Essere maestri massoni non significa affatto essere iniziati. Almeno, non del tipo d’iniziazione a cui faccio riferimento. Che scaturisce da una realizzazione interiore molto simile ad una metamorfosi.
Rileggendo quel che ha scritto un amico, cioè che sono pochi i maestri massoni di ottimo livello iniziatico disposti a parlare con esoteristi non massoni, ho focalizzato l’attenzione sul fatto che essere maestri massoni non significa affatto essere iniziati. Almeno, non del tipo d’iniziazione a cui faccio riferimento (vedi C’è iniziazione e Iniziazione). Che scaturisce da una realizzazione interiore molto simile ad una metamorfosi (vedi Uomini che vogliono le “Ali”). Che, però, non è un cambiamento qualsiasi. Ma una modificazione strutturale della coscienza, che fa cadere i precedenti limiti di capacità e qualità della mente. Così che ogni significato appare più ampio e profondo. E questo rende il concetto d’illuminazione. Poi nel suo scritto l’amico prosegue dicendo che: gli esoteristi non possono essere definiti “Profani”, perché tecnicamente non lo sono, anche se molti massoni credono che sia proprio così. Anche su questo avrei molto da dire. Mi limito a ricordare come il Cerimoniale d’iniziazione al 3zo grado (simbolico) sia impostato sulla resurrezione interiore che avviene nell’animo del candidato, il maestro massone, del Maestro Hiram, che è la guida spirituale dei Costruttori degli antichi Templi. Di questo psicodramma, però, non deve sfuggire il fatto, che Hiram è stato ucciso da tre Cattivi Compagni (Compagno è il grado che precede quello di Maestro). Dunque, il catechismo di questo grado avverte che gli “uccisori” del sacro spirito non sono tra chi si trova fuori dal Tempio (che è il simbolo materiale dell’Iniziazione), ma tra coloro che si trovano al suo interno. Questa parabola fornisce la chiave per una morale iniziatica. Non tanto perché indica nella resurrezione “da vivo” la ri-nascita della “maestranza spirituale”, ma perché individua i traditori del principio spirituale proprio tra coloro che seggono tra le Colonne del Tempio. Per me questo è di una limpidezza adamantina. Ma si sa: di norma è più facile vedere la pagliuzza nell’occhio del vicino, che riconoscere una trave nel proprio. Ecco allora, come molti massoni credano che siano profani solo chi non siede tra le loro fila, mentre sarebbe più saggio che si guardassero attorno (vedi Falsa trasmutazione). Credo che quanti cerchino di realizzare l’Opera…, debbano capire che l’iniziazione non “può essere concessa da alcuno”. Ma è solo frutto di un progresso interiore che niente potrà mai rimpiazzare. Allora non potrà mai essere ottenuta né per commercio, né come premio. Ma solo cambiando sé stessi. In fondo per diventare buon musicista non è poi molto importante appartenere a questa o quell’orchestra. Quello che conta è una grande sensibilità e una grande competenza nell’Arte. |