Templari e Massoni

Storia Nascosta

Dagli inizi dell’Ordine dei Templari, ci fu un certo numero di cavalieri che ricevettero l’iniziazione di Compagni mentre avanzavano nei gradi all’interno della fraterllanza, quando furono chiamati a dirigere i lavori di costruzione o a lavorare come maestri guidando gli apprendisti. 

Templari e Massoni

di Fernando Arroyo
traduzione a cura di Giuseppe Barbone

SommarioLa Frammassoneria operativa medievale. L’ermetismo costruttivo. – La transizione massonica: Dall’operatività alla speculazione – La Massoneria ottocentesca – Filiazione di Larmenius: tra gesuiti e massoni – La tradizione giacobita – I Maestri Scozzesi, lo stuardismo e la Guardia Scozzese – Dal Rito Scozzese di Ramsay al Rito Scozzese Rettificato

Dagli inizi dell’Ordine dei Templari, ci fu un certo numero di cavalieri che ricevettero l’iniziazione di Compagni mentre avanzavano nei gradi all’interno della fraterllanza, quando furono chiamati a dirigere i lavori di costruzione o a lavorare come maestri guidando gli apprendisti. 

Di tale forma, molti dei templari unirono nella loro persona la Cavalleria Guerriera ed il Compagnonaggio di Mestiere, come è il caso di quei templari che dopo aver raggiunto il grado di Maestro Costruttore e sviluppato una dilatata fede, esercitandosi come tali, meritarono la distinzione di essere sepolti nel più emblematico edificio da essi eretto. 

Nel merito, Rafael Alarcón ci riferisce in All’ombra dei Templari il caso dei X-Maestri Templari di Parigi, o in Spagna quello di Nostra Signora del Tempio in Villalcazar di Alzaia, nella provincia di Palencia. Fatto significativo è che l’abacus che appare inciso sui dorsi di alcune costruzioni templari, fu il simbolo utilizzato indistintamente dal Gran maestro dei Templari e dal Maestro dei Costruttori. 

Il Dr. Carlos Raitzin in un articolo su templari e massoni, scrive: 

«Citiamo finalmente al caso di Metz, dove i templari installarono una postazione a partire dal 1133. Ella crebbe rapidamente e si trovava già profondamente radicata quando san Bernardo stesso venne alla diocesi a predicare la Seconda Crociata nel 1147. 
È interessante segnalare che verso la fine del secolo XIII una fraternità di massoni si riuniva nell’oratorio della postazione templare di Metz. 
Nel 1285, si trova il nome di “Jennas Clowanges, li maires della frairie dia massons dou Temperi” (Jennas Clowanges) il sindaco della fraternità di massoni dei Templari. 
Una lapide funeraria, scoperta nel 1861 di fronte alla cappella, ricorda la memoria di un certo “Freires Chapelens ki fut Maistres da’ Mazons dou Templare di Lorene”, Friggerio Cappellano –cioè Cavaliere Templare – che fu Gran maestro dei massoni dei Templari di Lorena, per ventitre anni e che morì “la veille della Chandelour Ian M.CC.IIII.XX.VII”, la vigilia della Candelora nell’anno 1287». 

Senza dubbio l’opera di Naudon suppone, non solo la prova storiografica inconfutabile del vincolo tra i massoni operativi del Medievo e i Templari, ma anche della loro relazione con i franc mestiers che autorizzava ai mestieri, in questione quello della costruzione, si sdebitavano così dal pagamento delle imposte, reali o signorili, all’interno dei possedimenti Templari. 

Un dettaglio curioso è che tutte queste fratellanze massoniche della Francia medievale alle quali ci siamo riferiti, corsero la stessa fortuna dei templari quando nel secolo XIV l’Inquisizione, per mano dei domenicani, fissò la sua attenzione su di essi

La Frammassoneria operativa medievale. L’ermetismo costruttivo. 

Le associazioni o confraternite di muratori, maçons in francese, esistevano sicuramente nel secolo XIII, perché è del 1275 la data che porta il primo documento al riguardo della gran assemblea di Strasburgo. 

Verso il secolo XIV si usava già la parola “lodge” (loggia) per designare i luoghi di riunione degli artigiani di mestiere. Il manoscritto Halliwell, raccomandava allo scalpellino che mantenesse il segreto, su quanto avveniva nella camera e di quello che si faceva in loggia. 

Orbene, risulta a dir poco sorprendente che alcuni storiografi di riconosciuta credibilità, come per esempio il professore universitario di Storia delle religioni César Vidal, al quale non pare accettabile che tali associazioni fossero andate oltre il terreno lavorativo e, secondo lui, non ci sono tracce che essi possedessero un sapere esoterico e millenario. Se non fosse che esistono prove più che evidenti contro, perfino documentarie, diremmo che la conclusione di Vidal, rientrerebbe dentro il classico accostamento ideologico, con il quale la storiografia accademica accoglie tutto quello che esce dai suoi parametri empirici, ma in questo caso preciso, con le prove alle quali alludiamo, tali considerazioni risultano, semplicemente e spontaneamente, una superba affermazione. 

Non è necessario rimettersi agli studi alchemici dei grandi Adepti dell’Ars Regia come Fulcanelli, perché ciò darebbe adito alle consuete accuse di soggettività e fantasia con le quali molti studiosi squalificano tutto quello che, per la loro incapacità di comprensione preferiscono disprezzare per poi ignorare, ad esempio, che il simbolismo architettonico, iconografico e glittográfico dei costruttori, trascendeva molto dalle mere direttrici della religiosità esoterica imperante derivata da Roma, tutto ciò, suppone non riconoscere il più ingente e tangibile degli archivi documentali, in questo caso di pietra ed imperituro, delle correnti eterodosse di Occidente. 

Non è nostra intenzione criticare il lavoro di studiosi, come Vidal che ammiriamo, se non piuttosto il dispiacersi per quella che sembra più una dinamica viziata, nella quale devono prevalere per forza le idee preconcette sull’expansus metodologico, perché è del tutto inspiegabile che un’autentica eminenza come Vidal che possedeva tre dottorati a 42 anni, Storia, Teologia e Filosofia, ed una laurea (Diritto) il quale era conoscitore di 16 lingue, non sia capace almeno di scorgere nella pietra i significati nascosti del Linguaggio degli Uccelli, quel linguaggio simbolico ed allegorico di Salomone e di altri saggi, in relazione alla tradizione musulmana. 

Che le confraternite di costruttori si basavano su qualcosa di più che una mera associazione lavorativa, l’abbiamo nei fatti come quello dei sacri martiri Claudio, Nicóstrato, Sinforiano e Castorio, scultori cristiani che furono condannati ad essere rinchiusi vivi in sarcofaghi di piombo ed essere gettati in mare, per essersi rifiutati di scolpire un idolo chiesto dall’imperatore Diocleziano. 

