Imago Templi /6.6

MassoneriaI Sovrani Gran Ispettori Generali, XXXIII ed ultimo grado del R. S. A. A. – L’Alfabeto Bilaterale da, De Augmentis Scientiarum di Lord F. Bacon – Il Cifrario della Kabbalah, più un aspetto notevole – I Santi Nomi di Dio e delle Sue Sacre Grazie – La Scienza segreta dei Tanaim

Al più alto grado della Massoneria Bianca la Tradizione Iniziatica conserva tuttora intatti i suoi Misteri, gelosamente custoditi dai suoi Adepti Maggiori, che li trasmettono unicamente “bocca-orecchio” a quanti, raggiunto quel livello, sono in grado di farsi riconoscere dimostrando di possedere le Chiavi della Regola e dell’Arte; altrimenti rimanendo invisibili alle menti degli Adepti Minori.

Imago Templi /6.6

di Athos A. Altomonte

Sommario: I Sovrani Gran Ispettori Generali, XXXIII ed ultimo grado del R. S. A. A.L’Alfabeto Bilaterale da, De Augmentis Scientiarum di Lord F. BaconIl Cifrario della Kabbalah, più un aspetto notevoleI Santi Nomi di Dio e delle Sue Sacre GrazieLa Scienza segreta dei Tanaim

I Sovrani Gran Ispettori Generali, XXXIII ed ultimo grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato

Al più alto grado della Massoneria Bianca la Tradizione Iniziatica conserva tuttora intatti i suoi Misteri, gelosamente custoditi dai suoi Adepti Maggiori, che li trasmettono unicamente “bocca-orecchio” a quanti, raggiunto quel livello, sono in grado di farsi riconoscere dimostrando di possedere le Chiavi della Regola e dell’Arte; altrimenti rimanendo invisibili alle menti degli Adepti Minori.

Ed ancora ricordo il metodo: «riconoscendo, tu sarai riconosciuto».

Ma dovendo considerare per il nostro livello d’interesse, esoterico e non iniziatico, solamente vari metodi di linguaggio e null’altro, credo di aver scelto tra i tanti proponibili il più rappresentativo e forse il più originale tra quelli in uso presso i Sovrani Gran Ispettori Generali.

L’Alfabeto Bilaterale da, De Augmentis Scientiarum di Lord Bacon

A quel che riferisce l’autore di “De Augmentis Scientiarum” Lord Francis Bacon, l’uso di Codici bilaterali nelle Gerarchie superiori viene fatto risalire al periodo antecedente il Concilio di Nicea, ma esso appare ufficialmente nell’Ordine Massonico solo nel 1640.

Possiamo ragionevolmente raggruppare i Codici Bilaterali, per analogia nelle caratteristiche, in sette diversi gruppi principali. Noi per la necessaria brevità del nostro percorso nell’argomento, ne considereremo solo alcune espressioni fondamentali. Ma il Fratello che volesse approfondire la sua ricerca sull’argomento troverebbe una ricca messe d’informazioni, tra gli altri, nei testi seguenti:

Polygraphia e Steganographia di Trithemius, Abate di Spanheim; Mercurio ovvero il Segreto del veloce Messaggero di John Wilkins, Vescovo di Chester; Oedipus Aegyptiacus del gesuita Athanasio Kircher; Cryptomenytices et Cryptographiae di Gustavus Selenus.

Tavola I

L’Iniziato viene istruito sull’uso di un “gioiello personale” che contiene al suo interno due circonferenze delle quali quell’interna è mobile.

Quest’ultima, mossa secondo un codice prestabilito crea un alfabeto con la doppia combinazione delle lettere.

Il gioiello è di per se un distintivo ed un primo “segno invisibile”.

Un altro metodo per creare un Codice Bilaterale consiste nell’unire più lettere per formarne una sola, come mostra l’immagine della Tavola II.

Dopo che il documento da decifrare è stato ridotto a delle sole “a” e “b” equivalenti, viene “rotto” in gruppi di cinque lettere ed il messaggio viene letto con l’aiuto della tabella seguente.

Tavola II

Un’altra variante assai complessa di alfabeto bilaterale è quella che segue.

