Il giuramento massonico è una rappresentazione psicodrammatica, pensata per “impressionare” l’immaginario del neofito. Ma in quel giuramento non c’è nulla di religioso. Per cui la presenza della Bibbia è puramente simbolica. Peraltro, è sbagliato considerarla un testo cattolico.
I testi che possono considerarsi cristiani sono i Vangeli, raccolti nel Nuovo Testamento. Ma, probabilmente, per i Liberi Muratori d’estrazione cattolica, la Bibbia era l’oggetto più consono a sacralizzare i propri riti. Ma questo ragionamento non valse per tutti. I massoni francesi, ad esempio, di cultura illuminista, non l’hanno adottata.
Le Sette Luci, hanno lo scopo d’irradiare particolare energia superiore su altrettanti iniziati, creando attraverso loro una corona, o aureola che saturi lo spazio rituale d’energia spirituale. Non so se nella chiesa ciò accada. Dubito invece che i massoni ne abbiano anche una lontana percezione di ciò che andrebbe fatto durante il cerimoniale. Una bella metafora racconta che il Libro sacro è una superficie riflettente, dove rispecchiandosi, l’Iniziato capisce di essere lui il simbolo della Grande Opera. Ma l’uomo ha bisogno di rispecchiarsi in un «Essere Supremo» che, con la sua presenza, lo aiuti a darsi regole che da solo non avrebbe la forza di ascoltare. Ogni razza ha un Libro sacro che conserva le regole dettate da Dio. I Libri sono tutti diversi, come diverse sono tutte le regole dettate da Dio. Ma ognuno di loro è degno di rispetto in eguale misura, perché rappresentano lo sforzo dell’uomo verso una spiritualità che nella dimensione materiale è assolutamente inconcepibile. Ma nel ragionamento c’è un punto riprovevole. Molte religioni conservano l’abitudine di cibarsi di Dio. Nell’antichità questo rituale si chiamava «banchetto totemico» (vedi La Via exoterica e le religioni totemiche) oggi «sacramento della Comunione». Non è dei simboli che l’iniziato si deve liberare, ma delle forme di religiosità tribale. |