Imago Templi / 2.2

MassoneriaIl Labirinto nella tradizione esoterica – La quadratura del tempio – Alcuni esempi muratorii di quadrati e quadrilunghi

Sul piano orizzontale di «Chaos», la Ragione ingannata dai suoi stessi sensi, si trova a dover traversare un Piano Mentale che le appare Reale ed Infinito, ma che in realtà è frutto di un proprio inganno ed illusione.
Questo momento è conosciuto dalla Tradizione, come il Labirinto, e segna nella vita interiore dell’Apprendista il passaggio dal proprio Pavimento, di comprensione personale e separativa, al Pavimento del Tempio dove, grazie ai Sistemi ed alle Guide i sentieri divengono regolari e conoscibili, vere Vie di Scienza Iniziatica.

Imago Templi / Libro II

di Athos A. Altomonte

Sommario: Il Labirinto nella tradizione esotericaLa quadratura del tempioAlcuni esempi muratorii di quadrati e quadrilunghi

Il Labirinto nella tradizione esoterica

Sul piano orizzontale di «Chaos», la Ragione ingannata dai suoi stessi sensi, si trova a dover traversare un Piano Mentale che le appare Reale ed Infinito, ma che in realtà è frutto di un proprio inganno ed illusione.

Questo momento è conosciuto dalla Tradizione, come il Labirinto, e segna nella vita interiore dell’Apprendista il passaggio dal proprio Pavimento, di comprensione personale e separativa, al Pavimento del Tempio dove, grazie ai Sistemi ed alle Guide i sentieri divengono regolari e conoscibili, vere Vie di Scienza Iniziatica.

Il Labirinto di Chaos si distingue dalla regolarità del Pavimento del Tempio, per una nota fondamentale.

Tutto nel Labirinto è inganno e timore per la Ragione che non possiede la Virtù di Discriminare (simbolicamente che non possiede la Luce), mentre sui Sentieri del Tempio tutto conduce ad un ampliamento della conoscenza attraverso un Sistema cadenzato, dal Ritmo e dal Ciclo Rituale, che insegna all’Apprendista ancora prima che ne prenda realmente coscienza ad Armonizzare la propria mente con l’Ego, come nel simbolismo del Filo a Piombo attraverso quella ch’è conosciuta come “Solennità” nell’uso del corpo, dei gesti e della parola.

La Personalità s’affaccia al Labirinto di Vita di Chaos, senza altro che sé stessa ed il desiderio d’ottenere qualcosa di mai visto, in premio per la sua capacità.

Una volta entrata nei corridoi sconosciuti ed inconoscibili del Labirinto della Vita, priva d’orizzontamento per i falsi percorsi, ha d’innanzi a sé due possibilità: continuare a contare solo sulle proprie capacità forse sopravvalutandosi, proseguendo così a vagare sperando nella fortuna d’un aiuto esterno ad essa; o più grave, dimenticando perchè si è entrati nella Vita e quale scopo si voleva raggiungere.

In questa seconda condizione si trovano tutti coloro che agitano vagando, il mondo profano, il Mondo di Chaos.

Vengono chiamati dai Saggi, questi Fratelli ciechi intorpiditi e dimentichi, i Prigionieri del Pianeta.

Prendendo come riferimento il Labirinto più celebre per l’occidentale, quello Cretese di Minosse, immediatamente andrà valutato la prima metafora di quel simbolo; che in realtà dal Labirinto non vi è nessuna uscita sul piano orizzontale se non lo stesso ingresso, impossibile da ritrovare.

L’unica vera via d’uscita è al centro, sull’asse verticale, ma ben custodita dal Minotauro, il Guardiano della Soglia della Tradizione Orientale, che rappresenta la fisicità animale custode dei doveri d’ognuno di noi che per la Legge di Causa-Effetto, dobbiamo apprendere ad esaurire compiendoli.

Anche per rispondere alla necessità di “come fare a superare quel Guardiano” è stato fondato questo Gruppo di Lavoro, sarà quindi oggetto d’indagini prolungate e d’approfondimenti, come d’altronde lo saranno tutti quegli argomenti ritenuti necessari alla progressione personale e che scopriremo percorrendo assieme la nostra strada.

Ora vorrei vi soffermaste alle tante indicazioni esoteriche di cui sono permeate le Leggende sul Labirinto, lasciate poi a galleggiare nel tempo, credendo, che qualcuno ne potesse trarre insegnamento e beneficio.

Nel racconto più utile per i suoi dettagli troviamo due personaggi (concetto duale), l’Architetto Costruttore e suo figlio (Triade e Quaternario) alla ricerca di una via di fuga.

