Aprire gli occhi dell’intelligenza

Domande e Risposte…quello che vorrei esprimere è come spesso i “sistemi chiusi” cui fai riferimento ogni tanto, sono chiusi solo apparentemente; … testi considerati sacri, se accettati in senso letterale e senza alcuno spirito critico diventano “dogmi”, interpretandoli però con altre chiavi, dischiudono alcune porte tipiche della Tradizione Iniziatica?

Aprire gli occhi dell’intelligenza

di Athos A. Altomonte

D: …quello che vorrei esprimere è come spesso i “sistemi chiusi” cui fai riferimento ogni tanto, sono chiusi solo apparentemente; testi considerati sacri, se accettati in senso letterale e senza alcuno spirito critico diventano “dogmi”, interpretandoli però con altre chiavi, dischiudono alcune porte tipiche della Tradizione Iniziatica? A.

R: Caro amico, quello che dici non è condiviso dalle grandi menti scientifiche e filosofiche, e non solo d’occidente. Che avvertono il pericolo dei vezzi della cultura devozionale, da Oratorio diremmo noi, che si compiace ad interpretare, l’interpretazione interpretata dai primi interpretatori, che nemmeno hanno mai visto ciò di cui parlano, spesso contraddicendosi uno con l’altro (vedi Pietro che contestava furiosamente Paolo [il gentile], giudicandolo un eretico perchè non praticava la circoncisione, testi opportunamente censurati dalla santa chiesa cattolica). Molti hanno accettato il termine coniato da Jung che la definì “cultura onanistica”. Noi diremmo masturbazioni mentali. Allora, almeno si chiarisca la differenza tra «animo devozionale» e «spirito Mistico». Così, da dare un limite alla propria fantasia.

Per quanto riguarda lo zolfo ed il Fuoco primordiale, non era un gioco d’immaginazione, ma la chiave d’accesso all’identità di Melchisedek, l’Antico dei Giorni. Di cui Gesù manifestò alcuni aspetti (lo zolfo), come dice Giovanni:

«L’Io Sono», Gesù Cristo, è il Sacerdote per eccellenza, alla maniera di Melchisedek (cfr . Sal . 109,4 e Eb . 7). Giovanni qui per la seconda volta (la prima nel Prologo 1,17) dà a Gesù l’appellativo di Cristo = l’Unto = Re e Sacerdote. Il punto centrale dell’Albero sephirotico, Tiphereth, riassume in sé tutto l’Albero e lo stesso avviene in questa preghiera di Gesù. La si può dividere in tre parti: la prima (vv . 1-8) in cui Egli, alzando gli occhi al Cielo (ponendosi in diretto colloquio con il Kether – come nella preghiera di ringraziamento ebraica berakah) chiede la sua propria glorificazione perché ha “compiuto l’Opera”: Egli ha manifestato (fatto conoscere) il Nome (Io Sono) = Daath, del Padre = Kether, agli uomini del mondo = Malkuth

Sembra che per qualcuno approfondire il simbolismo alchemico-ermetico, sia un noioso esercizio retorico. Allora mi domando di cos’altro si possa parlare in un consesso iniziatico, se è davvero iniziatico. A meno che non si scambino per spiritualismo le stupide battute di spirito, credo che l’unico compito di un consesso iniziatico sia quello di approfondire gli studi misterici a cominciare dai Misteri stessi. Considerando che i principianti sanno che le suggestioni lasciano fermi sul posto, e che bisogna aprire gli occhi. Sì, ma non quelli fisici. Anche i principianti sanno che gli occhi da aprire sono quelli di mente e coscienza. Ma nemmeno questo ci fa essere veri iniziati. Infatti, si resta eterno apprendista finché, col lavoro su se stessi, non avremo aperto (anche) gli occhi del cuore, sede dell’intelligenza dell’anima.

L’Unione dei Tre fuochi (spirito, mente sottile e coscienza cardiaca) sono la caratteristica ignea dell’Iniziato. E lo zolfo alchemico è la metafora del loro comburente. Da trovare e da applicare a mo’ di metodo.

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