Produrre crisi per avanzare

Domande e RisposteNon ci può essere avanzamento senza crisi, come senza crisi non c’è avanzamento.
Avanzare significa rompere uno stato d’inerzia (mentale o coscienziale). Ecco perché il cammino iniziatico è un inanellamento di moto e di crisi, necessari per passare da una sfera di coscienza (lo status quo di: io sono qui, io sono questo) alla seguente (oggi io sono questo, diverso da prima).

Produrre crisi per avanzare

di Athos A. Altomonte

Tra i tanti insegnanti “incerti” Assagioli è senz’altro da annoverare tra quelli “certi”.

Semplificando, la questione può essere racchiusa nel termine di “crisi” (vedi articolo Conoscere gli stati di crisi).

Non ci può essere avanzamento senza crisi, come senza crisi non c’è avanzamento.

Avanzare significa rompere uno stato d’inerzia (mentale o coscienziale). Ecco perché il cammino iniziatico è un inanellamento di moto e di crisi, necessari per passare da una sfera di coscienza (lo status quo di: io sono qui, io sono questo) alla seguente (oggi io sono questo, diverso da prima).

Tempo fa, illustrando questo concetto, feci l’esempio di una locomotiva che traina i vagoni.

La locomotiva (la volontà) che trascina il “treno” di una personalità complessa (i vagoni), offre una chiara metafora della staticità, che per essere interrotta, deve far ricorso al titanico intervento di una spinta interiore (anche per emulazione), ch’è l’Atto di Volontà.

Questo è anche il titolo di un testo fondamentale di Assagioli, dedicato ad una volontà che non ha nulla a che fare con il «mi piace questo, mi piace quello» del confuso aspirante.

Rompere uno stato di quiete, però, comporta una crisi. Che si annulla nel moto.

La crisi, allora, è sintomo dell’avanzamento, del cambiamento che incombe.

Un sintomo necessario, a cui non bisogna sfuggire, anzi, che può essere accelerato, producendo artatamente crisi a crisi. Così da accelerare il proprio processo di cambiamento e di crescita.

Le crisi, però, vanno dosate guidandone l’evoluzione. E questa è la funzione di un istruttore. Spiegare di cosa si tratta, indicando man mano cosa è da ritenere utile e sopportabile individualmente. Suggerendo tempi, cadenze e ritmi, del processo coscienziale, intellettuale ed iniziatico.

Una definizione corretta è quella di un Maestro che disse: l’Iniziazione (reale) è un processo di accelerazione rapida di processi (la via corta e ripida dell’iniziato) che, altrimenti, vengono affrontati lentamente (la via larga della coscienza comune).

Ecco l’eccellenza del binomio Accelerazione (dei processi interiori) e Avanzamento che dobbiamo imparare a riconoscere ed applicare a noi stessi. Senza, peraltro, dimenticare la qualità del processo d’interiorizzazione, ch’è un altro fattore di capitale importanza dell’avanzamento.

Se si partisse dall’applicazione consapevole di questi 3 aspetti (accelerazione, avanzamento, qualità), si sarebbe già a metà dell’Opera.

D: Caro Athos, grazie per la risposta….. Tu indichi però anche la possibilità di produrre volontariamente crisi per accelerare il percorso….. però, quando la sofferenza, la disperazione e il terrore, sono stati così estremamente forti da sopportare per la personalità…

Riguardo a questi periodi di oscillazione, non credo alla possibilità di mantenersi neutrale, che poco ha a che vedere con l’Accettazione consapevole, ma al contrario mi sembra che sia indispensabile prendere parte attiva all’intero processo.

R: Caro amico, per poterti rispondere ho dovuto semplificare il tuo messaggio. Quando scrivevo sulla possibilità di produrre le crisi, non pensavo ad un metodo anarchico né autarchico. Mi riferivo, piuttosto, a quello possibile attraverso la guida di un Fr. esperto, che ci porta ad “incontrare” i nostri fantasmi interiori. Per liberarli e liberarcene, riacquisendo il loro potenziale energetico. Socrate parlava di “dèmoni” (positivi) e “demòni” (negativi). Oggi parliamo di conscio (relativamente stabile), di subconscio (i sotterranei della personalità), e di superconscio (il cielo dentro ogni essere umano).

Sono a conoscenza della grande efficacia dei “sistemi orientali” (Yoga) per conoscere e poi controllare quegli spazi di coscienza. Nonostante ciò, per evitare ogni genere di confusione, continuo a consigliare a tutti i ricercatori di cultura occidentale, d’intraprendere un “cammino guidato” prossimo ai loro concetti e parole di appartenenza. Anche per la sfera occidentale, sono stati approntati sistemi di ricerca interiore (si è parlato della Psicosintesi fondata dal Prof. Roberto Assagioli), altrettanto efficaci di quelli orientali. La crisi è, in fondo, uno strappo emotivo, quindi mentale. È vero che aiuta a crescere e, per così dire, a “bruciare karma” (vedi Legge del Karma), ma sono tecniche che non debbono essere estemporanee. Perché, non conoscendone i meccanismi, si potrebbero ottenere risultati distanti e pericolosi. Faccio un esempio. Quale adulto permetterebbe ad un bambino di giocare con un motoscafo?

La risposta è ovvia, quanto quella di dire di non cercare di produrre crisi “fai da te”.

Per arrivare alle oscillazioni emotive, va da se che l’oscillazione è l’antitesi della stabilità e del controllo emozionale. Quindi, non vedo come si possa negarne l’assoluta indesiderabilità. Inoltre, termini come quiete interiore, autocontrollo e distacco, vanno proprio nella direzione opposta del concetto d’instabilità e d’oscillazione emotiva.

Poi non va dimenticato che il termine «piano emotivo» è la traduzione “dotta” di «piano astrale». E tutti sanno quanto l’astralità sia sinonimo di una bassa evoluzione.

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