Sulla Trasmutazione metallica /6

MassoneriaL’occhio della mente che visualizza – L’uso degli scenari virtuali – Il metodo di invocazione-evocazione – Il Segreto che vela l’Opera dell’Iniziato – [«Bocca-orecchio»] – [Tegolatura] – [Copernico] – Il Segreto massonico – Il Diamagnetismo della mente – [Il Potere della Mente]

Creare un Ponte interiore tra spirito e materia, tra fisico e metafisico, tra io inferiore ed Io, tra Personalità e Triade animica o in qualsiasi altro modo li si voglia chiamare il punto di partenza e quello d’arrivo, è un’arte nota ad ogni massone come Ars Pontificia e la trasmutazione interiore dell’Iniziato è finalizzata, per così dire, a porre a “colloquio” le due controparti rendendo l’inferiore simile (riconoscibile) a quella superiore e viceversa. Anche qui si pone in atto il Precetto iniziatico di «Riconoscendo sarai riconosciuto».

Sulla Trasmutazione metallica /6

di Athos A. Altomonte

Il Viaggio come itinerario interiore verso la trasformazione iniziatica

ed una breve analisi sul significato del Segreto massonico

Sommario: L’occhio della mente che visualizzaL’uso degli scenari virtualiIl metodo di invocazione-evocazioneIl Segreto che vela l’Opera dell’Iniziato – [«Bocca-orecchio»] – [Tegolatura] – [Copernico] – Il Segreto massonicoIl Diamagnetismo della mente – [Il Potere della Mente]

L’occhio della mente che visualizza

Sino a questo momento, l’occhio che visualizza, è rimasto fermo in un punto imprecisato dello spazio metafisico, lo spazio interno della mente che contiene tutto lo scenario, l’osservatore e l’oggetto osservato. Ora si vuole che l’occhio muova la sua capacità d’osservazione in due direzioni. S’inizierà col muoversi con circonferenze ed ellissi attorno alla forma osservata ed in un secondo tempo, penetrando entro la forma stessa.

Non è possibile per mancanza di spazio descrivere gli sviluppi, notevoli, che comporta questa prima fase addestrativa. Ne indichiamo alcune. Questa mobilità contiene la prima chiave del Diamagnetismo (di cui scriveremo tra breve), con una nuova polarizzazione mentale che insorge addestrando la mente a nuovi parametri e prospettiva nell’osservazione metafisica (i piani degli spazi interni). Questo effonde nella mente una prima percezione del principio di multidimensionalità e di atemporalità. La visione d’una forma concepita dal centro del suo spazio interno, offre di più di una semplice ripolarizzazione dei parametri prospettici, d’un concetto mentale. Nel restare sospesi con l’occhio interiore, nel vuoto dello spazio interno (metafisico), si presenta molto presto alla percezione interiore dell’iniziato anche quel fenomeno del moto energetico ch’è detto il suono silenzioso. Questo si presenta con il tono di una nota dominante, ma non si lasci confondere il ricercatore, la prima nota dominante ch’egli sarà in grado di cogliere, per l’effetto risonanza, sarà la propria e non quella della forma osservata. Solo un affinamento della propria percettività uditiva permetterà la comparsa del suo contralto, proprio come avviene per la vista, ed è questo che conduce alla percezione sonora prima d’ordine eterico, poi astrale e così via fino a conoscere quella delle Triadi.

Il terzo livello (dei 5) di visualizzazione, interessa direttamente il campo d’esprerienze della Psiche-Anima – la parte alta della psiche, che d’abitudine l’esoterista distingue da quella legata alla personalità indicandola con la lettera maiuscola. Essa non distingue un’esperienza vissuta materialmente da una virtuale perché tra Psiche e l’esperienza vi è un campo mentale che, potremmo definire con parole semplici, il suo traduttore o, il suo traslitteratore di realtà e d’esperienze. L’Iniziato, ponendo in attività l’occhio della mente in quella “sfera” mentale (di coscienza percettiva), attraverso la visualizzazione potrà aumentare a volontà il flusso d’esperienze diretto alla Psiche. Trasmettendogliene, attraverso l’uso degli scenari virtuali, sempre di più complesse, altamente qualificate e selezionate.

