Solstizio d’estate, festa della Luce

MassoneriaNoi sappiamo che il termine Luce, si presta ad essere interpretato sotto molti aspetti, quali creatività, saggezza, bellezza, intuizione, calore, amore, attrazione magnetica, conoscenza. In ogni caso, un insieme di virtù che potremmo definire l’unità di misura del progresso reale di ogni uomo nella scala iniziatica, che è poi espressione del proprio sviluppo coscienziale.

Solstizio d’estate, festa della Luce

di Adriano Nardi

L’appuntamento ciclico con i solstizi, invernale ed estivo, per la Massoneria costituisce un’importante armonizzazione al ritmo del gran rituale di Natura, dettato dal moto apparente del sole, che generosamente e senza distinzione irradia e vivifica ogni forma dei quattro regni. Gli equinozi costituiscono anch’essi due punti focali di questo rituale, ma la peculiarità dei solstizi è rappresentata dalla sostanziale “inversione di tendenza” per ciò che concerne l’irradiazione solare sul nostro pianeta.

Questi momenti astronomici sono per la libera muratoria “feste della Luce”, quell’energia primaria a cui dedicheremo alcune considerazioni.

Occorre una premessa. È interessante notare quanto la Massoneria sia permeata di simboli e riferimenti “religiosi” o per meglio dire, riconducibili alla tradizione mistica. Essa infatti, dedica le cerimonie dei solstizi ai santi Giovanni, l’Evangelista ed il Battista.

Tuttavia «…non è chiaro come un’Istituzione che si ritiene “figliata” dall’antico Ordinamento misterico (v. Misteri mediterranei), abbia potuto mescolare la spiritualità astratta con un palese romanticismo religioso. E confondere le rappresentazioni di un culto esteriore, con i principi interiori dell’illuminazione spirituale. Sulla differenza tra la manifestazione di una devozione esteriore e la realizzazione interiore del principio spirituale, ogni ricercatore giunge ad una propria conclusione. Che non serve discutere, perché frutto di libero convincimento, che ad ogni modo va rispettato .» (vedi Religiosità massonica. Aspetto di una realtà palese )

Ci si potrebbe domandare, allora, perché un ordine misteriosofico, che non è certo privo di significativi riferimenti filosofici e simbolici, debba attingere a rappresentazioni proprie dell’ordinamento mistico? Forse che i due ambiti, siano rappresentativi delle due “Vie” essenziali a cogliere l’unica Verità che li ha generati?

Ma ci allontaneremmo dal tema oggetto; perciò lasciamo chi fosse interessato a sviluppare queste riflessioni, l’opportunità di un altro momento.

Giovanni Evangelista, al quale è dedicato il solstizio d’inverno, è indicativo non tanto di una persona fisica, quanto del più esoterico degli scritti riconosciuti dal canone, come testimonianza della scuola “giovannea”. Tra gli storici, sembra ormai prevalere l’idea che i nomi usati per indicare i Vangeli non corrispondano a persone fisiche, ma a scuole di pensiero dottrinale.

Una lettura, quella attribuita a Giovanni, che mette in risalto l’origine divina del Figlio, in una insondabile eternità, così come annuncia la frase: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio…». Il concetto di preesistenza è alla base della testimonianza resa dal Vangelo di Giovanni.

Il solstizio d’estate è invece dedicato ad una figura ben precisa: Giovanni detto il Battista, così chiamato perché reintrodusse il battesimo, un antico rito ebraico di purificazione attraverso l’acqua.

Il Battista era un profeta, che annunciò l’arrivo imminente del regno di Dio.

Legare questi due momenti dell’anno, quello invernale – con il minor grado d’irradiazione solare – a Giovanni Evangelista, colui che simbolicamente guarda all’Origine di quella Luce spirituale, e quello estivo – con il maggior grado d’irradiazione solare – a Giovanni Battista, colui che annuncia e profetizza l’avvento futuro della Luce divina, è l’insegnamento che la tradizione massonica ha ritenuto utile velare nella simbologia dei suoi rituali.

La Luce, allora, è il simbolo al centro di questa ricorrenza.

Noi sappiamo che il termine Luce, si presta ad essere interpretato sotto molti aspetti, quali creatività, saggezza, bellezza, intuizione, calore, amore, attrazione magnetica, conoscenza. In ogni caso, un insieme di virtù che potremmo definire l’unità di misura del progresso reale di ogni uomo nella scala iniziatica, che è poi espressione del proprio sviluppo coscienziale. In realtà stiamo parlando di Cultura, che non va confusa con erudizione. Cultura, è molto di più, è il culto della Luce.

Un antico precetto recita che «ogni forma è il simbolo della realtà che la produce», ed il simbolo è una forma, un contenitore al pari di un tempio, di una cattedrale, di un libro; ed ogni forma è femminile e ricettiva, uno spazio che accoglie. Ogni simbolo si qualifica dalla luce che contiene, la propria natura solare, ma il contenuto è limitato dalla capacità di chi l’osserva.

