Equinozio d’Autunno

MassoneriaNoi Liberi Muratori abbiamo quattro feste nel corso dell’anno: i due equinozi e i due solstizi. Feste basate su riferimenti astronomici e pertanto universali, perché perenni, validi in ogni epoca e presso tutti i popoli.
Le nostre feste non celebrano battaglie, rivoluzioni, santi, guerrieri, imperatori; ma ricordano il ciclo incessante della rotazione degli astri e dei pianeti, con i loro effetti sulle stagioni, sull’agricoltura e dunque sulla nostra sopravvivenza.

Equinozio d’Autunno

di Manlio Maradei

(Allocuzione in occasione dell’equinozio d’autunno)

Oggi, 22 settembre, i lavori riprendono con forza e vigore dopo la pausa estiva. Ci eravamo lasciati con il solstizio d’estate, ci ritroviamo con l’equinozio d’autunno. Noi Liberi Muratori abbiamo quattro feste nel corso dell’anno: i due equinozi e i due solstizi. Feste basate su riferimenti astronomici e pertanto universali, perché perenni, validi in ogni epoca e presso tutti i popoli.

Le nostre feste non celebrano battaglie, rivoluzioni, santi, guerrieri, imperatori; ma ricordano il ciclo incessante della rotazione degli astri e dei pianeti, con i loro effetti sulle stagioni, sull’agricoltura e dunque sulla nostra sopravvivenza. Ma per noi non si tratta soltanto di un’osservazione naturalistica. Sono quattro scansioni del tempo, quattro giorni ricchi di significati, direi quasi quattro giorni sacri. La saggezza antica li ha scelti e tramandati sino a noi, caricandoli di valenze che trascendono il dato apparente. Nel momento di stasi del sole, e nel momento di perfetta uguaglianza fra notte e giorno, l’iniziato dotato di buona vista, riesce a scorgere una fessura del tempo e dello spazio cosmici, una rottura di livello, che lo fa trasalire. Come quando alla luce istantanea d’un fulmine intravediamo una figura nascosta.

Ovviamente l’iniziato, al pari del profano, s’informa sul fatto astronomico, sa che avremo dodici ore di luce e dodici di notte; sa che l’equinozio cadrà esattamente domani mattina, 23 settembre, alle ore 5 e 4 minuti. Ma il Libero Muratore va al di là delle ricche e interessanti descrizioni astronomiche che tutti conoscete. Infatti, il simbolismo e l’esoterismo massonico allenano i Fratelli ad andare oltre il fenomeno. La mente del Libero Muratore si nutre della cultura del secolo ma non vi resta ingabbiata; la mente bene allenata ha più facile accesso agli archetipi, e al mondo dei principi che sovrastano i fenomeni. Non dico che riusciamo a fare tutto ciò, ma intendiamo farlo.

Se così non fosse, avrebbe poco senso riunirci in un Tempio al coperto, preceduto dalla scritta che avete letto sul pavimento di marmo prima di entrare «Procul este profani». Una citazione virgiliana che tutta intera suona così: «Adventante dea, Procul, o, procul este profani, conclamat vates, totoque absiste luco». È il sacerdote che all’arrivo della dea grida due volte “Lontano, state lontano, profani”. E ingiunge di abbandonare tutto il bosco sacro.

In alcune parti del mondo l’equinozio veniva e viene ancora festeggiato. Nell’antica Grecia si svolgevano le Lampadaforìe e a Roma gli analoghi Vulcanali in onore del dio del fuoco Vulcano; erano corse di atleti che si passavano una lampada accesa rappresentante il sole avviato alla morte, e però sicuramente rinascente in primavera. Forse allude proprio ai Vulcanali la scritta che campeggia sul soffitto della sala attigua alla biblioteca, qui, nella nostra sede: «Qui quasi cursores vitae lampada tradunt». Chiarito che lampada è accusativo irregolare di lampas lampadis, la traduzione diventa semplice: «Coloro che come staffette trasmettono la lampada della vita».

Ignoro l’origine di questa citazione, ma la trovo bellissima e adatta a quel che vorremmo essere: sì, anche noi lampadòfori, portatori di luce vitale.

Per tradizione druidica, nel giorno dell’equinozio, ancor oggi qualche gruppo usa riunirsi a circolo in un bosco e dividere il pane fatto in casa, e bere idromele o birra. Il primo pezzo di pane ed il primo sorso di bevanda vengono restituiti alla madre terra che ha permesso la loro crescita.

