli esseriIn tutta la letteratura biblica troviamo numerose allusioni ad esseri non carnali che esercitano una funzione specifica durante la vita cosciente ed incosciente degli uomini. Sono esseri di luce, messaggeri, modelli di diverse funzioni, etc. ci riferiamo al termine generico di angeli, benché come è risaputo, ce ne sono di varie categorie. Nella definizione enciclopedica vediamo che il termine angelo si riferisce ad un “essere spirituale, creato da Dio, immortale e di natura superiore all’umana. Nella Bibbia ed in diversi testi assiri, babilonesi, persiani, etc., c’è una varia profusione di angeli riferiti sempre a poteri complementari dell’essere umano nella sua incapacità di assumere con successo certi compiti”… non sono d’accordo con parte della definizione. Non è certo che un angelo sia di natura superiore all’umano, in realtà essi possono esercitare una sola funzione, mentre l’essere umano può realizzare varie funzioni contemporaneamente. Se accettassimo che un angelo è superiore all’uomo, negheremmo, per la stessa ragione, l’asserzione biblica che siamo fatti ad immagine e somiglianza di Dio. D’altra parte, nella parte relativa all’incapacità dell’uomo di assumere certi compiti, credo che sia l’uomo il padrone e signore del karma e che il successo o il fallimento di quello che fa è in relazione al suo apprendistato ed alle forze o angeli che usa o che non usa; in modo che un essere umano armonizzato con le forze della natura e col suo maestro interno è qualificato per realizzare con successo quello che si propone. È possibile che quello che chiamiamo maestro interno sia in comunicazione costante con gli esseri spirituali, col risultato che essi, essendo molti e con distinte funzioni, siano usati con maestria dal nostro essere interno. Ci sono molte classi di esseri o forze spirituali e naturali. Dionisio l’Areopagita, li descrive nel seguente ordine: Serafini, Cherubini, Troni, Dominazioni, Virtù, Potestà, Principati, Arcangeli e Angeli. Anche San Tommaso d’Aquino sviluppa teorie angeliche che trovano un parallelismo con quelle di Dionisio ipotesi, quest’ultime più dettagliate nei testi cabalistici, che anche Papus raccoglie in alcuni scritti. Anche Jacob Boehme allude che nella luce dell’anima risiede l’intendimento di queste forze. Bisogna tener presente che esistono tre regni o livelli dove le forze si manifestano. Uno è quello delle sfere, cioè, il piano fisico della terra ed altri pianeti. Un altro è quello che chiamiamo piano astrale. Ed il terzo piano è quello che chiamiamo mondo spirituale. I racconti ed i miti ci fanno immaginare lotte tra forze che creano nomi e condizioni morali per forze che sono naturali; questo ci fa realizzare una serie di aspetti che non vanno oltre la nostra immaginazione. Per meglio comprendere farò un esempio attraverso due brevi narrazioni che vogliono dire la stessa cosa, ma che per via del linguaggio utilizzato appariranno come cose distinte: 1. – le ondine dell’acqua furono attaccate dalle salamandre che le debilitavano della loro forza poderosa. Le ondine, comandate dalla loro regina Tharsis, che era immortale, cercarono rifugio tra gli elfi. Lì, nel regno degli elfi, le ondine attesero un momento migliore per apparire di nuovo. Ma le salamandre insistevano nel loro attacco malgrado non rimanesse oramai una sola ondina. Alla fine, gli gnomi si appropriarono dello spazio lasciato da loro e ad ogni attacco delle salamandre, una maggiore quantità di gnomi appariva sul campo di battaglia. Notate la differenza di linguaggio per esprimere la stessa cosa, 2. – In una pentola si mise a bollire dell’acqua, l’azione di un fuoco vivo dimenticato fece sì che l’acqua si volatilizzasse. Siccome non c’era oramai più acqua ed il fuoco proseguiva nella sua azione, sul fondo della pentola si produsse una crosta. Non credo che sui testi sopra esposti ci sia bisogno di altre spiegazioni. Nel linguaggio alchemico vediamo anche come spiegando cose naturali, dovute al linguaggio, la nostra immaginazione vada da un’altra parte allontanandoci dal senso naturale della spiegazione. La trasformazione dell’acqua, la quale passa per tre stati, è qualcosa di naturale, ma possiamo dirlo con altri nomi facendo uso della poesia immaginativa. Nella cabala, e più specificamente nel libro “La Scienza Cabalistica