Questo alfabeto, pensato da F. Bacon, verosimilmente il più complesso, è assai difficile da interpretare, perché basato su dettagli ortografici che variano direzione e forme dei caratteri, tanto da rendersi spesso indispensabile, per interpretarlo, l’uso di una lente d’ingrandimento.

Tavola III

Ogni lettera maiuscola e minuscola, scritte in due distinte forme, sono rappresentate da “a” e “b”. Il sistema bilaterale non sempre faceva uso dei due alfabeti nei quali le differenze erano così percettibili come nell’esempio che segue, ma due alfabeti erano sempre usati.

Onde evitare una spiegazione troppo articolata esaminiamo subito un esempio di decodificazione di questo Codice.

Tavola IV

All’apparenza il brano di questa lettera significa: «Saggezza e comprensione sono più desiderabili della ricchezza». In realtà questo significato ne nasconde un altro, che è poi quello che a noi interessa.

Mantenendo l’ordine di significati indicati dalla Tavola III, dovremo cominciare a considerare la differenza nella scrittura tra le varie lettere. La diversità tra la “D” di Wisdom e quella di and che pur alla prima occhiata appaiono irrilevanti, sono in realtà la chiave principale del Codice.

Altro cambiamento di significato ci viene dall’esame tra le diversità delle lettere “I” di Wisdom e quella di understanding che appaiono simili se pur diverse.

La gambetta inferiore dell’una è tonda mentre nell’altra si rivela ad angolo acuto. All’attenta analisi del Fr. apparirà evidente la voluta diversità tra le due lettere “E” della parola desired.

La lettera “O” di more è differente dalla sola “O” di Wisdom e la diversità appare nell’assenza in quell’ultima della gambetta superiore.

La medesima diversità tra le “I” si rileva tra le lettere “A” della parole and e than, infatti la gambetta della seconda è più angolata rispetto alla prima.

Altra diversità, ma questa volta più evidente, tra le “R” di riches e desired.

Queste differenze “minori” dimostrano la presenza e l’uso contemporaneo di due Alfabeti sullo scritto del medesimo documento. Uno basato sull’accostamento codificato delle varie lettere dell’alfabeto ed un altro sulle differenze ortografiche. Vi sono evidenti tracce su alcuni documenti dell’uso contemporaneo di ambedue i sistemi anche se, il formare sì fatta composizione, sia di estrema difficoltà.

Dobbiamo fermare qui la nostra curiosità di ricercatori.

Posso solo ricordare l’esistenza di altri Alfabeti costituiti da Numeri e da Punti, oltre che di lettere, prodotti del linguaggio particolare dei vari Supremi Consigli, Priorati e Commende.

Possiamo comunque aggiungere un’ultima Tabella di linguaggi (Tavola V) che pretendono di riferirsi alla Tradizione Kabbalistica ebraica.

Alfabeto curioso, fu inventato dai primi filosofi medievali per preservare dai profani i loro principi e le loro dottrine. Alcuni di questi alfabeti sono ancora in uso negli Alti Gradi Massonici anglosassoni e statunitensi.

Probabilmente il più famoso è la scrittura angelica, indicato nella tavola “The writing called Malachim”. Le sue figure si suppone derivino dalle costellazioni. I più avanzati ricercatori nella sfera della filosofia occulta, si saranno imbattuti in molti importanti documenti in cui queste figure sono usate.

Tavola V

Tavola VI

Quello rappresentato nella Tavola VI è invece il Triplice Crittogramma della Grande Opera, di Kirker.Le lettere maiuscole delle parole inserite nell’anello esterno vanno a formare la parola SULPHUR. Le medesime ma dell’anello di mezzo formano la parola FIXUM. Quelle dell’anello interno EST SOL. Quindi si leggerà: Sulphur Fixum Est Sol, che nell’interpretazione ermetica significa, nella Fissazione dello Zolfo (animico) si realizza l’Oro (dei Filosofi).

Il Cifrario della Kabbalah, più un aspetto notevole

Si definisce lo studio della Kabbalah, immenso, io però sono convinto che l’aggettivo giusto sia infinito.

