Il Leone e la Tigre – Il valore esoterico di due degli Animali Simbolici
I Misteri (minori) della Massoneria moderna sono la manifestazione exoterica delle antiche Scuole misteriosofiche che, tra Oriente e poi Occidente, sono sempre scese tra gli uomini per portarvi il senso del proprio pensiero iniziatico.
Pensiero iniziatico che oggi, nella Massoneria moderna, è molto meno imperfetto di quello dei propri Adepti. Molti dei quali, attraverso la Massoneria, perseguono con tenace imperfezione il proprio perfezionamento interiore.
Prima di ricercare il perfezionamento Rituale ed iniziatico è necessario affrontare con maggiore lealtà e coraggio, un tema apparentemente laico e profano nel quale s’esprime, forse, una delle maggiori imperfezioni dell’attuale sistema iniziatico. Sollevando l’ambiguità della pretesa universalità che, nei fatti, lo è solo per metà.
Il Leone e la TigreI Misteri (minori) della Massoneria moderna sono la manifestazione exoterica delle antiche Scuole misteriosofiche che, tra Oriente e poi Occidente (simbologia esoterica del 17° grado), sono sempre scese tra gli uomini per portarvi il senso del proprio pensiero iniziatico. Pensiero iniziatico che oggi, nella Massoneria moderna, all’opposto di quanto avviene con l’ostentata infallibilità dei maggiori Adepti d’Orientamento devozionale, è molto meno imperfetto di quello dei propri Adepti. Molti dei quali, attraverso la Massoneria, perseguono con tenace imperfezione il proprio perfezionamento interiore. Molti iniziati sostengono che chi ritiene di aver raggiunto la perfezione o l’infallibilità, abbia in realtà raggiunto solo il proprio apice. A cui consegue l’ingresso nella parabola discendente. Va qui, forse rammentato, per i più giovani ricercatori, che ogni ciclo di Natura, grande o piccolo (sistemico, planetario, di razza od individuale), interiore o esteriore che sia, è sempre soggetto ad una cadenza che può essere riassunta, semplicemente, nel Ritmo (onda-suono) di: emersione (comparsa-nascita), tensione (evoluzione-crescita), immersione (dissoluzione-rigenerazione). Se questo vale ancora, i massoni, come iniziati, devono certo ancora esprimere il meglio delle capacità che giacciono ancora velate nell’esoterismo simbolico e Rituale della Massoneria. Facendo riaffiorare le antiche sinergie operative rituali offuscate nelle rappresentazioni allegoriche. Ogni massone di media levatura conosce il nome di almeno una di quelle antiche energie Rituali. Ma sono tutti concordi nel timore d’esprimerle realmente in tutta la sua vera dimensione. Parlo ad esempio, della costituzione rituale d’un Eggregore. Di una qualità tra le tante possibili. Prima di ricercare il perfezionamento Rituale ed iniziatico è necessario affrontare con maggiore lealtà e coraggio, un tema apparentemente laico e profano nel quale s’esprime, forse, una delle maggiori imperfezioni dell’attuale sistema iniziatico. Sollevando l’ambiguità della pretesa universalità che, nei fatti, lo è solo per metà. Il Tempio massonico, come ogni altro Tempio, va visto (e non solo guardato) come un grande Libro di Pietra, nel quale l’esperienza di pochi uomini, conquistate alcune verità, hanno trasmesso “per quanti avrebbero avuto occhi per intendere” un insegnamento muto (silenzioso). Che s’inanella nell’enigmatica continuità e nella complessa contiguità delle espressioni matematiche delle geometrie architettoniche, nelle allegorie contenute nelle forme dei paramenti e degli arredi, nei significati velati dentro le geometrie dei simboli e nei toni dei colori. Tutto questo, ed altro ancora, si somma in una concezione occulta composta da tre componenti del Tempio, il cui potere è ben noto all’iniziato che sono:
Tra i significati del Tempio vi è quello delle Tre Colonne sephirotiche che lo “reggono e lo elevano”. Il Tempio misteriosofico è retto da Due Colonne fisiche: una mascolina e l’altra femminina. Necessarie entrambe per il suo sostentamento corporeo. La Terza Colonna sephirotica, posta nel mezzo, da ovest (Malkuth) ad est (Kheter), è invisibile perché spirituale, serve alla sua elevazione spirituale. La simbologia di queste 3 colonne, si colloca perfettamente nel corpo dell’iniziato. Questi, durante il suo Viaggio iniziatico, attraverso le prove cui volontariamente si sottopone, deve anche intraprendere un’opera personale di trasmutazione. Trasmutazione che inizia con l’educare le componenti della propria mente emotiva ed istintuale. La tradizione alchemico-spirituale, altrettanto quella ermetica, mettono in grande risalto l’importanza di riconciliare l’opposizione della parte sinistra