L’uso degli scenari virtuali

I primi vantaggi di questo metodo vanno ricercati nella velocità di sommare innumerevoli esperienze ed inoltre, nel non dover attendere una difficile concatenazione di eventi, di tempi sussidiari ed eventualmente della disponibilità di altre persone per realizzarle. Condizioni queste spesso fortuite e occasionali, causa di rallentamenti nell’assimilazione di una particolare esperienza, che a volte rendono sin’anche irrealizzabile. Queste poi potranno essere ripetute tutte le volte, volute o necessarie. Si porranno via via in atto una differenziazione negli elementi che le compongono (anche personaggi), considerandole come se fossero rivissute e reinterpretate in tutte le “angolazioni” possibili potendo così valutare, analizzandole con la meditazione dinamica, tutte le azioni e reazioni possibili tra sé e gli scenari d’esperienza.

Come è stato già detto, il numero delle esperienze virtuali possono giungere a infinito e le reazioni psichiche che ne nascono, considerando un alto grado di specializzazione del visualizzatore, saranno identiche a quelle reagenti ad un’esperienza, unica, lenta, spesso imperfetta e faticosamente materiale.

Anche in questo come in ogni altro argomento tecnico-iniziatico, alla capacità mentale dell’osservatore, corrisponderà una maggiore o minore qualità emotiva, nella reazione psichica inferiore della Personalità e superiore della Psiche.

Anche in quest’ultimo campo d’esperienza il visualizzatore dovrà costruirsi la capacità di entrare nella tridimensionalità d’uno scenario sempre più perfetto, nelle forme, nei colori, nei rumori, negli odori sino a creare le condizioni d’una suggestione sempre più efficace che superi in qualità, la realtà fisica.

Sentirsi completamente avvolto e circondato dallo scenario (alto-basso, cielo-suolo) è un elemento importantissimo, come altrettanto importante è il ricordarsi di porre, sempre, il punto d’ingresso nell’immagine alle proprie spalle e, di mantenerlo sempre più distante man mano che si avanza, perché esso si richiuda dietro di noi. Nelle situazioni più incerte o pericolose, l’Iniziato è in grado di proiettare d’innanzi a sé un suo doppio, una doppia immagine, che fungerà per così dire, da parafulmine. Il termine esatto sarebbe, proiettare un mandala di sé, ma qui ci fermiamo.

Vogliamo aggiungere una nota che, s’eppur minimale, è di livello superiore a quello appena descritto.

Per un gioco di corrispondenze energetiche, che non staremo a descrivere, all’energia d’una immagine creata dalla volontà dell’uomo (in bene o in male), si aggiungerà col tempo e l’esperienza una controparte che non appartiene al visualizzatore. Questa ha una propria “vita” (termine giusto allegoricamente ma improprio tecnicamente, che risulterebbe però incomprensibile) intelligente, delle proprie qualità e caratteristiche. Questa seconda identità conoscitiva giunge dalla visione che la coscienza animica ha della medesima esperienza e, nel caso di un Iniziato Maggiore, il generatore sarà la coscienza monadica.

A seconda della capacità d’identificazione e potenza evocativa dell’uomo questa identità superiore di coscienza, può giungere a saturare con propri simboli-immagine tutto lo spazio interno dell’immagine e del visualizzatore. Questo doppio campo d’esperienze creatosi tra l’Atto di volontà iniziatica e la qualità (informazioni visive sintetiche) spirituale, è quello che viene denominato nella sfera iniziatica il sapere per contatto (o conoscenza diretta).

In altre parole, attraverso questa progressione dinamica e interattiva tra Psiche e Personalità, si raggiunge quella che viene definita l’Illuminazione. Ma è impossibile dire di più senza entrare nella trattazione diretta dell’argomento ch’è conosciuto come la Dinamica dell’Eggregore (o studio della Dinamica dell’Eggregore).

Il metodo di invocazione-evocazione

L’ultimo metodo che vogliamo rilevare è quello denominato invocazione-evocazione. Questo metodo è strettamente collegato alle Parole di Potere della Massoneria.

Creare un Ponte interiore tra spirito e materia, tra fisico e metafisico, tra io inferiore ed Io, tra Personalità e Triade animica o in qualsiasi altro modo li si voglia chiamare il punto di partenza e quello d’arrivo, è un’arte nota ad ogni massone come Ars Pontificia e la trasmutazione interiore dell’Iniziato è finalizzata, per così dire, a porre a “colloquio” le due controparti rendendo l’inferiore simile (riconoscibile) a quella superiore e viceversa. Anche qui si pone in atto il Precetto iniziatico di «Riconoscendo sarai riconosciuto».

