La Sacralizzazione dell’Opera massonica – Il “peccato originale” di ogni iniziando
La chiave di volta di ogni struttura, anche profana, è l’ideale attorno a cui questa è stata costruita, e questo ideale, di solito, è racchiuso in un motto o nella sintesi di una parola.
Molti pensieri immaginari hanno assunto una forma utopica. Poi, se quei pensieri sono rimasti a livello d’astrazione e sono divenuti ideali, altri invece si sono materializzati in progetto.
Ogni progetto umano, dunque, all’origine è un’utopia ed è compito di chi li recepisce, far sì che l’utopia diventi realtà. Solo l’incapacità, l’incostanza o la disattenzione può far sì che l’utopia, resti una forma ideale o una forma irrealizzata.
La Sacralizzazione dell’Opera massonica – Il “peccato originale” di ogni iniziando La Sacralizzazione dell’Opera massonica a Benefizio dell’Umanitàla grande Utopia del III MillennioNelle parti precedenti di questo breve compendio non si è parlato d’iniziazione ma piuttosto del diritto all’iniziazione e dei benefici che questo comporta. È stato ricordato come si siano sottratte all’Ordinamento iniziatico le conoscenze ch’erano parte di uno stesso ed unico insegnamento, e come dallo smembramento di un’unica “via di saggezza”, accessibile a pochi, siano sorti diversi “sentieri di conoscenza” accessibili a molti. Ma, ora, è prematuro valutare i risultati ottenuti da questa volgarizzazione. Fatto è, che quanto è stato suddiviso in più parti – come la filosofia, la scienza e la religione – appare diviso in frammenti incomprensibili d’uno stesso pensiero, difficilmente intelligibile. Operare la riunificazione dei diversi “sentieri” e farli riconfluire in un’unica “via di conoscenza”, è lo scopo iniziatico attuale, che si avvale dello strumento dell’analisi esoterica. Si è, infine, illustrata la tesi di un diritto all’iniziazione che dovrebbe rivolgersi ad Uomini e Donne. Diritto che, per molti, ha un suo fondamento iniziatico ed una sua logica energetica. Pur considerando ambedue le grandi ripartizioni in cui sono state suddivise le iniziazioni minori: la misteriosofica e la devozionale, si è pur sempre rimasti in un ragionamento sì iniziatico, ma ristretto. Affermare, però, di volere il «bene comune» o di lavorare a «beneficio dell’umanità» esclude, a mio avviso, che questo possa avvenire ad esclusivo beneficio di quelle pur grandi ripartizioni iniziatiche. Allora, è possibile che sia proprio l’indagine esoterica a fornirci una chiave di lettura di un’ideale, che seppure antico è pur sempre vividamente attuale. Per rispettare i Canoni della muratoria, si dovrebbero analizzare le chiavi di volta su cui poggia la forma etica di molte Comunità. Giungendo via via, a focalizzare la propria attenzione sulla chiave desiderata. La chiave di volta di ogni struttura, anche profana, è l’ideale attorno a cui questa è stata costruita, e questo ideale, di solito, è racchiuso in un motto o nella sintesi di una parola. Ricorrono frequentemente termini come: amore, bene, saggezza e fratellanza ai quali, nel caso di Comunità iniziatiche, vengono aggiunti dei rafforzativi iperbolici come: planetaria, universale, cosmico, divino e così via. Molti pensieri immaginari hanno assunto una forma utopica. Poi, se quei pensieri sono rimasti a livello d’astrazione e sono divenuti ideali, altri invece si sono materializzati in progetto. Ogni progetto umano, dunque, all’origine è un’utopia ed è compito di chi li recepisce, far sì che l’utopia diventi realtà. Solo l’incapacità, l’incostanza o la disattenzione può far sì che l’utopia, resti una forma ideale o una forma irrealizzata. A fondamento di ogni grande ideale vi è sempre una grande utopia che attende una forma che la possa esprimere. L’astrazione di un progetto può materializzarsi in una realtà. E che questo possa avvenire dipende dalla capacità dei “costruttori”, che dovranno avere una chiara visione della meta da raggiungere e di come la si possa edificare. Inoltre, la realizzazione di un’utopia è un’azione che sottopone a crisi continue la capacità creativa di una mente. Questa, però, non deve mai raggiungere il punto critico, perché, la rottura segnerebbe il fallimento dell’opera. La crisi di tensione nei “costruttori” ha sempre segnato la caduta dell’ideale ed il fallimento dell’opera. Anche se la storia ci rammenta come possa esistere l’utopia dell’utopia. Infatti, alcune strutture hanno preso forma proprio