Francken Manuscript /X grado

Quattuor CoronatiIllustre Eletto dei XV – X Grado

Francken Manuscript /X grado

a cura di Franco Cenni

ILLUSTRE ELETTO DEI XV

 X Grado

Premessa

Il Tempio di questo Capitolo, ha le pareti tappezzate di nero, cosparse di lacrime bianche e rosse.Ad Oriente si deve trovare uno scheletro figurante Jubullum Akyrop, chiamato da alcuni Abiram e da altri Hoben. Ad Occidente, uno scheletro figurante Jubella Guibs e, infine, a Mezzogiorno, un terzo scheletro figurante Jubello Gravelot.

Le mosche hanno succhiato il sangue dei due ultimi [1]. Ogni scheletro è armato degli Utensili con i quali fu perpetrato l’orribile assassinio.

Apertura

L’Illustrissimo Maestro batte cinque colpi di maglietto, e cinque stelle si accendono alla sua sinistra. Allora l’Ispettore, o Primo Sorvegliante, batte a sua volta cinque colpi di maglietto e cinque altre stelle si accendono e sono poste davanti a lui. L’Illustrissimo Maestro dice:

D: Fratello Ispettore che ora è ?

R: Illustrissimo Maestro, sono le cinque.

Allora l’Illustrissimo Maestro dice:

“Se sono le cinque, Carissimi Fratelli, è tempo di metterci all’opera. Siate informati che questo Capitolo di Maestri Eletti dei Quindici è aperto !”

L’Ispettore ripete l’annuncio, e il Capitolo è aperto.

Iniziazione

Non vi possono essere più di quindici Maestri Eletti nel caso di una iniziazione a questo Grado. Se i Fratelli sono un numero superiore, i quindici più anziani restano e gli altri si ritirano sino al termine dell’iniziazione.

Il Secondo Sorvegliante accompagna il candidato dall’anticamera alla porta del Capitolo e vi batte  cinque colpi. L’Ispettore ordina ad un Fratello di andare a vedere “Chi bussa così”.

Il Fratello socchiude la porta e domanda:

“Chi bussa così ?”.

Il Secondo Sorvegliante, risponde:

“Un Fratello, Eletto dei Nove, che cerca gli altri due assassini del nostro Rispettabile Maestro Hiram e desidera accedere al Grado di Illustre Maestro Eletto dei Quindici”.

La porta viene richiusa e il Fratello rende conto all’Ispettore di ciò che ha sentito. Costui ne informa a sua volta l’Illustrissimo Maestro, che ordina allora di far entrare il candidato. Il candidato entra ed esegue i quindici passi, disegnando un triangolo [2]. Tiene una testa per mano. Tutti i Fratelli, in piedi, alzano il pugnale come se volessero colpire, poi lo posano, congiungono le mani intrecciando le dita, e mettendo il dorso delle mani sulla fronte, intercedono in favore del candidato.

L’Illustre Tre Volte Potente domanda:

“Chi é costui?”

Tutti rispondono:

“Non deve essere biasimato!”

L’Illustrissimo Maestro replica:

“Se non è colpevole, perché intercedete in suo favore ?”

Allora risponde l’Ispettore:

“Noi vi chiediamo per lui la grazia di essere ammesso al Grado di Illustre Maestro Eletto dei Quindici”.

L’Illustrissimo Maestro domanda:

“Ne è degno?”

Tutti rispondono:

“Ne è degno!”

L’Illustrissimo Maestro allora decide:

“Se è così, gli si dica di inginocchiarsi!”

poi, rivolgendosi al candidato:

“Gli Illustri Maestri Eletti qui presenti mi pregano di ammettervi al Grado di Gran Maestro Eletto cosicché voi diveniate così loro pari. Credete di esser capace di custodire i segreti di questo Grado? Siete pronto a prestare un solenne giuramento?”

Quando il candidato avrà acconsentito, i Sorveglianti lo liberano delle teste. Mettendo la mano sulla Bibbia, il candidato pronuncia il suo giuramento.

