Perfezione – Ultimo grado della Massoneria – XIV Grado
Francken Manuscript /XIV grado (prima parte)
a cura di Franco Cenni
PERFEZIONE
ULTIMO GRADO DELLA MASSONERIA
XIV Grado
Premesse
La Loggia dei Grandi Eletti Perfetti e Sublimi Maestri rappresenta una cripta sotterranea, tappezzata di rosso e dispone di numerose colonne color del fuoco. Dietro il presidente, che simbolizza Salomone e che viene chiamato Tre Volte Potente, deve trovarsi una luce, posta dietro uno schermo trasparente e che illumina tutta la Loggia attraverso il Delta; stampate nel suo centro, delle lettere ebraiche che rappresentano il Roveto Ardente.
Inoltre, per ricordare i diversi Gradi della Massoneria, tre luci debbono essere poste vicino al Venerabile Secondo Gran Guardiano, cinque vicino al Venerabile Primo Gran Guardiano, sette debbono essere poste al Mezzogiorno e nove dietro il Tre Volte Potente.
Il Tre Volte Potente siede all’Oriente, sotto un Delta sul quale devono essere dipinte delle rovine. Davanti a lui vi è la base spezzata di una colonna.
Una Loggia di Grandi Eletti Perfetti e Sublimi Maestri comprende obbligatoriamente nove Grandi Ufficiali, ed il numero dei Fratelli non può superare i ventisette. I Grandi Ufficiali sono di- posti come segue:
– il Tre Volte Potente siede all’oriente, sotto un baldacchino, e vicino a lui ed alla sua destra, in assenza del Grande Ispettore o del suo delegato, siede un Fratello che rappresenta Hiram, Re di Tiro;
– alla sinistra del Tre Volte Potente siede il Gran Guardasigilli che rappresenta Galaad, figlio di Sofonia, capo dei Leviti;
– al Settentrione, davanti al Tavolo dei Pani di Proposizione, siede il Gran Tesoriere che rappresenta Guibelum, confidente di Salomone;
– al Mezzogiorno, vicino all’ara dei Profumi, siede il Grande Oratore che rappresenta Abdamon, il Fratello che aveva spiegato i differenti enigmi che Salomone gli aveva proposto e che aveva completamente interpretato i geroglifici scolpiti sui pezzi di marmo trovati nelle antiche rovine del Tempio di Enoch, sul Monte Ancheldama, dopo l’annientamento dei tremila cinquecento sessantotto Maestri presuntuosi;
-al Mezzogiorno, davanti all’ara dei Profumi, siede il Gran Segretario Joabert, uno dei favoriti dei due Re e Segretario Intimo della loro nuova alleanza;
– al Settentrione siede il Gran Maestro delle Cerimonie che rappresenta Stolkin, anche lui favorito di Salomone;
– all’Occidente, siede il Primo Gran Guardiano, che rappresenta Adonhiram, figlio di Abda, principe harodim del Libano che, prima della morte d’Hiram Abif, aveva l’incarico di ispezionare tutti gli operai del Libano e che fu il primo dei sette Maestri Segreti;
– alla sinistra del Primo Gran Guardiano siede il Secondo Gran Guardiano che rappresenta Mohabon, il più zelante dei Maestri della sua epoca e che fu un grande amico d’Hiram Abif;
– tra i due Gran Guardiani, al centro, dal lato dell’Occidente, siede il Capitano delle Guardie, che rappresenta Banaya, o Zerbal, e che assunse questa funzione quando si formò l’alleanza tra i due re di cui Joabert era il Segretario Intimo.
Ognuno dei Grandi Ufficiali in carica deve essere decorato, oltre che dal Gioiello di Perfezione, da un Gioiello che rappresenta il suo Ufficio.
Si debbono avere due Copritori, uno all’interno e l’altro all’esterno del Tempio, incaricati di avvertire i Gran Guardiani di dover lasciare il loro posto.
Tutti i Fratelli debbono essere decorati con il Gioiello di Perfezione. Il Grembiule deve essere foderato e bordato di seta d’un rosso fiammante. Uno stretto nastro blu deve attorniare il bordo del Grembiule. Sulla bavetta ripiegata, deve esserci ricamato o dipinto in oro, il Gioiello dell’Ordine. Sulla parte centrale del Grembiule dev’essere dipinta una pietra cubica con al suo centro un anello.
In occasione di una iniziazione, si mette, sull’ara dei Profumi, un piccolo mastello da muratore in argento ed una cazzuola d’oro nonchè un flacone di olio per l’unzione. Sulla Tavola dei Pani di Proposizione devono trovarsi sette piccole pagnotte, una coppa contenente vino rosso per la libagione ed anche un anello d’oro, che porta la scritta “La Virtù unisce coloro che la morte non potrà separare”. In più, vi si dispongono i Gioielli che saranno consegnati ai candidati.
Apertura
Quando la Loggia è ben preparata e coperta, il Tre Volte Potente Maestro, per preparare i Fratelli all’apertura della Loggia di Perfezione, porrà le seguenti domande:
Tre Volte Potente Maestro: Rispettabilissimo Fratello Gran Guardiano, siamo noi al coperto in questa Volta Sacra?
Primo Gran Guardiano: Illustrissimo e Potentissimo, noi siamo al coperto ed al sicuro.
Tre Volte Potente Maestro: Poiché siamo ben al coperto e siamo al riparo dai profani, miei Carissimi Fratelli, preghiamo il Grande Architetto dell’Universo affinché ci illumini e ci ispiri. Preghiamo!
Tutti mettono allora un ginocchio a terra.
Preghiera
Sovrano Architetto di questo vasto Universo, Tu la cui grande Divinità penetra i più segreti pensieri dei mortali, purifica i nostri cuori con il fuoco sacro del Tuo amore, guidaci e dirigici sul cammino della virtù, proteggi il Tuo adorabile santuario da tutte le empietà e da tutte le profanazioni.
Noi Ti preghiamo affinché ci consacriamo interamente al grande lavoro del nostro perfezionamento, che sarà il premio sufficiente dei nostri viaggi, ed affinchè la pace e la carità ci uniscano strettamente tutti insieme, ed anche perché questa Loggia possa essere una debole immagine della felicità che godranno gli Eletti, nel Regno dei Cieli.
Regalaci uno spirito di santo discernimento, per riconoscere il bene e rifiutare il male, affinchè non siano delusi coloro che vogliono essere segnati dal formidabile zelo di Perfezione.
Infine, fa’ che noi non abbiamo altro scopo che la Tua Gloria e il nostro progresso nelle buone opere, nel regno della Vera Massoneria.
Amen, Amen, Amen! Dio benedica il Re e il nostro Lavoro!”
Dopo questa preghiera, si osserva il silenzio per un paio di minuti. Poi il Tre Volte Potente pone le seguenti domande:
D: Venerabile Fratello Gran Guardiano, chi vi ha condotto qui?
R: Tre Volte Rispettabile e Potente, è l’amore per la Massoneria, i miei Giuramenti e il mio desiderio di Perfezione della Massoneria.
D: Che cosa avete portato qui?
R: Un cuore pieno di zelo per l’amicizia e pieno d’amore per la virtù.
D: Quali sono le qualità atte a permettervi di raggiungerla?
R: Le due prime ci conducono immediatamente alla terza e quando le si sono ben capite, esse ci conducono alla felicità ed alla perfezione.
D: Quale desiderio anima un vero Eletto Perfetto Massone?