Quale lavoratore discuterebbe di portare a termine, a costo della sua vita, l’incarico di un lavoro ordinato dall’imperatore?… Curiosamente, l’esistenza di questi santi, i Santi Quattro Coronati, vengono menzionati negli statuti degli scalpellini di Venezia nell’anno 1317, ed anche nel Manoscritto Regius del 1390. 

Il quaderno di Villard deve essere ancora studiato con più attenzione, perché senza dubbio in esso si trovano alcune delle chiavi del simbolismo applicato nel tempio, che come la loggia massonica, si estende da oriente ad occidente, da sud a nord, dal nadir allo zenit. Questo ci ricorda la strana domanda di Bernardo di Chiaravalle che, in De consideratione , cap. XIII, parafrasando san Paolo quando nella sua Epistola agli Efesini (III) 18, domanda: “Che cosa è Dio?”, gli viene risposto: “Egli è lunghezza, larghezza, altezza, profondità.” 

Precisamente è la relazione di grandezza tra le differenti parti di un tutto – l’applicazione della proporzione, insomma, quella che si estende a tutto il sapere quantificabile, dando luogo nel corso dei secoli a sviluppi, il più delle volte mistici e l’arte costruttiva non fu un’eccezione. Citando a Monsignore Devocoux, Jean Hani dice che, tra molte altre chiese e cattedrali, quella di Troyes, Francia, contiene tutta una serie di proporzioni e misurazioni relazionate con i nomi sacri. 

Al riguardo, Manuel Piana sostiene che: “tutti questi codici simbolici coincidono nell’edificio facendo parte di una scienza sacra, dei cicli e di ritmi la cui base è essenzialmente numerica…”

La facciata, senza dubbio, allude al sacro Numero Aureo che era già presente nelle opere dell’arte dell’antico Egitto, e la cui teoria venne esposta per la prima volta nel secolo III a.C. con elementi di geometria di Euclide, sebbene questa opera è in realtà, una sintesi del pensiero del matematico greco di epoche anteriori (V a.C.), in concreto ispirate da Pitagora, fondatore nel secolo di una scuola scientifica e mistica destinata ad esercitare una notevole influenza sul pensiero antico e moderno. Lo stesso Platone disse che “tutto è fatto come il numero”, ed aggiunse: “Dio geometrizza creando”

Ritornando alla questione delle conoscenze segrete ed ancestrali dei costruttori, un altro esempio significativo l’abbiamo nella Confraternita della cattedrale di Strasburgo il cui nome primitivo era “I fratelli di san Giovanni” che aveva una giurisdizione particolare ed indipendente da altre corporazioni simili. Aveva il suo tribunale nella Loggia e giudicava senza appello tutte le cause che erano trattate secondo la Regola e gli Statuti. 

In alcuni degli articoli di questi Statuti, elaborati nel 1495 e conservati nell’archivio della cattedrale, possono apprezzarsi istruzioni che senza dubbio vanno oltre quello che segnerebbe un mero regime disciplinare di tipo lavorativo, o, ugualmente, entrerebbe in pieno nell’implicito segreto della cosa esoterica. 

Per esempio, nell’art. 2 “si stabilisce che i membri di questa confraternita non abbiano comunicazione con altri costruttori che sapessero solamente usare il mortaio e la tavolozza”; nell’art. 13 “Proibivano, nei loro statuti, ai Maestri ed ai Compagni di istruire gli estranei”; o nell’art. 55 si dice che “l’Apprendista elevato a Compagno prestava giuramento di non rivelare mai a voce o per iscritto le parole segrete del saluto”… 

Come ci riferisce Gloria di Válor nei suoi Appunti su Pitagora ed i Compagni del Sapere, “la Loggia di Strasburgo mantenne una tradizione rispettata e mantenuta fino al 1870 che obbligava il Maestro di Opere, una volta all’anno, di essere introdotto al crepuscolo nella Cattedrale dal vescovo della città e passarvi la notte, poiché questa Cattedrale era dichiarata sede tradizionale del Compagnonaggio e da dove si propagarono una serie di segni lapidari caratteristici che si estesero per il resto dell’Europa fino alla Moldavia.” 

In quanto ai documenti bibliografici che constatano l’esistenza di una Massoneria operativa nel Medioevo, in questo caso tardivo, possiamo citare un trattato di alchimia datato intorno al 1450 e citato da Spence, in An Encyclopaedia of Occultism che utilizza esplicitamente la parola freemason; un altro trattato alchemico del secolo XV, citato da Thomas Norton, in Ordinall of Alchemy , allude ai massoni sotto il nome di “operai” dell’alchimia, definizione che diventa palese perfino nei nostri giorni, e per fare un esempio, nella denominazione come “rosa” data dagli alchimisti del rosone nord di Nôtre-Dame di Parigi. 

Significativa è anche la formula di Giuramento che appare in un manoscritto conservato nell’Archivio di Edimburgo, datata 1646: 

“Giuro su Dio e su san Giovanni, sulla Squadra e sul Compasso di sottomettermi al giudizio di tutti, di lavorare dalla mattina al servizio del mio Maestro in questa venerabile Loggia dal lunedì al sabato e conservare le chiavi, sotto pena che mi sia strappata la lingua attraverso il mento ed essere sepolto sotto le onde, là dove nessun uomo lo saprà”. 

Come osservò Patrick Ravignant, Fulcanelli interpretò l’antica scienza dell’alchimia come una tecnica che doveva essere usata per raggiungere l’illuminazione interna. 

Per questo enigmatico sacerdote, del quale si ignora la sua vera identità, la cattedrale non doveva essere osservata come “un’opera dedicata unicamente alla gloria di Cristo, bensì come una vasta concezione di idee e tendenze, di fede popolare, un tutto perfetto al quale uno può riferirsi senza paura non appena si tenta di penetrare il pensiero degli antenati, in qualunque terreno esso sia.”

La transizione massonica: dall’operatività alla speculazione 

Tuttavia, è durante questo periodo di post-riforma, in cui le antiche logge avevano quasi dimenticato la gloria della loro eredità, sia operativa che speculativa, quando per la prima volta troviamo minute delle riunioni di Loggia. La minuta più antica è conservata negli archivi della Loggia di Edimburgo, Mary´s Chapel n.1, nel rotolo della Gran Loggia di Scozia, datata 1598. Anche se sembra essere vero, che dai tempi più remoti le logge operative “accettassero” fratelli non operativi, il primo attestato di ciò, l’ammissione nel 1600 di John Boswell di Auchinlech, lo troviamo negli stessi archivi. L’importanza di questo documento ammette che, attraverso il sigillo che precede la firma di Boswell, una croce rinchiusa in un cerchio, simbolo spesso utilizzato dai fratelli della Rosa+Croce, si evidenzia la profonda connessione degli alchimisti rosacrociani con la Massoneria. Sebbene entrare in questo tema richiederebbe uno studio a parte. 