Giuramento

“Io, A.B., prometto e giuro sulla Santa Bibbia di non rivelare mai il luogo dove sono stato ricevuto in questo Grado, né di dire chi assisteva alla mia iniziazione; inoltre, prometto di non accogliere giammai in questo Grado, chiunque sia privo di un potere regolare, emanato dai miei superiori, né di assistere ad una iniziazione che non si svolgesse in un Capitolo regolare di questo Grado. Giuro di conservare scrupolosamente nel mio cuore tutti i segreti che mi potrebbero essere rivelati e, se mi capitasse di trasgredire ai miei giuramenti, io acconsento a che il mio corpo venga squarciato ed esposto, appeso per otto lunghe ore all’aperto, ed acconsento anche che mosche velenose divorino voracemente le mie interiora, e che la mia testa sia tagliata ed esposta nel più alto pinnacolo del mondo. E sarei sempre pronto ad infliggere lo stesso supplizio a chi tradisse questo Grado e mancasse ai giuramenti.

Che Dio mi venga in aiuto. Amen!”

Seguito dell’Iniziazione

Dopo aver prestato il suo Giuramento, il recepiendario si alza e l’Illustrissimo Maestro gli dà i Segni, il Toccamento e la Parola.

Il Primo Segno consiste nel prendere il pugnale e portare la mano al mento come se ci si accingesse a squartarsi il ventre. Si risponde a questo Segno con il Secondo Segno, che non é altro che  quello dell’Apprendista che si esegue con tutte le dita chiuse.

Il Toccamento, si esegue portandosi  reciprocamente il pugno sul petto, col pollice in alto, come se   ci si apprestasse a sventrare l’interlocutore.

La Parola di Passo è Eleham.

Le Parole Sacre sono, alla domanda, Zerbal e, in risposta, Banaya.

Leggenda del Grado

Mio Carissimo Fratello, avete imparato nel Grado di Eletto dei Nove attraverso il quale siete passato, che Jubulum Akyrop, uno dei criminali assassini, era stato ucciso nella caverna. Questo scheletro ad Oriente è lui. Voi lo vedete armato di un Maglietto, l’utensile del quale si é servito per colpire Hiram Abif, facendolo cadere a terra. La testa del miscredente è stata imbalsamata, per ordine di Salomone, per essere messa in mostra sino al momento del ritrovamento degli altri due criminali.

Sei mesi dopo l’uccisione di Akyrop, Ben Gabee, uno degli intendenti di Salomone, stava compiendo un giro d’ispezione nel paese di Gath o di Cheht, che pagava tributo a Salomone, quando seppe che Jubella Guibs e Jubello Gravelot, i due assassini d’Hiram Abif, vi si erano rifugiati e si credevano al sicuro.

Non appena ne fu avvisato, Salomone scrisse al re Moacha, per chiedergli di consegnare i due criminali a coloro che avrebbe inviato, di  modo che gli assassini ricevessero a Gerusalemme la meritata punizione per il loro crimine. Salomone allora designò quindici tra i  più degni e più zelanti Fratelli Maestri, nel numero dei quali vi erano i Nove che erano stati inviati alla caverna di Akyrop.

Partirono il quindicesimo giorno del mese di giugno [3] ed arrivarono il ventesimo giorno dello stesso mese nel paese di Gath. Consegnarono il messaggio di Salomone al re Moacha, che rabbrividì alla lettura dello scritto ed ordinò immediatamente la ricerca dei due assassini e che, quando sarebbero stati scoperti fossero consegnati agli Israeliti affinchè lui, il re, potesse provare la gioia che il suo regno era stato liberato dalla presenza di tali mostri.

Le ricerche durarono cinque giorni, fino a quando Zerbal e Elcham scoprirono per primi i due assassini nascosti in una cava di proprietà di Bendaca. I due assassini furono incatenati l’uno all’altro e si incise sui loro ferri la dichiarazione dei crimini di cui si erano macchiati, affinchè avessero sempre sotto gli occhi la punizione che li attendeva.

Gli assassini arrivarono a Gerusalemme il quindicesimo giorno del mese seguente [4]. Furono condotti davanti a Salomone che, dopo aver loro vivacemente rimproverato gli oscuri crimini, ordinò che vennero rinchiusi nella Torre di Achizar, per attendere lì il giorno in cui sarebbero stati giustiziati, tra le più atroci torture, affinchè la loro morte potesse essere all’altezza dell’abominevole crimine da loro commesso. E un mattino, alla decima ora, i due assassini furono legati per il collo, la vita ed i piedi ad un palo, con le braccia dietro la schiena. Il boia tagliò loro il ventre, dallo sterno al pube e dal fegato alla milza. Li lasciarono così per otto ore, le mosche velenose e gli insetti avidi succhiarono il sangue delle loro viscere. I loro gemiti e i loro lamenti erano così pietosi, che lo stesso boia ne fu colpito e per abbreviare le sofferenze, tagliò loro la testa. I loro cadaveri furono allora gettati dall’alto delle mura di Gerusalemme per essere lasciatii ai corvi ed ai rapaci dei boschi.