R: Spogliare interamente il suo cuore da ogni iniquità, da ogni rancore e da ogni gelosia, per essere sempre pronto a fare il bene ed a non aprire mai la bocca per calunniare o per sminuire il merito di un Fratello.
D: Come vi dovete comportare qui?
R: Con profondo rispetto.
D: Come mai qui il ricco e il povero, il principe e il suddito sono tutti amici e fratelli?
R: Perché vi è qualcosa in questo Delta (e lo indica) qualche cosa che è ripetuto su questo pavimento e nel firmamento e che è più grande di voi.
D: Perché questo Delta è l’oggetto del vostro rispetto?
R: Perché contiene il Nome Sacro della Divinità, conosciuto, riverito ed esaltato sulla Terra come nei Cieli, sotto il nome di Grande Architetto dell’Universo.
D: Che età avete?
R: Tre volte tre, il numero perfetto ottantuno, quando è correttamente stabilito dai nostri calcoli misteriosi.
D: Come potete voi, Fratello mio, dimostrarlo?
R: Sono Perfetto Sublime Massone, le mie prove sono terminate ed è tempo, per me, di raccogliere i frutti del mio Lavoro.
D: Che cosa avete contratto quando siete stato insignito del Grado di Grande Eletto Perfetto e Sublime Massone?
R: Ho contratto una alleanza con la virtù e con gli uomini virtuosi.
D: Quale marchio ne fa fede?
R: Questo anello d’oro, simbolo di purezza.
D: Che ora è?
R: Mezzogiorno pieno.
D: Che cosa intendete per Mezzogiorno pieno?
R: È l’ora in cui il sole saetta i suoi raggi verticalmente in questa Loggia, dove noi lavoriamo a completare la nostra perfezione, il momento per noi di trarne profitto in tutta la sua generosità.
D: Dove trovate i vostri materiali?
R: Nel tesoro della virtù dei perfetti Massoni, accordando regolarmente le mie azioni nel mio cuore per mezzo della Squadra e del Compasso della Divina Saggezza.
D: Dove trovate la Divina Saggezza?
R: Nel cuore di ciascuno dei Fratelli che compongono questa rispettabile Loggia di cui voi siete il sostegno.
Allora il Tre Volte Potente dice:
“È in voi, miei Rispettabilissimi Fratelli, che farò valere i vostri progetti. A questo proposito, mio Venerabile Maestro Primo Guardiano, annunciate che sto per aprire la Loggia dei Grandi Eletti Perfetti e Sublimi Massoni attraverso i numeri misteriosi Tre,Cinque, Sette e Nove.”
Questo annuncio è fatto dal Primo Gran Guardiano. Il Secondo Gran Guardiano batte allora tre colpi, poi il Primo Gran Guardiano cinque colpi ed infine il Tre Volte Potente sette colpi. In seguito, un profondo silenzio regna per un minuto. Il Tre Volte Potente allora ordina:
“All’Ordine, miei Fratelli!”
Il Tre Volte Potente batte poi tre colpi e tutti i Fratelli eseguono il Segno portando la mano destra, dal fianco sinistro a quello destro. Il Tre Volte Potente batte tre nuovi colpi, e tutti i Fratelli eseguono il Secondo Segno portando il dorso della mano destra contro la guancia sinistra, il gomito destro sostenuto dalla mano sinistra, ciò che ricorda l’effetto che ebbe il Roveto Ardente su Mosè sul Monte Sinai quando dovette proteggere i suoi occhi da una luce così intensa che non riusciva a sopportarla.
Il Tre Volte Potente batte poi tre altri colpi, ciò che fa nove in tutto e tutti i Fratelli eseguono allora il terzo Segno, che è il Segno d’Ammirazione, stendendo le loro braccia, e inclinando la testa. Subito dopo portano tre dita della mano destra sulle labbra.
Il Tre Volte Potente dichiara allora:
“Questa Loggia è aperta”.
Saluta la Loggia e ognuno lo saluta di rimando. Essendo la Loggia aperta, i Fratelli coprono il capo e prendono posto. Il Gran Segretario legge il resoconto della Tornata precedente.
Iniziazione
Il candidato deve attendere in una camera vicina al passaggio angusto, rivestito di tutti i decori del Grado precedente. Il Gran Maestro delle Cerimonie gli indica la prima parola di passo, che il candidato deve dare al fratello che vigila alla porta, poi ripete tre volte Shiboleth in una sola aspirazione. Il Fratello allora gli dice
“Passate!”
Al centro del corridoio, il candidato incontra un altro Fratello, che chiede una seconda parola di passo. Il candidato dice:
“Mohabon!”
e il Fratello di nuovo gli dice:
“Passate!”
Il candidato arriva allora alla porta della Volta Sacra dove dà al Fratello di guardia la terza parola Heleneham. Il Maestro delle Cerimonie gli dice allora di bussare alla porta con tre, cinque, sette e nove colpi. Questi colpi sono ripetuti alternativamente dal Secondo Gran Guardiano, dal Primo Gran Guardiano e dal Tre Volte Potente. Questi dice allora:
“Fratello Secondo Guardiano, vedete chi bussa alla porta da Grande Eletto Perfetto e Sublime Massone!”
Il Secondo Gran Guardiano si alza, va verso la porta, la socchiude e chiede:
“Chi va là?”
Il Gran Maestro delle Cerimonie risponde:
“Un Sublime Cavaliere dell’Arco Reale, che aspira alla Perfezione e chiede di essere introdotto sotto la Volta Sacra”.
Il Secondo Gran Guardiano richiude la porta e fa il suo rapporto al Primo Gran Guardiano, che, a sua volta, avvisa il Tre Volte Potente. Questi ordina che il candidato sia introdotto regolarmente.
Quando il candidato penetra nel Tempio, il Maestro delle Cerimonie ed un altro Fratello puntano le loro spade al petto e lo conducono così dal Secondo Gran Guardiano che gli suggerisce di fare il Segno d’Ammirazione girandosi verso il Tre Volte Potente.
Dopo questo, un minuto di silenzio viene osservato, poi il Tre Volte Potente si rivolge al candidato:
D: Che cosa chiedete, Fratello mio?
R: Rispettabilissimo e Potentissimo Gran Maestro, io aspiro alla Perfezione della Massoneria.
D: Consentite voi, Fratelli miei, a che questo nostro Fratello, Cavaliere dell’Arco Reale, sia elevato al Grado di Perfezione?
R: I Fratelli danno il loro consenso alzando la mano destra.
D: Prima di iniziarvi ai sacri misteri della nostra Perfezione, mio caro Fratello, dovrete rispondere a qualche domanda, altrimenti dovrò proporre di rinviarvi.
Fratello, siete voi Libero Massone?
R: Potentissimo, i miei Fratelli mi riconoscono per tale.
D: Allora date il Segno, il Toccamento e la Parola al Secondo Gran Guardiano!
Il candidato esegue.
D: Siete voi Compagno?
R: Si, ho visto la lettera G e conosco la Parola di Passo.
D: Date dunque il Segno, il Toccamento e la Parola al Primo Gran Guardiano!
Il candidato esegue.
D: Siete voi Maestro?
R: L’acacia mi è nota in tutto ciò che cela.
D: Date dunque il Segno, il Toccamento e la Parola al Primo Gran Guardiano!
R: Tubalcain, M. B. N.!
