La Bibbia sull’Ara e la Menorah sull’altare

MassoneriaIl giuramento massonico è una rappresentazione psicodrammatica, pensata per “impressionare” l’immaginario del neofito. Ma in quel giuramento non c’è nulla di religioso. Per cui la presenza della Bibbia è puramente simbolica. Peraltro, è sbagliato considerarla un testo cattolico.

La Bibbia sull’Ara e la Menorah sull’altare

di Athos A. Altomonte

Il giuramento massonico è una rappresentazione psicodrammatica, pensata per “impressionare” l’immaginario del neofito. Ma in quel giuramento non c’è nulla di religioso. Per cui la presenza della Bibbia è puramente simbolica. Peraltro, è sbagliato considerarla un testo cattolico. I Libri che compongono l’Antico Testamento: come il Talmud, la Thorà, e il Pentateuco; sono una raccolta di scritture ebraiche; pertanto sarebbe corretto dire che la Chiesa cattolica li ha adottati, in quanto Gesù era un predicatore ortodosso della religione ebraica (“non vengo per togliere, ma per aggiungere”).

I testi che possono considerarsi cristiani sono i Vangeli, raccolti nel Nuovo Testamento. Ma, probabilmente, per i Liberi Muratori d’estrazione cattolica, la Bibbia era l’oggetto più consono a sacralizzare i propri riti. Ma questo ragionamento non valse per tutti. I massoni francesi, ad esempio, di cultura illuminista, non l’hanno adottata.

Ad ogni buon conto, anche qui si riafferma come Chiesa e Massoneria siano accomunate dall’uso della “sacralità ebraica”, dalla quale entrambe hanno attinto a piene mani.

Sarebbe una lunghissima lista ricordare tutti i simboli che hanno sottratto ad una cultura, a cui non ricambiano molta considerazione.

Assieme alla Bibbia, sull’Ara massonica è posta la Menorah (vedi L’Accensione della Menorah), Candelabro di Sette Luci, sacro alla religione ebraica, che rappresenta l’universo sensibile (l’altro, a 9 bracci è la Channukà).

Ma un buon osservatore non mancherà di notare che anche gli altari delle chiese sono a forma di Menorah. Non sfugge che abbiano 3 candele a destra e 3 a sinistra, e in mezzo, al posto dell’esagramma ebraico, c’è una croce. In totale Sette come le Luci della Menorah.

Il particolare importante, però, non è misurare la liceità di usare altrui simboli: il sole, ad esempio, è tra i simboli “pagani” il più presente nella ritualistica di entrambe le Istituzioni; quanto la capacità di mantenerne gli scopi, oltre che il significato.

Le Sette Luci, hanno lo scopo d’irradiare particolare energia superiore su altrettanti iniziati, creando attraverso loro una corona, o aureola che saturi lo spazio rituale d’energia spirituale.

Non so se nella chiesa ciò accada. Dubito invece che i massoni ne abbiano anche una lontana percezione di ciò che andrebbe fatto durante il cerimoniale.

Una bella metafora racconta che il Libro sacro è una superficie riflettente, dove rispecchiandosi, l’Iniziato capisce di essere lui il simbolo della Grande Opera. Ma l’uomo ha bisogno di rispecchiarsi in un «Essere Supremo» che, con la sua presenza, lo aiuti a darsi regole che da solo non avrebbe la forza di ascoltare.

Ogni razza ha un Libro sacro che conserva le regole dettate da Dio. I Libri sono tutti diversi, come diverse sono tutte le regole dettate da Dio. Ma ognuno di loro è degno di rispetto in eguale misura, perché rappresentano lo sforzo dell’uomo verso una spiritualità che nella dimensione materiale è assolutamente inconcepibile.

Ma nel ragionamento c’è un punto riprovevole. Molte religioni conservano l’abitudine di cibarsi di Dio.

Nell’antichità questo rituale si chiamava «banchetto totemico» (vedi La Via exoterica e le religioni totemiche) oggi «sacramento della Comunione».

Non è dei simboli che l’iniziato si deve liberare, ma delle forme di religiosità tribale.

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