Ora, ascoltate il catechismo di questo Grado.”

Catechismo

D: Siete Gran Maestro Eletto?

R: Il mio zelo ed il mio lavoro mi hanno condotto a questo Grado.

D: Dove siete stato iniziato?

R: Da Salomone stesso, nella Camera delle udienze.

D: Quando vi ha iniziato ed in quale occasione?

R: Quando mi ha inviato, con i miei compagni, alla ricerca degli ultimi due assassini.

D: Li avete cercati voi stesso?

R: Si, Illustrissimo Sovrano, e se non fossi stato scelto da Salomone, ci sarei andato ugualmente, con i miei soli mezzi per mostrare il mio zelo nel vendicare la morte del nostro Maestro Hiram Abif.

D: Avete sentito una grande gioia quando i colpevoli sono stati giustiziati?

R: Le tre teste che adornano la mia sciarpa ne sono la prova.

D: Cosa significano queste tre teste?

R: Sono le teste degli assassini del nostro Maestro Hiram Abif.

D: Perchè parlate di tre teste dal momento che mi avete appena detto di essere partito alla ricerca di due assassini?

R: Perchè uno degli assassini aveva espiato il suo crimine prima che gli altri due venissero catturati.

D: Quali erano i nomi dei due che avete condotto a Gerusalemme?

R: Uno si chiamava Jubella Guibs e l’altro Jubello Gravelot.

D: Come vennero ritrovati?

R: Per lo zelo di Ben Gabee, intendente di Salomone, per il paese di Gath.

D: Come fece Salomone per farli catturare?

R: Inviò una messaggio a Moacha re di Gath invitandolo attivamente alle ricerche.

D: Chi consegnò la lettera di Salomone a Moacha?

R: Zerbal, il Capitano delle Guardie di Salomone.

D: Il re Moacha ha esitato di fronte alla richiesta di Salomone?

R: In nessuna maniera, ma al contrario, ci diede delle guide e una scorta.

D: Dove furono scoperti gli assassini?

R: In una cava, che viene chiamata la cava di Bendaca.

D: Chi era Bendaca?

R: Uno degli intendenti di Salomone che aveva sposato una delle sue figlie.

D: Chi li scorse per primo?

R: Zerbal e Elchad, dopo cinque giorni di ricerche.

D: Come furono fatte le loro catene?

R: A forma di Riga e Squadra. Vi si incise la dichiarazione dei loro crimini affinchè avessero sotto gli occhi la loro morte imminente.

D: In quale giorno siete tornato con loro a Gerusalemme?

R: Il quindicesimo giorno del mese di (Ab), che corrisponde al nostro mese di luglio.

D: Quando tempo è durato il viaggio?

R: Un mese esatto [5].

D: Quanti maestri furono eletti da Salomone per partecipare alla spedizione?

R: Quindici in tutto, ed io fui uno di essi.

D: Non vi era nessun altro?

R: Il re Salomone ci diede una scorta armata.

D: Cosa avete fatto degli assassini, dopo il vostro arrivo a Gerusalemme?

R: Li abbiamo immediatamente condotti da Salomone.

D: Quali ordini vi diede Salomone a loro riguardo?

R: Dopo aver loro amaramente rimproverato l’enormità dei loro crimini, ordinò a Achizar, grande maestro della sua casa, di rinchiuderli nella Torre che porta il suo nome e di farli giustiziare il giorno successivo alla decima ora.

D: Con che tipo di morte furono puniti?

R: Furono legati nudi per il collo, la vita ed i piedi, il loro ventre squartato dallo sterno al pube e dal fegato alla milza.

D: Restarono così?

R: Restarono così esposti per otto ore al sole cocente, le mosche velenose e gli insetti avidi succhiarono le loro viscere. Soffrirono molto più della morte, e i loro pianti, gemiti e lamenti commossero persino il boia stesso.

D: Cosa venne fatto loro in seguito?

R: Commosso dai loro lamenti, il boia tagliò le loro teste e gettò i corpi sotto le mura di Gerusalemme, in modo da abbandonarli ai corvi ed ai rapaci dei boschi.