Nel momento in cui il candidato pronuncia la Parola, i Fratelli si alzano e puntano le loro spade verso di lui. Il Tre Volte Potente gli dice:
“Vedete cosa avete fatto: voi avete spaventato i miei Fratelli dicendo questa Parola ad alta voce. Noi siamo sempre pronti a punire chiunque pronunci questa Parola così forte e ad alta voce, per timore che qualche profano o spia [1] l’ascoltino. Ma voi non lo avete fatto con cattiva intenzione, voi non avete premeditato alcun danno e noi vi perdoniamo”.
D: Siete Maestro Segreto?
R: Sono passato dalla Squadra al Compasso, ho visto la Tomba del nostro Rispettabile Maestro Hiram Abif, ed ho versato lacrime sul suo sepolcro.
D: Date dunque il Segno, il Toccamento e la Parola al Primo Gran Guardiano.
Il candidato esegue.
D: Siete Maestro Perfetto?
R: Ho visto i tre cerchi e le tre Squadre e le due Colonne sdraiate a terra che formavano una croce.
D: Date dunque il Segno, il Toccamento e la Parola al Secondo Grande Guardiano.
Il candidato esegue e, mentre pronuncia la Parola Jeva, il Tre Volte Potente e tutti i Fratelli gridano:
“Cosa avete detto?”.
Il Tre Volte Potente prosegue:
“Noi siamo sempre spaventati quando sentiamo pronunciare questa Parola e siamo pronti a mettere a morte chiunque osi pronunciare l’ultima sillaba del Nome Sacro e Misterioso. Veniamo al Sesto Grado”.
D: Siete Segretario Intimo?
R: La mia curiosità è stata soddisfatta, e mi è quasi costata la vita.
D: Date dunque il Segno, il Toccamento e la Parola al Primo Gran Guardiano.
Il candidato esegue.
D: Siete Prevosto e Giudice?
R: Ho reso Giustizia a tutti gli operai senza alcuna distinzione.
D: Date dunque il Segno, il Toccamento e la Parola al Secondo Gran Guardiano.
Il candidato esegue.
D: Siete Intendente degli Edifici?
R: Mi sono arrampicato sui Cinque Gradini della Rettitudine, sono penetrato nella parte più segreta del Tempio, ho visto l’effetto della Grande Luce, attraverso la quale ho intravisto delle lettere ebraiche a me sconosciute.
D: Date dunque il Segno, il Toccamento e la Parola al Primo Gran Guardiano.
Il candidato esegue.
D: Siete Cavaliere Eletto?
R: Una caverna mi ha accolto, una lampada mi ha illuminato ed una sorgente mi ha dissetato.
D: Date dunque il Segno il Toccamento e la Parola al Secondo Gran Guardiano.
Il candidato esegue.
D: Siete Grande Maestro Eletto?
R: Il mio Zelo ed il mio Lavoro mi hanno elevato a questo Grado.
D: Dove siete stato ricevuto in questo Grado?
R: Da Salomone stesso nella sua Stanza da Lavoro.
D: Quando foste ricevuto ed in quale occasione?
R: Quando il Re mi ha inviato con i miei compagni, a cercare i due altri criminali, assassini del nostro Caro Grande maestro Hiram Abif.
D: Come furono scoperti?
R: Per la cura di Ben Gabée, Intendente di Salomone per i paesi di Gath.
D: Date dunque il Segno, il Toccamento e la Parola al Primo Gran Guardiano.
Il candidato esegue.
D: Siete voi Sublime Cavaliere Eletto?
R: Il mio nome ve ne informerà.
D: Quale è dunque il vostro nome?
R: Emerk è il mio vero nome.
D: Date dunque il Segno, il Toccamento e la Parola al Secondo Gran Guardiano!
Il candidato esegue.
D: Siete voi Grande Maestro Architetto?
R: Conosco tutte le scienze matematiche e conosco anche tutti i suoi simboli.
D: Date dunque il Segno, il Toccamento e la Parola al Primo Grande Guardiano.
Il candidato esegue.
D: Quale è il Grado più sublime che vi è stato conferito in Massoneria?
R: Il Tredicesimo, che ho ricevuto per effetto della Provvidenza.
D: Spiegate, che cosa volete dire Fratello mio?.
R: Ho cercato nelle rovine sconosciute, e, infine, ho trovato il Delta Divino che secondo la promessa fatta ai Santi Patriarchi, avrebbe dovuto essere ritrovato un giorno.
D: Che cosa intendete con questo Delta?
R: È una placca d’oro triangolare, piena di raggi, sulla quale Enoch incise… [2], il Nome Sacro della Divinità.
D: Fratello mio, suppongo che voi comprendiate questo nome misterioso.
R: Non lo conosco ancora, perché il momento non è ancora arrivato. Questo Nome Sacro è solamente conosciuto dai Grandi Eletti Perfetti e Sublimi Massoni. Tutte le mie speranze risiedono in Dio ed ho la speranza di raggiungere questa conoscenza quando sarà quando il tempo sarà compiuto.
D: Quale è il vostro Grado?
R: Cavaliere dell’Arco Reale.
D: Quale è il vostro nome?
R: Guibelum.
D: Date dunque il Segno, il Toccamento e la Parola al Primo Gran Guardiano.
Il candidato esegue.
D: Cosa desiderate ora, Fratello mio?
R: Il Sublime Grado di Grande Eletto Perfetto e Sublime Massone.
Il Tre Volte Potente allora fa il Segno di Ammirazione e dice:
“Fratello mio, ritiratevi. Dio vi permetterà di ricevere in questo giorno ciò che voi implorate con tanta insistenza”.
Il Primo Gran Guardiano ordina al Maestro delle Cerimonie di condurre il candidato fuori del Tempio sino a quando si voglia che torni.
Il Tre Volte Potente allora dice:
“Ditemi Fratelli miei, acconsentite che questo Cavaliere dell’Arco Reale riceva il Grado di Perfezione?”
e i Fratelli alzano la mano destra in segno di consenso.
Il Tre Volte Potente conclude:
“Applaudiamo a questa decisione con tre, cinque, sette e nove colpi!”
Dopo questa batteria, il candidato riceve l’ordine di ritornare, la porta viene aperta ed il Maestro delle Cerimonie lo conduce nuovamente tra i due Grandi Guardiani e il Potentissimo l’interroga nuovamente:
D: Domandate alla vostra coscienza, Fratello mio, se da quando siete diventato Massone, vi è capitato di commettere un errore verso un Fratello, o d’aver offeso la sua reputazione o la sua famiglia, o d’aver offeso la vostra Religione o il vostro Re?
Rispondete, rispondete, rispondete!
R: Mai, mai!
D: Non avete mai detto, o semplicemente non vi siete mai lasciato sfuggire qualcuno dei nostri misteri a profani curiosi e male intenzionati? Se voi foste stato vivo al tempo di Hiram, che cosa avreste fatto contro i suoi assassini? Avreste vendicato la sua morte? Siate sincero e rispondete!
R: Avrei agito come fece Joabert.
D: Foste sempre pienamente cosciente della portata dei giuramenti che avete contratto in presenza del Grande Architetto dell’Universo? Rispondete!
R: Lo fui.
D: Non avete mai trovato in uno dei Giuramenti, qualche cosa che era contrario alla vostra religione, allo Stato o a voi stesso o ancora qualche cosa che abbia potuto urtare la vostra sensibilità? Andiamo, rispondete!
R: Mai!