L’occasione nasce dalla creazione da parte dell’ Anziano Costruttore e con le proprie mani, di due paia di Ali. Soffermiamoci su questa indicazione fondamentale e scopriremo che le Ali presenti nel Caduceo Ermetico, indicano la Virtù Aerea del Sapere Iniziatico quale unico mezzo per la traslazione verticale.

E così avvenne.

Per il Figlio che non aveva conquistato le Ali con il Lavoro Sapiente delle proprie mani – il Sapere del Maestro Costruttore – poiché le ricevette in dono, dette prova d’un imperizia che condusse alla morte la giovane ed inesperta Personalità.

E questo va anche interpretato come monito ai maestri frettolosi, che possono causare la perdita all’Ordine, del Discepolo.

Concludiamo affermando che per l’uomo, la Via d’uscita dal Labirinto della Vita Profana ed il superamento di tutto ciò che egli rappresenta, sta nell’indirizzo verticale che saprà dare alla propria Mente verso l’Iniziazione, e dall’esperienza che saprà trarre da quest’ultima condizione.

Meritano attenzione anche altre Leggende della Mitologia Greca e non solo di quella, per ciò che realmente rappresentano, come Psicodrammi e contenitori simbolici d’un linguaggio figurato ed arcaico, d’una realtà celata da riscoprire nei propri e più intimi significati.

Eroi quali Teseo e Giasone, evidentemente Iniziati, accettano di compiere una missione per il loro Re (prevalenza della 2da Casta sulle altre 3) e marginalmente anche a beneficio del popolo.

L’Eroe Mitologico sceglie sempre i propri compagni tra i più validi di coloro che mostrano di possedere o impersonificare una Virtù Iniziatica.

Giasone ad esempio costruisce una nave che simboleggia il mezzo che solca, il mondo Acqueo e turbolento dell’Astrale e delle passioni profane, l’illusorio. Ne solca la superficie (rammenta l’attraversamento simbolico del piano orizzontale del Pavimento Iniziatico) per arrivare, dopo una serie di prove che qualificano sia lui che le Virtù Iniziatiche in ognuno dei “suoi” compagni di viaggio, al superamento di sé stessi e del proprio “Destino-Dovere” per mezzo d’un viaggio interiore. Il V.I.T.R.I.O.L. degli Esoteristi Occidentali.

Troviamo sovente nei Miti dell’Eroe Iniziato, l’accettazione d’una missione eroica che oltrepassa il Mondo fisico simboleggiato dal Labirinto o da un Viaggio sulle Acque ed il superamento di Prove di Forza e d’Intelligenza per sé e per i Propri compagni, che rappresentano le Virtù Iniziatiche frammentate nell’Uomo dimentico del Suo vero Sé, l’Ego.

Nell’eroica epopea di Teseo, lo psicodramma si fa un poco più ermetico.

Teseo accetta l’indispensabile aiuto di Arianna, che riconosciamo immediatamente sia esotericamente l’aiuto della sua Anima, tanto quanto Beatrice sarà la Sposa Celeste dell’Eroe Iniziatico Dante.

Chiarito il punto, appare evidente l’allegoria del Filo, che lega Arianna dal di fuori del Labirinto della fisicità a Teseo nell’atto di affrontare il Guardiano della Soglia (vedi). Che esso sia il proprio Io inferiore come sono propenso a credere o sia invece il Destino dell’intero popolo o nazione, non cambia i termini nel messaggio del Mito.

Affinché lo psicodramma rimanesse più a lungo nella memoria del popolo, qui come in altre mitologie, è stata inserita una “nota profana” che coglie però l’effetto di colpire l’immaginario popolare, il tradimento dell’uomo per la donna.

Conclusione questa, se pur esotericamente inattendibile, ove la Personalità abbia ottenuto attraverso il Filo della coscienza (il Ponte, l’Antahkarana della tradizione d’oriente) il contatto, quindi l’aiuto dell’Ego, l’Anima, per ottenere la Vittoria sul proprio Dovere nel Mondo Fisico, raggiunge il fine di rimanere impressa in una mente emotiva e così galleggiare nel mito, sino a che toccherà la mente di chi, sapendola interpretare, potrà restituirle il suo vero significato.

Traversando fortunosamente che sia, il Labirinto del Mondo Profano l’uomo nell’apprendere il concetto di verticalizzazione interiore, giungerà al termine della parte più dolorosa del viaggio” ma che gli varrà l’opportunità di giungere a bussare alla Porta del Tempio.

Lì, troverà Fratelli più Anziani che lo istruiranno e lo solleciteranno ad attraversare un diverso tipo di Piano orizzontale, i Sentieri della Scienza Iniziatica quale Labirinto, questa volta, di comprensione e di saggezza.

