Funzioni di un Maestro

Letture d'EsoterismoL’insegnamento è indispensabile. E ce ne sono di diverso livello. E dipendono dalla capacità d’interazione tra allievo e maestro (ponte di empatia chiamato “sintonia mentale”). I ruoli, direi, sono imprescindibili. La capacità dell’allievo non sta nell’eseguire comandamenti (non è un cane da ammaestrare) ma quella di porre le giuste domande, rispondendo alle quali, il maestro può trasmettere l’insegnamento, trasmettendo se stesso.

Funzioni di un Maestro

di Athos A. Altomonte

Imparare senza parole

Che «il tempo è il denaro dell’anima» è una di quelle perle d’insegnamento che ti aprono la coscienza. Se ne potrebbero citare centinaia, con il rischio di annoiare i più pragmatici.

Ma la realtà non è solo prassi, è anche un fenomeno sottile e per lo più sconosciuto. Ed è in quella realtà sottile che tempo fa decisi d’indirizzare le mie energie. So di essere stato pesato, misurato, ed accettato in un insegnamento in cui spesso le parole non servono. Ed è questa la parte speciale che vorrei condividere.

A chi vive nella prolissità, è difficile immaginare come oltre un certo livello un maestro non insegna con le parole ma con i gesti. La mimica è la rappresentazione psicodrammatica di una “sintesi mentale”, una forma di precipitato psichico capace di aprire la mente più di mille parole.

Un sistema d’insegnamento poco conosciuto, ma a dir poco affascinante.

Funzione di un vero maestro è sostituire l’anima dell’allievo

L’insegnamento è indispensabile. E ce ne sono di diverso livello. E dipendono dalla capacità d’interazione tra allievo e maestro (ponte di empatia chiamato “sintonia mentale”). I ruoli, direi, sono imprescindibili. La capacità dell’allievo non sta nell’eseguire comandamenti (non è un cane da ammaestrare) ma quella di porre le giuste domande, rispondendo alle quali, il maestro può trasmettere l’insegnamento, trasmettendo se stesso (v. «il Pane della Conoscenza»).

Riferendosi alla metafora del “maestro che va ucciso” (in passato usavano parole forti perchè gli uditori avevano una sensibilità parecchio più ottusa di oggi), direi che quello da “uccidere” è il ricordo della parte incarnata. La parte immanente, l’immagine fisica e la personalità, onde evitare di farne un “oggetto” di adorazione come fanno, invece, i temperamenti devozionali nei culti popolari. “Uccidendo” l’immanenza si esalta la trascendenza, ch’è l’essenza spirituale e la sostanza intellettuale che il maestro trasmette con il suo insegnamento. A rafforzare questo concetto, sta che ogni filosofia o mistica hanno sempre rappresentato la trasmissione iniziatica sotto forma di dialogo tra un maggiore (maestro) ed un minore (discepolo). Questo conclude la forma exoterica della trasmissione iniziatica.

Il dialogo interiore, un aspetto occulto dell’insegnamento iniziatico

Molti hanno sentito parlare di insegnamento occulto. Antichi iniziati l’hanno scoperto e tramandato nei loro misteri. Da allora molti l’hanno cercato nei posti più bizzarri, pochi sono arrivati a capire che l’occulto è la parte “non in vista” di noi stessi, con cui è possibile collegarsi attraverso una forma assai particolare di dialogo interiore.

Nei “misteri” questa forma di dialogo non è più quella «da uomo a uomo», ma tra uomo e divinità. La moltitudine cerca la divinità “fuori”, ma non la trova. L’iniziato può trovarla, perchè la cerca dentro sé stesso. Guardando al proprio “cielo interiore” (cupola o volta di coscienza), l’iniziato trova quel frammento di Dio che lo presiede, che Platone chiamò «monade». La monade è l’energia spirituale. È il “sole” ch’è dentro ogni uomo e donna. La coscienza spirituale, che riflette l’anima, “comunica” con l’espressione fisica, ma non avviene il contrario, finché il frammento di coscienza inferiore (ragione fisica) non abbia trovato la forza per iniziare il processo di reintegrazione (Alchimia mentale).

Sapere per contatto

A che serve un maestro, allora? Arrivati sin qui, la risposta non è difficile. La sua funzione, come lui sa benissimo, è quella di sostituire la guida della coscienza sottile. Un vero maestro non lavora per sé, ma per aiutare l’allievo a costruirsi il collegamento (Arco Reale) con la coscienza dell’anima. Una volta che la coscienza dell’anima “raggiunge” la mente fisica (v. Massoneria, iniziazione al 3° grado), l’iniziato non ha più bisogno di guide esterne, e da inizio alla propria opera, ch’è la stessa che l’anima si era prefissa. Qui andrebbero considerati fattori, estremamente significativi, di cui per il momento non possiamo parlare.

Un accenno doveroso, va fatto a cosa nasce dal collegamento tra la personalità (v. identità fisica) e l’Ego superiore (v. identità sottile). Il “loro” collegamento dà inizio a quel dialogo interiore che frutta la cosiddetta “conoscenza per contatto”. Che in parole semplici significa che, nel contatto tra identità fisica ed identità sottile, avviene quel “travaso” d’informazioni noto come insegnamento occulto.

Uno scambio che non è una futile forma d’impreziosimento intellettuale, ma serve a congiungere il destino dell’iniziato a quello dell’anima. Perchè solo questo li restituisce al progetto del “gruppo elettivo” costituito da altre anime “affini”. Gruppo ch’è il vero eggregore dell’Iniziato.

Queste informazioni possono aprire panorami utili a chi aspira al ramo operativo dell’iniziazione. Solo che per illustrare l’effetto dominio che segue l’iniziazione reale sarebbe più appropriato usare la geometria, la matematica e, soprattutto, la conoscenza delle forme sonore e dei loro colori.

Si entrerebbe, così, in un ambiente intellettualmente davvero esaltante, dove nuovi compagni di viaggio sono sempre benvenuti.

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