Il Tre Volte potente prosegue:
“Ricordatevi che se voi rimarrete indifferente e freddo verso i nostri sacri misteri, sareste più colpevole dopo aver ricevuto questo Grado di Grande Eletto Perfetto e Sublime Massone che non lo sareste stato sino ad ora e ne rispondereste ancora di più, nel grande e spaventoso Giorno del Giudizio, quando i segreti di tutti i cuori saranno svelati.
Questo grado Fratello mio, è il Termine e la Pienezza della Massoneria, alla quale voi vi unirete attraverso gli indispensabili Giuramenti che, lo spero, non ignoriate. Voi li scolpirete nel vostro cuore quando noi ve li comunicheremo e ve li spiegheremo. Il vostro valore risiede in una ricerca ostinata della virtù e nell’amore profondo per tutti i vostri Fratelli, ed in particolare per noi, che siamo i vostri compagni e superiori. Che ne dite voi?
R: Lo farò.
D: Desiderate essere legato da questi nuovi impegni?
R: Con tutto il cuore, lo voglio!
D: Se è così, Fratello mio, andate a lavarvi le mani in questo Mare di Bronzo per dimostrare la vostra innocenza, dimostrare che non avete mai violato nessuna obbligazione. Vi ricordo che i nostri antenati si prestavano alla stessa cerimonia quando erano accusati di un crimine e provavano così la loro innocenza o la loro colpevolezza.
Il Maestro delle Cerimonie conduce il candidato davanti al Mare di Bronzo ed egli vi si lava le mani. Poi viene ricondotto tra i due Grandi Guardiani ed il Tre Volte Potente continua così:
“Voi ora siete giunto ora, mio Venerabile Fratello, nel luogo più sacro della Massoneria. Le sue mura come i segreti che vi saranno ora rivelati sono stati regolarmente custoditi con la più grande cura dai Grandi Eletti contro la vile curiosità dei profanatori, mentre i tre primi Gradi sono stati accessibili agli sguardi dei profani.
Noi stiamo per confermarvi nel nostro grande segreto, poiché siamo sicuri della vostra discrezione e non esiste nessun dubbio, tra noi, verso di voi. Avvicinatevi, mio caro Fratello, e, per aumentare la nostra serenità, giurateci una inviolabile fedeltà.”
Il Maestro delle Cerimonie fa eseguire al postulante otto passi veloci poi uno lento, che lo conducono innanzi al Tre Volte Potente. Il candidato si mette all’ordine di Maestro Eletto, cade in ginocchio e pronuncia il Giuramento.
Giuramento
“Io, N… N…, giuro sulla Santa Bibbia, in presenza del Grande Architetto dell’Universo e davanti a questa Rispettabile Loggia di Grande Eletto Perfetto e Sublime Massone di restare eternamente fedele alla mia Religione.
Prometto di non prendere mai le armi contro il mio re, di non far mai parte direttamente o indirettamente di alcuna cospirazione che potrebbe essere diretta contro di lui o contro il mio paese e, se dovesse accadermi di essere avvisato di un tale complotto, prometto di denunciarlo pubblicamente.
Prometto, inoltre, di non rivelare mai ai Grandi Architetti o ai Cavalieri dell’Arte Reale o ad ogni altra qualsiasi persona che non ne sia investita i misteri di questo Grado più alto o di ciò che si fa e si svolge in questa Loggia, di non rivelare neanche le nostre leggi e regolamenti e faccio questa promessa sotto le penalità associate ai giuramenti che ho prima prestati.
Prometto, nella misura che mi sarà possibile, di unirmi ai miei Fratelli almeno una volta all’anno, preferibilmente a San Giovanni e di partecipare ai lavori di questa Loggia ogni qual volta i miei impegni me lo permetteranno.
Prometto di avere, verso i miei Fratelli in questo Grado reale, gli stessi riguardi, senza alcuna considerazione di ricchezza o di povertà, di nobiltà o meno, di non fare nessuna distinzione tra loro se non quella di riconoscere chi, più virtuoso, non esita mai a soccorrere un Fratello, che sia un uomo buono ed un vero Massone, quale che siano età o condizione. Prometto di soccorrere mio Fratello nel bisogno purchè sia virtuoso o che io sia portato a giudicarlo per tale.
Prometto di visitare i miei Fratelli, se sono malati, di aiutarli ed assisterli con i miei consigli, economicamente o con le armi, se sono nel dolore o nella pena e, se si tratta di un caso di vita o di morte, di dare loro tutta la consolazione che mi sarà possibile dare.
Non darò mai il mio consenso all’ammissione di un candidato ai nostri misteri senza mostrarmi scrupolosamente circospetto e senza essermi accertato d’una esatta conoscenza della sua vita e delle sue opinioni, così come si potrà fare.
Giuro di non desiderare mai la donna di un Fratello nè di disonorare sua sorella nè alcuna donna che è sua parente e giuro di non mancare mai ai giuramenti che ho appena fatto.
Non riceverò mai in qualità di Grande Eletto Perfetto e Sublime Massone, nè aiuterò a ricevere in mia presenza, chiunque non sia o non sia stato Ufficiale di una Loggia regolare legittimamente costituita. Prometto di non accettare un candidato, o di contribuire alla sua iniziazione, se non siano state debitamente adempiute le seguenti condizioni:
-con l’autorizzazione ed il consenso unanime di tutti i Grandi Eletti Perfetti e Sublimi Massoni che compongono questa Rispettabile Loggia e che ne sono membri regolari, che ne diano essi stessi o per iscritto l’autorizzazione;
-per mezzo di una Patente e di poteri dei quali sarò investito, da parte del Grande Ispettore, o del suo Delegato, e ciò a condizione di trovarmi a venticinque leghe da questa Rispettabile Loggia o da ogni altra Loggia di Perfezione regolarmente costituita.
Se mi accadesse di mancare ai miei Giuramenti, mi condanno personalmente a subire tutte le pene derivanti dai miei precedenti giuramenti, a che il mio ventre sia aperto , le mie budella strappate e che io sia abbandonato in pasto agli uccelli rapaci.
Che Dio mi custodisca nella Verità, nella Giustizia più retta e nell’Equità!
Amen, Amen, Amen, Amen, Amen!“
Seguito dell’Iniziazione
Il candidato resta in ginocchio. Il Gran Maestro delle Cerimonie porta al Tre Volte Potente il Mastello e la Cazzuola. Egli unge gli occhi, le labbra e il cuore del candidato poi dichiara:
“In virtù dei poteri che mi sono stati conferititi e che mi furono concessi in ragione della mia assiduità, del mio Lavoro, della mia costanza e probità, io consacro i vostri occhi, le vostre labbra e il vostro cuore ungendoli con l’Olio Santo con il quale furono unti Aaron il pio, David il penitente e Salomone il saggio.
Io imprimo su di voi il segno del temibile zelo verso il Grande Architetto dell’Universo, allo scopo che voi viviate sempre nella sua adorabile persona e perché Egli sia sempre presente nella vostra anima come nel vostro cuore.
Che lo zelo più fervente e la più grande costanza siano per sempre la regola delle vostre azioni”.
Il Tre Volte Potente fa alzare il candidato e gli presenta il Pane e il Vino in una coppa d’oro, dicendo:
“Mangiate questo Pane con me e bevete con me il Vino di questa coppa, allo scopo di imparare a soccorrerci reciprocamente nella misericordia!”
Il Tre Volte Potente mangia e beve. Poi il Tre Volte Potente porge l’anello al candidato e gli dice:
“Ricevete questo anello come simbolo dell’alleanza che avete appena contratto con la Virtù e con coloro che sono virtuosi. Promettetemi, mio caro Fratello, di non separarvi mai da questo anello prima della vostra morte dandolo allora a vostra moglie, o al vostro primogenito, oppure al vostro migliore amico”.