Ciò permetterà lui l’accesso, se lo vorrà, alla Vera Visione Verticale, che mena alla Porta interiore dell’Iniziazione.

La quadratura del tempio

La prima operazione che avrà cura di compiere un Maestro Massone al suo ingresso Rituale nel Tempio, sarà di effettuare la Quadratura sul pavimento.

Cosa ciò significhi, è stato sufficientemente trattato nella parte riguardante i Confini del Tempio.

Sarà nostra cura ora riconoscere il come farlo con esattezza.

La responsabilità di curare le deambulazioni sul Pavimento è affidata oltre che alla costante attenzione del Fr. che ricopre l’incarico di M.V. sopratutto al Maestro di Cerimonie.

Il M. di C. guiderà l’ingresso Rituale dei FF. nel Tempio in moto destrorso come tutti i susseguenti movimenti sul Pavimento, mentre l’uscita Rituale sarà sinistrorsa.

Alla ricerca del perché, scopriremo che nella Tradizione, il Moto nel Tempio segue sempre il moto della Croce Mobile, detta anche Croce del Discepolo.

Il simbolo di quella Croce è il segno del moto nel Sole fisico tramandato nella Swastika; simbolo presente nella Tradizione Orientale, quanto in quella Celtico-europea ed in quella Occidentale dei Nativi americani (o Indiani d’America).

In Europa ancora troviamo il medesimo significato esoterico nella Croce di S. Andrea, con il Sole posto all’incrocio delle braccia poste in diagonale tra loro.

Per i ricercatori, vorrei riferire quello che la Cosmogonia Arcaica Scandinava rammenta a proposito di questo segno di moto solare (vedi illustrazione), che chiama il Martello di Thor Volontà Attiva del Logos Solare. Dio del Tuono ed Operaio Celeste, fa sprizzare scintille (elemento Fuoco) battendo sulla Selce (nello Spazio e sulla Materia) e quelle scintille divengono i Mondi del Creato.

“…i Figli di Thor*. Essi portarono con sé Miòlnar**, non come arma di guerra, ma come strumento, col quale consacrare i nuovi Cieli e la Nuova Terra…”

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* i Figli di Thor sono i (6) Costruttori, Figli del Divino Carpentiere (7) (da notare la perfetta aderenza alla simbologia Ebraica della Menorah).

** Miòlnar, è il nome dato al Martello del dio Thor.
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Notiamo come in tutte le Cosmogonie gli strumenti di Potere abbiano un nome proprio a voler indicare come essi siano permeati di vita propria. Questa Tradizione rimase in auge sino ai tempi più recenti delle caste guerriere, nel nominare la Spada (vedi Simbolo della Spada) e questo era uso comune in Oriente come in Occidente.

Consiglio di considerare attentamente le analogie di questa Scandinava, con altre Cosmogonie; le similitudini nei termini e nei numeri risulterà sorprendente.

Citando la Cosmogonia Arcaica esistono due rappresentazioni per la Swastika, quella a rotazione oraria (destrorsa) e quella antioraria (sinistrorsa).

La Swastika a rotazione destrorsa indica Sublimazione o Spiritualizzazione, per cui la Materia è vinta e redenta. Rappresenta inoltre il Ciclo della Spiritualizzazione, ovvero il ritorno alla Casa del Padre.

Ecco la ragione di questo movimento in apertura dei Lavori. L’elevazione dello stato psichico ed energetico dei partecipanti all’Opera di costruzione, verso l’altezza dell’Ideale del G.A.D.U.

Quella contraria e a moto sinistrorso, indica Condensazione o Materializzazione e rappresenta il Ciclo della costruzione delle Forme materiali, il predominio della Materia sullo Spirito.

Questa è la ragione del Moto sinistrorso nell’uscita. Per permettere alle energie evocate dall’ingresso “verticale e destrorso”, “Solare” delle Tre Luci e del Corpo dei Fratelli Dignitari ed Ufficiali, d’infiggersi con “Forza” nel Mondo Fisico, per essere trascinate, volontariamente od involontariamente all’uscita nel Mondo profano, ed il più a lungo possibile.

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Frammento di un dipinto Atzeco del Tempio del Sole. Notare, esternamente il simbolo dell’infinito e dell’eternità. Circoscritte in quello, due simboli del sole. Con il primo a sinistra, il sole cresce, con quello di destra il sole cala decrescendo, sino alla scomparsa nel tramonto.

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Alcuni esempi muratorii, di quadrati e quadrilunghi nelle opere architettoniche dei Templi.

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