La Triplice Cinta del Tempio

MassoneriaPer l’edificazione esoterica del Tempio massonico è importante riconoscerne i tre perimetri: quello esoterico, quello energetico e quello fisico.

La Triplice Cinta del Tempio

di Fabio Gasparri

Edificazione esoterica del Tempio massonico

Alcune considerazioni possono essere fatte sulla scia del lavoro “Tre volti occulti del Tempio”, (v. articolo), riconoscendo i tre perimetri del Tempio massonico.

• Quello esoterico raffigurato dal Quadro di Loggia.

• Quello energetico dato dall’apertura e chiusura rituale con la quadratura del Tempio effettuata dai Fratelli.

• Quello fisico delimitato dalle mura del Tempio.

Sulla natura esoterica, energetica e fisica del Tempio massonico molto è stato già detto.

figura 1

Cominciamo col tracciare in un disegno i tre perimetri.

Come è noto, il Quadrilungo è il raddoppio su diversi piani (multidimensionalità spazio-temporale) di uno stesso quadrato, proprio com’è rappresentato nell’Albero Sephirotico ch’è poggiato invisibilmente sul Pavimento di ogni Tempio massonico.

Ecco l’importanza del quadrato, che sappiamo rappresentare i 4 Elementi ed i primi 4 regni di Natura. Che dovremo prima “orientare”, nel modo conosciuto dagli antichi Costruttori di Templi.


figura 2

Si potrebbe concludere che si tratti dell’ennesima rappresentazione del sacro ternario (triade). Ma leggiamo quanto scrive U. Cordier sulla «Guida ai luoghi misteriosi d’Italia»:

Tellurismo – simboli – triplice cinta/Filetto” – «Uno dei simboli tradizionali più interessanti e suggestivi è chiamato – per la sua forma – «triplice cinta» o anche «filetto» (da cui l’omonimo gioco). Tre quadrati concentrici, con quattro segmenti che uniscono i punti mediani dei lati […]

figura 3

La pianta di Atlantide

Lo schema è antichissimo. Secondo Platone, la capitale di Atlantide aveva la stessa struttura, ma con cinte circolari.

Un tracciato che ritroviamo nelle civiltà preistoriche e megalitiche, triplice è la pianta druidica come le mura dei celti . Nella Bibbia sono raffigurati i tre cortili cinti da pietre del Tempio di Salomone (I Re, 7,12); ma anche la Gerusalemme Celeste con dodici porte (Apocalisse, 21) mostra il medesimo fondamento. Nel medioevo lo ritroviamo a base delle Cattedrali (Amiens, Somme ecc.) edificate dai Templari. Il simbolo ha significati numerosi e complessi.

Richiama l’idea del centro sacro e anche dei tre livelli essenziali della realtà e dei tre gradi d’iniziazione. Inoltre, la versione quadrata «terrestre» rimanda a quella circolare «celeste» (Volta Stellata, Cupola o Cielo interiore dell’iniziato, n.d.r.), la quale a sua volta rimanda al Principio divino. Come è accaduto per altri antichi simboli, anche questo è stato trasformato in gioco, che oggi troviamo sul rovescio delle scacchiere. Il suo nome comune è «filetto», ma a volte è chiamato mulinello o tavola a mulino, smerelli (dal latino merellus, pedina), oppure (dal numero tre) trex, tria, tris ecc. Una versione molto semplificata è quella – popolarissima e già descritta persino da Ovidio – che si gioca disegnando una minuscola scacchiera di nove caselle».

Dunque, ci troviamo di fronte alla solita volgarizzazione di un simbolo esoterico, come accaduto con le Lame dei Tarocchi, o dinanzi ad un Antico Mistero che dopo secoli deve essere di nuovo riscoperto e restaurato?

Il percorso ideale che porta l’adepto dalla “terra” della propria profanità al “cielo” dell’Iniziazione maggiore, comincia dalla «Pianta del Tempio», che è la rappresentazione di una realtà interiore, come la Pietra rappresenta la sua coscienza ed i metalli la complessità delle emozioni e dei propri sentimenti.

Il “viaggio” che si svolge all’interno del Tempio “inizia” nella sua (nostra) base (fondamento interiore), cominciando col rilevare i reconditi significati delle sue (nostre) geometrie sacre (occulte). Così, ancora una volta scopriremo come le risposte più veritiere siano quelle celate dall’evidenza di forme esteriori (exoteriche).

Tra la seconda e la terza figura esiste una differenza sostanziale: ad un’attenta osservazione non sfuggirà che manca un elemento che appartiene al nostro modo d’intendere l’esoterismo. Infatti, l’elemento mancante è quello non ancora tracciato: ed è compito dell’iniziato cercare di capirlo per poi inciderlo sulla propria Tavola Architettonica.

Congiungendo le linee mediane orizzontali del Tempio (gli assi) fino al baricentro del quadrato, l’intersezione non genera solo un punto, ma segna la presenza di un terzo asse nascosto che congiunge il Nadir allo Zenit: come in alto così in basso, scriveva Ermete Trismegisto (tre volte grande).


figura 4

La specularità dei piani del Tempio è ciò che manca per riconoscere i livelli ideali del Tempio e seguirne le trasformazioni. La direzione è quella dell’ elevazione dal piano orizzontale, partendo dal livello bidimensionale della ragione fisica, fino a raggiungere quello tridimensionale raffigurato nel Pentalfa Fiammeggiante.

Da ciò nasce il postulato esoterico per cui: dalla verticalizzazione del “centro” diparte l’unica “via” d’uscita per trascendere il Labirinto dalla triplice cinta, che definisce il piano materiale (sephirot Malkut).

Seguendo l’orientamento verticale sulle tracce di un ideale filo di Arianna, ci si potrà dirigere in quella risalita iniziatica ch’è il ritorno all’essenza primigenia dell’Iniziato.

Allora diventa un fatto l’incontro con Beatrice (l’anima), che condurrà il viaggiatore al Sommo Architetto dell’Universo.

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