Dopo che ciò che precede è stato compiuto, tutti i Fratelli si dividono il Pane e il Vino poi fanno una libagione, come prescritto nelle antiche usanze, come erano praticate durante i sacrifici. Quando la libagione è terminata, il Tre Volte Potente consegna al candidato le decorazioni del Grado e gli dice:
“Io vi saluto ora, mio caro Fratello, con il Titolo di Grande Eletto Perfetto e Sublime Massone, ed è con tutta la gioia immaginabile che io vi decoro.
Ricevete la sciarpa del Grado ed i simboli che la ornano. Il Triangolo simboleggia il Delta, sul quale Enoch scolpì il più Santo Nome dei nomi, questo Nome che è il più Sacro dei nostri misteri, che noi abbiamo cercato attraverso il più difficile dei lavori, le più grandi difficoltà e i più profondi pericoli, quando noi non sapevamo ancora di che cosa si trattasse.
Il colore rosso ha due significati: da una parte ricorda l’aura che circondava il Roveto Ardente quando Dio, sul Monte Sinai, rivelò a Mosè il Nome Sacro, e, dall’altra, indica la superiorità dei Grandi Eletti Perfetti e Sublimi Massoni su tutti i loro Fratelli che non hanno ancora raggiunto questo Grado.
Il Gioiello che pende sul vostro petto ci istruisce su molte cose:
– la corona ricorda l’origine regale della Massoneria;
– il Compasso e il quarto di cerchio rappresentano i più importanti insegnamenti da cui il Grande Eletto trae il suo profitto;
– il Sole è il simbolo della superiorità del loro rango.
Voi li portate sul vostro petto affinchè possiate sempre contemplare i simboli del vostro rango e così non verrete mai meno ai Doveri che esso ci impone.
La narrazione della nostra storia, che sta per esservi rivelata, completerà il vostro studio della Massoneria.
Noi abbiamo Tre Segni, Tre Parole Nascoste e Tre Parole di Passo, oltre alla Grande Parola del Grado che sto per rivelarvi.
Il Primo Segno consiste nel portare la vostra mano destra dal lato sinistro del ventre al lato destro e il Primo Toccamento consiste nel prendersi reciprocamente la mano destra, come lo si fa nel Sesto Grado dicendo Bérith, Neder, Zelemonth [3].
La Prima Parola Nascosta è Guibelum, che significa amico scelto, Fratello eletto, zelante e favorito. La Prima Parola di Passo è Shiboleth, ripetuta tre volte in una sola aspirazione, e che significa moltitudine [4].
Il Secondo Segno consiste nel portare l’esterno della mano destra contro la guancia sinistra, sostenendo il gomito destro con la mano sinistra. Questo ricorda il gesto fatto da Mosè, in presenza del Roveto Ardente, sul Monte Sinai, per proteggersi da una Luce troppo intensa perché i suoi occhi potessero sopportarla.
Il Secondo Toccamento inizia con l’artiglio da maestro. Poi voi chiedete, andate più lontano? e fate scivolare la vostra mano sul pugno risalendo verso il gomito. Quando arrivate al gomito, mettete la mano sinistra sulla spalla destra del Fratello poi dondolatevi tre volte, come i Maestri Segreti lo fanno sette volte [5].
La Seconda Parola Nascosta è Mohabin. La Seconda Parola di Passo è Heleneham, che significa Misericordia divina.
Il Terzo Segno è doppio: voi fate il Segno d’Ammirazione poi posate tre dita della mano destra sulle vostre labbra. Il Terzo Toccamento consiste nel prendersi reciprocamente il gomito destro poi mettere l’altra mano intorno al collo, come per alzarsi reciprocamente.
La Terza Parola Nascosta è Adonai e la Terza Parola di Passo è Mahacmaharaback.
La Grande Parola è…., che non bisogna mai pronunciare”.
Il Quadro di Loggia, in questo Grado, viene allora disteso davanti al candidato ed egli lo osserva a lungo. Poi ascolta la storia del Grado.
Leggenda del Grado
“Mio caro Fratello, la vostra buona condotta, il vostro zelo e la vostra discrezione mi hanno convinto a farvi conoscere infine il vero sapere della Perfezione. Voi avete ricevuto il Grado di Grande Eletto Perfetto e Sublime Massone e noi ci felicitiamo d’aver agito con la più grande prudenza accordandovi questa conoscenza poiché, senza tutte queste precauzioni, noi saremmo potuti essere colpevoli delle stesse vicissitudini di cui i tre primi Gradi hanno sofferto.
L’impegno di cui avete dato prova, mio caro Fratello, vi ha permesso di penetrare in ciascuno dei Gradi che vi sono stati conferiti, prima che voi arrivaste a questo. Pertanto, noi siamo convinti e persuasi che voi conoscete bene la storia massonica sino all’epoca miracolosa in cui Guibelum, Joabert e Stolkin, con l’autorizzazione divina, ritrovarono il Nome Sacro, scolpito su di un Delta d’oro splendente, sotto la Nona Arcata sotterranea.
Enoch l’aveva segretamente deposto sotto il santo del suo tempio, sotto la montagna di Ancheldama, nella valle di Tophet, a sud della valle di Jehosaphat e del monte Sion, là dove si trovava, prima di Cristo, il campo del vasaio, che, da allora, si chiama il campo insanguinato.
Sarebbe perdere degli attimi preziosi il ritornare sugli avvenimenti di questa storia dalle origini.
Anche voi la conoscete sino al momento in cui questi tre zelanti Fratelli, eletti da Dio stesso per scoprire il suo Nome Sacro, riportarono il Delta al re Salomone, mentre conferiva nei suoi appartamenti con Hiram, re di Tiro. Per ricompensare i loro lavori, Salomone li costituì, i primi tre Cavalieri dell’Arco Reale, titolo che designava la Nona Arcata, e promise loro di spiegare il Nome Sacro che essi avevano adorato, dal momento che l’avevano scoperto nel luogo sacro. Il Re fece poi il Segno di Ammirazione e disse:
“Dio tra poco tempo permetterà che siano ricompensate tutte le vostre virtù e sarete investiti del Sublime Grado di Grande Eletto Perfetto e Sublime Massone”.
Voi sapete, mio Rispettabile Fratello, che quando il Tempio di Gerusalemme fu terminato, i Massoni ne ricevettero grande onore. La loro società fu elevata al rango di Ordine. La prudenza con la quale scelsero i loro nuovi membri li mantenne degni di rispetto. Il valore e i meriti furono i soli presi in considerazione, come fu per voi, mio caro Fratello, quando foste proposto.
I Grandi Eletti Perfetti e Sublimi Massoni non si lasciano corrompere in favore di alcun candidato, ma li ricevono quando ne sembrano degni, benchè ciò includa sempre qualche rischio.
Muniti di tali principi, molti Grandi Eletti Massoni, che erano abili operai, lasciarono Gerusalemme dopo la Dedica del Tempio e si dispersero fra le nazioni vicine per insegnar loro la verità dell’Arte Reale. Presero la precauzione d’iniziare solamente uomini liberi e di eminente valore.
Tuttavia, i Massoni dei Gradi inferiori si moltiplicarono sulla superficie della terra, il loro numero aumentò senza misura, i loro segreti furono divulgati, il loro sapere diventò cosa banale e cessarono di essere degni di stima.