Nel 1641 esiste come riferimento comprovato, l’adesione alla Loggia di Edimburgo di sir Robert Moray, nella medesima loggia massonica nella quale fu ammesso nel 1646 uno dei più importanti iniziati massoni di quei tempi. Si tratta di Elías Ashmole, fondatore dell’Ashmolean Museum di Oxford che oltre ad alchimista, ermetico e rosacrociano, fu il primo che, nella Storia dell’Ordine della Giarrettiera secondo Ashmole (1640), scrisse sui templari in termini lodevoli della soppressione dell’Ordine. 

Rispetto a ciò, il francese Yacht, in L’Illuminismo Rosacruz, scopre uno stretto vincolo tra i rosacrociani del secolo XVII e l’Ordine della Giarrettiera, dettaglio molto importante se teniamo conto che in questo Ordine si è visto, almeno nell’aspetto cerimoniale, una continuazione dei templari. 

Sir Christopher Wren, architetto della cattedrale di San Paolo di Londra ed ultimo Gran maestro della Massoneria antica che morì nel 1702, avrebbe avuto accesso a documenti antichi del mestiere. Wren non dubitava della rilevanza dei Cavalieri dell’Ordine del Tempio di Salomone e di altri crociati nell’importazione da Oriente delle idee architettoniche musulmane. “Quello che ora chiamiamo volgarmente gotico, scrisse, dovrebbe chiamarsi con maggiore verità e proprietà, architettura saracena raffinata dai cristiani che sorse in primo luogo in Oriente, dopo la caduta dell’impero greco, con il successo prodigioso di quelle genti che aderirono alla dottrina di Maometto e che, animati dal loro zelo religioso, costruirono chiese e moschee ovunque. Concepivano queste opere con forme semibrevi, perché non volevano imitare la figura cristiana della croce, né le antiche maniere greche che avevano di idolatria…”

La Massoneria ottocentesca 

La Massoneria che è una società esoterica di derivazione iniziatica, acquisisce grande preminenza durante il secolo XVIII e XIX, sebbene aveva avuto precedenti nella Royal Society motivata nel 1662. Questa società, di ambiente scientifico, in realtà fu lo stabilimento ufficiale di quello che era stato in principio la “Scuola Invisibile” dei massoni, creata nel 1645. 

La Massoneria ottocentesca che al contrario delle logge massoniche medievali non sviluppa lavori operativi propri dai costruttori, ma è fondamentalmente simbolica, istruita e filosoficamente speculativa, nasce nel 1717 con la riunione di tutte le logge inglesi in una sola che si fonda col nome di Gran Loggia di Londra. 

Questa moderna Massoneria che è filantropica per principi e occasionalmente è molto politicizzata, si consolida nel 1721 con la redazione della Costituzione di Anderson della regolarità massonica anglosassone, nelle quali si eliminarono le formule cattoliche degli Antichi Doveri per riflettere lo spirito ecumenico. 

In ogni modo, già da quelle date si praticavano in Francia, in forma privata, i Riti di Clermont e di Heredom. 

Altre date significative della Massoneria ottocentesca sono il 1725 data in cui appaiono le prime logge stuardiste o giacobite; 1732, data in cui si fonda la Gran Loggia della Francia; e 1737 data in cui sorge il Rito Scozzese di Ramsay, il quale entra in conflitto con la Gran Loggia londinese. In Spagna, il duca di Wharton fondò le due prime logge spagnole nel 1728. 

Nel 1739, come ci ricorda Ferrer Benimelli, il cardinale Firrao, segretario degli Stati Pontifici, proibì le riunioni massoniche, condannò a morte i massoni ed ordinò la demolizione delle loro abitazioni. 

Nel 1771, data in cui avviene il primo tentativo di unificazione di tutte le logge, la Massoneria contava già su un notevole influsso politico, sotto l’impulso di Luis Felipe. 

Questo tentativo di unificazione delle logge massoniche non diede frutti, tuttavia da questo avvenne la creazione nel 1773 dell’Ordine Reale della Frammassoneria che prende il nome di Grande Oriente di Francia, arrivando ad essere Gran maestro dello stesso proprio Luis Felipe. Il risultato, lontano dal proposito unificante che motivò la gestazione del Grande Oriente, è un autentico scisma all’interno della Massoneria. 

Ci fu un altro tentativo di unificazione delle logge che si tentò nella riunione celebrata nel 1782 in Wihelmsbad, dove Joseph di Maistre dichiarò che le scienze esoteriche sono una farsa, negò l’origine templare dei massoni e supplicò che questi ritornassero, come egli, nel seno del cristianesimo. 

Fino ad allora, la Massoneria non aveva mai emesso un giudizio sul suo vincolo con i templari. Inoltre prima della rinascita della Massoneria come attività istruita e speculativa, essa già reclamava la sua origine templare, incorporando a partire dal secolo XVIII detta origine ai riti delle sue diverse obbedienze. 

Tale è che perfino nei nostri giorni esiste un Ordine Templare associato con la Gran Loggia dell’Inghilterra, principale obbedienza della Massoneria universale, la quale continua a considerare la tradizione templare come la più venerata essenza dei suoi rituali. In ogni modo, malgrado esistano pretese al riguardo, oggi si può dire che poco di templare c’è nella Massoneria, salvo allusioni e dettagli caratteristici in certi gradi. 

Di più, possiamo dire senza ombra di dubbio, che la costituzione della Gran Loggia londinese, quella che segnò in realtà, come ci indicano abilmente L. Picknett e C. Prince, fu la conversione di una vera società segreta “in un cenacolo pomposo semipubblico, dove si riunivano alcuni amici che non aveva oramai nessun segreto da conservare” 

In definitiva, queste parole illustrano molto bene il panorama d’insieme dell’attuale Massoneria che, salvo la rispettabile eccezione di “molti massoni moderni che senza dubbio si sottomettono alle sue iniziazioni rispettando la cosa solennemente e con senso di spiritualità”, è un’organizzazione che ha perso il suo senso originario. 

Prima della formazione della Gran Loggia i massoni propagavano lo stesso tipo di sapere dei templari su geometria sacra ed ermetismo. Oggi, molti rinnegano o ignorano le sue radici, perché in larga misura la catena di trasmissione si è rotta in molti suoi anelli. 

L’abolizione dell’Ordine Templare fu decisa dal Concilio di Vienna, nella valle del Rodano, nell’anno 1311. Per la storiografia ufficiale, questo sarebbe l’inizio di un prolungato finale la cui conclusione si materializzerebbe definitivamente col supplizio dell’ultimo gran Gran maestro dell’Ordine, Jacques de Molay e Geoffrey di Charney, Precettore della Normandia, arsi “a fuoco lento” in un falò sull’isola degli Ebrei di Parigi, di fronte alla gran cattedrale di Nôtre-Dame. Era un fatidico lunedì, 11 marzo di 1314, secondo il calendario giuliano, 18 marzo secondo il gregoriano, vigilia di san Gregorio. 