Anche l’uomo, simbolo vivente, nella sua realtà triplice, di forma, coscienza e spirito, è qualificato dal grado di Luce che sa esprimere. Questa realtà è ricordata dai colori dei paramenti che caratterizzano i gradi e non solo quelli massonici. Infatti i colori dei paramenti, ricordano a chi ancora iniziato non è, la qualità luminosa, nel senso di vibrazione della sfera psichica e spirituale, che quel grado o funzione dovrebbero esprimere. L’Iniziato che incarna le qualità che gioielli e paramenti ricordano, sarà in grado di vivificarli con i suoi pensieri, le sue azioni e le sue parole. In altri termini egli è ciò che rappresenta.

La Luce è quindi l’energia che ogni forma è capace d’irradiare, l’essenza spirituale che manifestandosi la qualifica. L’assenza di Luce, prodotto della coscienza spirituale, lascia l’uomo nella tenebra, nell’oscurità, tanto che l’Insegnamento definisce il sé inferiore ancora privo di quella coscienza, un’ombra. Quelle che Giordano Bruno definiva “ombre delle idee”, l’uomo non consapevole dell’Idea che lo ha generato e che lo Anima. E proprio come ombre si muovono gli uomini nel labirinto del mondo di caos.

Il concetto d’illuminazione è al centro d’ogni lavoro nel Tempio.

Non dimentichiamo che è la richiesta del postulante che dalle tenebre, in cui ha vagato fino a quel momento nel mondo profano, una volta trovata la porta alla quale bussare, chiede “luce”. Inizialmente sarà una “mezza-luce”, per poi diventare con il proprio lavoro trasmutativo, “luce piena”.

Queste espressioni sono l’allegoria di precisi livelli coscienziali nel viaggio tra le Tenebre (l’ignoranza e l’errore profano) e la Luce (la saggezza iniziatica), simboleggiata quest’ultima dalla figura del Maestro di tutti i maestri, Hiram, simbolo-vivente della spiritualità iniziatica che si volge verso l’Umanità, per stimolarne ed accelerarne la progressione della linea evolutiva.

La Massoneria è un Ordine Cerimoniale che ha come scopo l’iniziazione, che è poi una successione di tante piccole illuminazioni. Ed ogni ambito in cui si svolge un’attività in comunione e cooperazione, che abbia come obiettivo l’illuminazione è un “Istituto di Cultura”, dove per Cultura intendiamo il culto di Ur, il fuoco che ha dato origine alla civiltà.

Fuoco che noi rievocheremo fisicamente questa sera, come nostro tributo al simbolo della Luce.

Un fuoco purificatore che prepara al rinnovamento di sé stessi, purificatore come il rito praticato dal Battista, che annunciò la venuta di Colui che avrebbe battezzato non con l’acqua ma con il fuoco dello Spirito.

Il fuoco che brucia le vecchie forme, un fuoco che distruggendo, crea. Perché il ciclo di morte e rinascita è alla base di ogni rinnovamento. Questo è vero in ogni regno, incluso quello spirituale. Rinascere da vivi a nuova vita, la vita di chi permeato dalla luce del proprio sole interiore è riuscito ad illuminare la propria coscienza e divenire così un punto di luce irradiante tra gli uomini, attraverso i propri pensieri, gesti e parole; un portatore di luce vitale.

Nulla resiste al Fuoco che trasmuta, che tutto purifica e nulla chiede. Percepire ed applicare alla vita l’elemento fuoco, che nutre il seme dello spirito e tutto abbraccia, è possibile per chiunque sia determinato a purificare i propri pensieri, e individuati i propri difetti principali li sacrifichi sul fuoco dello sforzo ardente.

Il fuoco è volontà, ardore, rinnovamento, ed esprime la continua possibilità di creare distruggendo le vecchie forme che tendono alla cristallizzazione, in altri termini alla morte. E cosa è più insidioso alla crescita e al proprio sviluppo, dell’abitudine e della routine, che trasmette quell’illusorio senso di sicurezza per il “già noto”?

Iniziazione al contrario significa essere introdotti al nuovo, vivere un nuovo inizio.

In questa ciclicità si cresce, con una tensione continua, rinnovata di anno in anno sulla base dell’esperienza acquisita, pronti ad immergersi di nuovo nella “propria stanza segreta”, dove poter riconoscere quella voce interiore che guida ed istruisce.

Questo pulsare ritmico, è il respiro riconoscibile nei piccoli e nei grandi cicli, che in quello annuale conduce, dalla fase d’interiorizzazione coincidente con il solstizio d’inverno, alla luce della consapevolezza di quello estivo, dove può aver inizio l’azione dell’uomo rinnovato ad un nuovo sapere.

Con la consapevolezza che Fuoco e Luce portano con sé responsabilità, dal momento che ogni singolo pensiero oscura o rischiara lo spazio.

«La Luce è per chiunque, ma bisogna desiderarla».

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