attorno all’irrealizzazione del proprio ideale e così, al posto della propria non realizzazione, è rimasta solo la memoria dell’originaria utopia. Un esempio ne sono certe religioni popolari, che hanno posto al proprio centro il culto di un’utopia piuttosto che la critica alla propria incapacità di realizzarne l’essenza. Anche nella radice massonica è riposta un’utopia racchiusa nella frase rituale che afferma come: «l’opera di ogni massone sia volta a Benefizio dell’Umanità». Asserire di voler operare per il bene dell’intera umanità è una forma ideale con cui la Massoneria afferma un’utopia che, però, almeno in parte può essere realizzata. E per capire come può essere utile l’analisi esoterica. Per il grande Iniziato la vera Opera di sacralizzazione è quella della materia che, con pochi tratti, potrebbe essere così descritta. L’Iniziato maggiore, usando e raffinando sé stesso eleva ed emancipa la materia dei quatto elementi di Natura che sono, ricordandoli brevemente: terra – corpo fisico e pulsioni; acqua – emozioni e parole; aria – pensiero ed azioni; fuoco – spirito. Quindi, l’iniziato emancipando sé stesso emancipa anche la Mater Materia planetaria (la vera Vedova) di cui è composto. Nutrendosi con i prodotti materiali del pianeta, egli li converte in pensieri ed emozioni sempre più raffinate. E con queste azioni ed emozioni l’iniziato riempie lo spazio materiale. Gli elementi di questo tema, a cui abbiamo appena accennato, sono idee che non competono al nostro attuale percorso speculativo che mira, invece, a realizzare una meta più prossima e concreta, cioè quella di fornire la tesi per “un buon inizio” all’Opera iniziatica. Il “peccato originale” di ogni iniziandoNell’allegoria iniziatica la luce è il simbolo della verità ed il colore bianco ne è la manifestazione, mentre il colore nero è la sua contraddizione, come l’illusione è il riflesso dell’inganno. Quindi, mentre la vita dell’iniziato si batte sul bivio tra verità ed inganno la sua etica cerca la scissione tra essere (essenza) ed apparire (sostanza). Ma, la tensione che sorge in ogni iniziando verso il vero, il bianco e la luce è macchiata da un’ombra, originata dall’impronta culturale del proprio passato. Illusioni, apparenze, ignoranze e superstizioni sono tutti ingredienti lunari comuni alle culture profane, che gli adepti «levigando la superficie della propria Pietra interiore» (la personalità), dovranno trasmutare nella loro controparte solare. Questa lunga opera di trasmutazione è la via iniziatica. Se ne deduce, che ogni aspirante, per questa macchia, parte da una posizione emotivamente di svantaggio rispetto a ciò che “potrebbe essere” iniziando da quella, che si può definire, una rivoluzione (nel senso astronomico) del proprio cielo interiore. La frase testé citata, e cioè, che si potrebbe partire cominciando da una posizione interiore più consona di quella profana, racchiude tutto il senso della realizzazione pratica dell’utopia massonica. E la chiave di volta dell’edifico speculativo sta nel termine: educare o educazione. È inconfutabile che se si partisse da una posizione educativa, non compromessa o meglio, non devastata dall’irruzione dei modelli profani, la fatica dell’adepto sarebbe assai minore. L’utopia massonica potrebbe rispondere positivamente a quest’aspettativa iniziando, e non solo simbolicamente Uomini e Donne. La Massoneria, quindi, potrebbe formare iniziati che sarebbero poi Padri e Madri. Così che i loro figli non siano più “colpiti” direttamente dal caos dei modelli profani. Iniziati padri e madri opererebbero contestualmente una selezione educativa tra i migliori modelli ed i loro linguaggi, che lascerebbe partire (Libertà di scelta) i propri figli da una soglia di scienza e coscienza più avanzata. Il “male” che segna l’origine d’ogni iniziato sarebbe così adombrato, il cui percorso diventerebbe, allora, più lungo, profondo ed ampio di quello che è possibile percorrere attualmente ad un adepto che parte dallo sfavorevole livello “cosiddetto” normale. Nel III Millennio, l’educazione iniziatica di Uomini e Donne potrebbe essere la sfida all’utopia di operare a Benefizio dell’Umanità. Avverrebbe allora, che la Massoneria materializzerebbe nella Sua Opera un elemento di sacralizzazione. Allora, sarà nostro compito affrontare l’argomento in una nuova ottica. Nella visione di una ritrovata Sacralizzazione dell’Opera iniziatica della Massoneria. |