Quando pensiamo all’atteggiamento passivo che generalmente i templari assunsero nella loro distruzione, salvo alcuni casi isolati in Spagna in cui resisterono con le armi all’ordine di arresto, non possiamo fare a meno di domandarci come è possibile che questo ordine di arresto in Francia prendesse di sorpresa i responsabili dell’Ordine. 

Alcuni ufficiali non poterono fare a meno di notare, che alcuni membri con discrezione, parlavano in famiglia sul colpo di mano che Re Filippo IV “Il Bello”, ordiva ai danni dei Templari. Questo non è qualcosa che si prepara di punto in bianco, ed è impossibile concepire l’ignoranza assoluta da parte delle più alte istanze templari. 

Allo stesso modo non si spiegano le poche cose che pignorarono nelle commende dopo l’arresto, è logico pensare, con fondamento, che tra la grande maggioranza dei templari che rimasero liberi nel resto dell’Europa, c’era chi li riunì per decidere come affrontare il loro futuro dietro le decisioni del pontefice che avrebbe deciso il loro destino finale. 

Come segnala lo storiografo francese Michel Lamy in “L’altra storia dei Templari”, i Templari, in buona parte, rimanevano in libertà, i suoi capi si riunivano quando lo ritenevano opportuno, i freres vivevano nei loro castelli, celebravano le loro adunanze e perfino mantenevano contatti tra i membri dei distinti Stati. 

Nonostante si fossero dimenticati della prigionia del loro Gran maestro Jacques de Molay, evidentemente la sua vecchiaia richiedeva la necessità di un successore immediato. È per tutto quanto esposto che studiosi come Lamy con le dovute precauzioni, considerano che esistevano molte ragioni per credere in una trasmissione dell’eredità templare. 

Diversi ordini militari e monastici di tutta Europa, e perfino le fratellanze laiche della Fede Santa italiana, furono gli eredi “ufficiali” dell’Ordine Templare, benché in nessun caso si può pensare che avessero ricevuto ugualmente l’eredità spirituale e i diversi segreti che fluiscono dalla tradizione templare. 

Su una continuità clandestina dell’ordine Templare si è scritto molto perfino della sua stessa soppressione nella seconda decade del secolo XIV, specialmente a partire dal secolo XVIII. Come abbiamo già detto, ed è certo che, dell’Ordine Templare strutturato ed organizzato, molti furono i templari che sopravvissero ed ebbero differenti destini, è perfino certo che gran parte di essi versò in nuovi ordini militari creati ex professo per ricevere i beni dei cavalieri templari, tale è il caso dell’ordine di Montana nel regno d’Aragona e quella di Cristo in Portogallo. 

Ma indipendentemente da queste evidenze “di continuità” della vicenda Templare, quella che fa nascere maggiori controversie è la possibilità di una continuità ininterrotta e segreta della tradizione templare, trasmessa fino ai nostri giorni. 

Per non entrare un’altra volta in questo sempiterno e complicato dibattito, sul quale si sono versati fiumi di inchiostro, diremo unicamente che a sostegno di un manoscritto recentemente trovato nella Biblioteca Nazionale di Madrid dalla documentarista Gloria di Válor, pare innegabile che nel secolo XVII, almeno in Spagna, esisteva un denominato “Priore” dei Templari, di nome Fr. Paolo Inglese che ricevette dalla regina signora Mariana d’Austria “duecento scudi, per conto dei duecento ducati di pensione per redditi su alcuni Rettorati e Priorati dell’Ordine”… Questo documento, sul quale non esiste il più piccolo dubbio di autenticità, si trova attualmente allo studio, e risulta già per sé stesso una prova che dimostra una continuità templare. Ma non è l’unica; oltre a questa, tra le molte e variopinte ramificazioni di continuità con i Templari, ci sarebbe anche la Massoneria. 

Un dettaglio significativo al riguardo lo troviamo perfino durante il lungo processo inquisitorio al quale si sottomise l’Ordine, quando il traditore e delatore Squieu de Floyran fu pugnalato da membri delle gilde, da costruttori immediatamente dopo l’arresto del Gran maestro Jacques de Molay e dei Cavalieri per essere sottomessi all’infame parodia del giudizio.

Filiazione di Larmenius: tra gesuiti e massoni 

Una delle più controverse filiazioni che oggigiorno brandiscono alcuni ordini neotemplari, è quello della denominata Charta Transmissionis, che è riportato in una lettera ritrovata. 

Insistiamo sul fatto che l’unica posizione ragionevole e sensata al momento di emettere un giudizio di valore sui dati che si dispongono attualmente, sono quelli tramandati dai citati Picknett e Prince, o da Michel Lamy che ne “ L’altra storia dei Templari ”, dice che “risulta in realtà difficile pronunciarsi su questa lettera il cui carattere apocrifo non è mai stato chiaramente dimostrato, come neanche la sua autenticità.” 

La lettera si attribuisce il cavaliere Johannes Marcus Larmenius, l’armeno, quale successore di Jacques de Molay in clandestinità. Dopo di lui ci sarebbero le firme di tutti i grandi gran maestri dei Templari che, da Molay, si sarebbero andati succedendo nell’ombra, almeno fino al 1804 data in cui occupò questo elevato rango il massone Fabré-Palaprat. 

Il documento fu scritto in latino codificato, disposto in due colonne in una pergamena di gran volume ornato con ricchi motivi architettonici, e curiosamente, se non atteniamo alla decifrazione e traduzione dell’originale portato alla luce dal paleografo J.S.M Ward, appare il termine “grado” per designare, per esempio, la Maestria templare. 

Questo, senza nessun genere di dubbi, rappresenta una chiara allusione alla terminologia massonica, malgrado alcune traduzioni posteriori ad istanze neotemplari come perfezione al cattolicesimo, interessati ad evitare qualunque vincolo della Massoneria con l’Ordine Templare, omettono e sostituiscono questi termini con altri più consoni alla terminologia templare esoterica. 

Nel documento, Larmenius comincia riferendosi a Jacques de Molay segnalando: 

«Io, gemello Johannes Marcus Larmenius, di Gerusalemme, per la grazia di Dio e per il grado più segreto del Venerabile e Supremo martire, il Gran maestro Supremo dell’Ordine Templare che Dio abbia nella sua gloria, confermato dal Consiglio comune della Fratellanza, possessore del grado più elevato di Gran maestro Supremo di tutto l’Ordine Templare, a tutti coloro che leggono questa lettera di decreti, salute, salute.» 

Nelle firme dei Gran maestri che si andarono succedendo – si sa di alcuni che furono massoni – possiamo vedere altri riferimenti alla parola “grado”: 

«Io, Johannes Marcus Larmenius, feci consegna del presente scritto il 18 di febbraio del 1324. 
Io, Theobald, ricevuto il grado di supremo Gran maestro con l’aiuto di Dio nell’anno di Cristo 1324. 
Io, Arnald di Braque, ricevuto il grado di supremo Gran maestro con l’aiuto di Dio in 1340 d.J.C. » 

Un altro passaggio interessante è quello in cui Larmenius si scaglia, usando questi termini, contro i templari fuggiti in Scozia: 

«Infine, per decreto dell’Assemblea Suprema e per la Suprema autorità a me concessa, desidero e ordino che i templari scozzesi disertori dell’Ordine siano maledetti, e che essi e i fratelli di San Juan di Gerusalemme – si riferisce agli ospitalieri – depredatori della proprietà dell’Ordine dei Cavalieri che Dio abbia pietà di essi, siano espulsi dal cerchio dei Templari, ora e per sempre.» 

