L’arcaica tradizione iniziatica riconosce ogni Essere vivente del macro come del microcosmo (sistema, pianeta, uomo), come l’apparenza dell’idea vivente che lo “anima”.
Realizzare i significati della simbologia umana significa realizzare la conoscenza di Sé e ciò significa anche varcare la Soglia della prima Iniziazione maggiore.
Esonet Conferenze “ESOTERISMO TRA ORIENTE ED OCCIDENTE” Autore e Relatore Athos. A. Altomonte Sommario: 1. Postulato fondamentale del manifesto – 2. Compendio sulla Conferenza – 3. Definire l’esoterismo per distinguerlo dalle prassi esoteriche – 4. Equilibrio e conoscenza sono il punto di congiunzione tra scienza e scienza iniziatica – 5. Dio è una Idea maggiore che vive delle idee che genera – 6. Diverse maniere d’intendere l’esoterismo – 7. L’intuito è la “piccola” illuminazione – 8. Il Ponte Reale – 9. Riconoscere i segni dell’inferno personale – 10. Dalla meditazione profonda all’indagine fantasmatica – 11. Il senso della vita è spesso occasionale – 12. Essenzialità di una corretta educazione iniziatica – 13. Educazione, linguaggi e simboli – 14. Il vero idioma dell’esoterista è il simbolo – 15. I numeri: un esempio di linguaggio emblematico – 16. La comunione dei linguaggi – 17. Le Triadi – 18. L’ordine mentale
Postulato fondamentale del manifestoL’arcaica tradizione iniziatica riconosce ogni Essere vivente del macro come del microcosmo (sistema, pianeta, uomo), come l’apparenza dell’idea vivente che lo “anima”. Anche nell’Uomo, l’Idea è l’elemento centrale della sua materialità. Ed egli “permane” finché “persiste” il frammento d’idea che lo anima. Quindi, l’Uomo, nelle sue (12) dimensioni, è il Simbolo vivente più elevato e rappresentativo che il ricercatore possa tentare di realizzare. “Realizzare” i significati della simbologia umana significa realizzare la conoscenza di Sé e ciò significa anche varcare la Soglia della prima Iniziazione maggiore. L’Uomo, però, non si limita a rappresentare un microcosmo individuale, perché riflette in sé frammenti di una dimensione superiore detta macrocosmo. Ma ciò non basta. L’universo individuale è anche il nucleo energetico di microcosmi minori e punto centrale di dimensioni che vivono in lui e di lui. L’Essere vivente può riconoscere il macrocosmo come il frammento di “Divinità” che dimora in sé. E riuscire a portare la propria visione mentale su quel frammento di “Divinità” significa conoscere il “volto di Dio”. Ma l’uomo ha la consuetudine di sognare, allora bisogna distinguere il desiderio che genera il sogno dal reale significato dell’Essere. Questo vuol dire scegliere tra credere e conoscere. La scelta è il bivio che distingue la via larga del profano da quella stretta e ripida dell’iniziato. Compendio sulla ConferenzaIl compendio vuole essere solo un semplice memorandum dei temi principali visitati durante la Conferenza. Un’agenda che riporta sommariamente gli argomenti trattati, senza analizzarne ed approfondirne i significati dei temi posti in discussione, il cui scopo è solo quello di rammentarli a quanti hanno partecipato all’incontro. Primo tema. Il Numero 3 Il Triangolo rappresenta la perfezione: Trimurti, Trinità, Triade e Ternario, che si manifesta poggiandosi sull’imperfezione del 4 (il Quadrato): i 4 elementi, la Pietra cubica della personalità umana. Secondo tema. La Menorah e la Chanukkà I candelabri rituali rappresentano il Cielo planetario e interiore (7 Chakras, 7 Maestri Segreti alla ricerca di Hiram: il Messia dei Maestri Costruttori). Introduzione al tema del cielo interiore e della “risalita” verso il superconscio. L’aspetto spirituale del misticismo. Terzo tema. «Solve et Coagula» L’analisi fantasmatica è il metodo di “discesa” per incontrare i simboli profondi. Discendere significa apprendere a “regnare” sul proprio mondo interiore. Quarto tema. L’Albero Sephirotico o Albero della Vita I 22 sentieri dell’Albero Sephirotico rappresentano il cammino dell’iniziato attraverso le 10 sfere di coscienza dell’universo umano (uomo e donna). I 22 sentieri sephirotici sono correlati a significati esoterici dei XXII Arcani Maggiori dei Tarot (le Lame Auree del Dio Toth dell’antico Egitto). I 22 sentieri e le 10 sfere di coscienza dell’Universo microcosmico si riflettono nell’interpretazione esoterica dei 32 gradi del Rito Scozzese Antico ed Accettato e nelle 3 iniziazioni ch’esso nasconde: iniziazione basale, cardiaca, mentale. Di qui, l’analogia col Caduceo Ermetico. Definire l’esoterismo per distinguerlo dalle prassi exotericheDefinizione di:
L’Esoterismo non è una professione di fede, né una filosofia ma un metodo di indagine. Così come il microscopio è lo strumento fisico dello scienziato, così l’esoterismo è lo strumento dell’iniziato che studia ed indaga con intelligenza concetti di carattere metafisico. Il termine “intelligenza” nasce da intelligere, che significa guardare dentro. Dunque, la ricerca esoterica non è paragonabile al nozionismo e nemmeno ad una forma di cultura enciclopedica, ma è qualcosa che si accompagna all’intuito. Una vivida intelligenza che s’accompagna ad un vigile intuito sono una “combinazione” che può arrivare a comprendere “quello che non era ancora possibile sapere“. E a tale scopo, questa combinazione è fondamentale per il ricercatore. Una prima, semplice, ma importante affermazione è che l’esoterismo non si fa, ma si usa per andare alla ricerca di ciò che ancora non si conosce. E la Via iniziatica non è fatta di fede, ma di fattive realizzazioni interiori che non prevedono risultati parziali, ma solo successo o sconfitta, salite o cadute. Ad esempio: se si dovesse raggiungere la cima di un monte alto 2000 metri, arrivati a 1999 si è giunti davvero molto vicini alla meta, ma non la si è raggiunta. E se ci si dovesse fermare a questo punto, la scalata sarebbe fallita e la meta sarebbe mancata, salvo il ricominciare tutto da capo. E questo concetto è anche una pietra fondamentale del Karma. Se ne conclude che nella Via iniziatica, non ci sono accomodamenti né compromessi: o si è o non si è. Equilibrio e conoscenza sono il punto di congiunzione tra scienza e scienza iniziaticaEsistono infiniti punti di correlazione tra la scienza moderna e l’antica scienza iniziatica. Ne sono esempi concreti l’architettura, l’astronomia, la medicina, allopatica e chirurgica. Mentre ne abbiamo altrettante correlazioni nel pensiero filosofico, umanistico, cosmogonico e teista. Insomma, arcaico, antico e moderno s’intrecciano e s’intersecano ancora tanto nel sacro che nel profano. Tutto ha avuto origine nei Templi, che hanno tramandato la saggezza iniziatica sui tanti temi dell’Uomo che, da Oriente hanno raggiunto Occidente. Quest’Asse di congiunzione che unisce Oriente a Occidente come una sola Unità, è un continuum sapienziale che, tra spirito e intelletto, è chiamato la Tradizione iniziatica. Bisogna, però, dire che andare oggi in Oriente alla ricerca dell’antica saggezza è una sciocchezza! Come se volessimo riscoprire il Diritto romano andando a rovistare tra i ruderi del Foro o sperare di ritrovare l’eloquenza di Cicerone inerpicandosi sul Colosseo. Dio è un’Idea maggiore che vive delle idee che generaLa scienza che cerca l’esoterista di rango è quella iniziatica, che ritroviamo ancora dovunque, soprattutto nei canoni della scienza attuale. Se l’Esoterismo è un esoterismo giusto, ha continui collegamenti con la scienza come, ad esempio, la medicina olistica e la psicosomatica. Riconosciuta come scienza, la psicosomatica provvede a curare nel corpo i malesseri dell’anima (la Psichè platonica) e viceversa, curare nell’anima i danni causati dalla mente emotiva. Ogni essere vivente rappresenta una porzione di un’Idea vivente (divina), che riunisce (relige) ogni piccolo frammento in un grande progetto. E quando l’essere senziente diventa relativamente consapevole, percepisce l’idea di essere parte di un’Idea maggiore (Dio) che vive delle idee che genera. Noi rappresentiamo (incarniamo) un’idea ed usiamo le idee per dare significato alla vita, nostra ed altrui. E quando la vita non è ancora guidata dalla luce del Libero Arbitrio, viene segnata dalla inconsapevole libertà di scelta. Ecco, allora, come l’esoterismo, l’andare a vedere dentro, divenga uno strumento prezioso per capire le piccole idee di cui viviamo, l’Idea che non sappiamo ancora di essere e l’Idea maggiore che ci ha generati. L’esoterismo, quello giusto e perfetto (come dicono i catechismi esoterici), aiuta ad entrare in profondità in sé stessi, sino ad incontrare l’Idea radice che ci “anima” e che ci ha dato la vita. Incontrando l’Idea che presiede in noi (l’archetipo), finiremo per incontrare la parte più vera di noi stessi, e riconoscendoci per quello che siamo, non saremo più succubi di ciò che sembriamo. Diverse maniere d’intendere l’esoterismoL’Esoterismo di superficie è un esoterismo “discorsivo” a cui bisogna fare attenzione, perché, il “sentito dire”, il cosiddetto “nozionismo del riporto”, spesso conduce al caos delle false interpretazioni delle realtà, fornendo nuovo materiale ai cosiddetti linguaggi interpretativi. Per cui ci si crede migliori chiamandosi alchimista, ermetista, massone o teosofo. Convinti di essere diversi invece si è solo confusi. Perché come l’apice della Verità iniziatica è