D: Cosa ne fu delle loro teste?

R: Esse furono, per ordine di Salomone, fissate in cima ad un palo, esposte alla vista del popolo assieme a quella di Akyrop, in modo tale d’essere d’esempio tanto al popolo quanto agli operai del Tempio.

D: Qual’era il nome del primo assassino?

R: Secondo i Nove Eletti, si chiamava Abiram, ma questo nome non è che un simbolo, che significa sia bandito che assassino. Ma il suo vero nome era Jubulum Akyrop ed era il più grande di tre fratelli.

D: A quali porte vennero esposte le teste?

R: Alle porte di Mezzogiorno, d’Oriente e d’Occidente, vale a dire la testa di Akyrop alla porta d’Oriente, quella di Jubello Gravelot alla porta d’Occidente e quella di Jubella Guibs alla porta di Mezzogiorno.

D: Per quale ragione le teste furono esposte precisamente a queste porte di Gerusalemme?

R: Perché ogni assassino aveva commesso le aggressioni contro il Maestro Hiram Abif, precisamente a queste stesse porte del Tempio, poiché Jubella Guibs aveva colpito il Maestro alla porta di Mezzogiorno con l’aiuto di un Regolo di ventiquattro pollici, Jubello Gravelot l’aveva colpito con una Squadra alla porta d’Occidente e Jubulum Akyrop gli aveva portato, alla porta d’Oriente, con un Mglietto, l’ultimo colpo che uccise il nostro Rispettabile Maestro Hiram Abif.

D: Qual’é la Parola di Passo [6] dei Grandi Maestri Eletti?

R: Zerbal e Banaya.

D: Qual’é la Parola di Passo?

R: Eleham.

D: Quali sono i Segni?

R: Eccoli, voi mi capite! (l’interrogato li esegue)

D: Quali sono i Toccamenti?

R: Eccoli, interrogatemi!

D: Che ora é?

R: La Sesta Ora della sera.

D: Perché la Sesta Ora della sera?

R: Perché è l’ora alla quale i due ultimi assassini spirarono e fu così vendicata la morte del nostro Rispettabile Maestro Hiram Abif.

Chiusura

L’Illustrissimo Sovrano dice:

“Fratelli miei, poiché la morte del nostro Carissimo e Rispettabilissimo Maestro Hiram Abif è stata infine vendicata dal crudele supplizio dei suoi assassini, noi dobbiamo essere soddisfatti e possiamo desiderare il riposo.”

Batte allora cinque colpi di maglietto, che sono ripetuti dal Fratello Ispettore e poi dal Secondo Sorvegliante, ed infine, da tutti i Fratelli.

Il Capitolo è chiuso.

Commentari

Il Grado di Maestro Eletto dei Quindici segna il compimento della vendetta. I due ultimi assassini sono stati catturati e giustiziati, con terribili torture.

I nomi dei tre cattivi compagni variano incessantemente da un rituale all’altro e pur anche nello stesso rituale. Per il sistema marsigliese si tratta di Abiram de Romvil e di Gravelot. Nella Massoneria Adonhiramita, si tratta di Abiram, il cui vero nome é Hoben, di Sterkin e di Oterfut. Nel rituale di Francken il primo assassino si chiama Akyrop, al Nono Grado poi Jubullum Akyrop al Decimo. E’ inoltre segnalato che altri parlano di Abiram o di Hoben. I due ultimi assassini sono chiamati Jubella Guibs e Jubello Gravelot. Si noterà poi, nel corso del catechismo del grado, che queste variazioni sono da considerare volontarie.

Anche se variano, questi nomi presentano una costante: sono tutti in ebraico, sia che si tratti di ingiurie sia di nomi ridicoli.

Così Akyrop si può tradurre con “mio fratello è un vile”, Guibs significa gobbo, Gravelot non è altro che “il turpe scabbioso”.

Abiram, usato in altre versioni, significa “mio padre è un verme”, Hoben (o Hocen) deriva da schiavo. Romvil può significare sia “idiota esaltato“sia “figlio di teppaglia” finalmente, solo Huterfut, che si può considerare di tradurre con “colui che sarà straziato” non è affibbiato a un nome grottesco.

I Jubellun, Jubella e Jubello aggiunti a questi nomi tradizionali possono derivare dall’ebraico yavav, che significa gemere e che sono come una derisione per burlarsi della fine penosa degli assassini.