Solamente i Grandi Eletti Perfetti e Sublimi Massoni furono così ansiosi di prendersi cura di nascondere i più alti misteri della Massoneria che presero la risoluzione di conservarli in un segreto impenetrabile che essi solo condivisero. Cosa che fecero, non elevando più nessuno oltre i tre primi Gradi.
Il più dei Fratelli, appartenenti ai tre primi Gradi, persero ogni prudenza nelle loro parole, azioni e vite. Fu a causa delle loro imprudenze e delle loro indiscrezioni che dei profani male intenzionati vennero troppo spesso a conoscenza dei loro Segni, Toccamenti e Parole.
Questi disordini addolorarono i Perfetti Massoni, fortunatamente poco numerosi, che tentarono, con tutte le pene immaginabili, d’arrestare il contagio. Ma tutti gli sforzi furono completamente infruttuosi; il Mestiere degenerò sensibilmente, le iniziazioni divennero troppo facili, i Gradi furono accordati troppo presto, i tempi di passaggio tra i Gradi furono ridotti, e si arrivò a non osservarne alcuno. Alla fine, i candidati furono scelti senza tener conto dei loro meriti, i Massoni preferirono i divertimenti allo studio, le innovazioni pullularono, apparvero nuove dottrine che rimpiazzarono l’antica, alla quale, tuttavia, erano tenuti ad aderire.
Tutto questo portò a delle dispute, dissidi, accuse in cui i cuori si infiammarono e, alla fine, ad una divulgazione volontaria dei nostri Lavori, che afflisse i nostri cuori e per la quale la Massoneria perse i tre primi Gradi.
Fortunatamente per noi, abbiamo la consolazione di conoscere i segreti dei Grandi Eletti Perfetti e Sublimi Massoni, di cui gli altri erano completamente ignoranti.
Sforziamoci di rendere impossibile che gli Alti Gradi subiscano lo stesso destino dei tre primi Gradi! Agiamo con zelo per ritrovare l’antica Perfezione! Lavoriamo, per apprendere le scienze, per imitare la loro descrizione e per raccogliere l’eredità delle loro nobili azioni, questi per cui lo studio e l’adorazione del Grande Architetto dell’Universo sono sempre stati lo scopo essenziale.
Questa grande e sacra Parola, fu la Parola degli antichi maestri. Salomone l’aveva scelta, specialmente ed espressamente, perchè i migliori operai s’impregnassero della Sua venerazione, Lui al quale il Tempio doveva essere dedicato. L’aveva scelto anche per incitare gli operai migliori a non trascurare mai la loro opera. E i maestri operarono in possesso di questo grande segreto, il Segno, il Toccamento e la Parola prendendone parte.
Il saggio Re conosceva tutta la forza di questo Nome Sacro, sapeva anche che Dio era apparso a Mosè nel Roveto Ardente, vicino al quale doveva tenersi la nostra Loggia, quando Egli gli aveva dichiarato che questo Nome era il Suo Nome e che Mosè era il solo dei patriarchi a conoscerlo. Dio aveva voluto non essere invocato se non che questo Nome nel Tempio che aveva ordinato di costruire nella Terra Promessa, sul piano del Tabernacolo, e nel quale le Tavole della Legge dovevano essere depositate.
Pertanto, il Suo Nome Sacro, che era in relazione con la costruzione del Tempio, doveva essere la Parola dei Maestri.
Quando Hiram Abif fu assassinato, e benchè tutti fossero convinti della sua coraggiosa discrezione, fu deciso che per il futuro un segreto di tale importanza non sarebbe stato confidato più a nessuno.
Così, il Segno, il Toccamento e la Parola dei Maestri vennero cambiati, come è già stato detto, e più nessuno, ad eccezione degli anziani Maestri, conobbero l’Antica Parola, fino a che essa non fu ritrovata dai Cavalieri dell’Arco Reale scritta sul Delta, nelle rovine del Tempio di Enoch.
Questo Delta, sul quale era scritto il Vero Nome, divenne il principale oggetto della Perfezione e della Massoneria.
Salomone e Hiram, re di Tiro, soddisfatti d’aver messo in salvo questo prezioso oggetto dei Grandi Eletti Perfetti e Sublimi Massoni sotto il Santo dei Santi, chiamarono il luogo la Volta Sacra. Questo Nome era perfettamente giusto, perché non aveva, sul basamento, che il Delta Divino. Questa Colonna era la terza che reggeva il Tempio e voi non avete appreso mai nulla su di essa se non cose banali, avete sempre ignorato il suo vero posto e le lettere che vi erano incise, mentre si tratta del Nome del Grande Architetto dell’Universo.
Questo pilastro è la Colonna della Bellezza di Perfezione ed essa sostiene meravigliosamente il più bell’edificio del mondo.
I profani male intenzionati e curiosi non poterono mai scoprire il luogo dove il Nome Sacro era stato nascosto e questo fu sempre un segreto, anche per i Massoni, ad eccezione dei Cavalieri dell’Arco Reale e di quelli di questo Grado.
Una guardia molto severa fu posta all’entrata, perché solamente i Grandi Eletti potessero essere ammessi, quando venivano a contemplare i misteri del Nome Sacro. Un Nome Sostitutivo fu utilizzato al suo posto.
Era impossibile prendere precauzioni più grandi di quelle che quel saggio Re prese per preservare il Grande Nome da ogni profanazione.
I Grandi Eletti che vissero dopo di lui continuarono ad osservarle perché erano animati dallo stesso zelo. E l’incarico del segreto passò di mano in mano. Ed è così che si formò l’unione dei Fratelli e la loro fratellanza, che tutti i Grandi Eletti avevano giurato di conservare, per chi il Grande Nome era l’oggetto di un culto.
Il Tempio fu terminato nell’anno tremila dalla Creazione del Mondo, sei anni, sei mesi, e dieci giorni dopo che Salomone, con tutta l’enfasi e la magnificenza voluta, ne ebbe posta la prima pietra.
Terminato il Tempio, Salomone diede udienza ai Fratelli per tre giorni consecutivi.
La prima giornata fu quella dei Maestri Eletti, che furono introdotti sotto la Volta Sacra, mentre i Cavalieri dell’Arco reale visitavano la Nona Volta e i passaggi per giungervi e, nello stesso momento, i Grandi Maestri Architetti occupavano gli appartamenti del Re. Salomone investì del Grado di Perfezione i più virtuosi Fratelli di questi due Gradi e fece loro giurare solennemente di vivere tra loro in pace, unione e concordia, di praticare i Doveri di Carità e di Benevolenza, sull’esempio del loro defunto capo ed amico, e di fare in modo che a sua immagine, la saggia giustizia e l’Equità fossero sempre il fondamento dei loro atti.
Fece anche promettere di mantenere un profondo silenzio sui loro misteri e di non rivelarli mai ad chiunque non meritasse questo insigne favore per il suo zelo, il suo fervore e la sua costanza. Fece ancora promettere di assistersi reciprocamente nel bisogno, di punire severamente il tradimento, la perfidia e l’ingiustizia.
Poi li benedisse e svelò l’Arca dell’Alleanza, attraverso la quale l’Eterno Architetto dell’Universo rilasciava i suoi oracoli. Salomone ordinò in seguito numerosi sacrifici e ammise i postulanti ad una santa libagione. Abbracciò e consegnò ad ognuno un anello come segno dell’alleanza che essi avevano contratto con la Virtù e con gli uomini virtuosi.