Trattandosi nella parte più nota di numeri e di combinazione di questi con le lettere dell’alfabeto ebraico, lo studio della Kabballah è passibile d’una varietà infinita di quelle possibili combinazioni. Questo, in altre parole significa che l’avventurarsi superbamente in quell’area di studio senza l’ausilio di una guida certa, porterà certamente l’incauto ricercatore a perdersi nel nulla d’una immensa speculazione aritmetica, composta però di soli miraggi mentali, affascinanti quanto inutili al raggiungimento del traguardo di Dio, per cadere così, in quell’immenso Labirinto speculativo predisposto da sempre dagli Iniziati al Tempio d’Israele, per far smarrire i profani che tentavano di raggiungere il Santa Sanctorum dei loro Misteri, il Nome di Dio. Infatti, non uno ha raggiunto la meta.

Superare quest’inganno iniziatico posto a difesa di quei Misteri è impossibile, se non con l’ausilio di una guida sicura. Ma domandiamoci seriamente, quale Iniziato Maggiore si presterebbe a guidare veramente un “gentile” (termine usato per indicare chi non appartiene alla Comunione Ebraica; è quindi sinonimo di profano)?

D’altronde un gentile, ricercatore ed esoterista, porrà sempre JHWH al vertice della Colonna di Binah, perché manifestazione d’una religiosità femminina e passiva della trinità emanata da ‘Ehjeh ‘Asher ‘Ehjeh, il Senza Forma, Colui di cui nulla si può dire, posto al disopra del vertice di Kether.

A questo punto cade tra l’interlocutore gentile e l’ebreo, la possibilità d’un compromesso basato sulla reciproca tolleranza di credo.

Ma forse con l’aiuto d’un immagine questo concetto apparirà più chiaro, come emergerà di conseguenza più chiaro un aspetto della Simbologia del Tempio Massonico legato alla Geometria Sacra:

La Kabbalah è stata costituita con lo scopo preciso di ri-velare in maniera definitiva il Nome ineffabile o Santo Suono, poi ricoperto con JHWH, che consentiva con un Rituale noto al Gran Sacerdote, l’evocazione della presenza di Dio-Geova nel SS. Tabernacolo. Ma questo Suono è stato cancellato dalle menti concrete degli uomini. Da quella perdita è derivato il mito della Parola Perduta, che è rimasta pur sempre presente, impressa nello Spirito (la Monade) di ognuno di noi.

Questa ricerca è il significato occulto dell’Iniziazione Maggiore.

Tutti i significati numerici susseguitisi in questa scienza sono da considerarsi dall’esoterista, deviazioni dallo scopo originale, di salvaguardia dell’Ars Pontificia e Mosaica.

Di qui per noi, il primo punto fondamentale.

Tutto quanto possa auspicarsi un Iniziato per il raggiungimento della Sua finale destinazione è possibile, solo attraverso la costruzione e l’uso consapevole dei Ponti tra “Personalità e Triade prima”, e tra “Triade-Personalità e Monade” poi.

Questa considerazione segna il punto di confine tra i Misteri Minori ed i Misteri Maggiori.

Se pur velati con cura, i Suoni che compongono la sintesi dei Nomi Sacri usati nei Rituali sacerdotali e nei Cerimoniali di purificazione e di evocazione sono comunque accessibili.

Prima di proseguire nel nostro percorso, vorrei risparmiare ai Fratelli che si sentano attratti dalla Kabbalah, molto lavoro e consegnerò al Loro libero arbitrio, i 72 SS. Nomi di Dio ed i Nomi Sacri delle 72 Virtù attraverso le quali si manifesta “Dio-Spirito Santo”, Sommo Pontefice della Chiesa femminile e passiva.

Per non incorrere in errori ho tratto quanto segue dall’Enchiridione. Trattato di sacri salmi, rituali evocativi ed orazioni magiche che il potere di Roma, Papa Leone III, inviò segretamente “come il più prezioso dei doni” all’Imperatore Carlo Magno che rappresentava allora, l’altro lato del potere al quale rivelare, per esortarne il sostegno, il dominio degli elementi in Nome di Dio.

Il testo fu poi reso pubblico, dopo esser stato manipolato ad arte, nel 1660.

Quelle due imprudenti operazioni di svelare al lato profano ed oscuro del mondo dell’uomo, il tessuto profondo della fides cristiana, si concluse con un’ulteriore operazione di volgarizzazione che mise in atto, con inettitudine, la gerarchia cattolica d’allora.

