Vestiti di pelle

Domande e Risposte..dalla Genesi, 3/21-24, in cui si legge: ‘E il Signore Dio fece all’uomo e a sua moglie delle tuniche di pelle e li vestì (…) E il Signore Dio li mandò via dal giardino di Eden, per lavorare il suolo donde era stato tratto’.
(…) potrebbe esserci una relazione con il grembiulino massonico che in origine era di pelle…?

Vestiti di pelle

di Athos A. Altomonte

D: …. dalla Genesi, 3/21-24, in cui si legge: “E il Signore Dio fece all’uomo e a sua moglie delle tuniche di pelle e li vestì […] E il Signore Dio li mandò via dal giardino di Eden, per lavorare il suolo donde era stato tratto”.

[…] potrebbe esserci una relazione con il grembiulino massonico che in origine era di pelle…?

R: Caro amico, non azzarderei una relazione tra i “vestiti di pelle” citati nella Genesi ed il Grembiulino massonico.

Piuttosto quei “vestimenti” sono l’allegoria dell’incarnazione dell’umanità scissa e sessuata.

Con Adamo quale proto-tipo del mascolino ed Eva quale proto-tipo del femminino.

In altre parole, il passo è la metafora di uno “spirito” individualizzato e incarnato che “discende” nei vestimenti terreni di un “proprio” corpo fisico. Ricordi il passo precedente che dice che: i Figli di Dio (gli Elhoim ) videro le figlie degli uomini (le loro forme fisico-animali), e vi si unirono (ma molti rifiutarono), facendo nascere i Giganti (forme fisiche dotate di mente e quindi di consapevolezza)

Questo è quanto viene tramandato dalla Filosofia iniziatica.

Maschi e Femmine, consci di sé e delle proprie eccentricità, escono dalla condizione di “paradisiaca incoscienza” di un aspetto prettamente eterico, che tende man mano a diventare sempre più fisico. Questa “discesa”, rende la coscienza eterica (aura) sempre più “impressionabile” dalle sensazioni del corpo fisico-animale (aura astrale) [vedi articoli pubblicati su Esonet sul tema dell’Aura].

La “nascita” di una coscienza profondamente correlata alle sensazione del corpo fisico, realizza uno stato di autocoscienza detta: individualizzazione della specie.

Prendendo coscienza della propria fisicità, l’animale-uomo, diventando essere pensante, si trova a dovere affrontare una “nuova condizione”, che comporta il sostenere l’impatto di “bisogni” come, per esempio, ricerca-cibo fame e sazietà, oppure stanchezza-sonno, freddo-caldo ecc. Tutto in chiave di sofferenza, paure, disagi, fatiche, dolori e morte. E in questo “scenario” di disagio nasce l’aspetto controbilanciante del godimento del Sesso e poi del pos-sesso.

Con questo, l’uomo pensante si riveste anche delle immagini della propria coscienza fisica, realizzando, così, la prima dolorosa immagine di sé. Io sono questo, io sono quello; io voglio questo io voglio quello.

Decide di sé, insomma. Ma porta con sé anche il segno dei dolori che accompagnano la sua “avventura” terrena.

Ecco gli esseri pensanti, come uccellini spinti fuori dal nido per crescere, rammentano confusamente lo stadio d’incoscienza primordiale che col tempo diventa il ricordo di un perduto “stato di grazia”. Finendo per tramandarsene il “ricordo” attraverso fantastici sogni. Dal sogno ricorrente di qualcosa “ch’è andato perduto” nacquero miti e leggende, i cui racconti dettero origine al “corpus storico” delle “religioni” primitive.

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