Definito sinteticamente l’ambito in cui è debito porre l’argomento, proseguiamo con poche altre note. Questo “dialogo” tra l’elemento fisico e l’essenza metafisica dell’uomo è reso compatibile dalla progressione trasmutativa iniziatica e dalle tecniche interiori. Questo “dialogo” è detto appunto, la tecnica d’ invocazione-evocazione. Questo significa, in parole povere, che la Personalità integrata dell’Iniziato chiama e che la sua Triade risponde.

Questa “Alleanza” non agisce solo nel mondo interiore dell’Iniziato ma, da Triade a Triade, può raggiungere ogni altro mondo interiore (sfera di coscienza) anche senza la partecipazione cosciente delle Personalità che vi sono immerse. Può agire inoltre, attraverso ponti, sino in quello esterno e materiale, determinando degli eventi significativi. Ma noi ci fermeremo qui.

Ogni metodo che abbiamo illustrato muove con velocità diverse, le energie dell’adepto ed è questo moto interiore che, a secondo della volontà e della capacità dell’operatore, distrugge, modifica, energizza, trasmuta ed illumina il suo campo elettromagnetico. Allora è indiscutibile che la trasmutazione iniziatica non può esistere né tanto meno avvenire nei limiti d’una concezione morale, d’una dialettica o d’una filosofia; né può assumere toni di realtà se la si vuole porre nei limiti devozionali d’una esecuzione formale di un Cerimoniale e nemmeno nella simbolica e ripetitiva rappresentazione dei cosiddetti Misteri che, sino a quando saranno considerati tali, di reale manifesteranno solo l’incapacità degli adepti a comprenderli.

Anche se privo di solidi punti di riferimento attorno a sé, l’adepto raggiunge sovente la consapevolezza che per la propria trasmutazione iniziatica è necessario qualcosa di diverso e di più di quello che comunemente gli viene offerto dalla prassi ordinaria e convenzionale della Massoneria. Ecco come egli si volge allora, come già fecero molti prima di lui, alla ricerca dell’Antica Tradizione, della sua comprensione e d’una sua “restaurazione” interiore che gli offra di raggiungere la “mutazione”. Una rielaborazione energetica il cui generatore sarà la sua Mente ed i “filamenti” elettrici i propri pensieri.

Il Segreto che vela l’Opera dell’Iniziato

Ora affronteremo un argomento strettamente collegato alla realizzazione operativa dell’Iniziato, quello del Segreto che vela la sua Opera. Non è certo nelle nostre intenzioni parlare dei contenuti del Segreto iniziatico, questi, sono sempre affidati ad un esiguo numero di Fratelli Iniziati, sempre presenti nella Massoneria, anche, e soprattutto, nei suoi periodi più oscuri. Obbedendo alla Regola dell’Iniziazione, essi trasmettono coscienziosamente quei contenuti solo attraverso quel metodo, ancora tutto da capire che, simbolicamente, è chiamato «le labbra all’orecchio* e la parola sull’alito» ; e non c’è da temere ch’essi cadano nell’errore della narcisistica divulgazione a tutti i costi o dello sciocco proselitismo che tanto affascina chi, profanamente, considera più importante la quantità che la qualità, di coloro con cui entra in rapporto. Operare sulla quantità porta ineluttabilmente alla costituzione di fazioni per la mancanza di riconoscimento del Principio iniziatico (il vessillo ideologico degli iniziati minori), quindi appare il conflitto interno che genera il tradimento. Non se lo dimentichi lo stolto fratello che, per cieco proselitismo introduce Profani nel Tempio. Profani che non tegolati come la Regola vuole**, sin troppo spesso, restano tali. Attendete invece che, liberamente, venga bussato tre volte alla Porta del Tempio e che la vostra Opera venga richiesta tre volte prima d’aprire e lasciarvi entrare un nuovo Fratello, dicono gli Iniziati.

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* «Bocca-orecchio» – Per dare un piccolo aiuto diremo che il termine orecchio, va compreso come orecchio della mente.

