L’Uovo di Colombo e la via iniziatica

Alchimia del FuocoEquivoci e misfatti di una mente che mente – Volere volare – L’Uovo di Colombo della via iniziatica

La qualità migliore di un uomo è l’esperienza creativa di cui è capace, e cha sa trasmettere. Una qualità che prende vita dalla voglia di sapere, che i libri soddisfano solo in parte, perchè, la lettura formale non raggiunge i significati profondi di cui si percepisce la presenza (significati radice e archetipi). Questo limite segna il confine tra sapere e conoscere: tra il nozionismo astratto e l’esperienza diretta, la pratica e l’esperimento.

L’Uovo di Colombo e la via iniziatica

di Athos A. Altomonte

Equivoci e misfatti di una mente che mente

La qualità migliore di un uomo è l’esperienza creativa di cui è capace, e cha sa trasmettere. Una qualità che prende vita dalla voglia di sapere, che i libri soddisfano solo in parte, perchè, la lettura formale non raggiunge i significati profondi di cui si percepisce la presenza (significati radice e archetipi). Questo limite segna il confine tra sapere e conoscere: tra il nozionismo astratto e l’esperienza diretta, la pratica e l’esperimento.

L’unione di «coscienza e conoscenza» è l’antitesi dell’opacità di una mente che mente, anche a se stessa (v. “Dalla ragione alla Ragion pura”).

Scienza e coscienza sono una barriera insuperabile per gli equivoci della mente inferiore, fortemente coinvolta negli impulsi della natura del corpo fisico-animale. Sviluppando una sorta di dialogo interiore, mente e coscienza assieme, superano lo stato di soggezione verso la natura inferiore. Tacitando la quale, compaiono nuovi requisiti mentali, appartenenti questa volta alla natura superiore (v. coscienza sottile).

Man mano che la coscienza cresce la mente si trasforma, e trasformandosi utilizza diversamente i sensi fisici facendone un uso sottile (v. sensi fisici e sensi sottili). Ne è un esempio la sensibilità tattile che riflette ciò che è come è; e non solo una rifrazione distorta della realtà come avviene con la mente inferiore (fisico-concreta). La sensibilità mentale è tattile quando proviene dall’evoluzione sottile del tatto fisico. Da non confondere con la sensibilità intellettuale, ch’è una facoltà contigua ma diversa dall’intelligenza.

Una mente prensile è più adatta a scoprire quello che nessuna lettura può penetrare, agendo da contatto psichico tra la coscienza del pensatore e l’idea (v. empatia, intelligenza empatica ed intuizione). In altre parole, la comprensione fluisce nel contatto tra l’essenza dell’osservatore e l’essenza osservata (v. sapere per contatto).

In un esoterismo di livello superiore, Aurobindo scriveva che: «… ogni scrittura è un puro mezzo. Non serve a chi ancora non conosce il potere generativo della conoscenza e non serve più a chi l’ha già conosciuto; vanno in una cieca tenebra coloro che praticano il non-sapere; e in una più cieca tenebra vanno coloro che si accontentano di sapere ciò che hanno solo studiato. Quando consegue la vera conoscenza getta i libri come se bruciassero …»

La lucidità dell’intelligenza creativa è il miglior antidoto contro l’oscurità mentale, diventando un forte deterrente al male. Inizialmente, però, si è ancora miopi intellettualmente e spiritualmente sordi. Perciò, privi di esperienza e capacità di discernimento, diventa «cosa buona e giusta» appropriarsi di pensieri altrui che stimolino la crescita mentale. Purché la dipendenza non vada oltre il tempo indispensabile. Infatti, se la dipendenza intellettuale comporta inizialmente vantaggi notevoli, come accelerare il processo formativo, prolungata nel tempo comporta serie controindicazioni. Quindi, potremmo dire che costruirsi sulle idee altrui è un male necessario.

Necessario perchè in mancanza di idee proprie sufficientemente formate, per costruire una identità propria è utile ricorrere ad idee esterne, per educare gli istinti e le passioni arginando le fantasie puerili. Male, perchè, poggiarsi su idee altrui blocca l’immaginazione, causando asservimento (v. transfert) nei confronti di chi o di quanto è stato preso a modello. L’imperizia, poi, è capace di trasformare ogni predilezione in culto.

Comunque, a preoccupare non è la venerazione per una personalità di spicco (v. adorazione e culto di una personalità), né l’esaltazione di concetti presi in prestito, magari per rafforzare le proprie affermazioni. Allo stato iniziale, ciò che dovrebbe preoccupare è l’incapacità di discernere, d’intendere e di volere del praticante che, immaginando di poter decidere da solo per il proprio bene, finisce per scegliere quello che gli piace e non quello che serve.