unico, spirituale, divino e sovraumano, unica è anche l’ultima e la maggiore delle Iniziazioni. Questo si evince dalla sintesi del Sistema che viene espresso dal segno di un Punto o dal termine Unità. Esistono esempi di livelli e linguaggi diversi che dicono però la stessa cosa. L’Esoterismo del Profondo, analitico, va alla ricerca dei significati concettuali, del principio, della sintesi. Principio e sintesi sono due linguaggi diversi, ma indicano la stessa cosa. Non bisogna confondere la sintesi con il riassunto, infatti, nessuno potrà mai mantenere netta la completezza di un concetto asportandone delle parti per riassumerlo. Nel riassunto la struttura del concetto sempre ridotta e quindi approssimativa, mentre la sintesi mantiene intatta ogni parte del pensiero, trasmettendo nettamente l’immagine pensata. Prendiamo ad esempio De Chirico, maestro del simbolismo pittorico. Come si può riassumere il senso di uno dei suoi quadri intrisi di simboli, considerandone solo alcune parti senza finire per stravolgere i significati dell’opera? Perciò si dovrà fare una sintesi onnicomprensiva dei significati simbolici che l’autore ha inteso mostrare. La sintesi, che propone un’opera in maniera immediata, è la rappresentazione simbolica. Il simbolo è una rappresentazione astratta. Se “entriamo” nel simbolo, con lo strumento esoterico entriamo in contatto con l’idea che ha generato la rappresentazione. L’esoterismo avanzato, dunque, separa la forma dall’essenza distinguendone i fattori che li compongono. L’intuito è la “piccola” illuminazioneL’idea è un lampo e l’intuito è una prima piccola illuminazione, che si deve rendere stabile e presente. A tutti è successo di aver percepito un’idea come un lampo, l’eureka, e in quel momento si era “capito di aver capito!” pur non avendo ancora capito di cosa si trattasse esattamente. Poi, dopo pochi istanti, ecco che tutto diventa chiaro e plausibile! Cos’è successo? La sintesi dell’idea è scesa lungo il Ponte tra super-razionale e mente fisica, scaricandovi dei significati compressi (sintesi) al momento incomprensibili. Solo dopo che sono esplosi “formando” un concetto quei significati sintetici diventano fruibili anche ad una lenta mente materiale. Come per un’improvvisa intuizione, abbiamo prima una coscienza di uno stato di quiete, di normale coscienza di veglia. All’improvviso arriva l’idea, e la quiete viene scardinata da un fulmine che l’illumina come si fosse accesa una lampadina. Ma per capire, dovremo elaborare ciò che è successo nella nostra mente. La mente fisica non è abituata ad avere contatti così repentini, e ci si domanda se sia possibile aumentare il numero di questi contatti. La risposta è sì, con una forma di educazione particolare si può raggiungere una forma d’intuito stabile. Il Ponte RealeIl contatto di “colui che parla col cielo”, il cielo interiore, l’anima, la cupola che contiene la divinità interiore detta Monade, in Oriente è chiamato Antahkarana, in Occidente Ponte, da cui i termini di pontefice e pontifex, ovvero, colui che parla con gli Dei. Tutto questo non ha solo un valore simbolico ma è una meta dell’iniziazione. Elevando la propria frequenza psichica il contatto intuitivo diventa sempre più frequente, finché, stabilizzatosi si viene a formare una nuova condizione mentale chiamata: intelligenza intuitiva. Le capacità mentali a questo punto, per così dire, si moltiplicano. La mente è messa nelle condizioni di comprendere sia i concetti di superficie che i significati profondi. Questo darà forma ad altre “sensibilità intelligenti” come ad esempio quella empatica (v. empatia), od orientarsi su segmenti di pensiero che non siano solo quelli fisici (orientamento orizzontale) ma svilupparsi su piani perpendicolari (orientamento verticale), cioè, come si dice comunemente, una mente capace di “salire” o “ascendere”. Riconoscere i segni dell’inferno personaleC’è differenza tra l’intelligenza intuitiva il Ponte Reale, l’Ars Regia, l’Ars Pontificia e l’Antahkarana? In realtà no, perché, sono tutti termini che indicano una gradualità in uno stesso valore, quello dell’espansione di coscienza. Un termine usato per indicare l’ascesa verso la parte super-conscia di Sé. Prima di pensare al contatto con la parte spirituale di Sé, però, si deve porre “ordine” nel sottosuolo della propria coscienza. L’inferno personale dove si deve scendere (il V.I.T.R.I.O.L. ermetico) per mettere “ordine” è il subconscio. È questo che dobbiamo “liberare” ed è questa la chiave per spiegare il mito della discesa negli inferi. Non si deve scavare una grotta o salire una montagna, ma trovare l’oscuro inferno interiore