Infine, li coprì di doni e gli accordò il permesso di stabilirsi nel suo regno, o di andare dove loro piacesse, a loro scelta.
Il secondo giorno, Salomone ricevette i maestri e i cavalieri eletti all’interno del Tempio e fece loro promettere, come aveva fatto per gli altri, che non si sarebbero mai allontanati dai principi della virtù di cui il loro anziano Maestro era stato il modello.
Il Re conferì loro il Grado di Grande Maestro Architetto e li insignì di tutti i privilegi che vi sono connessi. Fece loro promettere d’essere i guardiani fedeli dei loro misteri, e di non comunicarli mai a chi non lo meritasse. Gli accordò molti favori e li autorizzò a restare o a viaggiare, secondo le loro decisioni.
Il terzo giorno, Salomone concesse udienza ai Compagni ed agli Apprendisti. Fece sedere i Compagni all’Oriente del Tempio, davanti alla tomba d’Hiram Abif mentre gli Apprendisti montavano di guardia davanti al Tempio.
Conferì ai migliori dei Compagni il Grado di Maestro e fece dei migliori Apprendisti dei Compagni che fece entrare sotto il portico del Tempio.
Il Re fece giurare a tutti di non distaccarsi mai dalla virtù di cui i loro anziani erano stati i modelli, di restare sempre uniti, di assistersi gli uni con gli altri e di conservare il segreto dei loro Segni, Toccamenti e Parole, di non comunicarli mai a nessuno salvo che a coloro che li avevano ricevuti con bontà e che fossero conosciuti per l’essere virtuosi.
Il Re li caricò di doni e li autorizzò a restare o a partire, come piacesse loro.
Il Re ordinò ai suoi intendenti di pagare le spese che avrebbero affrontato per ritornare nei loro propri paesi.
Salomone, così saggio, così virtuoso, questo re che Dio aveva scelto secondo il suo cuore, divenne sordo alla voce dell’Eterno, fiero di sapersi il più grande re sulla terra, fiero di aver costruito un Tempio, un edificio così grande e così magnifico che era la meraviglia dell’universo, dimenticò la bontà di Dio e si lasciò andare alla sregolatezza.
La sua impudente complicità con un sesso così pericolosamente gentile, distrusse in lui la pietà di suo padre, e lo condusse fino alla profanazione di offrire all’idolo Moloch l’incenso che avrebbe dovuto essere bruciato nel Tempio.
Questi crimini straziarono i cuori dei buoni Massoni, che, tuttavia, perseverarono nell’ istruire i loro figli sul sentiero della virtù che era stata loro insegnata, nella santa e rispettabile unione che perdurava tra loro. Tentarono, con i loro consigli e i loro buoni esempi, di sviare i loro concittadini dall’empietà e dal sacrilegio, ma disperarono di riuscirci.
Si ricordavano, nell’amarezza dei loro cuori, della vendetta che Dio aveva scagliato sui loro antenati con il Diluvio. Immaginarono che il fulmine si sarebbe abbattuto sulla loro testa e che il superbo Tempio sarebbe stato abbattuto, che Gerusalemme sarebbe stata distrutta e che i loro figli avrebbero, in punizione di queste iniquità, sofferto una terribile schiavitù.
Tutto questo indusse la maggior parte dei buoni Massoni ad esiliarsi essi stessi per non essere spettatori di un tale orrore, se mai fosse accaduto.
Davanti ai crimini di questo popolo, Dio ispirò a Nebucadnezar, re di Babilonia, di assediare Gerusalemme, che prese e di mettere tutto il regno di Giuda sotto il comando di Nabuzaradan [6], suo generale, che rase al suolo le mura e distrusse anche le fondamenta del Tempio nelle quali il Dio Vivente dimorava.
Portò gli abitanti ed il loro re Jehorakin [7] in cattività a Babilonia, trasportando con loro tutte le ricchezze del Tempio. Questi avvenimenti avvennero quattrocentosettanta anni, sei mesi e dieci giorni dopo la Dedicazione del Tempio.
I Grandi Eletti Perfetti Massoni dimoranti a Gerusalemme difesero la città con coraggio, ma non poterono resistere alla forza e all’impeto dei conquistatori. Non si preoccuparono affatto delle ricchezze del Tempio e non avevano alcuna inquietudine riguardo i tesori che vi erano nascosti, soprattutto perchè la Volta Sacra non fu affatto saccheggiata.
Nell’amarezza dei loro cuori nel vedere il Tempio rovinato e distrutto, di viva apprensione per la Volta Sacra, restarono. Si esposero coraggiosamente alla furia dei soldati che sorvegliavano la cinta del Tempio e, attraversando le rovine, arrivarono alla Volta Sacra.
La, cercarono con ardore finchè non trovarono la placca d’oro posta sopra la pietra cubica a punta di agata. Trovarono anche il corpo di Galaad, figlio di Sophoria, uno dei più influenti tra i Perfetti Massoni e capo dei Leviti [8].
Questo Galaad era il custode della Volta Sacra, si prendeva cura delle lampade sempre accese, adorava e contemplava il Nome Ineffabile. Fu l’eguale di Hiram Abif che, quattrocento anni prima, aveva perso la vita per non rivelare il segreto dei Maestri.
Galaad scelse di essere sotterrato sotto le rovine del Tempio piuttosto che rivelare, con la sua fuga, l’esistenza del Tesoro che sarebbe, allora, passato nelle mani dei barbari.
I Grandi Eletti Perfetti e Sublimi Massoni, ritrovando il Tesoro, gridarono Mahacmaharaback, che vuol dire Dio sia lodato! Noi lo abbiamo ritrovato! e questa parola divenne la Terza Parola di Passo e la più importante da conoscere per i fedeli custodi del Tesoro sacro.
È difficile descrivere le altre dimostrazioni di gioia che scoppiarono allora. Si misero immediatamente al lavoro, per cancellare il Nome Sacro, per renderlo illeggibile per non correre il rischio di vederlo scoperto dagli empi.
Misero la placca d’oro nell’Arca dell’Alleanza, che conteneva anche le Tavole della Legge ed altre preziose reliquie, sgretolarono la pietra cubica d’agata (perché era impossibile trasportarla) che sormontava la base della colonna sulla quale era stato deposto il Nome Sacro.
Scavarono un pozzo profondo ventisette piedi e vi seppellirono l’Arca con tutto quello che conteneva. Poi tolsero a Galaad i suoi ornamenti di capo dei Leviti consistenti in una tiara ed un vestito di fine tela di lino poi lo ricoprirono con lastre di marmo deposte sotto la Volta Sacra, quelle stesse che Guibelum, Joabert e Stolkin avevano, un tempo, scoperte tra le rovine del Tempio di Enoch.
Si ritirarono allora, soddisfatti per le precauzioni prese, risoluti a non affidare a niente altro che alla propria memoria per trasmettere alla posterità, nelle forme tradizionali, il Nome Ineffabile.
È da quel momento che iniziò l’uso di compitare lettera per lettera il più Santo Nome dei nomi, senza mai formare una sillaba e questo uso fu rispettato, in seguito, quando il Tempio fu ricostruito sotto Ciro. E continua ancora tra noi. Il Gran Sacerdote, posto al centro di un cerchio formato da Perfetti Fratelli che formano la Catena [9], computava il Gran Nome nel Tempio, una volta l’anno. Il popolo, riunito intorno al Tempio, doveva fare gran rumore affinchè nessuno potesse sentire nulla.