di sé, introiettata e cosiddetta femminina, sovente conflittuale, con la parte destra, estroflessa e cosiddetta mascolina. La conflittualità sorta dalla diversità di questi due elementi fisici ed emotivi trova la sua soluzione: non nel far prevalere una parte sull’altra, ma nel ricomporne la diversità spostandone le caratteristiche emotive sui piani astratti dell’intelletto (Ars Regia) e, poi, su quelli iperfisici e spirituali (Ars Pontificia). I due elementi, ricomposti nella Colonna di mezzo, nell’intelletto cardiaco di Tiphereth (l’anima) prima e nello splendore spirituale (la monade) poi: da conflittuali torneranno ad essere nuovamente complementari. E i Tre diverranno nuovamente Uno. Se ciò è scritto nei grandi Libri di Pietra e vale anche per il singolo individuo che aspira all’elevazione iniziatica, non si capisce perché poi, taluni, pretendano di negare che le medesime condizioni valgano per la molteplicità degli individui. Ovvero, non valgano per tutta l’umanità ma solo per parte di essa. Il tema in cui si coglie l’imperfezione d’una impreparazione iniziatica di fondo, di una parte di adepti minori, è quello del riconoscimento iniziatico della Madre dell’Umanità. Se tanta importanza è data al carisma del Padre dell’Umanità, che si trasmette nel Diritto iniziatico dell’uomo, resta ancora incompiuto nella coscienza molto “comune” di tante anime viventi (nephesh), il riconoscimento del carisma della Madre dell’Umanità, che si trasmette nel Diritto iniziatico della donna. Diritto che, a volte solo abbozzato, lede l’anima d’una metà dell’umanità. Anche se molti di quanti occupano i livelli più “prestigiosi” di gerarchie simboliche e virtuali, hanno già iniziato a considerare seriamente il problema “dell’altra metà della propria universalità”, molti altri interpretano la questione del Diritto iniziatico ancora tutta al maschile. L’idea di dover condividere il “potere” della superiorità iniziatica, anche se per costoro resta solo presunta, desta l’irritazione di quanti, radicati in una velata preponderanza di temperamento femminino, si sentono antagonisti di caratteristiche simili alle proprie ma che sentono possano essere più forti e spiccate. Se l’uomo è il Guardiano del Tempio (planetario, i 4 regni di Natura) la donna è la custode del suo Tabernacolo (il fuoco della Vita). E se l’ignoranza ci condanna a dimenticare l’enorme importanza di questi ruoli, dalla medesima ignoranza nasce la confusione nel tentativo di prevaricarsi l’un l’altro. L’antagonismo che oggi vi sopravvive nasce da un tabù, patrimonio di un’antica e primitiva cultura totemica. Un tabù che influenza la sfera emotiva di molti uomini, ma che per l’uomo-massone apre una grave contraddizione tra la visione dell’egocentrismo maschile e quel “progresso dell’umanità” a cui così solennemente aspirano, almeno i loro catechismi. Nell’illuminismo massonico francese, del cui motto: Libertà, Uguaglianza e Fratellanza si è solennemente fregiata tutta la Massoneria moderna sono stati enunciati i Diritti d’ogni uomo e donna, al di là d’ogni tipo e cultura, di credo, di classe, di razza e colore. Tra i più importanti, almeno nella loro enunciazione, restano il diritto alla libertà di pensiero, la libertà d’associazione e della libertà di credere ed agire secondo coscienza. E se suscita sorpresa come quei dettami trovino ancora tanta resistenza nella cultura profana, desta grande stupore come una resistenza simile possa trovare sostenitori in un ambito che si pretende “iniziatico”. Come possiamo conciliare tale resistenza con l’antico insegnamento che afferma il diritto naturale di ogni uomo e donna all’Iniziazione spirituale, d’innanzi al proprio Creatore, al di sopra ogni convenzione umana e con qualunque nome Lo si chiami. Il complesso di tanta resistenza è composto, certamente, da molti fattori. Ma se, nella ricerca, se ne escludono quelli irrazionali e privi di logica, di elementi da prendere in considerazione non ne restano poi molti. In occidente è ancora molto forte un’idea di suddivisione tra maschio-femmina e sacro-profano, data dalla colorazione ebraica di cui si è tinta gran parte delle elaborazioni di costumi culturali. Queste tinte appaiono fondamentali nelle sue Chiese e nella sua Massoneria. Per superstizione o per interesse di casta si ricorda che: la donna fu allontanata dal Tempio perché impura. Questo a causa del loro ciclo mestruale, che invece di essere considerato “un lavacro naturale” è stato voluto fosse il segno rivelatore dell’indegnità femminile d’innanzi alla purezza dei Misteri. Sarebbe sin troppo facile dimostrare, sulla