ch’è dentro di noi. Lì, nel profondo della materialità, troveremo tutti i segni del nostro disordine. Idee che bisogna rintracciare, per liberarle dalle “oscure prigioni del vizio” in cui noi le abbiamo “cacciate” (metafora della “caduta” degli angeli). Liberando con le “ali della virtù iniziatica” le idee dal substrato della coscienza materiale (l’oscura terra interiore) ci si riappropria dell'”energia vitale” che le sosteneva, impiegandola per motivi più adatti e attuali. Anche l’energia psichica usata per interpretare i ruoli, modelli, desideri e sogni mondani (essere studenti, figli, compagni di giochi, cittadini, lavoratori, vacanzieri, innamorati, soldato, padre, madre, mariti e mogli, credenti e agnostici) ha un costo, come ogni altra rappresentazione tutto ha un costo in termini d’energia vitale e tutto fa parte di un “portafoglio energetico” che, lasciato senza ricambio, prima o poi si esaurisce, lasciando poveri di energie e di difese psicologiche. In altre parole: deboli e spendibili. È come un conto in banca… spendi e spendi, infine il denaro finisce. Così diventiamo deboli, stanchi e privi di risorse. In altre parole: vecchi. Ma, come è stato detto, dentro di noi c’è tanta energia da recuperare. Dalla meditazione profonda all’indagine fantasmaticaRicordate VITRIOL? Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem (vedi La discesa di VITRIOL). Ma dov’è questa terra interiore? Oggi viene chiamata subconscio. Ognuno vive, magari inconsapevolmente, tra diversi piani di sensibilità, chiamati dalla scienza attuale: conscio, subconscio, superconscio o se si vuole anima. I termini sono solo convenzioni. L’importante non sono i termini che si usano ma l’impegno (l’Arte) di divenire sé stessi e riappropriandosi di ciò che si è veramente, oltre ogni forma ed ogni convenzione. Il senso della vita è spesso occasionalePer l’iniziato la vita è un’occasione da non buttare via dandogli il senso che merita! Il senso della vita? Fisicamente non esiste nessun senso a priori, se non quello in senso karmico o della volontà dell’anima. Non le spinte emotive della personalità che, invece, rendono la forma della vita sostanzialmente occasionale. Siamo noi il senso della vita. Noi siamo i registi delle nostre scelte, siamo gli attori dei nostri personaggi ed anche gli spettatori delle nostre rappresentazioni, di cui spesso non apprezziamo la fine. Quando si diventa consapevoli che non si è come turaccioli in balia dell’onda, allora si diventa attenti e ci si cautela da scelte, azioni e parole avventate. Allora, assumiamoci le nostre responsabilità, non diciamo più è colpa del destino, di un’Entità malvagia, di un Dio collerico, del karma, della sfortuna, di questo e di quello. Perché siamo soprattutto noi stessi a complicarci inutilmente la vita, non da meno di quanto, altrettanto inutilmente, la complichiamo ai nostri vicini. Essenzialità di una corretta educazione iniziaticaDopo la stasi dell’apprendimento e delle ricerca, bisogna passare sulla Via Operativa, cioè, dalla teoria alla pratica, dalle parole ai fatti. Per usare dei termini cari alla letteratura ermetica, il ricercatore, fatta la sua scelta, passa dal Sentiero Speculativo al Sentiero Operativo. Perché l’insegnamento speculativo è solo la passerella che conduce all’azione, alla messa in opera di ciò che stato “trasmesso e assimilato” durante la relazione fraterna intercorsa tra Istruttore ed Allievo. Bisogna, insomma, fare un bilancio di ciò che si è diventati e di cosa si è capaci dopo il lungo periodo di applicazione sulla conoscenza teorica. A questo punto, appare evidente l’essenzialità di un fattore generalmente disatteso dai comuni esoteristi: quello di una corretta Educazione iniziatica. La conoscenza è certezza e senza conoscenza nulla si edifica e nulla si realizza. Ma la conoscenza si ottiene solo attraverso un’educazione esatta, accurata e specifica. Senza la quale, le mete in campo iniziatico e spirituale diventano praticamente irraggiungibili ed ogni progetto di progresso individuale resta irrealizzato. Anzi, più esattamente, prima d’imparare ad educarsi è necessario diseducarsi dalle irragionevolezze della profanità, liberarsene, e poi ricominciare nell’ottica migliore per conseguire la meta. Bisogna imparare a riconoscere il “fuori” per imparare a riconoscere il “dentro” di ogni idea, modello e sentimento. Questo significa riflettere, non pensare, ma riflettere. Guardando ogni significato attraverso un gioco di specchi, che lo rifletta in ogni angolazione, tante e diverse da rendere impossibile ad una realtà, persona o cosa di restare sotto mentite spoglie o mascherata