o l’Arte di Conoscere i Geni Buoni”, le lettere dell’alfabeto ebraico si riferiscono a tre piani principali: La prima decade, da alef a yod, si riferisce al mondo angelico o gerarchia delle intelligenze sovrane derivate dalla Prima Luce Eterna. L’ottuplo, da kaf a tsade, rappresenta i diversi ordini degli angeli che abitano i mondi visibili, astronomici. Ogni sfera individuale rimane sotto la protezione di un’intelligenza che li governa. La tétrade, da qof a tau, è in corrispondenza arcana col mondo elementare. Secondo Dionisio l’Areopagita, ognuna delle dieci prime lettere ebraiche ha la sua corrispondenza angelica. Così, alef è legato agli angeli chiamati hayot kodesh. Sarebbero i motori della creazione. Beth è legata agli aufanim. Gimel agli arelim. Daleth ai chasmalim. He ai podestài. Vau alle virtù. Zain ai figli cabalisti di Elohim. Heth agli angeli chiamati figli di Dio. Teth i cherubini. Yod a quelli chiamati ishim, cioè, agli uomini forti, felici e santi ubicati nella sfera spirituale. Il resto dell’alfabeto corrisponde ai principi individuali dell’intelligenza e governatori di innumerabili milizie, che a parte, svolgono un ruolo importante nell’economia dell’universo mistico. In altre relazioni che sarebbe molto lungo dettagliare qui, appaiono le lettere con le loro corrispondenze particolari, tutte sono separate in due gruppi relativi al mondo astronomico ed al mondo elementare, che raccoglie anche gli Angeli dell’Olimpo o spiriti che governano le regioni dell’universo, che sono gli astras, i quali sono suddivisi a loro volta in maggiori e minori. Nel cristianesimo si è sviluppata l’idea di un angelo custode per ogni persona. Ma tale idea sembra provenire dal giudaismo che invocava l’aiuto degli arcangeli in tempi remoti come si evince da questo antica preghiera: A Dio onnipotente, Signore d’Israele, Che Michele stia alla mia destra, Gabriele alla mia sinistra, Rafael davanti a me e Dietro me Uriel, Ed al di sopra di me la divina Presenza di Dio. Alcuni apprendisti di rituali magici, a volte divinatori, fanno le loro petizioni usando lo stesso ordine degli arcangeli che appare nel discorso ebraico. Nel nostro cerchio si invoca anche la presenza di Dio utilizzando le quattro direzioni che su un piano geografico corrisponde al nord, sud, est ed ovest. Nel centro, il sacro tempio o shej’inah, si invoca Dio in tutte le direzioni invece degli angeli. Parlando di angeli è difficile non osservare che l’individuo ricorra a spiegazioni che attribuiscono ad esseri spirituali il governo del mondo delle cause e del mondo degli effetti, tutte le volte che non comprende e non capisce fenomeni naturali – un seme che si sviluppa in un enorme albero, o il mondo delle vibrazioni che ha più di invisibile che di ostensibile, come pure delle migliaia di fenomeni dei vari regni che non sono altro che azioni dell’Essere, del suo cambiamento o perenne mutazione apparente di ciò che è immutabile in Essenza. Se uno ha una visione o ascolta un messaggio nel sonno o in meditazione, non l’attribuisce al suo proprio essere, perché non si sente capace di pensare che in lui risiede tutto il potere e la conoscenza. È più facile pensare che un altro essere gli abbia portato il messaggio. La nostra educazione religiosa ci ha tirato fuori Dio da dentro e ci ha collocato il diavolo, in modo che quando vogliamo qualcosa guardiamo verso l’esterno, verso l’alto, cercando Dio. Ma quando commettiamo errori siamo sicuri che qualcosa di maligno in noi ci ha spinti ad agire così. In molte storie infantili appaiono due entità, una buona ed una cattiva che consigliano l’individuo, pertanto, su questo tema degli angeli siamo influenzati dalla nostra cultura ed educazione. L’educazione ricevuta, le nostre credenze, determinano l’uso o l’applicazione di queste forze, in modo che, o non le usiamo, o le utilizziamo dandogli un altro nome. Nella letteratura più vicina a noi si parla dei maestri, con invocazioni dirette ad essi. In altri casi parliamo del nostro essere interno. Diciamo anche forze cosmiche o poteri rigenerativi, ed in altri casi parliamo di energie. Il nome è il meno, la cosa importante è che usiamo queste Intelligenze per aiutarci e per aiutare gli altri. Ciò vuol dire che esistono forze naturali che stanno agendo in tutti i piani che la nostra