base dei fatti e della storia, come sia arduo trovare candore e virtù nelle imprese dei Padri delle dottrine falliche. Come è impossibile trovare la purezza della verità nelle fantasiose ermeneutiche manipolazioni, tramandateci nell’assoluto-improbabile di “sistemi chiusi” con i loro supposti teoremi di cosmogonia e di fede. I deturpatori dei Misteri, non comprendendo le realtà racchiusevi, prendendo a metro di paragone se stessi, tradussero in maschio e femmina il principio dei Poli attivo-passivo (poli di bioenergia + e -) che, come era noto invece agli Iniziati “introdotti”, corrispondevano alla parte destra ( + ) ed a quella sinistra ( – ) del corpo fisico. La legge a cui andava soggetta l’energia elettrica, attivo-passivo, peculiare al moto organico del corpo fisico restò a lungo incompresa. Restò solo il ricordo del “predominio” dell’attivo sul passivo, del maschio sulla femmina legato alla forza del sesso animale. E divenne parte integrante dei Culti Fallici. L’organo genitale, secondo quel culto, è la dimostrazione delle qualità d’un individuo. La pienezza di un pene sarebbe sufficiente a dimostrare un’indubbia superiorità intellettuale e spirituale rispetto a chi ne fosse invece “vuoto”. Se questa non fosse una drammatica realtà di emarginazione e di sofferenza durata millenni, questa discussione, per la sua immensa stoltezza, non meriterebbe di occupare neanche un rigo in un qualsiasi compendio esoterico. Ma il danno evolutivo compiuto a danno di tutti da queste aberrazioni, non può essere sottaciuto da chi si sente coscientemente parte dell’umanità. Il progresso interiore della donna ha “segnato il passo”. Ma se la donna, salvo poche eccezioni, non è diventata Leone lo stesso danno ha finito per ritorcersi contro gli uomini. Infatti, come dovrebbe essere ormai chiaro, l’uomo per elevarsi mentalmente deve apprendere a cavalcare la Tigre. Ovvero, l’aspirante all’Iniziazione maggiore, deve apprendere a sostenere gli impulsi che gli vengono dall’irruenza della passionalità sensuale e a dominare l’impetuosità istintuale. Ma molti, nel porgere attenzione al dominio della Tigre e alle sue caratteristiche, credono di riconoscervi solo l’espressione della debolezza femminile. Rifiutano, allora, di rivolgere qualunque sforzo ad educare quella parte, ritenendola inferiore ed impura. Rinunciando, così, a sviluppare completamente le proprie facoltà intuitive. Anche se, solo attraverso l’Intuito, l’uomo può raggiungere le alte vette della rivelazione interiore. La parte più nobile ed elevata della propria coscienza: l’anima. L’unica parte che nell’uomo e nella donna è veramente candida, vera e pura. Se da un lato apprendiamo con il dovuto rispetto tutte le idee profuse da Padri e patriarchi che, però, mai furono concordi tra Loro nel definire forme e contenuti dei propri dogmi, dall’altro notiamo anche come ogni grande Guida, Maestro ed Iniziato non abbia mai rifiutato il proprio insegnamento a discepoli di entrambi i sessi. E come entrambi i sessi sono stati sempre presenti sulla via della saggezza e della spiritualità. Che questa diversità di approccio alla via iniziatica stia a significare qualcosa? Forse, tentando un ipotesi, si potrebbe concludere che la discriminazione basata sul sesso fisico, sia sempre stata la conseguenza di minori livelli di coscienza iniziatica e spirituale. Nella modernità massonica, retaggi di superstizione totemica, sommata ad una certa misoginia nascosta nelle formule di antichi doveri, dettati però da modernissime convenzioni, hanno finito per porre in crisi la tanto sperata universalità: libertà, uguaglianza e fratellanza, riservandone i significati ad esclusivo appannaggio della parte “maschia” dell’umanità. Sono degni di biasimo, quanti, immoralmente chiusi nella comoda tana del proprio egoismo escludono da sé e dalla propria condizione, qualunque problema non li riguardi direttamente. Evitando accuratamente di essere coinvolti in affanni che non portano loro alcun vantaggio personale. Ma questi sono capricci. In fondo servono probabilmente a coprire un profondo scompenso emotivo. Un’insicurezza più variegata e complessa di quanto appare superficialmente. Una inibizione edipica con cui ancora non molti hanno voglia di confrontarsi. Questo tabù minore legato al proprio lato cosiddetto femminile, simula il grande tabù della virilità maschile. Forse la perdita del proprio seme, della propria potenza virile o, forse ancora, vi si nasconde lo spettro di quella parte d’omosessualità latente in ogni uomo e donna. Il valore esoterico di due degli Animali SimboliciIl Leone, nella