da falsi addobbi mentali. Per riconoscere le verità velate da false apparenze, menzogne, sogni ed illusioni bisogna avere dei punti di riferimento certi, che non si ottengono con il “mi hanno detto”. Capire il senso della realtà significa aver raggiunto la calma intellettuale che segue il senso del distacco, che frena la coscienza dal rinnovare confusamente le proprie esperienze materiali. Educazione, linguaggi e simboliLe tradizioni exoteriche sono tutti percorsi legati ad interpretazioni minori, i cui teoremi sono spesso ripetitivi e indefiniti, a cui solo un’attenta esegesi può restituire il senso,sprofondato nella promiscuità degli aspetti formali. Allora, è importante acquisire la capacità di re-interpretare gli aspetti formali di quelle tradizioni, perché esse sono la causa del proliferare delle diversità interpretative. Resta solo da decidere come affrontare tante diversità. Una soluzione che si offre al ricercatore è anche quella più radicale. Riconducendosi alla sintesi psicologica che è all’origine dei linguaggi, e scremando dall’aspetto formale (l’interpretazione) il senso che vi si vorrebbe trasmettere, lo studioso vedrà riaffiorare quel denominatore comune che collega alla stessa radice l’origine di ogni pensiero. E riconoscendo la radice del pensiero umano si rivela anche il suo destino, che da un punto di coscienza comune, include nella sua inalienabile traiettoria, il senso del suo sviluppo e di ogni possibile traguardo (vedi La Prassi Iniziatica). Non è tanto importante il linguaggio che si usa quanto il significato che viene trasmesso. Quando si comincia la ricerca esoterica dei significati, la prima cosa da fare è liberarsi dai vincoli del proprio linguaggio, cercando riscontro di ciò che studiamo anche in un altri linguaggi. Se il risultato è positivo, cioè, se una nozione trova riscontro, anche se in una forma diversa, sotto più tradizioni, questo è segno che quel concetto è, per così dire: super partes. E quindi che l’analogia, nonostante la diversità dei linguaggi, è la garanzia che il significato è sicuramente incontaminato. L’uso dell’analogia, dunque, è la cartina di tornasole dell’esoterista. Trovare frammenti di significati nei vari linguaggi, farne una summa e confrontarne il senso è una controprova realistica, che garantisce sufficientemente dalla corruzione delle culture profane. Tra i diversi metodi d’approccio ad una nozione rileviamo due modi distinti, quasi antitetici. Quello che si basa sull’affermazione (“questo è questo” e “questo è quello”) e sulla negazione (“questo non è questo” e “questo non è quello”). Il primo appartiene alla cultura occidentale, mentre il secondo è d’uso orientale. Chi afferma in modo categorico spesso, per troppa fretta cade in errore, mentre il sistema di procedere attraverso il disconoscimento “questo non è questo e questo non è quello” da più agio al riscontro, eliminando man mano ciò che non è da quello che potrebbe essere. Così, anche se lentamente, si potranno avere maggiori probabilità d’individuare ciò che è veramente, senza perdersi nella ridda d’ipotesi e supposizioni che caratterizzano il sistema affermativo. Il vero idioma dell’esoterista è il simboloOsservando un simbolo di qualunque fattura bisogna essere accorti a non finire per “innamorarsi” della sua forma esteriore. In altre parole, non si deve mai cadere nel culto della ricerca esteriore. Spesso coloro che amano la ricerca, non fanno la ricerca. Perché la ricerca porti a dei risultati non basta che la si ami, ma bisogna essere pronti a sacrificare, a quella ricerca, molti dei propri preconcetti. E la predisposizione a sacrificare le proprie idee alla verità non è cosa comune, ma straordinaria. Il vero idioma dell’esoterista è il simbolo, dunque. Sempre che il ricercatore acquisisca la capacità di andare oltre la lettura esteriore della forma simbolica e rappresentativa. Cogliendo, al suo interno, il significato velato che ne stimolò la forma. L’essere senziente comunica le idee attraverso parole e segni. I simboli, allora, sono la veste esteriore delle idee. E possono assumere fogge diverse a seconda dei linguaggi. L’importante è saperne penetrare la forma (vedi Lo studio dei simboli). I numeri: un esempio di linguaggio emblematicoTra i simboli che potrebbero rappresentare l’assunto, senza meno i numeri sono il serbatoio più ricco di significati. Tra i simboli numerici, quello più filosofico è lo «O» (zero). Di natura ricettiva e dunque femminina, lo zero metafisico è l’antesignano della geometria sacra. La circonferenza dello zero è lo spazio o dimensione che contiene, trattenendolo, il «.» punto. Il Punto