…da oggi mi sento meno sola, le tue parole mi hanno incoraggiato e spronato a continuare nel mio cammino… Vorrei farti un’ultima domanda: cosa intendi, come guida esperta che indichi la “bontà” dei nostri pensieri… o meglio, dove poter trovare una persona adatta? ….mi sono avvicinata all’esoterismo ma ho già avuto modo di accorgermi che ci sono persone che non ne conoscono neppure il vero sgnificato, dei veri e propri “ciarlatani” o venditori di fumo… e non vorrei proprio incappare in “uno”di loro….
D: Athos, da oggi mi sento meno sola, le tue parole mi hanno incoraggiato e spronato a continuare nel mio cammino… Vorrei farti un’ultima domanda: cosa intendi, come guida esperta che indichi la “bontà” dei nostri pensieri… o meglio, dove poter trovare una persona adatta? ….mi sono avvicinata all’esoterismo ma ho già avuto modo di accorgermi che ci sono persone che non ne conoscono neppure il vero sgnificato, dei veri e propri “ciarlatani” o venditori di fumo… e non vorrei proprio incappare in “uno”di loro…. saluti affettuosi, S.
Questa piccola grande regola è sistematicamente ignorata, dando soverchia importanza alla forma (linguaggio) e all’apparenza (significato). È vero che bisogna anche superarla, la prova. Ma prima bisogna individuarla. E non sempre appare chiara e forte, drammaticamente ostile o terribile. Non è quasi mai così. Perciò quasi sempre si fallisce! La prova spesso ci sguscia davanti di soppiatto. E noi, in tutt’altre faccende affaccendati, l’ignoriamo o ne sottovalutiamo i contorni. Allora ci passa dietro le spalle, entra in rete e… Gol! Che fregatura! Si dice dopo, non me n’ero neanche accorto. Allora, anche al significato di “Labirinto” toccherà dare un’altra valenza. Infatti la sua priorità non è affrontare, ma scegliere. Scegliere è un atto lieve, talvolta impercettibile, le cui conseguenze vengono spesso ignorate. Perciò si commettono tanti errori di valutazione. Ecco il nocciolo della tua domanda. Come faccio a scegliere se non capisco? Ma credimi, è proprio la scelta ad essere la prova! Molti guardando, ma non sempre vedono. Sopra e sotto, avanti e indietro ma non guardano mai se stessi. Magari sanno guardare anche lontano, poi finiscono nel fosso che hanno sotto i piedi. La scelta è l’immediato, la direzione è il poi. Tutti e due importanti. Né prima l’uno né prima l’altro ma contemporanei (sincronicità tra volontà ed azione, dicono certi Maestri). Moltissimi cominciano, ma altrettanti si perdono per la scelta sbagliata. Sono quelli che si credono ancora Viaggiatori, ma girano in tondo. Vagando nelle nebbie delle paludi astrali in compagnia di altre vittime. Vittime delle “sirene”? Troppo facile come alibi: la carne è debole, l’uomo è debole! No, niente facile vittimismo. I registi della nostra condizione siamo noi stessi. E se diventiamo vittime sacrificali lo dobbiamo sempre a noi stessi, alle nostre decisioni, alle nostre scelte. Dipende dal caso o dall’imperizia? Sovente dalla mancanza d’umiltà. La furba modestia, la chiamo io. Quella di rubare dai più bravi con occhi e orecchie. E basta poca esperienza per distinguere il venditore di fumo dal competente. Guarda con attenzione, il venditore vuole sempre vendere se stesso, farti accettare i propri meriti. L’altro no, il competente non ti vuole vendere proprio niente. Anzi, fermarsi ad aiutarti è un atto dovuto ma faticoso, da fare bene ma in fretta, così da poter proseguire il cammino che si prospetta lungo e difficile, e la stanchezza gliela leggi nel profondo degli occhi. Il venditore, invece, è garrulo, ha tanto tempo, non va da nessuna parte. È fermo, stanziale. Frequenta le bettole del devozionalismo stantio, indossa i paramenti dell’iniziato ma non sa di spirito, piuttosto di alcool. Allora sappi scegliere. Datti tempo. Aspetta, guarda, valuta e soppesa. Confronta quello che ti viene detto (o propinato, come ti è già accaduto), con i frammenti storici di cui puoi fare tesoro. Sovrapponi il presente (detto o fatto) con il continuum sapienziale dell’umanità. Perché ogni livello d’umanità, dal più volgare al più spirituale, lasciano dietro di sé una traccia del proprio passaggio. Un striscia che, come quella delle lumache, è inconfondibile. Basta non confonderle. Trova quella giusta e seguila. Se non sei capace “scegli” la tua guida e seguila con disciplina, anche quando non capisci, perché la fiducia aiuta anche il volenteroso. Poi se quello che vedi, o senti, trova risposta anche nel tuo cuore (la sensazione che si stringe o si apre), accelera e non ti voltare mai a destra o a sinistra. Concentrati sulla meta e non soffermarti, mai, a sentire le chiacchiere dei perditempo fermi sul ciglio della strada. Quelle sono le sirene del: “mal comune mezzo gaudio”. Allora, come dice Dante: «non ti curar di loro ma guarda e passa». Fraternamente |