Un’ipotesi espone, tuttavia, che questa lettera che si suppone partita nel 1324, fu in realtà scritta nel secolo XVIII dal duca Felipe di Orleáns il quale avrebbe incaricato un gesuita di nome Bonnati, o Bone, di scrivere. 

In ogni caso, quello che sembra certo è che il duca di Orleáns fu scelto Gran maestro dei templari nel 1705, in Versalles, dove si scrissero gli Statuti di un Ordine che arrivò perfino ad essere dopo anni sostenuto da Napoleone, come già fece con la framMassoneria francese mettendo suo fratello a capo di questa, fino al punto di autorizzare una cerimonia solenne nella chiesa di San Paolo e Sant’Antonio in memoria di Jacques di Molay. 

Correva l’anno 1808, ed era allora Gran maestro di questo ordine l’ex seminarista, medico e massone Raymond Bernard Fabré-Palaprat, il quale credette sempre nella legittimità della sua filiazione. 

Curiosamente, nella tradizione di Larmenius, che qualificò i cavalieri medievali dell’Ordine fuggiti in Scozia come “templari disertori”, egli fa pensare che, se effettivamente la lettera di trasmissione fu un’invenzione di elementi della Massoneria ottocentesca, a fabbricare falsi documenti storici, genealogici e filiativi, fine che si voleva raggiungere con essa, perorando istanze della Massoneria francese, era per delegittimare o scagliarsi contro la filiazione scozzese. Sciovinismo, o meri sotterfugi della Massoneria regolare la cui intenzione sarebbe delegittimare l’incipiente Massoneria jacobita?… 

In qualsiasi caso dobbiamo segnalare che vari eruditi credono che questo documento sia autentico, ed in tal caso le due tradizioni che esistono, la scozzese e quella di Larmenius, sarebbero tornate ad unirsi con il Cavalier Ramsay, del quale parleremo più avanti, quando portò con sé l’antico Rito scozzese a Parigi, dove il principe Carlo Stuart viveva in esilio.

La tradizione giacobita 

L’abate Velly nella sua Storia Francese riferisce che quando i corpi dei dignitari dei Templari, Jacques di Molay e Geoffrey di Charney, non erano più che pochi resti carbonizzati, il paese si lanciò verso i falò, malgrado rimanessero lì alcune guardie, “e raccolse le ceneri dei martiri da conservare come una preziosa reliquia. Tutti si facevano il segno della croce e non volevano sentire ragioni. 
…La sua morte fu grande, e tanto ammirabile e inaudita che rese ancora più sospettosa la causa di Filippo il Bello…”. 

Prima della fatale conclusione, tra la moltitudine, gruppi di tre o quattro Compagni costruttori, scalpellini e falegnami che erano una specie di terzo ordine corporativo sotto la protezione dei Cavalieri Templari, avevano udito la voce di Molay come una sentenza. 

Egli avrebbe dato ordine a Robert Ambelain, gran maestro di varie obbedienze massoniche, questa sentenza che significava contemporaneamente per essi l’ordine di avanzare con la speranza… 

Secondo un documento datato intorno al 1745 a firma Michel Lamy pare che: “i templari che si salvarono dal supplizio abbandonarono i loro beni e si dispersero, alcuni si rifugiarono in Scozia, altri si ritirarono in luoghi isolati e nascosti dove condussero una vita da eremiti”. In Spagna, un caso molto evidente lo troviamo nel rifugio nella città eremitica di Civico, autentico dédalo incavato nella roccia, di templari provenienti da varie commende della provincia di Guadalajara, tra le quali ci sarebbero quelle di Torija, Bianchi ed Ocentejo, e sicuramente anche quelle di Peñalver, Campisábalos ed Albendiego. Ci fa pensare quindi, rispetto al documento del 1745 al quale Lamy si riferisce, che il rifugio in Scozia di vari templari evasi dalla Francia sia una realtà. Ci sono inoltre prove ben note che così fu, come vedremo. 

D’altra parte, ed anche questo viene confermato da Lamy, è anche accertato che la flotta templare del Mediterraneo, e senza dubbio, anche una parte di quella dell’Atlantico, si rifugiò in Portogallo e Spagna, essendo poi state recuperate per l’ordine di Cristo e Montana. 

Un’altra parte della flotta, se c’atteniamo alle attestazioni del Gran maestro di Scozia, Walter di Clifton, e di un altro Cavaliere Templare, William di Middleton, sarebbe salpato, al comando del commodoro di Ballantrodoch “per altri mari”con rotta sconosciuta… 

Le divergenze tra Baigent-Leigh e Robinson sono che i primi considerano che la framMassoneria ebbe la sua origine con i templari rifugiatisi in Scozia, i quali passarono in Inghilterra nel 1603 quando salì al trono il re scozzese Jaime IV. Al contrario Robinson pensa che fu in Inghilterra dove i Templari si trasformarono in frammassoni, arrivando perfino ad essere gli ispiratori dell’insurrezione campagnola del 1381, dalla quale non ci sarebbe niente di strano se durante la rivolta vennero attaccate proprietà della Chiesa e dei Cavalieri Ospitali, le due principali organizzazioni nemiche dei Templari, mentre si fece attenzione a non danneggiare le antiche costruzioni templari. 

Gli attuali cavalieri templari della Scozia che si dicono discendenti di quei fuggiaschi, celebrano alla periferia di Edimburgo, nella cappella di Rosslyn, punto di riferimento dei frammassoni moderni, gli anniversari della battaglia di Bannockburn, avvenuta il 24 giugno del 1314. 

In questa battaglia, nella quale Roberto I (Robert Bruce) sconfisse definitivamente le truppe di Edoardo II d’Inghilterra, genero di Filippo IV “il Bello” re di Francia, è accertato che il Re scozzese contò sull’appoggio di 432 templari, tra essi Sir Henry St. Clair, barone di Rosslyn e dei suoi due figli Henry e William. 

Quest’ultimo morì più tardi in Spagna insieme ad altri cavalieri scozzesi, attaccando i musulmani, quando portava il cuore del Re Bruce, morto in Cardross vittima della lebbra, per seppellirlo a Gerusalemme. 

Fu con l’annullamento della scomunica a Robert Bruce, nel 1329, dietro i tentativi che il monarca scozzese aveva fatto per ricevere il perdono della Chiesa, evitando con ciò che potesse essere organizzata una crociata contro il suo paese come quella che venne lanciata contro gli eretici del Languedoc, che il re sollecitò i templari affinché si trasformassero in un’organizzazione segreta, che avrebbe poi dato origine alle future fraternità massoniche. 