mente possa percepire. Pertanto, bisognerebbe separare le credenze immaginative da quelle comprensive delle forze della natura, siano dette forze fisiche o spirituali. C’è inoltre un’altra questione. Se vi basate su forze o esseri o volete dare denominazioni a queste forze per usarle in vostro aiuto, avete tutto il diritto di farlo. Questo è un punto importante di buona influenza religiosa. Mi sto riferendo a quella ch’è in relazione con la pratica della mediazione. In alcune religioni ci sono molti santi, vergini ed angeli che sono utilizzati dalle persone che cercano il bene, sia di salute per sé o per una persona cara, per risolvere un problema o di qualunque altro tipo. Se avete fede o un credo che può arrivare a Dio attraverso un mediatore perché non usarlo? Allora una conoscenza degli angeli è più che probabile che vi serva per invocare forze che volete utilizzare per andare in soccorso di qualcuno. Nelle professioni si è anche formata l’idea dei sacri patroni. Se vi serve, di seguito ci riferiremo alle funzioni degli arcangeli. Per conoscere le misure delle cose si ricorre a Metatron. Questo arcangelo si riferisce ad Enoc. Con questo nome possiamo comprendere l’uomo moltiplicato, cioè, il terzo nome della parola che in ebraico indica l’uomo, Adam, Geber, Enoc ed Ish. È anche il settimo patriarca partendo da Adamo e che secondo la Bibbia fu estratto dalla terra e portato al cielo. Possiamo dire che Metatron è un uomo “arcangelizzato.” Michele o Mikael significa “simile a Dio” e possiamo invocarlo per eliminare la negatività. La leggenda di San Giorgio e la sua lotta col drago deriva da questo arcangelo. Il drago sono le nostre passioni negative, la nostra ignoranza ed impulsi erronei. Gabriel è il messaggero di Dio, pertanto, rappresenta la purezza e la verità. Il suo nome significa “Dio” è la mia forza. È l’angelo che annunciò a Maria che avrebbe concepito. È l’arcangelo che protegge tutti i bambini nella loro purezza, ogni essere ha poi il suo angelo custode. Rafael è il risanatore divino, in realtà nel suo nome si trova la polarità positiva e rigenerante dei più grandi poteri di Dio. Uriel come il suo nome indica la “Luce di Dio”. pertanto, la conoscenza di Dio e della Saggezza Infinita può invocarsi attraverso lui. Si dice che fu Uriel che avvisò Noè del diluvio. Per capire le leggi del karma, possiamo ricorrere anche a questo arcangelo. Fu anche quello che apparve ad Esdra e per lui ricevette la Torah. Tutti gli arcangeli hanno il loro corrispondente angelo, in modo che per ogni funzione specifica si possa invocare quello che corrisponda ad ogni situazione. Questo tira in ballo l’alluso tema dei maestri. Quando parliamo in pubblico possiamo invocare il maestro dell’oratoria e della conoscenza. Se dobbiamo risolvere un tema di salute, invochiamo il maestro risanatore. Se il problema è legale ricorreremo al maestro di giustizia. Perché, ognuno di questi maestri corrisponde all’angelo o intelligenza che esercita questo o quella funzione come i sacri patroni applicati alle professioni. Visto così, posso affermare che nell’essere umano esiste tutto il potenziale per esercitare le più varie funzioni. Chiaro è che non ricorreremo ai maestri, angeli o patroni in una maniera triviale, bensì quando vi è un vero bisogno. In due situazioni di crisi personali, posso affermare che qualche forza interna produsse la soluzione del problema che avevo. Che cosa importa se chiamiamo questa forza maestro o angelo? Ed altre volte, uso delle forze interne? Quando non risolvete qualcosa che vi interessa potete guardare verso l’interno di voi stessi e bisbigliare quel salmo che dice “il Signore è il mio pastore, niente mi manca”. Questa è un’altra forma di ricorrere al maestro interno o angelo o forza spirituale che può aiutarci a risolvere moltissime situazioni della nostra vita. La nostra abitudine di ricorrere a queste forze ci dà la fiducia di lasciare in buone mani la soluzione di molti problemi. È precisamente la fiducia che depositiamo quella che esercita il potere creativo. La familiarità con i quali ricorro a questi principi dell’universo fa sì che li chiami con qualche nome particolare che ovviamente deve rimanere nell’intimità. Quello che voglio dire è che anche voi che leggete potete usare questo metodo, usando nomi che considerate