Ma vorrei che ci rendessimo conto del clima storico nel quale è stato compilato l’Enchiridione e fors’anche capire il perché, riferendoci ad un’opera sicuramente neutrale oltre che attendibile; l’enciclopedia Mondadori:

«…Padrone di questa enorme estensione di terre, la quale dimostrava la superiorità dei Franchi su tutti gli altri popoli, sicuro dell’appoggio del pontefice, Leone III, che a lui doveva la conservazione della cattedra vescovile, Carlomagno si sentì in diritto di ricollegarsi alla tradizione romana e si fece incoronare imperatore a Roma, dal papa, nel natale dell’800.

Ma l’impero cui guardavano Carlomagno e Leone III non era quello di Augusto, bensì quello fatto cristiano di Costantino: anche la Chiesa romana aveva elaborato in quel torno di tempo il falso della donazione costantiniana, così il novello imperatore manifestò in cerimonie ufficiali la sua devozione per il modello che si era scelto.

Del resto l’ispirazione a quel modello era in stretto rapporto con la concezione di potere, ma anche con la realtà nella quale Carlo viveva, ovvero lo stretto legame e l’interazione tra fatto religioso e fatto civile, tra istituzioni ecclesiastiche ed istituzioni politiche. Carlo, oltre che imperatore e quindi “padre” di tutti i popoli, era anche patricius Romanorum, ovvero protettore di Roma e della sua Chiesa: come si è detto, della romanità era sopravvissuto e si riconosceva solo l’aspetto ecclesiastico.

Perciò, come protettore della Chiesa, egli si sentì investito di una missione religiosa e volle impegnarsi in una conversione (politico-religiosa n.d.a) anche con l’uso della forza, di quei popoli sottomessi che erano ancora pagani (?), come ad esempio i Sassoni.»

I Santi Nomi di Dio e delle Sue Sacre Grazie

Per i meno attenti, i 3 nomi tradizionali delle Sephirà che si riferiscono alla trinità nell’Albero Sephirotico sono segnalate dal carattere corsivo.

La Scienza segreta dei Tanaim

Volendo creare due riferimenti storici ed esoterici precisi, dell’ebraismo che spiega sé stesso e con le proprie parole, il senso occulto di quella Scienza segreta che verrà solo molto tempo dopo chiamata col nome di Kabbalah, citerò:

(della discesa della Conoscenza in Abramo, il SS. Spirito Santo, III Aspetto. n.d.a.)

Sepher Yetsirà VI,4

«Da quando Abramo nostro padre, partecipò al flusso vitale, egli vide, guardò, articolò, tracciò, tagliò, combinò, strutturò e innalzò di sua mano ed Ad^on Hakol (il Signore dell’Universo, benedetto sia il suo nome ) lo colmò, si rivelò a lui, lo ricevette nel suo seno, lo baciò sul capo, lo chiamò amico mio e fece alleanza con lui e con la sua discendenza che autentificò con e gli diede una misura esatta della giustizia.

E strinse con lui un’alleanza fra le dieci dita dei piedi, che è l’alleanza della circoncisione e fra le dieci dita delle mani, che è l’alleanza della lingua e attaccò ventidue Autioth alla lingua e gli rivelò il loro fondamento e li lavò con le acque, li bruciò col fuoco, li agitò con il soffio, li consumò con il sette e li diresse verso le dodici costellazioni

Gli insegnamenti del Cristo, Vangelo di Tommaso, sentenza 83 «Le immagini si manifestano all’uomo e la luce che è in loro è nascosta…» Vangelo di Tommaso, sentenza 22 «Quando fate il due Uno, e fate l’interno come l’esterno, e il superiore come l’inferiore, per fare il maschile e il femminile in uno solo perché il maschile non diventi maschile e il femminile non diventi femminile: quando fate un occhio al posto di un occhio, e una mano al posto di una mano, e un piede al posto di un piede… allora entrerete nel Regno

Tabella dei valori numerali dell’alfabeto ebraico conservati dalla Kabballah e composto da Suoni e Numeri.