** Tegolatura – Verificando seriamente la sua intenzione e reale determinazione di sottoporsi alla “Trasmutazione” e non alla “Preservazione” dei propri metalli interiori.
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È giusto affermare, parlando di “segreto”, che ogni ricercatore, proveniente dalle più diverse estrazioni culturali e con le più differenti motivazioni, è sempre potuto giungere a conoscenza di tutti i principi delle cosiddette Scuole dei Misteri, d’Oriente e d’Occidente. Non essendo mai quei curiosi ricercatori, archeologi, letterati, storici e scienziati, divenuti Iniziati, ciò lascia intendere che il segreto dell’Iniziazione non può risiedere nello svelare quei principi; perciò sarebbe un atteggiamento errato enfatizzarne oltre misura l’importanza. D’altronde, anche costringere la propria attenzione all’esposizione simbolica di quei “Misteri”, posta nei Cerimoniali, risulterà infine essere un falso percorso.

Tanto per fare un esempio, riferito al primo caso, giungere alla conoscenza di quell’Insegnamento ch’è stato tramandato sin nei Misteri Maggiori di Eleusi e che s’imperniava sulla conoscenza di quelli che venivano chiamati i Giocattoli di Bacco bambino: i Dadi, la Trottola, la Palla e lo Specchio, senza saper poi riconoscerne il profondo significato simbolico e a cosa essi si riferivano, farebbe pensare a quattro inutili trastulli d’ordine speculativo se non, addirittura, ad un qualche prodotto mitico dell’immaginario umano. Falso.

Quelli sono la rappresentazione in forma simbolica di tutta la “struttura”, in forma ed energia, dell’Universo e del Sistema Solare. Quest’ultimo “eliocentrico” era già noto 5500 anni prima di Copernico.*

Nel secondo caso, quello delle rappresentazioni simbolo, anche l’uomo dal temperamento devozionale dovrà infine convincersi che il limitarsi ad atteggiare una postura fisica, muovendo un piede in un certo modo o una mano in un cert’altro e così via, il ricoprirsi il corpo di simboli o recitare criptiche formule ebraiche, non porta certo alla propria Iniziazione. È giusto allora considerare certe iniziazioni come l’emulazione psicodrammatica, di una rappresentazione simbolica che vela una realtà iniziatica.

Ora, è in quella realtà iniziatica che risiede il segreto, non nella rappresentazione datane dai simboli, tanto meno dalla sua emulazione drammatica. Il Cerimoniale rappresenta il Libro dell’Iniziazione e per colui che sa leggerlo, la realtà che ne emerge ne è il contenuto in termini di comprensione e di realizzazione.

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* Copernico Che Copernico goda d’una fama sproporzionata lo dimostra il fatto che costui scrisse le sue teorie sulla “Rivoluzione dei Corpi celesti” nel XVI sec., ma in Europa queste conoscenze erano già note 400 anni prima di lui. Nel Libro dello Zohar ebraico, scritto secondo le loro antiche tradizioni da Mosé de Leon, già si affermava: «Nel Libro di Hammannuah l’Antico apprendiamo che la terra gira attorno a sé stessa descrivendo un cerchio che alcuni (corpi) sono in alto ed altri in basso… che ci sono alcune contrade della terra che sono in luce mentre altre sono nell’oscurità; i primi hanno il giorno mentre per gli altri è notte; che ci sono contrade nelle quali è sempre giorno o la notte dura solo qualche istante» – Zohar III, foglio 10 cit. Kabbalah pag. 139.
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Vorremmo ricordare come il recepimento e la trasmissione iniziatica siano rappresentate con un simbolo-vivente. Dalla «Fratellanza» la condizione d’adepto e d’Iniziato, sono espresse in due posizioni simboliche che rappresentano il loro atteggiamento interiore.

L’adepto alza ambedue le braccia al cielo, assumendo così l’atteggiamento interiore di «mi faccio coppa (la forma mentale inferiore) e ricevo dall’alto (dal Maestro Segreto, la Triade) la Luce (la conoscenza) con cui mi riempirò fino a saturarmi». Questi poi salendo di rango (di capacità e non di grado), tende il braccio destro (attivo) verso il basso assumendo l’atteggiamento interiore di: «tutto ciò che ricevo non mi appartiene, tanto io ho ricevuto e tanto io do».