appropriati. Conosco persone che non hanno niente a che vedere col misticismo e che tutto quanto relativo agli angeli gli sembra pura fantasia immaginativa, tuttavia, quando si trovano in certe situazioni ricorrono a qualcosa dentro se stessi e si affidano a quello che essi chiamano intelligenza. Pertanto, il nome è il meno, la cosa importante è la pratica. Quindi, chi crede di non essere creativo, è solo perché non ci crede, perché in realtà può ricorrere all’angelo o al maestro della creatività. La capacità di amare, di realizzare compiti, di esercitare il corpo e la mente, di curare, di avere una buona maturità, di servire, etc., si radica in chi ce l’ha nella propria mente. Praticamente quello che bisogna fare davanti alle molte situazioni che ci vengono esposte nella vita è dedicare alcuni secondi all’interiorizzazione ed invocare dette forze affinché c’illuminino o ci aiutino nella soluzione dei problemi. Tenete presente a ciò che producete con la vostra mente. Nel senso che se essa da una parte sta invocando la soluzione di un problema e da un’altra parte pensa che ciò non avverrà, state generando qualcosa di negativo. Nella liturgia cattolica sentiamo “Gloria a Dio nel cielo e pace in terra agli uomini di buona volontà”. La pace dell’anima, l’armonia e la serenità, sono comandate da forze spirituali chiamate Poteri. Quando i nostri pensieri si materializzano lo si deve alle forze spirituali denominate Virtù. In modo che ogni atto di creazione mentale o visualizzazione si può concretizzare invocando gli angeli o forze della natura superiore. Dietro gli aspetti karmici si trovano le Dominazioni. Quando ci rendiamo conto o impariamo dagli errori, è grazie a queste forze che in noi interviene il perdono. Ma sono le Potestà, i Troni, le Dominazioni o Virtù, non per ciò smettono di essere angeli con funzioni specifiche, in modo che tra le Dominazioni ci sarà un angelo per il perdono, uno per la povertà, uno per la generosità, etc., non importa se non conoscete la classificazione, quello che importa è la vostra fiducia in queste forze che si trovano in voi stessi ed alle quali potete ricorrere secondo il caso, dovete semplicemente riconoscere il problema o la necessità ed invocare il maestro o angelo specializzato nel tema che vi concerne o vi preoccupa e depositare in lui tutta la vostra fiducia, così se “piace” ai maestri ciò si risolverà. Ricordate che dal punto di vista umano una cosa si può risolvere in molti modi, ma dal punto di vista Cosmico, un cosa ha un solo modo di risolversi: bene. Che cosa vuol dire la Scrittura con la parola Angelo? Questa domanda la fa un discepolo a Maimonide e lui gli risponde: “La parola elohim significa giudici, è stata applicata agli angeli ed al Creatore come giudice degli angeli, Signore delle sfere e delle stelle… Aristotele dice Intelligenze e noi diciamo angeli… Questa dottrina, cioè che esistono Intelligenze mediatrici tra la Causa Prima e le altre cose, fa parte della Scrittura, dove ogni atto di Dio viene eseguito mediante alcuni dei suoi angeli. Ma angelo vuole dire messaggero e si richiama così a tutti coloro ai quali viene affidata una missione. Nel Midrash-kohelet, nell’Eclesiaste (X, 7), troviamo il seguente passaggio: ‘Quando l’uomo dorme la sua anima parla all’angelo, l’angelo al cherubino’. Il lettore abile vedrà in questo una chiara prova che viene chiamata angelo anche la facoltà immaginativa, e cherubino l’intelligenza dell’uomo.” Per finire, trascriverò apparentemente un discorso che si trova in un vangelo esseno, diretto ai serafini. È una trascrizione da un piccolo libro di Ambika Wauters che ha per titolo “L’Oracolo degli Angeli”: Agli Angeli che sono gli Artefici e i Governatori, I Modellatori e i Vigilanti, I Conservatori ed i Preservatori della Terra Abbondante! E di tutte le Creature del Padre Celeste. Invochiamo i buoni, forti e benefattori Angeli del Padre celeste e Madre Terrena! A quelli della Luce! A quelli del Cielo! A quelli delle Acque! A quelli delle Piante! A quelli dei Figli della Luce! A quelli della Santa ed Eterna Creazione! Adoriamo gli Angeli Che furono i primi a rispondere al pensiero ed all’insegnamento Del Padre Celeste, Attraverso i quali Angeli formò il seme delle nazioni. Esercizi1. – Prima di meditare sull’Albero della vita possiamo