L’esoterista, dice un’antica massima, “cela ciò che la natura esibisce, ed esibisce ciò che la natura cela”. E perché fa questo? Per tornare all’origine e ripristinare il linguaggio primordiale, quello che svela al saggio i segreti naturali.

In omaggio a questa massima, osserviamo che dal punto di vista astrologico l’equinozio d’autunno si presenta nel segno della Bilancia. Qui comincia nello zodiaco il ciclo involutivo, in cui la vegetazione sembra perire, per poi rigenerarsi in altre forme e sostanze.

Il segno zodiacale della Bilancia è associato alla morte. La Bilancia è citata come araldo di morte da Orazio. In Grecia, ricorda Elemire Zollà, sotto la Bilancia si celebravano le feste di Eleusi: il mistero dei semi, della purificazione, della morte.

La chiave di lettura più profonda è offerta dall’alchimia, infatti il segno della Bilancia presiede all’operazione alchemica della sublimatio. Il segno della Bilancia determina il superamento del primo emiciclo zodiacale, e affronta il secondo emiciclo dei sei segni rimanenti: infatti, la Bilancia è il settimo segno. L’equilibrio tra i giorni e le notti è lento, e la notte tende a sopravanzare l’arco diurno: il ciclo vitale, naturale, iniziato con l’Ariete in primavera, giunge a compimento.

Nell’equinozio d’autunno è simbolicamente situato il punto mediano dell’equilibrio assoluto, tra l’evoluzione e il principio della involuzione: per tale motivo dinamico, abbiamo l’immagine della Bilancia che misura, nei due piatti, i due pesi. Inizia il prevalere della forza notturna e spirituale, su quella diurna solare ed immanente.

La Bilancia, come espressione dell’equilibrio e della giusta misura di tutte le cose, implica il desiderio di abbandonare un precedente modo di essere per andare incontro ad un nuovo modo più costruttivo ed innovativo. La simbologia stagionale dell’equinozio, dunque, realizza l’unione delle forze; un isc e le anime ed i cuori allo scopo di realizzare il doppio nel segno dell’amore. All’insegna di questo amore ci si augura che l’autunno, con il suo equinozio “equilibrio degli opposti”, sia portatore di scelte oculate ed equilibrate in tutti i campi, politico, sociale ed economico, nell’ottica di vivere meglio e di rispettare la natura, che con i suoi cicli, ha sempre da insegnarci.

La Bilancia è anche il segno che ci avvicina maggiormente al concetto di “vivere assieme agli altri”. Libertà – Uguaglianza – Fratellanza sono i princìpi che portano a realizzare il giusto equilibrio fra noi e gli altri. Durante l’iniziazione ci viene proposto: “fai agli altri tutto il bene che vorresti gli altri facessero a te”. Se tenessimo a mente questo principio, saremmo sempre un gruppo di persone che, condividendo uno stesso ideale, percorrono assieme la via, aiutandosi l’un l’altro nell’ascesa.

L’Equinozio d’autunno non avrebbe alcun significato senza quello di primavera e i solstizi. Un anno fatto di giorni e notti sempre uguali, avrebbe dato all’Uomo una diversa concezione del tempo. Invece una vita fatta di albe e tramonti, sole allo Zenit e notte fonda, ha permesso di rileggere nell’anno solare i massimi e minimi di luce, che permettono di vedere negli equinozi i punti di passaggio, i cardini dai quali si apre e chiude la porta dell’anno e poi della vita.

La ragione umana ha ideato degli assi passanti tra Solstizi ed Equinozi, assi di simmetrie complete o sfalsate e l’intuito ha permesso di notare quanto fossero simili le due metà di questi periodi, così come venivano rispecchiate dall’asse che aveva immaginato. Differenti nel modo di presentarsi, opposte come orientamento, ma uguali nella sostanza.

La geometria ed il tempo ne sono state ampliate. Facendo ruotare un mezzo cerchio sul suo asse si riesce a comporre una sfera. Una sfera che come ogni altra figura solida e come la nostra terra quando viene illuminata, ha sempre una faccia in ombra, ma sempre uguale all’opposta. Diversa solo per la diversa luce e per il tempo trascorso.