È certo e comprensibile, come lo Spirito Universale (III Aspetto cosmico) nella sua volontaria discesa (immersione) verso la materia del nostro Logos, abbia abbandonato così una parte di sé ad ogni livello della Forma dell’uomo, per quel “miracoloso” processo chiamato individualizzazione della specie; dando vita alla forma (mentis) al Se inferiore o Personalità.

È certo, dicevo, come prima di quell’enorme sforzo d’investimento energetico fatto per “Amore universale”, l’Intelligenza di quello Spirito predispose una serie di cause che avrebbero permesso a quelle parti di Sé (stesso), lasciate latenti nelle Forme in costituzione degli uomini, di poter a seguito d’un primo risveglio interiore (emersione), poterLo riconoscere “riconoscendosi in Lui” (Legge di Risonanza e Legge d’Attrazione Magnetica).

Attraverso quell’apparente distacco individuale e separativo (inseminazione spirituale delle forme terrene, vedi, ma in chiave esoterica, la parabola del seminatore detta dal Cristo) che l’avrebbe condotto (il III Aspetto) ad esteriorizzarsi completamente in ogni singola Forma sino a potersi proiettare al di fuori di quella, operando per edificarne rettificandolo, l’ambiente in cui è immersa (il mondo degli effetti, Mondo di Chaos) attraverso la crescita del Pensiero (creazione di forme pensiero nei progetti legati alla Personalità egocentrica prima, ma poi legati alla volontà universale della Triade; il Sentiero Iniziatico), del Suono (della parola, che crea e distrugge) e dell’energia dell’Azione (il Gesto dell’Iniziato) legata alla manifestazione della Volontà (inferiore prima, superiore poi).

Quelle cause sono state predisposte nell’Ego dell’uomo e sono sollecitate inizialmente dalla memoria della Tradizione, con l’esempio di quanto accaduto in passato ad uomini “illuminati” per “grazia” e non per reale conquista e realizzazione della propria sfera spirituale (per placet motu proprio di quell’Intelligenza).

Da tutti quegli insegnamenti e simboli, che salvaguardano le realtà (verità) in essi contenute e che mantengono integre pur nelle differenze esteriori, prodotte dalle interpretazioni e dai codici della Forma, quelle cause, quando raggiunte dall’uomo coi suoi pensieri, fanno scattare gli inconsci meccanismi d’identificazione impressi nella parte bassa dell’Ego, che attraggono le riflessioni ed il desiderio della Personalità verso l’asse verticale del Sentiero (il Filo a Piombo massonico) che conduce al congiungimento con l’Anima ed all’illuminazione della Forma.

Come recita un’antico Commentario:

Ed i tre (Personalità, Ego, Triade) s’incontreranno sul deserto infuocato (il vuoto metafisico dello Spirito, lo Zolfo primordiale) ed abbracciandosi si fonderanno a formare l’Uno (la Monade, l’immagine di Dio nel mondo della manifestazione).

Ma proseguire sul Tema prospettato da quel Commentario ci devierebbe verso la chiave centrale dell’Alchimia Spirituale.

Questa ciclica discesa d’Attività Intelligente verso l’esteriorizzazione nei Mondi densi delle Forme che abitano Chaos, viene misurata in quello strano “calendario astronomico” che scandisce agli Iniziati i prevedibili ritmi di manifestazione (in miliardi, milioni, centinaia di migliaia ed in migliaia di anni). Al di sopra di quel “calendario” vi è il concetto di assoluto metafisico e senza forma, mentre al di sotto vi è la storia ordinaria dell’uomo.

Quindi era certo, che l’ultima fase d’esteriorizzazione spirituale nei Mondi densi della Forma, avrebbe causato quel momentaneo, ma totale distacco dalla matrice spirituale e prodotto quel “fenomeno” di cecità e d’oblio chiamato Era del Ferro (Era Oscura, Era Volgare, Kalj Yuga) la cui curva minore si è esaurita nella grande guerra mondiale (1913/1943).

Alla realizzazione della Forma Rigenerata, col ripristinato dominio nell’Iniziato degli elementi di Natura che lo compongono, con un’esperienza durata molteplici vite ed impiegando molteplici Forme, l’Uomo giunto alla maturazione fisica sente nel vuoto del proprio spazio interiore il richiamo alla trasformazione.