usare le tre lettere madri come mantra. Utilizzeremo le indicazioni delle fonti recensite dove si dice che Shin fischia, la Mem ronza e l’Aleph è muta. Innanzitutto ci siederemo comodamente con la schiena e collo eretto e le mani aperte sulle cosce. Chiudiamo gli occhi e facciamo una respirazione profonda e lenta. Con la respirazione coinvolgiamo la lettera Aleph se siamo capaci di fare suonare l’aria man mano che entra nei nostri condotti respiratori. Aspiriamo riempiendo completamente i polmoni, quindi esaliamo lentamente emettendo il suono sssshhhh, come se chiamassimo qualcuno. Questo suono deve durare la metà del tempo dell’emissione. L’altra metà pronuncieremo la lettera mmmmmm, come se mormorassimo. Quindi torniamo a ripetere tutto il processo fino a sette volte. Poi rimarremo passivi da tre a cinque minuti. 2. – questo esercizio lo inizieremo pronunciando i mantra come detto sopra. Dopo aver ripetuto i mantra sette volte visualizziamo una superficie verde oliva che si muove come un nastro trasportatore o scala meccanica. Questa scala ci conduce ad un tempio. Nella porta c’è Sandalfon che in esso ci introduce. Nel centro di detto tempio, scritto con lettere di fuoco, leggiamo il nome Adonai. Rimaniamo alcuni istanti riposando e liberandoci degli ostacoli del mondo inferiore. Una volta che il nostro corpo smette di essere un intralcio usciamo da una porta che si trova dietro il nome Adonai. Passiamo all’esterno ed osserviamo tre sentieri, uno alla destra, un altro alla sinistra ed un terzo centrale. Camminiamo per quello centrale su una superficie mobile di colore azzurro zaffiro. Scorgiamo un altro tempio ed un guardiano che viene al nostro incontro, è Gabriel, l’arcangelo del guardiano (nostro angelo custode) col quale ci sentiamo protetti. Egli ci introduce nel tempio e vediamo inciso con lettere di fuoco il nome “Il Chay”. Riflettiamo sul nostro ego fino a spogliarci dei suoi impedimenti che la nostra coscienza circostanziale ci crea. Una volta riusciti in questo, andiamo dietro al Nome ed apriamo un’altra porta, la quale ci mostra che all’esterno ci sono tre sentieri, uno a destra, un’altro a sinistra ed uno centrale. Camminiamo per quello centrale su una superficie che si muove di color porpora. Passando ci viene incontro Michele, l’arcangelo che vince ed elimina le passioni rappresentate dal drago. Michele ci introduce in un tempio maestoso di natura spirituale. Sull’altare incise col fuoco ci sono le lettere del nome Elohim. Qui esprimiamo il proposito di aprire il nostro cuore alle istruzioni che riceveremo. Dopo alcuni minuti di pace ed amore ci alziamo e camminiamo dietro il Nome. Troviamo altri cinque sentieri. Prendiamo quello del centro e camminiamo su una superficie il cui colore ci ricorda quello di una perla. Man mano che avanziamo il colore si dissolve e vediamo in lontananza un tempio di vetro completamente trasparente. Esce e ci viene incontro Methatron, egli ci introduce in questo tempio e vediamo incise col fuoco il nome Eheieh. Pronunciamo questo nome sette volte e rimaniamo immobili più che possiamo. Quando noteremo che stiamo ritornando dal livello di coscienza nel quale ci troviamo, cominceremo a viaggiare in senso contrario. Lo faremo più rapidamente ma senza saltare nessuna delle quattro sephirot che abbiamo utilizzato nella nostra salita.
Bibliografía1 – Bibbia di Jerusalén – Declee de Bronwer, Bilbao 1975 2 – Bibbia bilingüe hebreo-castellano – Ed. Sinaí 3 – Israel, Profezía e Realtà – Massada I EMD 4 – Dizionario Biblico – Espasa 1996 5 – Il Sepher Yetzirah – Traducción y comentarios de Arieh Kaplan – Ed. Mirach, S.L., 1994 6 – Lo Zohar – Versión castellana de León Dujovne, Ed. Sigal 7 – La Cábala – Alexander Safran. Ed. Martínez Roca 8 – La Cábala ed il suo Simbolismo – Gershom Scholen. Sigloveintiuno 9 – Guía de Descarriados – Maimónide. Ed. Barath 10 – La Creazione Perenne – Lubeca, Ed. Kier 11 – Apocalisse di Esdra – Ed. Obelisco 12 – Enciclopedia virtuale Encarta – Edizióne 2003 13 – Anima d’Amore Viva – San Juan de la Cruz 14 – Le più belle preghiere del mondo – Editore De Vecchi, S.A. (1970) 15 – Per comprendere la Kabbala – A. D. Grad. Luis Cárcamo, Editor 16 – Sufismo e Taoismo – Toshihiko Izutsu. Ed. Siruela 17 – Dizionario ebraico-spagnolo – Arié Comey – Dov Yardén. Ed. Achiasaf |