In ragione della loro grande prudenza, giunsero a dimenticare come scrivere e pronunciare il Grande Nome. Non sapevano più di quante lettere era composto e solamente i Grandi Eletti Perfetti e Sublimi Massoni ne conoscevano ancora la vera pronuncia. Giacchè Dio aveva ordinato che gli anziani maestri, che conoscevano questa parola, ma che non erano stati eletti dopo la morte d’Hiram Abif e che si erano comportati tanto male verso Salomone, fossero seppelliti o uccisi sotto la frana delle nove arcate di Enoch, come è già stato riportato.
Questi Grandi Eletti Massoni, che si erano introdotti nelle rovine del Tempio di Gerusalemme all’epoca della sua distruzione per ritrovarvi l’inestimabile tesoro del Nome Ineffabile, lasciarono Gerusalemme ed il regno di Giuda per andarsene in paesi stranieri. Alcuni si recarono in Egitto, altri in Siria, altri anche nei paesi degli Sciti, alcuni andarono nei deserti di Tebe, altri, infine, oltrepassarono i mari e trovarono rifugio sotto climi nordici [10], principalmente in Inghilterra, in Scozia ed in Irlanda; essi continuarono a vivere nella virtù, si aiutavano gli uni con gli altri e non riconoscevano nessuno superiore tra loro se non in virtù.
Furono l’ammirazione dei popoli presso cui si rifugiarono, giustamente per la loro pratica della virtù. Il desiderio di approfittare del loro buon esempio decise degli autoctoni ad entrare nella società di questi buoni massoni, a supplicare i Fratelli di ammetterli all’iniziazione ai loro misteri.
Qualcuno tra di loro, che aveva saputo preservarsi dalla corruzione generale, che ebbero il rimpianto di vedere molti dei loro Fratelli staccarsi dal sentiero della virtù, decisero di preservare e custodire i loro segreti e, ricordandosi di certi Segni, che, nella loro follia, altri loro Fratelli avevano dimenticato, si separarono da essi come se non fossero stati mai loro compatrioti.
Giunsero i tempi in cui i principi cristiani si unirono per riconquistare la Terra Santa e per liberare Gerusalemme dalle mani dei barbari che ne avevano preso possesso.
I buoni e virtuosi Massoni, fieri dell’eredità di coloro che avevano edificato il Tempio, determinati a contribuire alla realizzazione di una così santa impresa, offrirono i loro servigi ai principi coalizzati con la sola condizione che essi avrebbero avuto come capo solo chi essi stessi avrebbero scelto. I principi accettarono la loro offerta e i Fratelli riunirono i loro utensili e partirono.
Nel tumulto e nei disordini della guerra, seppero conservare i principi della virtù, della quale i loro padri avevano dato loro l’esempio. Vissero perfettamente uniti, alloggiando nelle loro tende, senza distinzione di rango. Non si diedero alcun generale ma, nel momento del combattimento, restarono uguali, si scambiarono assistenza reciproca ed estesero la loro carità ai loro stessi nemici.
In tutti i combattimenti, sostennero l’assalto dei nemici e diedero prova del loro grande valore. Capitò frequentemente di resistere da soli al grosso delle truppe nemiche. Le Crociate si piegarono di fronte alla impetuosa violenza dei Turchi, ma i Fratelli ristabilirono l’equilibrio e forzarono la vittoria. Questo fu un memorabile esempio del loro coraggio e della loro virtù. Al segnale dato, attaccarono tutti, schierandosi, rallegrandosi, riunendosi e caricando il nemico con l’impetuosità di un torrente. Niente poteva resistere ai Fratelli. A vicenda, effettuarono prodigi di valore.
Il vento del Sud non distrusse più velocemente di quanto fecero i Massoni in più occasioni.
Questo ardore, questo coraggio nei più grandi pericoli, uniti alla saggezza dei Fratelli, alla loro unione, alla loro carità, al loro disinteresse che li spingeva a rifiutare di dividere le spoglie del campo di battaglia, attirarono l’attenzione dei Crociati e specialmente dei Cavalieri di Gerusalemme che, dopo avere conosciuto meglio questi eroi, strinsero alleanza con loro.
Che commovente spettacolo fu quando questi illustri cavalieri, così valorosi difensori della Religione, si gettarono nelle braccia di questi eroi massonici, chiamandoli loro padri e offrendo loro il tributo d’una riconoscenza piena di gratitudine.
Questi generosi Massoni risposero
“che questo tributo non era dovuto che al Grande Architetto dell’Universo; che essi non avevano fatto che prendere le armi per difendere la causa comune; che la Giudea era la loro antica patria, da cui i loro padri erano stati costretti a fuggire molto tempo prima, in tali circostanze che le lacrime riempivano i loro occhi ogni qual volta lo ricordavano”.
I principi furono sorpresi di riscontrare tanta virtù nei fratelli. Vollero essere ammessi nella loro società e, in particolare, essere iniziati ai loro misteri.
I Massoni risposero che la Saggezza, la Giustizia, la Rettitudine, la Pace e i buoni costumi, l’Amicizia, l’Uguaglianza e l’Unione erano le loro Leggi fondamentali.
Questa risposta affascinò i Cavalieri, il loro zelo, il loro fervore furono ricompensati con la condivisione dei misteri di quelli che erano degni di custodirli per la loro costanza.
I Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme assistettero presto alla cerimonia che i Massoni avevano preparato a tale scopo. Furono iniziati ai loro misteri, istruiti sulla loro Storia. Appresero che una nuova Luce era apparsa sulla terra e che i tempi del grande mistero si erano compiuti, che la promessa fatta ad Abramo ed alla sua posterità era stata mantenuta.
Attraverso questi nuovi proseliti e con l’eredità degli antichi Massoni la Massoneria si è gloriosamente perpetuata in tutta l’Europa ed in una parte dell’America senza alcuna di quelle rivoluzioni che così spesso cambiano l’aspetto degli imperi ma che non ha mai colpito il nostro glorioso Mestiere.
Voi la conoscete ora, caro Fratello, in tutta la sua purezza.
Che le nostre preghiere s’innalzino verso l’altare dell’Eterno Architetto dell’Universo da cui noi non ci allontaneremo mai.
Amen, Amen, Amen!
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Note
1. Il Manoscritto utilizza la parola Cowan che non è, strettamente, equivalente al francese. (torna al testo)
2. Il Tetragramma non si pronuncia mai, esso è sistematicamente compitato. (torna al testo)
3. Si dovrebbe piuttosto pronunciare Shelemuth. (torna al testo)
4. Si sa quanto queste traduzioni siano approssimative… (torna al testo)
5. Il dondolio è quello delle braccia destre. Ma, secondo il Manoscritto, il Toccamento del Maestro Segreto sembra un po’ differente…. (torna al testo)
6. La tradizione giudea parla di Nebouzaradan (II Re 25,8 traduzione Chouraqui). (torna al testo)
7. La tradizione giudea indica Yehoyakhin (II Re 24,8 traduzione Chouraqui). (torna al testo)
8. Secondo la Bibbia (II Re 25,18), si tratta di Serayah. (torna al testo)
9. Ciò ricorda il cerimoniale del compagnonaggio. (torna al testo)
10. Bizzarramente, il Manoscritto riporta le parole southern climes, ciò che sembra ben poco appropriato per degli uomini che lasciavano la Giudea e si stabiliscono nelle Isole Britanniche! (torna al testo)