Sembra dunque che siamo di fronte a una scelta deliberata di nomi che evocano i tre criminali, dopo il loro supplizio, come i tre lamentosi, i furiosi, il gobbo e lo scabbioso….

I Compagni conoscevano l’uccisore d’Hiram, ma Perdiguier [7], Martin Saint Leon [8] e Cornu [9] hanno delle opinioni divergenti.

Secondo Martin Saint Leon i Compagni diedero il nome di Hoben, Sterkin e Huterfut ai tre assassini di Hiram. In effetti, Martin Saint Lèon seguì troppo da vicino il testo del rituale di Maestro Eletto dei Nove della Loggia Madre di Marsiglia, perché si trattasse di una semplice coincidenza.

Perdiguier non ne fa parola e Cornu, presentando degli aspetti interessanti della Leggenda di Hiram ( i Compagni che urlano come il cane di Hiram sulla tomba del suo padrone) non sa se il crimine fu perpetrato da individui isolati o da una corporazione intera…

L’episodio dei due fuggitivi rifugiatisi presso Ma’aka, re di Gat, possono avere come origine I Re 2,39, che riferisce la fuga di due servitori di Shim’i. Questo piccolo regno di Gat, tributario prima di David e poi di Salomone, gioca un ruolo curioso nella Bibbia: è là che si rifugia David per sfuggire alla furia di Saul, ed è anche là che si rifugiano i due servitori disonesti di Shim’i.

E’ dunque là che, naturalmente, si nascosero anche i due ultimi assassini di Hiram.

Questo è un ulteriore indizio dell’erudizione biblica di coloro che svilupparono la leggenda di Hiram.

Un altro dato interessante ci è dato dalla Torre nella quale vengono rinchiusi gli assassini: le mura della città attuale di Gerusalemme, comprendono, esattamente all’angolo sud-ovest del bastione antico del palazzo di Salomone, una torre chiamata torre della prigione. Essa potrebbe dunque ben essere all’origine della leggenda. Notiamo che le mura di cinta di Gerusalemme, all’epoca di Salomone, comprendeva la porta d’oriente.

Notiamo che, seguendo completamente il quaderno del Maestro Eletto dei Nove della Loggia Madre Scozzese di Marsiglia, Vuillaume afferma che la torre era chiamata ‘Ezer e che i tre cattivi compagni si chiamavano Abiram, Romvil e Gravelot o Garavlot.

Il testo del manoscritto è talvolta a mala pena leggibile: I pronomi si accavallano e pertanto il traduttore finisce per diventare un descrittore. Così, Francken scrisse “That skeleton in the East was him, you see him armed with a setting maul, with the Tool he knock’d H.A.down, whose head Salomon had embalmed…” (n.d.t.: “Quello scheletro ad Oriente era lui, lo vedi armato del maglietto con il quale colpisce ed atterra Hiram Abif, la cui testa Salomone aveva imbalsamata”…) Ma se si tratta grammaticalmente della testa di Hiram, è evidente, confrontando le altre leggende, che non può trattarsi che dell’assassino. Quindi, lo scheletro non dovrebbe avere la testa.

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Note

1. Questa frase suggerirebbe dei cadaveri piuttosto che degli scheletri. (torna al testo)

2. Tutto questo passaggio é mal descritto da Francken. Mancano delle parole, i pronomi si accavallano e il traduttore diventa un descrittore! (torna al testo)

3. Il manoscritto Francken parla del mese “corrispondente al nostro mese di giugno”. Infatti, egli tradusse qui un mese del calendario ebraico primitivo, il mese di Thamouz, la cui corrispondenza esatta, beninteso, varia con l’anno preso in considerazione. (torna al testo)

4. Si tratta del mese di Ab. (torna al testo)

5. Il mese di Thamouz, essendo sempre un “mese debole”, ha una durata di ventinove giorni. (torna al testo)

6. Si tratta manifestamente di Parole Sacre. La Parola di Passo sarà chiesta nella domanda seguente. (torna al testo)

7. Agricol Perdiguier, Le Livre du Compagnonnage, Laffitte Reprints (Marsiglia, 1978) (torna al testo)

8. Martin Saint-Léon, Le Compagnonnage, Libreria del Compagnonaggio, Parigi 1977, pag. 36 e seg. (torna al testo)

9. E.Cornu, Le Compagnonnage, riedizione di Les Rouyats (Ventaden 1982) di un foglio del 1907, pag. 10 e seg. (torna al testo)

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