sua regalità animale, è il simbolo esoterico della più alta espressione della psiche fisica, impulsiva, estroflessa e dinamica (mascolina). Quella parte della coscienza fisica che “affiora” alla coscienza di un io che esprime la sua soggettività con la forza e la potenza della propria determinazione centrifuga. La Tigre, anch’essa nella sua regalità animale, è il simbolo esoterico della medesima coscienza che, esprimendosi per mezzo della controparte femminina della psiche fisica appare come un io che esalta la propria soggettività con un temperamento riflessivo, introflesso e centripeto; caratterizzato da un elemento ricettivo sensibile e percettivo sino all’intuitività. Va ricordato però che la coscienza, di per sé androgina, in sé non possiede nessuna qualità che la caratterizzi, né come mascolina, né come femminina. Molti animali sono stati usati per rappresentare simbolicamente la mobilità emotiva della mente. Leone e Tigre sono la rappresentazione simbolica dell’attività dei due emisferi del cervello: dinamico quello sinistro, ricettivo quello destro. Imparare a cavalcare la Tigre, come disse Confucio, è l’insegnamento simbolico che indica come l’uomo debba imparare a far crescere la propria parte femminina ed intuitiva. Ovvero, il dover sviluppare, attraverso la meditazione e le tecniche della visualizzazione mentale, la propria sensibilità percettiva. Cioè di imparare come accendere, attraverso il volere (mascolino), l’occhio interiore della percezione mentale. Allegoria, quest’ultima, della ragion pura degli ermetisti. La visione della mente “cosciente di tutto ciò che realizza con il proprio tocco” è la dote di psichismo superiore che gli iniziati chiamano: conoscenza per contatto. Contatto empatico tra il proprio sapere cosciente e l’oggetto concettuale osservato (empatia psichica). Nell’unione tra “oriente e occidente” la parte dinamica della mente e la parte ricettiva “guardano ognuna la propria metà del Cielo (interiore)”. Allora: “l’iniziato è in grado di vedere tutto ciò che sta nel cielo”. Questo è il senso dell’astrologia esoterica da cui diparte la Visione divina in cui s’incontra l’Occhio di Dio (la rivelazione interiore). Tradotto in termini più occidentali si potrà dire che: unendo di nuovo ciò che è stato separato, cioè, per l’uomo far riaffiorare nel proprio mascolino le qualità (colore-vibrazione) del proprio femminino e per la donna il far riaffiorare nel proprio femminino le potenzialità (vibrazione-suono) del proprio mascolino si vedrà tutto il cielo. Sarà possibile osservare tutte le forme nella loro esteriorità e, al contempo, percepirne i significati interiori (ivi compresa la costituzione coscienziale dell’uomo). Il postulato di sviluppare la percezione interiore per equilibrare armonicamente l’enfasi dell’attività esteriore comporta il concepire coscientemente entrambe le facce della realtà. Tanto quella esterna e concreta quanto quella interiore e metafisica. Il pensiero, allora, si poggerà armonicamente su intelletto ed intuitività. Verrà esaltato dall’aspetto amore dalla coscienza cardiaca (quello che fu l’aspetto fisico-femminino) e rafforzato dell’aspetto volontà della coscienza mentale (quello che fu l’aspetto fisico-mascolino). E non si meravigli il ricercatore se qui si afferma che mente, causa del pensiero, e cervello, contenitore e cassa di risonanza fisica del pensiero, sono due cose diverse e distanti tra loro. Queste due realtà, tecnicamente, possono “esistere” separatamente. Vivendo in piena autonomia una dall’altra. Anche se questo, poi, impedirebbe alla coscienza dell’Ego sup. (anima) di manifestarsi nell’io personale e fisico dell’uomo. Far crescere il proprio femminino è per molti sintomo d’effeminatezza che solleva il timore della perdita dei propri attributi virili. Ma posto nelle giuste proporzioni e nei giusti termini l’insegnamento simbolico disegna un panorama del tutto diverso. Che l’Iniziato ben conosce: per evolvere la propria mente l’Uomo deve apprendere a “cavalcare la Tigre”. Di contro la Donna deve apprendere a “cavalcare il proprio Leone”. Ecco perché, anche sulla Via iniziatica dell’Umanità, per il suo progresso complessivo, la presenza d’ogni donna è altrettanto importante alla crescita dell’uomo, come quella dell’uomo lo è per la crescita d’ogni donna. I due, guardandosi uno nell’animo dell’altra, e riflettendovisi, vi riconosceranno la parte di Sé che gli è ancora invisibile. Credo che questo sia un motivo di per sé già sufficiente perché un sistema iniziatico debba saper operare con una Chorda Fratres ornata di anelli di Uomini e Donne. |