Come abbiamo detto, oggi festeggiamo il momento in cui luce e tenebre sono in perfetto equilibrio. Ed è proprio in conseguenza di questo equilibrio che, quando la natura e la vegetazione cominciano ad ingiallire, la parte spirituale dell’intero universo tende a prendere il sopravvento. Così come in agricoltura si fa il punto del raccolto dell’anno, così noi facciamo il punto del nostro lavoro, vediamo ciò che abbiamo realizzato e progettiamo ciò che andremo a realizzare. Dopo un periodo estivo passato in ri-creazione, siamo pronti a riprendere il nostro cammino di perfezionamento iniziato con l’ingresso in Massoneria.

Come in alto così in basso insegnava Ermete Trismegisto; l’equilibrio tra giorno e notte ci può trasmettere il senso d’equilibrio da trovare in noi stessi per continuare l’opera di sgrossamento. Ai nostri apprendisti insegniamo a camminare in equilibrio tra il bianco ed il nero; perché tutto in natura è vincolato al dualismo, condizione fondamentale per l’intera esistenza.

È significativo che la Massoneria abbia dato e continui a dare tanto risalto ai simboli della natura, accanto ai simboli del lavoro: prefigurando un armonioso equilibrio delle due parti costituenti la nostra qualità di esseri umani, e cioè cultura e natura. È significativo, perché proprio alla fine del Settecento e lungo tutto l’arco dell’Ottocento, si sviluppa un ben diverso atteggiamento filosofico e pratico: l’uomo si sente sempre più ostile verso la natura e intende imbrigliarla, piegarla alle sue esigenze.

L’Ottocento è il secolo dell’industria, della macchina a vapore, della ferrovia e di cento altre conquiste tecniche e scientifiche. Non per nulla nell’Ottocento nasce e si afferma il positivismo. Il Novecento è il secolo della chimica, della fisica, della microbiologia, tutte armi potentissime per alterare la natura fino a limiti insopportabili, fino a renderla inospitale.

Solo quando si arriva sull’orlo del baratro, nascono i movimenti ecologici che, purtroppo, diventano spesso una moda, un vezzo intellettuale, uno strumento politico. Eppure il movimento ecologico contiene un forte nucleo di verità; cosicché, un atteggiamento più aderente alla sacralità della natura, come suggerisce la tradizione massonica, potrebbe evidenziare gli aspetti genuini dell’ecologia e renderla veramente operante.

Natura e cultura come parti costituenti dell’uomo, abbiamo detto. Ma il dualismo sociologico si arricchisce della consapevolezza iniziatica del terzo punto, il punto di sintesi e di superamento, vale a dire lo spirito.

Non possiamo concludere senza ricordare che la giornata di oggi ha importanza anche storica. Il 20 settembre 1870, infatti, con la “presa di Porta Pia”, si metteva fine ad un periodo buio della nostra storia. Un periodo che vedeva la Patria smembrata in piccoli Stati governati da tiranni, che pensavano solo al loro gretto interesse, sfruttando il lavoro dei sudditi. Si è concluso un periodo che vedeva la Chiesa, intesa come entità temporale, impegnata ad aumentare ricchezze e potere, dimenticando il suo principale scopo, cioè aiutare i credenti a reintegrarsi con l’Altissimo.

Il 20 settembre 1870 è una data importante per la Massoneria perché finalmente si comincia ad attuare, seppure in maniera imperfetta, il trinomio «Libertà, Uguaglianza, Fratellanza» che ci è tanto caro. La Massoneria ha rivestito un ruolo preponderante nel Risorgimento Italiano: al quale ha dato comandanti come Garibaldi e migliaia di ignoti patrioti. Oggi pensando ai martiri dell’indipendenza nazionale, non è facile capire la forte spinta ideale che li ha preparati a sacrificar la vita per la Libertà e per la Patria. No, non è facile… Il mondo contemporaneo ci fa perder di vista molti dei valori per i quali si è degni di vivere.

Noi Liberi Muratori cerchiamo di essere uomini probi e leali. Per questo dobbiamo annullare qualsiasi forma di rancore o gelosia o smania di potere: che sembrano essere i mali più comuni della nostra epoca. Solo così possiamo essere di esempio ai profani.

La nostra è un’associazione iniziatica e non un circolo culturale: perciò tutto quel che apprendiamo nel Tempio, va messo in pratica su noi stessi, altrimenti resta vana nozione. È inutile diventare sapienti se poi non siamo in equilibrio con noi stessi e con chi ci sta vicino. Il nostro compito, dunque, consiste nel lavorare tutti insieme, affinché il nostro spirito si elevi al di sopra della materialità e ci permetta di capire qual è il progetto che il G.A.D.U. ha disegnato per noi.

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