Per ricompensare il valore dei templari nella battaglia di Bannockburn, Bruce fondò il Reale Ordine di Scozia, del quale il Re sarebbe stato il Gran maestro sovrano ed i Saint Clair Gran maestri ereditari. Oggi questo Reale Ordine di Scozia esiste ancora in gran segreto, perché la carica di gran maestro continua ad avere carattere reale. 

Molti templari scozzesi distaccatisi, entrarono a fare parte del Reale Ordine, tra essi quello che allora era Gran maestro dei Templari in Scozia. 

Allo stesso tempo, Robert Bruce avrebbe elevato di categoria l’Ordine di Kilwinning di Heredom, cioè, dell’“asilo” o “rifugio” che fu la prima loggia scozzese degli scalpellini che avevano costruito l’abbazia di Kilwinning ai tempi del re scozzese David I, generoso benefattore dei templari secondo la tradizione, il quale si trasformò nella Gran Loggia Reale di Heredom, la principale loggia di Scozia, situata vicino all’antica abbazia di Ayrshire. 

La famiglia Saint Clair di Rosslyn presiedeva le sue assemblee annuali, nella sua carta ereditaria di protettori del re e del principe erede, ed anche come vicini poderosi ed amici dei templari che avevano il loro quartiere generale in Ballantrodoch. 

Questo ordine assorbì il proscritto Ordine Templare, e le sue dottrine segrete si sarebbero trasformate nelle pratiche dei futuri massoni. 

Andrew Sinclair che è discendente del principe Henry St. Clair, afferma che “la tradizione che si riferisce a Kilwinning con i gradi templari è insistente e brilla costantemente È verosimile, perché spiega l’unione del piano e della spada, tanto importante nei gradi superiori.” 

In alcun modo risultano incompatibili (le desvirtúan) le affiliazioni che si esibiscono nella tradizione massonica, a conferma di questo, Larmenius assunse la carica di Gran maestro dei Templari in Francia escludendo il nuovo ordine scozzese con l’accusa di disertori templari. 

Le stesse tradizioni ci narrano, che alla testa dei sette templari che si rifugiarono in un’isola della Scozia per contattare il comandante scozzese George Harris, c’era il cavaliere Pierre d´Aumont, del quale si diceva fosse Precettore di Auvernia e successore diretto di Jacques de Molay. 

D´Aumont che più tardi divenne famoso Gran maestro dei templari di Scozia, durante l’Adunanza straordinaria celebrata il giorno di San Giovanni nel 1313, avrebbe vigilato sui rituali templari, celati dietro i simboli della Massoneria, ed avrebbe fatto sì che i membri dell’Ordine Templare scozzese si facessero passare per “massoni liberi” o frammassoni. 

Tuttavia, come alcuni considerano falsa la tradizione di Larmenius, altri considerano falsa la tradizione di D´Aumont, perché il Precettore di Auvernia era Imbert Blanke che fuggì in Inghilterra, dove fu imprigionato e poi liberato. 

Esiste un’altra versione di questa tradizione nella quale Pierre d´Aumont sarebbe successo alla Gran Maestranza templare, al conte François di Beaujeau, al quale Jacques de Molay prima del suo supplizio avrebbe affidato la missione di fare rivivere l’Ordine e continuare il suo lavoro. Il conte di Beaujeau non avrebbe ristabilito solo l’Ordine, ma fu il depositario del tesoro e dei segreti templari. 

In ogni caso, pare che nel 1361 la sede dell’Ordine sarebbe stata stabilita in Aberdeen, per poi espandersi nuovamente per tutta l’Europa sotto il velo della Massoneria. 

Anche queste tradizioni potrebbero accostarsi a quelle che fanno del Rito Svedese Massonico, del quale è Gran maestro il re di Svezia, una fondazione di templari in esilio

E, curiosamente, la riforma massonica tedesca conosciuta come Stretta Osservanza Templare, fondata dal barone Von Hund nel secolo XVIII , la quale era sotto l’influenza massonica svedese; in realtà, “importato dalla Francia ed alimentato dalle leggende rosacruciane di Eckleff, il ‘sistema svedese’, pieno di ermetismo, era appena stato introdotto in Germania da un disertore dell’E.O.T, Johann Wilhelm Ellenberg, conosciuto come Zinnendorf, medico e massone, uomo molto ambizioso.” 

I Maestri Scozzesi, lo stuardismo e la Guardia Scozzese 

Sebbene la Massoneria scozzese non fu riconosciuta fino al 1736 come Gran Loggia, esistono abbondanti prove che dimostrano che la Massoneria esisteva in Scozia da molto tempo. 

Se anche lasciamo da parte quanto ritrovato in Rosslyn, esistono verbali delle riunioni delle logge che risalgono al 1598, e verbali su Jacobo Re di Scozia il quale è stato iniziato nella Loggia di Perth e Scoon nel 1601, due anni prima che si trasferisse a Londra, perché come si sa regnò anche in Inghilterra col nome di Jacobo I. 

Quando nel 1717 si stabilì la Gran Loggia di Londra, i membri rinnegarono le sue origini scozzesi poiché tali origini erano troppo jacobiste a motivo della politica censoria del momento della casa di Hannover. 

Quasi un secolo dopo, venne fondata la Gran Loggia Unita d’Inghilterra ed il suo nuovo Gran maestro, il duca di Sussex ed altri uomini che non sapevano niente del significato vero della Massoneria, fecero tutto quello che poterono per trasformare e sopprimere i rituali dei 33 gradi dell’antico Rito scozzese, che consideravano oltraggiosi, sopprimendo con ciò i messaggi segreti che tanto accuratamente introdussero nel primo rito scozzese William St. Clair ed altri discendenti dei cavalieri Templari. 

Tuttavia, non si può dubitare che tali gradi e riti, vincolati ai cavalieri templari e la tradizione Rex Deus, continuano ad usarsi in Scozia, Francia e Nordamerica. 

Orbene, quello che è anche certo è che l’accesso a detti gradi, con quello che significano realmente, si trova restretto ad una minoranza privilegiata. Fermo restando che Hopkins, Simmans e Wallace-Murphy sono “coloro che già sapevano, della sua nascita, poiché hanno meritato i livelli di fiducia più alti in virtù delle loro azioni.” 

Nonostante la negazione da parte della Gran Loggia Unita d’Inghilterra, il cuore della Massoneria contemporanea si sviluppò in Scozia, dietro la sparizione dei Cavalieri Templari che avevano basato le loro credenze sugli insegnamenti della prima Chiesa di Gerusalemme. Tutte le prove riportano ad un templare che estrasse i manoscritti segreti che seppellirono gli ebrei mesi prima che i romani, nell’anno 70 d.C., distruggessero il tempio ed il suo prezioso contenuto. 