Vorrei poter nuovamente ricordare l’analogia che troviamo nel Regno Animale di questo richiamo, un istinto indistinto ma impellente, s’eppure svolto nel fisico, con l’esempio del salmone (vedi articolo).

Quel richiamo alla trasformazione, obbedisce questa volta all’impulso animico, ormai manifesto nella Forma e nella Personalità (la Mente dell’uomo) e lo tende alla costruzione in sé stesso, del Sentiero verso l’Ego ed alla realizzazione del Sé reale.

Ecco così evidenziati, i meccanismi di riconoscimento sollecitati dal giusto insegnamento per affinità (Yesod la restaurazione dei Fondamenti della Tradizione) e dell’emulazione degli esempi per aspirazione.

A questo punto è, però, d’obbligo una puntualizzazione fondamentale.

Mentre con l’esempio si ricorda all’uomo l’ottenimento dell’iniziazione “accaduto” per “grazia divina” e l’accettazione più o meno fedele da parte di quell’iniziato, dell’Alleanza offertagli da quell’Intelligenza (fase passiva ed egocentrica di ricezione), ma spesso conclusasi con l’abbandono o col tradimento di quell’uomo ancora immaturo ed impreparato a sostenere la “causa spirituale” di quell’Entità, nel caso d’un Iniziato “naturale”, dimentico dell’astralità e delle passioni, che ha già sopite spontaneamente “levigando la Pietra interiore”, sarà lui ad offrire (con Atto di Volontà Iniziatica) la propria salda alleanza a quell’Intelligenza, per operare con essa e per essa alla Grande Opera Planetaria.

La sacralizzazione del Pianeta attraverso noi stessi che ne costituiamo gli elementi più avanzati.

A voler stringere il nostro ragionamento “a collo di bottiglia”, potremmo con un atto di forza discriminare, separandoli, gli elementi per noi fondamentali ed assoluti, dai manierismi di forma ed ottenere i nuclei fondamentali, che rispondono nell’iniziato a maturare la trasformazione voluta; si possono riassumere in:

Scienza della Forma (universale perché regge la struttura e la geometria d’ogni forma anche pensata);

Scienza dei Numeri (universale perché regge la sintesi d’ogni Forma rendendo possibile concettualizzarne i mutamenti e valutabili le varianti occorrenti);

Scienza del Suono (universale perché regge e dimostra la fluidità energetica d’ogni Forma prima della sua manifestazione concreta; il moto di quell’energia nella materia ed in ogni Forma solida; la continuità di vita delle forme energetiche anche quando queste siano liberate nello spazio dopo il dissolvimento dei veicoli che compongono la Forma fisica).

Quelle tre Scienze sono il corrispettivo intellettuale della Trinità sul piano fisico.

Sono universali perché per esse si raggiunge la sintesi dell’Uno e non appartengono a nessun linguaggio o dottrina, anche se tutti i linguaggi e dottrine parlano di loro e da quelle tre Scienze s’emanano.

Ecco perché sto descrivendo, in questo tratto di percorso, la Kabbalah in maniera apparentemente così anomala e così poco adeguata ai canoni delle consuetudini comuni. Su quest’argomento sto cercando di discriminare il senso (occulto) della Tradizione, dalle immagini speculative delle tradizioni.

Quindi spogliata dei tanti orpelli usati ora per nascondere ed ora per svelare, ora per attrarre ed ora per respingere, la Kabbalah rimane un linguaggio e nemmeno tra i più definiti, tra quelli che hanno raccolta la stessa scintilla divina (la Scuola Pitagorea emerge luminosamente insuperata in questo). Essa vuole ricondursi alla propria Parola perduta, ma cade ormai nell’enfasi speculativa dell’arte dei Numeri. Tende a ricomporre la genesi di quella matrice divina, ormai solo un ricordo nell’oscurità d’un occasione perduta.

Questo però, non significa che per il “mondo dell’uomo”, non possa essere ancora definita, scienza, o negare ch’essa possa rivestire un qualche valore matematico e d’interesse speculativo.

Quale Codice di razza essa può, padroneggiandola, correggere la visione volutamente distorta, storpiata ed incompleta in molte delle sue parti, trasmessaci dal popolo di Israele con quella Bibbia frutto dell’esproprio della forza di Roma sulla sua cultura. Per ricostruirne i contenuti simbolici e magici (divinamente), che poco hanno a che vedere col solo senso storico e di cronaca che la moderna interpretazione “gentile” della Bibbia, detta “la Vulgata”,* dimostra di possedere.