Ma a chi è disposto a “dare” l’Iniziato? Al suo simile, ch’egli chiama ….. omissis….., e che obbedisce alla Regola di: «Riconoscendo sarai riconosciuto». Questa affermazione significa, in termini più semplici, che se l’adepto non saprà riconoscere l’Iniziato, l’Iniziato non si paleserà all’adepto.

«Il Segreto iniziatico non consiste nel “non enunciare un principio” ma consiste nel non indicarne le modalità d’attuazione». Trovare i modi d’attuazione sono le prove (12) che l’adepto deve superare da sé ed eventualmente, con il solo ausilio del Fratello anziano ch’egli si è scelto come Guida exoterica.

Ora faremo una serie di piccoli esempi per orientarci verso l’identità del Segreto iniziatico.

È noto come tutto l’insegnamento speculativo della Tradizione indichi dettagliatamente e con dovizia di particolari tutti gli elementi necessari alla progressione dell’adepto, sino a raggiungere la Soglia dell’Iniziazione detta Maggiore. Ma si guardi bene attorno il giovane adepto; chi è in grado di confidargli «labbra sull’orecchio e parola sull’alito», non già “cosa è necessario fare” ma il “come farlo”?

Il Segreto massonico

Si parla molto di arte di « costruire Ponti »; d’« Arco Reale »; di « Illuminazione »; di « Gnosi »; di « Sapere per contatto »; di « Misteri del Tabernacolo »; di « Real Segreto »; di « Sacra Alleanza »; di « Santissimi Numeri » e molto ancora si potrebbe aggiungere. È però capace l’adepto d’indicare oggi un solo Iniziato che possa esporgli, passo dopo passo il metodo e le tecniche per rendere i significati velati in quei “Contenitori simbolici” concretamente operativi e realizzabili?

D’altra parte se tutti quei “Contenitori simbolici” non contenessero un Insegnamento vero e fattivamente realizzabile l’intero Contenitore massonico sarebbe un sogno, un’illusione. Allora la Massoneria e gli Antichi Misteri ch’essa contiene, sarebbe un miraggio, una perversione mentale, un luogo attraverso il quale degli Uomini, si sono trasmessi una Filosofia ed un Insegnamento che, se risultasse inutile parrebbe allora solo folle.

Perché mai allora, se ciò fosse vero, uomini di grandi qualità e capacità intellettuali avrebbero speso, attraverso le epoche, il meglio di sé per difendere e preservare quei simboli, dall’apparenza ingenua e un po’ sempliciotta come quello, tanto per fare un esempio, dell’« Accampamento Templare » posto al XXXII grado?

Questi, se considerato solo nella sua forma letterale ed esteriore di accampamento “militare”, appare come un mito, storicamente inverosimile, una leggenda senza significato iniziatico e di conseguenza inutile all’adepto. Allora, per la mancanza d’utilità iniziatica, quella dell’«accampamento militare» è chiaramente un’interpretazione illogica, deficiente ed inattendibile che vela, opportunamente, una realtà completamente diversa, come quella d’un “Calendario astronomico perpetuo” ad uso degli Iniziati che lo sanno riconoscere ed interpretare. Inoltre, al pari dell'”accampamento”, si è teso a far stornare l’attenzione dei Profani sulla vera interpretazione dei 3 gradi Bianchi della Massoneria, facendo credere, anche agli stessi massoni minori, come vi siano al vertice della Piramide iniziatica 3 gradi “amministrativi”; come se, paradossalmente, la Tradizione della Fratellanza, iniziatica ed universale, auspicasse la presenza ai suoi vertici di zelanti funzionari e solerti commessi.

Tutte le “opinioni” minimaliste sui significati di quei “Contenitori” iniziatici, coprono all’uomo non-introdotto i significati ch’essi sono deputati a conservare e che formano il corpo di quel rivestimento che viene definito dagli adepti minori il Segreto massonico. Ma naturalmente non é questo il contesto deputato a diffonderne i particolari nella loro interezza.