Se ci basiamo su questo, nella cappella di Rosslyn, costruita dal conte William St. Clair nel 1440, si troverebbero le chiavi dell’origine templare della Massoneria scozzese, poiché non ci sono solo elementi simbolici tra la sua variopinta ornamentazione, dove il disordine è solo apparente, ed i quali alludono chiaramente alla Massoneria, ma anche alle famiglie Rex Deus, al lignaggio sacro, alla storia nascosta dei cavalieri templari, ed alla Gerusalemme del secolo I. 

Tra i molti elementi ai quale ci riferiamo, possiamo commentare due rilievi esistenti nei pilastri nell’esterno della cappella che mostra una cerimonia di iniziazione di primo grado Massonico. Il candidato, inginocchiato, ha gli occhi bendati e porta una fune attorno al collo il cui estremo sostiene un personaggio adornato con la tunica dei Cavalieri Templari. 

I suoi piedi sono posizionati nella posizione che i candidati massoni adottano nelle cerimonie moderne, e nella mano sinistra sostiene una Bibbia. Questo rilievo fu realizzato circa nel 1450, quasi duecentosettanta anni prima della data in cui, come afferma la Gran Loggia Unita d’Inghilterra, nacque la Massoneria. 

Gardner è riuscito grazie a ciò a verificare cose molto interessanti come quella che nel 1128 Hugo di Payens, primo Gran maestro dell’Ordine Templare, era sceso a patti col re David I di Scozia dopo il Concilio di Troyes su cui si fondò l’Ordine Templare, e che san Bernardo di Chiaravalle aveva promosso l’integrazione del suo poderoso ordine cistercense nella Chiesa celta. 

Logicamente, questo dato trasforma già in qualcosa più che in mera speculazione la tradizione che ci parla di un san Bernardo iniziato nei misteri druídici, e perfino dà veridicità a quella famosa lettera numero XII, esclusa dalla Chiesa dalle sue Opere Complete, nella quale san Bernardo parla a Hugo di Payens del battesimo iniziatico dell’Uomo Primordiale tra i celti e della “città dei sacerdoti druidi”: Bethphagé, ( Baphomet?). 

Seguendo il patto tra Payens ed il re David I, diremo che questi consegnò ai templari i territori di Ballantrodoch, adiacenti all’estuario di Forth, un posto conosciuto da allora come il villaggio dei Templari, stabilendosi fin dall’inizio al sud di Esk. Successivamente i monarchi scozzesi appoggiarono e promossero l’Ordine, specialmente Guglielmo “il Leone”. 

Nel 1593 il Re scozzese Jacob I d’Inghilterra che regnò in Scozia come Jacob V, succede a sua madre María Estuarda, egli fondò l’Ordine di San Andrés del Cardo. Indicava che il cardo era l’emblema della Scozia e sant’Andrés l’ipotetico evangelizzatore. In quello stesso anno fondò anche la Rosa Croce Reale con trentadue cavalieri del citato Ordine di Sant’Andrés del Cardo. Jacob era in quel momento Gran maestro dei massoni operativi di Scozia. 

Essendo stato dimenticato in mancanza di un reclutamento valido, o ratificato in gran segreto, l’Ordine di Sant’Andrés del Cardo fu ristabilito nel 1687 dal re Jacob II, prima del suo esilio in Francia. È in questo modo che apparve manifestamente un’ordine massonico nel 1659 denominato Ordine dei Maestri Scozzesi di San Andrés, probabilmente motivato dal generale Monck che era un massone accettato. Il grado di Maestro Scozzese di Sant’Andrés fu mantenuto in gran segreto per molto tempo, in capo alla Massoneria jacobita, cioè estuardista, a partire dal secolo XVII. 

Il grado è unico e succede a quello di Maestro Massone ordinario. 

Tanto nelle Ordinanze Generali del 1743 della Gran Loggia di Francia, con filiazione massonico jacobita, come nell’opera del chierico Calabre-Péreau, L´Ordre dia Franc-Maçons trahi et leur secret révélé (L’Ordine dei Frammassoni rivelatori ed il loro segreto sviluppo), datata ad Amsterdam 1744, appaiono due attestazioni molto importanti sull’esistenza di un Ordine dei Maestri Scozzesi, specie di Massoneria superiore che non rivela i suoi obiettivi né le sue origini, i quali non sono altro che i Cavalieri di sant’Andrés, cioè, i sostenitori degli Stuart che dissimulano le loro radici per infiltrarsi più facilmente nella Massoneria francese. 

Indicano anche che in Spagna, il movimento conosciuto come delle Illuminazioni, sinonimo di Illuminati, prese il via dalle primitive logge massoniche seguaci degli Stuart. 

Nel manoscritto di Devaux d´Hugueville, “Istruzione generale del grado di Cavaliere Rosa-croce”, datato 1746, si fa constare che nel secolo XVIII si troverà il grado di Maestro Scozzese di Santo Andrés associato al nuovo grado chiamato Rosa Croce, il quale trasporta diversi titoli: “Cavaliere Rosa Croce”, “Cavaliere dell’Aquila”, “Cavaliere del Pellicano”, “Massone di Heredom” e “Cavaliere di Sant’Andrés”. Secondo Ambelain, il rituale di questo ordine evoca la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme per Zorobabel ed i suoi Compagni, quando ritornò dall’esilio in Babilonia. In gran segreto, evoca anche il ritorno in Gran Bretagna dopo l’esilio in Francia, con la restaurazione degli Stuart . 

Da parte sua, lo storiografo A. Sinclair dice che “i templari si identificarono con i costruttori guerrieri di Zorobabel che convinsero il re Darío di permettere la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme. Ereditarono dagli gnostici e dai seguaci di san Giovanni la credenza che il Tempio era il centro mistico del mondo; così resistevano segretamente al potere e all’autorità dei papi e dei re dell’Europa. Gli emblemi di colore bianco e nero del loro ordine, una croce ottagonale rossa su una tela bianca, manifestavano il loro gnosticismo ed il loro manicheismo, nella credenza della lotta continua nel mondo del demonio contro l’Intelligenza di Dio. Trasmisero ai massoni i losanges bianchi e neri ed i mosaici dentati delle loro logge. E prima di morire l’ultimo dei gran maestri, Jacques de Molay, “organizzò” ed istituì quella che si chiamerebbe dopo Massoneria nascosta, ermetica, o del Rito Scozzese.” 

La Guardia Scozzese, a differenza di altri ordini cavallereschi europei di militanza teorica, come quelle della Giarrettiera o quella del Toson d’Oro, fu un’ordine militare autentico che svolse importanti lavori nell’ambito politico e diplomatico oltre ad azioni di guerra. 