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* La Vulgata è l’ultimo ed importante “rimaneggiamento” fatta del sacro testo a misura della politica ideologica della Chiesa di Roma ad opera di S. Gerolamo ed ufficializzata dal concilio di Trento del 1546. Questa versione deriva a sua volta da un’altra serie di manipolazioni e di tagli precedenti, di cui la versione denominata l’Itala del 382, rappresenta l’elaborazione più sostanziosa e più accomodante, tratta dai Rotoli ebraici originari. Altri numerosi “accomodamenti” furono apportati in seguito per volontà di Sisto V nel 1590, di Clemente VIII nel 1598 e di Pio X nel 1912.
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Scoprire il simbolismo occultato in quelle sacre scritture, spogliate dai significati infantili e spesso privi di senso compiuto, dovuto alla semplice lettura letterale dei concetti trasmessi, è aprire una finestra nello spazio e nel tempo, altrimenti sarà come leggere alla lavagna un’equazione senza conoscere il valore dei numeri.

La Kabbalah detiene attraverso l’uso dell’alfabeto ed i suoi valori numerali, una realtà sonora, ma è giusto aggiungere, non più d’ogni altro alfabeto creato da una Casta Sacerdotale.

Per l’Iniziato è bene distinguere come la Scienza dei Numeri, sia il mezzo per raggiungere la sintesi d’ogni Forma e trascenderla, sino a raggiungere la concezione di quelle stesse Forme nella loro essenza permanente, fluida e mobile “il moto del Suono”, potendone sin’anche travalicare l’Archetipo dello Zero metafisico, l’infinito assoluto dei Filosofi “dove tutto tace” (r+c).

Mentre con l’arte dei Numeri, il concetto di Forma ed ogni concetto ad essa legato, può essere sviluppato ed espanso variandone le simmetrie interne, all’infinito, ma solo sul piano orizzontale del Mondo di manifestazione, l’infinito relativo dei Filosofi.

L’assoluto od il relativo “divengono” ed “appaiono” concetti sensibili solo in relazione alla forza mentale dell’osservatore o percipiente che ne forma in se un’immagine speculare.

Infatti recita un Commentario: solo Dio può guardare (concepire) se stesso.

Se l’osservatore è la Personalità, lo Spazio “diviene, perchè così gli appare” tempo relativo; se l’osservatore è la Triade, lo Spazio perde il fattore tempo e “diviene, perchè così gli appare” infinito e pluridimensionale; se ancora l’osservatore è la Monade, cade ogni esprimibile forma di tempo, di spazio e di dimensione, si dice allora assoluto metafisico, ovvero la proiezione dello Spazio contenuto dallo Zero assoluto (più avanti si parlerà del Numero 0).

Il resoconto d’un accadimento scientifico, sull’uso della Kabbalah, lo testimonia il ricercatore Carlo Suares.

Coautore tra l’altro dell’opera L’Altra Scienza, Carlo Suares dopo aver approfondito la sua ricerca su di una serie notevole di testi citati, ha potuto riprodurre in laboratorio un’esperienza scientifica di notevole interesse che vorrei riportare, per lasciare una traccia precisa se pur superficiale, ai FF. che volessero indirizzarsi verso quel percorso.

D’altronde ho sempre affermato con chiarezza, che al livello attuale sono più preoccupato ad indicare ai FF. l’esistenza nel Corpo Massonico di certi elementi di pensiero, spesso ampiamente sottovalutati e a volte del tutto ignorati, che ad approfondirne la realtà della sostanza.

Certo è, che chi volesse accelerare i tempi con un proprio personale approfondimento, credo disponga di tutti gli elementi introduttivi per affrontare la scomposizione d’ogni singolo argomento.

Nella logica del ragionamento sulle possibili combinazioni dell’alfabeto ebraico, l’Autore ha voluto creare una sua chiave di combinazione che seppure non considereremo assoluta, ha dimostrato d’essere funzionale.