è il primo segno dell’apparenza cosmica. L’Uno è la prima forma del Dio manifesto e tutto scende da esso. Così, senza apparente significato, lo zero metafisico, invece, può contenere valori assoluti come quello del punto. Anche il punto parrebbe non aver nessun significato, eppure tutti i segni hanno origine dal punto. Posto al centro dello zero, « » il punto diventa l’Uno, simbolo solare e divino. Il punto nella circonferenza, allora, diventa il Generatore di ogni Numero che appare circoscritto in uno spazio-dimensione, come Archetipo (Dio) della propria manifestazione. Che, in questo caso è il mondo dei Numeri. Poteremmo dire, in senso lato, che la relazione tra circonferenza e spazio fa ricordare un sasso lanciato in uno stagno. Che genera un’onda, che andrebbe allargandosi in maniera concentrica, fino a sparire dissolvendosi nello spazio circostante. Ma un’energia “esplodente” trattenuta in una circonferenza magnetica, non si disperderebbe, ma verrebbe trattenuta dall’anello invalicabile che ne farebbe tornare l’onda verso la sua fonte d’origine, ovvero, il punto d’emissione che, sempre più velocemente, lo invierà nuovamente verso i confini della “propria circonferenza” sino a tenderne i margini allargando lo spazio trattenuto. Qualcuno intravide in questo “meccanismo” l’analogia con la nascita dell’universo, perciò gli venne attribuito il titolo di “rappresentazione sacra”. Questo «Movimento energetico» è il principio che dà “forma” alla manifestazione, perché, con il suo dinamismo, rende la materia inerte (antimateria) materia attiva, viva e vibrante. Ecco la genesi del suono (vibrazione energetica) primordiale che, proveniente da un universo maggiore, espandendosi in uno spazio inerte ha creato la forma cosmica di questo universo. L’iconografia popolare raffigura questi Tre aspetti (circonferenza, punto e movimento centrifugo), in una triade dall’aspetto umano che chiama Madre, Padre e Figlio che vengono inscritti nei Numeri 1, 2 e 3. 1 è il punto raffigurato nell’immagine di un Padre; 2 è la circonferenza e l’anello invalicabile che racchiude lo spazio in cui avviene la manifestazione, raffigurata nell’immagine di una Madre; 3 è il risultato, o effetto, dell’interazione tra punto che manifesta e circonferenza che trattiene. Il moto centrifugo della loro energia è, dunque, il loro Figlio. L’espressione “aspetto madre” (metafora dell’aspetto centripeto dell’energia) è stato coniato nell’antichità per trasmettere il concetto di attrazione magnetica a menti semplici e prive di ogni cognizione scientifica. Allora, per esprimere il concetto d’attrazione quale immagine poteva colpire di più delle menti ingenue di un abbraccio materno? Infatti, nell’avvicinarsi ai simboli è importante considerare il momento in cui certe rappresentazioni sono state plasmate. Così, non è tanto importante il simbolo quanto quello che rappresenta. L’idea, il senso, le verità relative a quei significati, sono più importanti della bellezza della sua forma. Perché, l’esoterista è spesso un sognatore, un idealista, che dovrebbe impegnarsi a diventare un realista per giungere alla fine della propria ricerca, senza soffermarsi su alcuno dei “meravigliosi dettagli” della scienza iniziatica. Meravigliosi dettagli posti ben in vista dei postulanti, per frastornarne la curiosità, deviandoli dal perseguire i misteri della via iniziatica. Ma concetti immutabili, che permangono intatti attraverso le ere, resistendo nel loro ermetismo nonostante le mode culturali, dovrebbero essere considerati dei veri e propri scrigni di sapere, preziosi quanto indissolubili che spesso concordarono nonostante la diversità dei linguaggi. Prendiamo, ad esempio, i significati “divini” di 1, 2, e 3. Secondo due grandi culture sono i vertici di un Triangolo sacro che anticamente in oriente è stata detta Trimurti, poi assimilata dalla cultura d’occidente come Trinità. Allora, nella ricerca esoterica, bisogna abituarsi a riconoscere anche in termini diversi lo stesso significato. Siamo, dunque, arrivati alla conclusione che il movimento che dà forma ad ogni forma fenomenica (anche quella umana) nasce (è figlio) dall’interazione tra l’aspetto dinamico dell’Uno e l’attrazione magnetica del Due. In più, di questi tre aspetti il «moto» è l’unico ad essere immediatamente percettibile ed esaminabile alla “luce della ragione”. Questo Triangolo, è la sintesi di ogni manifestazione; vi può essere riconosciuto il Sole (punto centrale) ed il suo sistema planetario trattenuto dall’invisibile anello della sua circonferenza energetica; il Big Bang che ha “esploso” questo Universo, ma anche il Centro (chakra) cardiaco che è centro “solare” della nostra Aura. Tutti significati sovrapponibili in diversi spazi, realtà e dimensioni, in una sequenza di corrispondenze (ponte) che uniscono l’uomo al cosmo, attraverso l’Aura individuale e quella del pianeta, come questa a quella dell’intero sistema solare, fino a congiungersi nella totalità dell’Universo. Ma i linguaggi sembra che continuino a dividere piuttosto che unire. L’ermetista non parla come il teosofo che, a sua volta, non parla come l’alchimista il quale, magari, ha difficoltà di comunicare con altri alchimisti e così sempre e in ogni dove. Per non parlare poi, delle fedi religiose, che ben lungi dall’esprimere pura spiritualità, non solo confondono ma uccidono in vasti strati d’umanità la loro essenza spirituale, incitandoli alla diversità ed alla più totale discordia. Allora, la morale, se di morale si tratta, è quella indicata all’inizio della discussione: che non ci si deve mai innamorare di nessuna forma, ma bisogna trovare il significato contenuto nelle parole. Perché, solo le idee sono al di sopra di ogni termine e al di sopra delle separazioni a cui ci costringono i linguaggi. La chiave di volta e la risoluzione del problema è uscire dal mondo delle parole per entrare nel mondo delle idee. Questo passaggio segna il distacco dalle sensazioni della ragione fisica per proiettarsi nella costituzione della mente astratta. Per questo, come vedremo, serve raggiungere la “sintesi” dei propri pensieri. E la sintesi, quella mentale, che riguarda solo i significati, affratella ogni iniziato “al di là d’ogni forma e apparenza”. La comunione dei linguaggiÈ necessario un grande lavoro di comunione tra i significati prima di affratellare i linguaggi. Cioè “religere”, unire i linguaggi attraverso l’univocità dei significati. L’univocità dei significati può essere considerata la principale “spina dorsale” della conoscenza e della saggezza. Invece di profonderci in ricerche affannose cercando di dipanarci tra i significati delle tante “etichette esoteriche” cerchiamo di coglierne tutti i sensi realistici di questi frammenti di verità, facendoci riportare sulla spina dorsale dei loro significati. E cosa potrebbe rappresentare meglio la realtà dell’Iniziato se non la Rappresentazione degli Antichi misteri? E cosa può rappresentare gli Antichi misteri se non l’antica Tradizione iniziatica? Allora, attenersi a questo binario rettilineo, specie per il giovane proselito, potrà essere utile e non solo vantaggioso, ma l’esperienza testimoniata da tanti Iniziati di rango che l’anno preceduto è la migliore garanzia della sua efficacia. Superando, nella Grande Sintesi (a patto di saper bene di cosa si tratti) il disordine delle lingue. Praticamente dobbiamo disfare, anche in noi stessi, la Torre di Babele dell’incomprensione, che la follia collettiva ha edificato, rincorrendo la presunta supremazia delle proprie culture nazionali. Abbiamo esempi straordinari a cui affidarci. Non è difficile rinvenire tra tanta “polvere” capisaldi importanti, provenienti tanto da oriente che da occidente. Luci di saggezza di quanti hanno realmente compiuto frammenti apprezzabili della Grande Opera individuale: metamorfosi interiore o trasmutazione metallica che dir si voglia. Dovremmo ricercare nel nostro quotidiano, e confrontare le nostre domande con le risposte di questi personaggi: ricordando, però, anche i limiti della loro umanità. E sono proprio quei limiti a rendere la loro opera davvero suprema e meravigliosa. Le TriadiViene dato il nome di “Triade” a quell’insieme di aspetti che, provenienti da una stessa Unità, sono conosciuti come: spirito, anima e pensiero; da non confondere con la mente fisica, ch’è solo il loro “eventuale” contenitore fisico. Il simbolo che rappresenta “fisicamente” una «triade» è il triangolo. Una forma che, composta dai numeri del Ternario: 1, 2 e 3; è considerata un segno della perfezione universale. Quello che differenzia una triade dall’altra non è certo il nome, ma la sostanza di cui è composta, che appartiene al piano ed alla dimensione dove essa è posta, incompatibile con qualsiasi altro piano che non sia il proprio, a meno di non ricorrere a sostanziali cambiamenti nella struttura originaria. Ecco la necessità di un collegamento che li possa mettere in “relazione” senza diminuirne la qualità energetica. Assecondando la moderna terminologia, potremmo associare la struttura energetica detta: atomica e subatomica, ai piani spirituali ed animici. Mentre, alle diverse frequenze elettriche (vibrazioni = suono), si potranno associare i diversi piani (densità) della “sostanza psichica”. Queste tre