«Non c’è miglior cristiano del cristiano di Linguadoca»

Domande e RisposteCredo che “il Cristo” sia un simbolo universale, un modello operativo, poiché ciascuno di noi può essere “un Cristo”?

«Non c’è miglior cristiano del cristiano di Linguadoca»

di Athos A. Altomonte

D: Credo che “il Cristo” sia un simbolo universale, un modello operativo, poiché ciascuno di noi può essere “un Cristo”? A.

R: I sistemi iniziatici intimisti associano al termine “cristico” l’accensione del centro cardiaco, per l’apparizione di energia spirituale in quel punto, deputato al contatto (ponte) con l’anima. L’anima riflette nella coscienza fisica l’aspetto spirituale, che Platone chiamò monade.

È la monade, o in qualsiasi modo si voglia chiamare l’aspetto spirituale, a renderci “ad immagine e somiglianza di Dio”. Gesù affermava di essere «Figlio dell’Uomo», ed intendeva nella veste materiale, e Figlio di Dio, nella veste spirituale.

Questo mi ricorda un altro simbolismo, quello di «Figlio della vedova», dove la vedova è la Madre materia priva di spiritualità ed i suoi figli sono coloro rivestiti dai corpi fisici. Che diventano «Figli della Luce», quando la coscienza “s’impregna” dell’afflato spirituale (sostanza del Padre).

La metafora si ripete nella ri-nascita interiore del Maestro Hiram, che simboleggia la rinascita spirituale in terra dell’iniziato (reale), che può alfine, esclamare «l’immortalità mi è nota».

Come scrivi, il “Regno di Dio” (come l’illuminazione) va ricercato e trovato in noi stessi, e questo è perfettamente in linea con la visione della gnosi mistica*, di cui (in occidente) Gesù è stato il precursore. Da qui parte la ricerca di chi vuole capire dove è stato iniziato Gesù nei primi 30 anni, visto che nella terra di origine di lui non vi è traccia.

Se gli evangelisti furono iniziati, non lo furono in senso completo. Per loro stessa ammissione furono strumenti del fuoco cristico, quindi “messaggeri”. E questo, nel senso evolutivo della coscienza, non è la stessa cosa d’essere Iniziati. Il lavoro svolto dagli evangelisti fu importante, anche di quelli censurati dalla politica, ma Gesù il Nazareno (nazareni erano i guaritori tra gli Esseni) fu un Iniziato per “aver sviluppato una coscienza cristica” e non per gli insegnamenti che andava divulgando per noi, ciechi di spirito.

Per intenderne le profonde implicazioni delle parole “iniziazione reale ed Iniziato” occorrerebbe analizzare i loro diversi gradi di capacità e d’intenti. Purtroppo parlare di iniziazione reale non piace a chi sceglie la brevità dell’iniziazione virtuale.

Tornando ai vangeli (mi domando, intanto, perchè ci si rivolga solo a quelli graditi dalla chiesa cattolica), trovo che il brano più attinente a quel che affermi sul “regno interiore”, sia l’appello che fa Gesù il Nazareno (non di Nazareth), che riporto a braccio: “quando volete pregare il Padre vostro, non ponetevi ai crocicchi indossando le vostre vesti più belle, ma scendete nella vostra camera segreta, e lì udirete la sua voce”.

Parola più, parola meno, comunque il significato è univoco: Dio si prega scendendo nel cuore, ch’è la stanza più segreta. Quindi, ne traggo l’insegnamento che la vera via indicata da Gesù è di natura interiore; non in forma exoterica, fatta di vesti e di culti esteriori. E non arrivare a capire questo insegnamento significa allontanarsi dai canoni del cristianesimo, per avvicinarsi al cattolicesimo, che del cristianesimo ha fatto un uso politico. Un piccola prova? Gesù impronta il suo insegnamento su principi come “amore, grazia e perdono” e non attinge la sua forza dalla “paura” per le punizioni del peccato, segnando la differenza tra un Dio di amore ed un Dio di collera.

Anche se ho dovuto cimentarmi in un sentiero diverso da quello del misticismo, tutto mi fa credere che la genuina tradizione mistica sia quello della via interiore, ovvero, lo gnosticismo spirituale, a cui tendevano, forse imperfettamente, i catari.

A tale proposito, così introducevo un saggio che ho scritto sulla “Crociata contro gli Albigesi”:

“L’Ordine Templare non prese parte alla crociata contro gli Albigesi, anzi, li protesse e nessuno poté mai raggiungerli nei territori della loro giurisdizione. Il signore Bertrand de Blanchefort, Gran Maestro dell’Ordine del Tempio (1153-1170), come il suo predecessore Andrè de Montbard, non nascose mai la sua simpatia verso i Catari. Nella frase di Bernardo di Chiaravalle «…non c’è miglior cristiano del cristiano di Linguadoca» traspare la convergenza col pensiero cataro…”.

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* Gnosticismo – Sistema di filosofia religiosa i cui adepti pretendevano di avere una conoscenza totale e privilegiata della divinità. Lo gnostico pretende di avere per dono immediato la conoscenza in sé, vale a dire il sapere totale e assoluto, che consente di risolvere tutti i problemi relativi alla divinità, all’uomo e al mondo.

Si tratta di una conoscenza essenzialmente intuitiva, ottenuta per illuminazione improvvisa e definitiva, riservata solo ad alcuni iniziati e apportatrice di salvezza. Solo da questa conoscenza l’individuo può essere salvato, e non dalla fede o dalle opere.

Non esiste in verità nella storia lo g., ma tante e diverse forme di gnosi. Lo g. cristiano ha avuto innumerevoli ramificazioni proprio ai primordi del cristianesimo: si ebbero gruppi legati a un fondatore (Simon Mago, Basilide, Carpocrate, Valentino, ecc.), oppure sette designate da un nome collettivo (ofiti, nicolaiti, cainiti, ecc.). Accanto a questo g. eterodosso bisogna ricordare la gnosi cristiana «ortodossa» esposta da Origene.

Si può parlare anche di uno g. ebraico (Filone Alessandrino, la cabala), di uno g. islamico (teosofi ismailiti e drusi). Ci sono correnti di ispirazione gnostica perfino nell’induismo e nel buddhismo. Fino al 1946 gli scritti degli gnostici erano noti solo attraverso le citazioni di sant’Ireneo. In quell’ anno fu scoperta presso Nağ Hammadi, nell’Alto Egitto, una vera e propria biblioteca di scritti gnostici ed ermetici.

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