Basandosi ad esempio sulla triplice combinazione di:

Beith (valore numerico 2), che esprime ogni recipiente, ogni supporto fisico, ogni forma;

Reisch (valore numerico 200), che esprime il recipiente cosmico, cioè l’habitat di qualsiasi energia;

Aleph (valore numerico 1), che esprime l’energia universale, infinita in quanto potenziale di coscienza e in quanto velocità;

con Schi^n, Yod e Ta^v, è passato ad una lettura di quell’ alfabeto in chiave di suono anzi, più precisamente di vocalizzo evitando così una lettura in chiave letterale e quindi profana.

Nell’illustrazione seguente vengono proposte alcune combinazioni usate dall’Autore;

Ma a questo punto lascio che siano le parole di Carlo Suares a descriverci il test scientifico realizzato da lui e dalla sua equipe.

«Nel 1973 grazie al dott. Tomatis che ci ha aperto i suoi laboratori del centro del Linguaggio di Parigi, ci è stato permesso pronunciare tutte le lettere dell’alfabeto e registrare questi vocaboli in uno spettrografo. I risultati pubblicati ne Le Spectogrammes de l’Alphabet Hèbraique, hanno confermato il codice ed hanno inoltre illustrato, grazie a molti particolari, il valore energetico di ogni lettera.

L’apparecchio ad alto voltaggio era molto sensibile e le ripetizioni fatte per controllare i nostri risultati variavano perché la stessa lettera non veniva mai pronunciata nello stesso modo.

Una delle ripetizioni di Beith ci diede l’immagine che richiama la persona che aveva pronunciata la lettera. L’ombra che circonda il volto ricorda la forma della lettera.

Non abbiamo collocato un simile fenomeno in nessuna categoria, ma i nostri studi ci inducono a pensare che i fenomeni delle Autioth potrebbero essere oggetti tridimensionali, capaci di veicolare, se così si può dire, alcune parti dei corpi sottili della persona.

La conoscenza originaria, ora seppellita nell’ammasso della Bibbia così come la si può leggere oggi, potrebbe essere stata il risultato di esplorazioni di questo tipo» (seguono la serie di esempi che abbiamo già incontrato).

Continuiamo quindi ad essere sempre più certi, mi auguro, che l’obbiettivo principale dell’Iniziando sia l’ingresso in quell’Aula di Saggezza chiamata Scienza del Suono (sacro), che lo porterà alla capacità di manipolare in sé ogni energia ed il loro moto. Ma questo non potrà accadere prima che l’Iniziando abbia ottenuto il dominio del lato inferiore ed il riconoscimento del lato superiore della propria Psiche.

A sostegno delle precedenti considerazioni, possiamo estendere le nostre osservazioni molto addietro nel tempo e verso le fonti dove ebbero origine le conoscenze del mondo d’occidente.

Mosè (1200 a.C.), come ebbe a fare Zarathustra 600 anni più tardi con i persiani in Iran, aprì agli schiavi d’Egitto ed alle nomadi tribù dei Beni-Israel l’accesso al “divino”. Attorno ad esso, non senza violenza e spargimenti di sangue, Mosè costituì l’unità della Nazione ebraica e della terra d’Israele. Ma è ben noto che, quell’accesso al “divino” fu determinato dal Suo Sapere, potere caratteristico degli Iniziati.

Questo potere di conoscenza, anche questo ben noto ai ricercatori e agli storici, gli derivava dall’appartenenza al vertice gerarchico del Tempio d’Osiride dell’Alto Egitto, nel regno di suo zio il Faraone. Ebbene, regredendo nel tempo, scopriamo una catena di trasmissione iniziatica così composta: Ebrei, Egizi, Babilonesi, Caldei. Ma la fonte è all’Oriente di quelle Nazioni, come ancor’oggi recitano i Rituali che di quegli eventi conservano la memoria.

I Rig Veda ed in seguito i Veda tracciano con quelle tre Scienze, Forma-Numero-Suono, una struttura d’insegnamento assai avanzata e soprattutto, con una capacità di sintesi mai più raggiunta da nessun popolo che in seguito, quelle medesime conoscenze poté fare proprie.

Sarà sufficiente per renderne l’idea, soffermarci su di un unico ma esplicito esempio, che vedremo nel prossimo paragrafo.