componenti di uno stesso Aspetto maggiore (Arcano cosmico) non hanno, però, relazione con la cosiddetta bioenergia, che trae origine da innesti chimici e dalle composizioni ormonali della componente materiale dell’uomo. L’Aura è un campo di energia magnetica che contiene la mente, anche la più disorganizzata. E la disorganizzazione di una mente si evince dall’irregolarità degli aloni colorati che proietta nell’Aura. Se ne conclude che, una mente evoluta e, perciò, organizzata “irraggia” radiazioni luminose altrettanto precise ed organizzate. Ma l’Aura è qualcosa di più di un semplice campo d’azione per la mente. L’Aura è la condensazione energetica della coscienza. In altre parole è il campo energetico determinato dalla presenza dell’anima, ovvero, l’uovo energetico che contiene la natura umana in ogni sua dimensione, e che interagisce con lui in proporzione della sua organizzazione psichica. E dove questa organizzazione mentale manchi, non “appare” altro segno di coscienza che non sia di quella parte di coscienza materiale associatasi alle “sensazioni” ed agli “impulsi” della natura fisico-animale dell’uomo. Ancora oggi il tipo più comune di mente è quella disorganizzata. Per questo nel mondo sembra prevalere l’astralità. Il piano astrale (il piano delle emozioni) è, nell’Aura, “l’alone” di colorazioni emotive che si trova più vicino al corpo fisico, preceduto solo dall’alone di bioenergia detto ”eterico”. L’alone emesso dalle emozioni fisiche si contraddistingue per la sua caratteristica conformazione a chiazze di colori opachi, dalle tonalità incerte e diluite tra loro. Queste tavolozze di colori opachi e disorganizzati, sono state documentate dalla macchina di Kirlian. Un apparecchio capace di fotografare i campi magnetici, che ha preso il nome dallo scienziato russo che l’inventò. L’ordine mentaleAcquisendo una sempre maggiore consapevolezza di sé e organizzando i livelli delle proprie capacità psichiche, il giovane adepto ottiene l’ordine interiore, permettendo il reciproco rapporto e l’interazione tra ogni aspetto della propria costituzione occulta. L’ordine interiore, infatti, data la diversità dei livelli necessari alla completezza della sua struttura energetica, non è né implicito né naturale ma, per così dire, bisogna prima concepirlo, poi volerlo ed infine imporlo all’ottusità dei propri impulsi inferiori. Gli studi di Hans Kaiser sulla “Scienza dell’Armonica”, tendono ad identificare la condizione di armonica interiore che ogni essere senziente può raggiungere ordinando in sé stesso tutti i toni emotivi dissonanti. E questo farebbe affiorare sin nella sua coscienza fisica le “divine cromaticità sonore” ch’egli possiede nei piani spirituali. Ma perché suono e moto sono sempre stati collegati tra loro? Come è affermato: l’energia è movimento. Dunque, la velocità con cui l’energia attraversa lo spazio crea resistenza e quell’attrito vien detto: suono. L’attrito-suono è dovuto al fatto che lo spazio, come ogni altra forma, e composto di materia energetica, ma inerte. Per questo lo spazio può essere ravvivato solo dalla presenza di energia attiva che lo rende uno “spazio vivente”. Ciò significa che lo spazio in ogni sua forma, da quella più densa all’aspetto più sottile e immateriale, è “animato” da energia in moto che vivifica ogni sua parte inerte, generando per riflesso suono. Ecco perché energia, spazio e moto-sonoro si possono considerare tre aspetti o Ternario della manifestazione. Oltre a ciò, il suono è un aspetto importante anche della condizione iniziatica. Infatti, il vero nome segreto (occulto) di un Iniziato è la scoperta in sé dell’Unisono (vedi Le parole-simbolo AUM ed OM). L’uni-sono (suono unico) è la componente “armonica” che unisce i tre aspetti di spirito, anima e pensiero rendendoli complementari. Nella ricerca di un ordine interiore, andrebbe posta in risalto la comprensione dei propri toni e sottotoni naturali, degli intervalli e degli unisoni per capire, correggere ed utilizzare le strutture energetiche capaci di esprimere una mente migliore, cioè, più precisa, profonda, vasta e dotata. Fino alla ricezione dell’unisono, ci sarà sempre una differenza tra le frequenze (vibrazioni) delle varie componenti la sostanza energetica dell’essere senziente. E sarà proprio la loro organizzazione a consentire quell’armonica interazione tra i vari aspetti che, nei linguaggi degli iniziati minori, è denominato: Ponte reale o Antahkarana. Nella “regola dell’Armonica”, dunque, trova la propria conclusione l’illusorietà del dualismo che parrebbe dividere “lo spirito dalla materia” ricomponendone ogni precedente conflitto. |