L’incoscienza è il fattore che frena una crescita che, secondo alcuni insegnamenti iniziatici, può prolungarsi ben oltre i 777 cicli di vita. Sempre dall’incoscienza scaturisce la «oscura notte dell’anima». Come viene definita la fase in cui la coscienza sottile (l’anima) rimane oscurata dalla controparte fisica, tutta concentrata sullo sviluppo materiale.

L’incoscienza è anche l’elemento di fondo della “Libera scelta” con decisioni motivate dall’impulso, e scelte affidate al caso o alla «fortuna». La libera scelta è, in realtà, una facoltà arbitraria quanto mai lontana dallo spirito del «Libero Arbitrio» ch’è frutto della sensibilità dell’anima. Detto ciò, è lecito riflettere su quanto possa essere rassicurante basarsi sulla “libera scelta” per decidere della propria crescita mentale (magari pure spirituale). Su quanto sia attendibile decidere di assecondare concetti che non si è ancora in grado di capire, né di giudicare nella loro interezza. Mai come nella fase probatoria, affidarsi al caso è portatore di guai. Ammessa la bontà dei contenuti, l’impreparazione e l’incomprensione possono causare disastri, equivoci e misfatti: i cui danni maggiori sono rivolti a sé stessi prima che all’umanità.

Scrivendo «…quando consegue la vera conoscenza getta i libri come se bruciassero…» Aurobindo non intendeva certo screditare il nozionismo, né mortificare la lettura. Intendeva soltanto dire quanto possa essere controproducente affidarsi ai giudizi altrui, una volta raggiunta una vera autonomia di pensiero. Anche se va ribadito che l’autonomia di pensiero non è quella associata alla libera scelta. Ma la completa maturazione di mente e coscienza.

Volere volare

Secondo una bellissima metafora «si libera la mente aprendo le ali dei propri pensieri». Aprire le “ali del pensiero”, però, è una metafora bella ma pericolosa, se non si tiene conto del buon senso che vuole le ali aperte né troppo presto, né troppo tardi. Ci si ricordi, perciò, di Icaro che volle volare troppo vicino al sole.

Secondo la tradizione iniziatica le ali rappresentano la Conoscenza maiuscola, che è di più del solo sapere. Viene detto che molte sono le strade del sapere, ma che tutte portano all’unica Conoscenza. È anche detto che per raggiungere la Conoscenza maiuscola servono le ali. Un enigma non facilmente risolvibile, soprattutto se associato a «chi sono, dove vado e perchè». Questo potrebbe diventare l’Uovo di Colombo di ogni ricercatore che vuole trovare una soluzione alla propria ricerca.

L’Uovo di Colombo della via iniziatica

Molti hanno riconosciuto nell’illustrazione precedente un Caduceo Ermetico particolare. Fatto di sette colori (come le 7 note) e la chiave di violino. Riproponendoci, in modo più esplicito, che l’Uovo di Colombo della via iniziatica sia il suono (v. il «Verbo» biblico). Facendo balenare che, più delle parole scritte, siano le idee le migliori maestre. Un concetto che va posto nella giusta prospettiva. Cominciando col dire che non è surreale pensare che una idea sia una entità vivente. Che la sua potenza (vitale) è pari all’intensità (frequenza vibrazione) che trasmette. Che la quantità di forza che comunica è proporzionale a quella del significato che trasporta.

Parlare di entità vivente in forza e potenza, rende più facile distinguere una “idea fisica” da una “idea sottile”e, allo stesso tempo, definisce il significato di “lettera morta”. Termine usato dagli Iniziati per stigmatizzare chi segue alla lettera parole prive di anima, con particolare intenzione alle Dottrine spiritualmente morte.

Dunque, leggere non basta. Studiare nemmeno. Le Ali della Conoscenza sono la metafora del contatto diretto tra mente, coscienza e Idea esteriore. Un contatto che va costruito, elemento dopo elemento. Con grande perizia e senza approssimazione. Parafrasando la metafora, elevare il pensiero è l’opera (grande) del Costruttore. Il Pensiero universale è il Tempio della Conoscenza, e la Coscienza ne è il sacerdote. Questa è l’Ars Pontificia, la scienza di costruire ponti tra cielo e terra (interiori). È il proseguimento dell’Ars Regia, la scienza di sviluppare la mente.

torna su