Per quanti volessero oltrepassare la barriera dei suoi aspetti formali ed exoterici, la Massoneria si rivela un prezioso strumento d’indagine iniziatica.
Pur non essendo l’unica fonte misterica d’occidente, la Massoneria è certamente il più significativo raccoglitore di rappresentazioni simboliche che si trova a disposizione del ricercatore. Un complesso di frammenti iniziatici antichi ed arcaici che, posti a cavallo tra presente e passato, costituiscono il ponte sapienziale di una tradizione che da Oriente fluì sino ad Occidente.
Accanto alle concezioni più antiche sull’universo uomo, la Massoneria pone quelle più recenti, anche se non dissimili, del simbolismo ermetico ed alchemico. Così facendo, l’antico ed il moderno dell’Essere umano, finiscono per coniugarsi con gli ideali cavallereschi di altri gradi dello scozzesismo massonico. Pur non trasmettendo alcun carisma iniziatico, la Massoneria è lo strumento per osservare il processo di comparsa del carisma nell’umanità, e delle metamorfosi che ha comportato nell’essere, la volontà di porsi nella sua luce spirituale. La Massoneria, è una pratica lente d’ingrandimento attraverso cui osservare la pluralità di concezioni iniziatiche che, dalla più antica alla più recente, sono preservate in forma cerimoniale. Rappresentazioni che, però, vanno sapute leggere e non solo pedissequamente interpretate. Perché, il valore dei loro psicodrammi rituali non sono pari a quelli di un qualsiasi viatico exoterico e popolare. E lo scopo delle sue rappresentazioni non è quello di voler soddisfare il gusto di una folla di postulanti. Ogni rappresentazione illustra un particolare frammento di realtà, concepito attraverso un sistema esclusivo d’apprendimento: quello dell’intuizione intellettuale. E per raggiungere l’intuitività è propedeutico l’uso dei simboli (v. Lo Studio dei Simboli), perché, ogni simbolo offre all’occhio consapevole la reminiscenza dell’idea posta a suo fondamento. Affidati ad un meccanismo psichico simile alla memoria riflessa, i significati dell’idea-radice si offrono alla percezione dell’osservatore nel contatto con oggetti sensibili, come simboli e rappresentazioni simboliche. Approfondendo l’interazione tra sé stesso e i significati dell’oggetto osservato, la conoscenza sensibile dell’osservatore finirà per trasformarsi in conoscenza intellettiva. Mentre la conoscenza sensibile è spesso solo istintiva e senza conseguenze precise nella coscienza, quella intellettiva è una forma di conoscenza, cosciente di sé. Una sensibilità sottile e pronta, attraverso l’intuizione intellettuale, a cogliere nell’idea riposta nel simbolo, il riflesso di idee già preesistenti nella propria anima (Platone). Ma tornando al nostro metodo d’indagine, la rappresentazione massonica offre tutti i vantaggi di una visione d’insieme, senza cadere negli svantaggi di una visione troppo specifica e particolare, che finirebbe per offuscare il senso generale dell’opera. Il ricercatore, infatti, consapevole che nessun frammento interpretativo può essere considerato esauriente, non cade nel particolarismo della singolarità, ma cerca il senso d’ogni argomento (biblico, alchemico, ermetico, rosacruciano, templare, ecc.) da sommare nella visione di un’unica sintesi. Una visione che la Piramide massonica, nella sua interezza, rende visibile mostrando un canone che, altrimenti, resterebbe inficiato dalla singolarità del frammento. Contrario ad ogni specializzazione che comporti una frammentazione di una realtà iniziatica, che ritiene univoca ed inseparabile, l’iniziato sa anche che niente e nessuno è mai come appare. Allora s’immerge nella profondità enigmatica di ogni forma ed espressione, alla ricerca di significati che non sono andati perduti, ma solo abbandonati e, perciò, dimenticati. Poiché nessun seme va mai del tutto perduto, ogni pensiero può essere ricostruito, se si capisce che ogni principio umano può sempre essere ritrovato nel seno all’umanità. Non meravigli, allora, se andare alla ricerca di significati perduti, più che una ricerca sembrerà un lavoro di scavo interiore. Una sorta di archeologia psichica, che affondando nella memoria del simbolo finisce per riflettersi nella sfera emotiva, psichica e spirituale di un ricercatore, capace, però, di non arrestarsi nemmeno d’innanzi ai propri limiti pur di raggiungere la verità che cerca. |