Il Diamagnetismo della mente

Si rassicuri il giovane ricercatore, tutto ciò che si è in grado di vedere attorno a sé e forse ancora assai di più, esiste davvero ed è realizzabile concretamente, e non è sufficiente apprenderne il non facile linguaggio ermetico per raggiungerne l’intima essenza dei più profondi significati, perché questi sono poi coperti da un sottile velo di depolarizzazione mentale che li rende incomprensibili al contatto d’una mente polarizzata materialmente, nel solo cervello fisico, non nella mente. Questo è il “meccanismo” del Segreto iniziatico, un’inversa polarizzazione concettuale ch’è trasmessa dalla Fratellanza nell’Insegnamento chiamato il «Diamagnetismo della Mente». Il Diamagnetismo psichico è la “chiave occulta” che svela il Segreto Reale, ed è la capacità dell’Iniziato di depolarizzarsi da una focalizzazione cerebrale inferiore e ripolarizzare psichicamente la lettura (mentale) dei Misteri nella loro densità* originaria, rendendone così, semplici ed evidenti i loro più alti significati.

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* Il Potere della Mente – In parole semplici, l’intensità energetica della mente proveniente da tutto il corpo energetico dell’uomo detto Aura magnetica, e non solo da quello del cervello, produce una accelerazione (velocità) psichica che, se concentrata (focalizzazione) nella giusta misura su un determinato concetto mentale (sfera psichica) consente una forte penetrazione dinamica detta, nell’antichità, il Potere della Mente. È questa maggiore velocità che consente l’ingresso in certe sfere di pensiero che risultano invece impercettibili e addirittura invisibili a menti più lente (materiali).
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Porsi nella giusta collocazione ideale e con il giusto approccio mentale sono solo un buon inizio ma, perché quel segreto si dissolva e scompaia sotto lo sguardo dell’«occhio della mente», occorre creare la sua giusta focalizzazione (il Fuoco), il Potere della Mente, in cui possa riflettersi infine quell’Aspetto Intelligente che permea ogni elemento naturale e che, il massone, chiama il Grande Architetto dell’Universo.

Ogni riflesso, non importa da dove esso origini, che appare nel campo magnetico della Psiche, va sempre ripolarizzato (traslitterato) in un “linguaggio” comprensibile alla mente inferiore che deve poi ritrasmetterlo, attraverso il cervello, alla Personalità, sede deputata della coscienza di veglia dell’uomo immerso nella materia (soglia d’attenzione).

Dal punto di vista scientifico il Diamagnetismo è la proprietà di talune sostanze che, poste in un campo magnetico, si magnetizzano in senso opposto ad esso.

Quindi, psichicamente rappresenta la capacità dell’Iniziato di reagire modificandosi in senso opposto e repulsivo a quello del campo mentale, inferiore e materiale, dove si trova immerso.

Se ne sottolinea la similitudine con l’antimateria, ente fisico in tutto simile alla materia, che alle singole particelle (elettroni – protoni + e neutroni) sono però sostituite le rispettive antiparticelle. Sicché, facendo incontrare una porzione di materia con una porzione equivalente d’antimateria, si provocherebbe la distruzione di entrambi (detta scientificamente annichilazione) generando energia. Si crede che nell’Universo esistano varie concentrazioni di antimateria, vere e proprie anti-galassie. Questo antagonismo energetico di una parte del cosmo è stato sempre interpretato nelle Cosmogonie popolari con l’allegoria del Male, ridotto poi nella figura di Satana, rappresentazione antropomorfizzata del “polo negativo” presente nella sfera dell’Universale (il macrocosmo) come nella sfera individuale dell’uomo (il microcosmo).

In realtà, Satana, è detta quella porzione dell’Archetipo UNO, Dio, che il Non-Principio, immanifesto, manifesta di Sé, per propria volontà, nella Materia, riflettendovisi (quella porzione nella sfera Umana è la somma di tutte le Monadi) ma, anche perdendone, momentaneamente, il dominio diretto. Essa tornerà però a Lui autonomamente, per un atto di quell’autocoscienza che prima non possedeva e autoriconoscendosi per la propria vera natura, divina; inoltre, con in più il Potere su tutti i Regni materiali inferiori che ha appreso a vincere e a dominare («ed in Nome del Padre nei tuoi domini amministrerai la Giustizia»). Ecco perché dagli Iniziati, tutta la Cosmogonia legata all’immersione nella Materia è vista non come “peccato” né come “caduta”, ma come “Atto di Sacrifizio” voluto coscientemente, dell’Ente superiore (la sfera spirituale, perfetta, che non può “cadere” se non volontariamente, come Atto di Servizio) nei confronti di quello inferiore (la sfera materiale, perfettibile solo con l’ausilio altruistico dell’Ente superiore).

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