Le similitudini tra la Guardia Scozzese ed i Templari, in tutti i sensi, è molto significativa, fino al punto che la Guardia Scozzese reclutò i suoi ufficiali tra le più nobili famiglie della Scozia, alcune delle quali avevano appoggiato secoli prima la salita al trono scozzese di Robert Bruce e promosso l’indipendenza del loro paese, come i Seton, i St. Clair, gli Stuart, i Montgomery, gli Hamilton. Curiosamente, queste famiglie erano legate con i Templari e con i Rex Deus, e perfino nel 1689 poteva apprezzarsi nell’ambiente degli Stuart un Ordine di templari che combatteva in nome del Re scozzese ed il cui Gran maestro era il visconte di Dundee, John Claverhouse.

Dal Rito Scozzese di Ramsay al Rito Scozzese Rettificato 

L’origine dei gradi e riti massonici è difficile da stabilire, sono molti e variegati. Per questo motivo tratteremo qui brevemente quelli che c’interessano per il loro possibile vincolo con i Templari, che non sono sempre i gradi e riti recanti il titolo di Scozzese, poiché quasi nessuno di questi ha a che vedere con la Scozia e neanche in detto paese si praticano. 

Benché durante il secolo XVIII fossero già apparsi gradi superiori – a parte i tre classici del simbolismo massonico di Apprendista, Compagno e Maestro – che sono passati dopo a fare parte di quelli chiamati Scozzesismo, con la restaurazione monarchica e la salita al trono inglese di Carlos II, la Massoneria aveva a poco a poco recuperato i suoi antichi alvei, sebbene vennero mantenuti i gradi superiori creati, Maestro Segreto, Perfetto ed Eletto. 

Un anno determinante nella Massoneria ottocentesca che senza dubbio la segnò prima e dopo, fu quello del 1724, nel quale il baronetto scozzese Andrew Mitchell Ramsay, più conosciuto come Chevalier Ramsay, propose alla Gran Loggia d’Inghilterra un sistema che comprendeva l’adozione di tre gradi superiori: Scozzese, Novizio e Cavaliere del Tempio. Questa proposta che cercava nell’Ordine Templare radici prestigiose per la framMassoneria, fu respinta dalla Gran Loggia inglese, ma tuttavia ebbe grande accoglienza in Francia. Questi gradi furono i precursori della grande quantità di sistemi di ogni indole che apparvero dopo. Apparentemente la riforma di Ramsay aveva solo per oggetto la restaurazione degli Stuart, o il rinvigorimento del cattolicesimo in Inghilterra. 

Nel 1755, il conte di Clermont e principe di sangue reale, Luis di Borbone-Condé che per certo consta come Gran maestro Templare nella Lettera di Larmenius a partire dal 1741, sostituisce il duca di Antin come Gran maestro della massonica Gran Loggia di Francia. 

In quel momento Luis di Borbone governa a Parigi una loggia molto importante che si chiamava Saint-Jean-di-Jerusalem. Posteriormente firmò alcuni Statuti che serviranno da regolamento per tutte le logge del regno di Francia, nei quali si riconosce il nuovo grado di Maestro Scozzese. 

Questi Statuti precisano inoltre che solo i Maestri di loggia ed i Maestri Scozzesi avranno d’ora in poi il privilegio di rimanere seduti all’interno della loggia. Nonostante, i Maestri Scozzesi sorpasserebbero i Maestri di loggia, perché gli fu affidata la missione di ispezionare i lavori delle logge e ristabilire in caso di necessità l’ordine. 

Questa missione si trasformerà dopo in un privilegio nel quale si ostenta il grado di Maestro Scozzese di Sant’Andrés o di Cavaliere Rosa Croce del Rito Scozzese Rettificato o nel Rito di Memphis-Misraïm, i quali mantennero questo uso antichissimo. 

Del Rito di Memphis, fuso dal 1908 con quello di Misraïm, si può dire che si costituì in Francia nel secolo XIX, dopo la spedizione di Napoleone in Egitto, nella quale comunicarono vari filosofi massoni. Il suo fondatore, Marconis di Négre, sosteneva che i templari, antenati diretti della Massoneria, avevano ricevuto la loro dottrina esoterica da una fratellanza orientale fondata da “un saggio egiziano di nome Ormus”, sacerdote di Memphis, convertito al cristianesimo da San Marco. Questo Rito si suppone che sia non solo la continuazione dei misteri egiziani, ma anche del lascito iniziatico dell’India. 

Nel 1772 si dissolse in Francia la Gran Loggia, fondata posteriormente al Grande Oriente di Francia, il quale non accettò più che i tre gradi simbolici del Rito Inglese, che denominò Rito Francese. 

In quanto al gioiello massonico emblematico del grado di Maestro Scozzese di San Andrés, smise di essere lo stesso una volta integrato nel nuovo Rito Francese che soppiantò il Rito Scozzese Primitivo, il quale era stato portato in Francia dalle logge militari estuardiane. 

Molto più esoterico è quello che adotterà nel 1778 nel Convento di Lyon, costitutivo del Rito Scozzese Rettificato: “Sulla destra, una corona reale sulla quale figura la Croce patente rinchiusa in un sigillo di Salomone, con sei punte, fiammeggianti. 

Nel centro, la lettera maiuscola H, tra il compasso, la squadra, la livella ed il filo a piombo. Nella parte posteriore c’è la croce di Sant’Andrea a forma di X. La lettera H può significare Hiram o Heredom, la città mistica della Massoneria scozzese.” 

Il Rito Scozzese Rettificato, forse una delle ultime manifestazioni del templarismo massonico, ha la sua origine nella Stretta Osservanza Templare del barone Karl Von Hund, gran signore di Lipsia, dietro la quale apparentemente si troverebbe la tradizione del Cavaliere d´Aumont che fuggì in Scozia nei tempi della persecuzione. Questa tradizione, in realtà, ebbe speciale accoglienza nella Massoneria tedesca. 

Nel denominato Capitolo di Clermont che si praticò in Germania tra il 1758 ed il 1764, che era antecedente diretto dalla Stretta Osservanza Templare (E.O.T), vennero proposti già due alti gradi di carattere esoterico: Cavaliere di Sant’Andrea del Cardo e Cavaliere di Dio e del suo Tempio. 

Come dicemmo all’inizio di questo scritto, ci sono fonti massoniche che attribuiscono ai gesuiti la creazione della Stretta Osservanza. 

Al riguardo sono di grande interesse gli appunti di René Guénon nel suo articolo “La Stretta Osservanza ed i Superiori Sconosciuti”, compreso nei suoi Studi sulla Frammassoneria ed il Compagnaggio, opera fondamentale alla quale vi rimandiamo. 

Nonostante per Guénon, questo sembra qualcosa di ossessivo, ma se fosse vero avremmo che i gesuiti, nell’una o nell’altra forma, sarebbero intervenuti a forgiare le due principali filiazioni templari, quella dei Larmenius e quella degli Scozzesi. 

La cosa certa è che questo regime massonico e templare della Stretta Osservanza ha la sua origine nell’iniziazione che Von Hund ricevette a Francoforte nel 1742, e nella concessione degli alti gradi templari, nel 1743, nel Capitolo di Clermont a Parigi, da parte del principe Carlos. 

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